“Il delirio è figlio
dell’ignoranza”. Bhagavad-Gita
Il fenomeno della follia collettiva molto spesso ha portato
a compiere atti abominevoli, il delirio è una falsa credenza esaltata e portata
a stati eccitanti che sovente sfociano nella psicosi, niente di più. Persone
apparentemente normali possono cadere in preda al delirio quando sono coinvolte
in fenomeni d’isteria di gruppo: ciò spiega la violenza della folla come pure
la partecipazione di grandi masse di persone a eventi miracolosi. Qui apro una
piccola parentesi, il santuario di Lourdes è stato protagonista di guarigioni
miracolose, peccato che se andiamo negli ospedali a vedere le guarigioni
inspiegabili siano almeno cento volte tante a confronto di quelle poche che
avvengono nel santuario dove la massa ha addirittura assistito al sole che
girava in circolo, chissà cosa hanno visto, chiusa parentesi. Il delirio è figlio dell’ignoranza, che è anche madre
della superstizione, del pregiudizio e della follia. Il ventre dell’ignoranza
partorisce un infinità di mostri. Esiste
una ben nota tradizione che eleva l’ignoranza al di sopra della conoscenza,
ritenendola uno stato dell’essere più felice e innocente. Nel XVIII secolo il
culto “del buon selvaggio” esaltava la presunta pulizia dell’animo e serenità
di una vita non intralciata dalla conoscenza, una vita limitata esclusivamente
all’orizzonte visibile del cielo e alla naturale longevità dell’uomo, “dove
gioia perfetta è l’ignoranza, esser saggi è follia”.
Oggi non siamo molto lontani da quei tempi, nonostante non
ci sia nulla di più sbagliato. L’ignoranza è un
terreno troppo fertile per la miseria e la tragedia, troppo ricco di errori e
falsità per poter reggere al confronto con la conoscenza. “L’ignoranza non è
benedetta, è oblio”. E’ la sorgente dei grandi deliri collettivi
della storia, di tutte le credenze assurde come alchimia, stregoneria,
malocchio, fantasmi, ecc. Oggi si tende a
dimenticare che in Europa nel XVI e XVII secolo, quasi tutti credevano all’esistenza
di persone malvagie che avevano come scopo quello di avvelenare gli alimenti,
le forniture idriche e perfino il pesce nel mare! Questo lo avrebbero fatto
usando una sostanza incolore, inodore e non rilevabile denominata “acqua tofana”:
si pensava che essa facesse il suo micidiale lavoro con una lentezza tale da
essere impercettibile. Per far linciare da una folla inferocita una persona
poco simpatica o scomoda, bastava quindi etichettarla come avvelenatrice.
Ecco il prodotto dell’ignoranza, il delirio e la follia che ne scaturisce sino
a che punto possono portare le persone.
Ma il vero
delirio lo vediamo oggi attorno a noi, nel credere che la gente possa vivere e
prosperare senza comprensione reciproca, e quindi senza la sicurezza che
scaturisce dalla conoscenza, questo è delirio. Siamo nel 2012, ma rispetto a secoli fa non
è cambiato molto, e questa ignoranza fa molto comodo a qualcuno, questa
ignoranza che sfocia in una guerra spietata tra poveri, “non
c’è crimine che un uomo non sia disposto a fare pur di salvarsi”, come
scrisse Levi riguardo alla lotta per
la sopravvivenza nei campi di sterminio, altro delirio collettivo, dove ogni
giorno si combatteva una guerra feroce, in solitudine e senza tregua alcuna,
veniva soffocata la dignità e uccisa la conoscenza, così da scendere – bestie fra
bestie nell’arena – in una guerra di tutti contro tutti, questo scriveva Levi, nel
libro: “Se questo è un uomo”. Il terrore che
incombeva, scaturiva da un progetto consapevole, (si, proprio come oggi!), gli
oppressori denudavano le proprie vittime, le obbligavano a vivere nella
sporcizia e negli escrementi, le affamavano e le facevano competere fra loro
per poche briciole di cibo, spogliandole del loro nome e della loro identità.
A rileggere questo mi torna in mente qualcosa . . . essere
spogliati, privati della conoscenza da un regime che vuole a tutti i costi l’ignoranza,
un regime che spinge le persone a competere, a farsi fuori l’uno con l’altro
per avere un lavoro di due, tre mesi a una paga ridicola, cosa cambia rispetto
al nazismo? Basti pensare che i
nostri “governanti” non lavorano per tutto il tempo che vedete nella tabella
qui sotto, e da poco hanno approvato la sedicesima mensilità, voi se guadagnate
tredici mensilità ogni anno siete molto, ma molto fortunati, e di certo vi
scannate tra di voi ogni giorno. Non parlo nemmeno della chiesa, dico solo
che il prete non ha un lavoro precario, lavoro, avete capito bene, altro che
vocazione. Ora chiudo, vi saluto tutti e dopo la vergognosa tabella del
“non lavoro” dei nostri parlamentari vi dono una canzone che mi ha fatto molto
ridere e che ho trovato sul blog diIvano, il titolo è: “la guerra tra
poveri”, appunto!
Buona risata, a me ha fatto ridere, e anche tanto, nonostante la cruda realtà che descrive, ma sapete, io amo la verità.
Ecco come sgobbano quelli che ci chiedono i sacrifici. Cliccate sulla foto per ingrandire, persone assenti per oltre il settanta per cento del tempo in cui "dovrebbero" lavorare. Dovrebbero, appunto. Fonte
"La guerra dei poveri"
Dioniso777
3 commenti:
Purtroppo esiste molta ignoranza in giro. Molti credono alle favole dei media tradizionali e non riescono a pensare con la propria testa.
Quando gli uomini s’inizieranno a porre degli interrogativi, forse qualcosa cambierà.
a qualcuno fa comodo la guerra tra i poveri,anche a Monti fa comodo dare la colpa agli evasori per quello che succede in Italia .
siamo in mano a una vera e propria dittatura in Italia comanda una persona
che non è stata eletta da nessuno ..
Ciao Dioniso
Ciao Cavaliere, e ciao Ivano, quanta ignoranza e quanti automi ci circondano? Gente che vive e non si pone le minime domande, quelle che si pone un bambino per esempio. La guerra tra poveri è la conseguenza di questo comportamento, di questa situazione, "LA CRISI!", tutto pianificato nei minimi dettagli da molto tempo. Siamo si in mano a una dittatura, apparentemente dolce, ma se guardi in fondo, Hitler non si comportava molto diversamente da come si comportano oggi, solo che oggi fatto tutto di nascosto, i risultati però sono gli stessi.
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