Per due millenni l’asceta è stato esaltato per l’esemplare forza di volontà e l’eroismo: ma a torto. In realtà costoro erano caratteri apatici, sottosviluppati, frigidi, con la sensibilità disturbata, per i quali un controllo macerante era più agevole e la cui astinenza non era affatto espressione di virtù, spiritualità o energia.
Il casto, l’autoflagellatore, l’asceta da sempre glorificato dal clero, non è l’energico uomo tutto d’un pezzo, l’eroe dominatore di sé, ma un debole ideologicamente raggirato, un piccolo e bigotto ricettore d’ordini, casto non per spinta interiore ma per suggestione esteriore. Nietzsche definisce gli asceti “asini molto robusti”, e ” in tutto e per tutto il contraltare di uno spirito energico”.
La salesiana francese Marguerite Marie Alacoque (1647-1690), la quale sosteneva che “solo il dolore rende sopportabile la vita”, si incise il monogramma di Gesù sul petto, e se la ferita guariva troppo in fretta, la bruciava di nuovo con una candela. A volte beveva solo acqua usata nel lavaggio dei panni, mangiava pane ammuffito e verdura marcia, e puliva con la lingua il vomito dei pazienti. Nell’autobiografia descrive la felicità provata riempiendosi la bocca delle feci di un uomo che soffriva di diarrea. Per simile coprofeticismo doveva però di notte baciare a lungo il cuore di Gesù che teneva a portata di mano.
Grazie alle sue prodezze fu fatta santa nel 1864 da Papa Pio IX. L’ “Ordine del cuore di Gesù”, la devozione e la festa del Sacro Cuore di Gesù risalgono alle “rivelazioni” di questa suora, alla quale Cristo stesso mostrò il suo muscolo cardiaco: – Egli mi disse: “Il mio Cuore divino è così appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare che, non potendo più contenere le fiamme della sua ardente carità, occorre che le diffonda attraverso il tuo tramite, e che si manifesti a loro per arricchirli dei suoi preziosi tesori che ti ho rivelato, e che contengono le grazie santificanti e salutari necessarie a rimuoverli dal baratro della perdizione; e ti ho scelto in quanto abisso d’indegnità e ignoranza per la realizzazione di questo grande scopo, in modo che tutto sia compiuto da me”. Dopodiché domandò il mio cuore, che io lo pregai di prendere, ciò che fece, e lo mise nel suo, adorabile, all’interno del quale me lo fece vedere come un piccolo atomo che si consumava in questa fornace ardente…
Pianto, sangue, dispregio del corpo, della libido, del mondo in generale: è questa l’ascesi medioevale, la rivelazione dello spirito cristiano.
Teresa d’Avila insegnava che ” tutto ciò che ha un fine dev’essere tenuto in nessun conto. La vita intera è piena d’inganno e falsità; tutto non fa che mentire, non c’è nulla che non sia letame, tutto il mondano fa schifo, anche l’acqua, i campi, i fiori: tutto ciò mi sembra spazzatura”.
Di S.Caterina da Genova (1447-1510), si dice che l’odio per se stessa era più grande di quanto potesse sopportare: strappava e masticava la sporcizia dagli abiti dei poveri e inghiottiva sterco e pidocchi. Fu canonizzata nel 1737. S.Angela di Foligno (1248-1309) sorseggiava l’acqua dei lavacri dei lebbrosi: “Non avevo mai bevuto con tanto godimento…Un pezzo della pelle morta delle ferite dei lebbrosi era incastrato in gola: invece di sputarla mi sforzai di ingoiarla e mi riuscì. Mi sembrò d’essermi comunicata. Non potrei mai esprimere le voluttà che mi assalirono”. La suora Caterina di Cardona fuggì dalla corte spagnola nel deserto, dove per 8 anni dimorò in una spelonca dormendo per terra. Indossava un abito penitenziale che la torturava, e teneva appese al corpo delle catene e si castigava per ore coi più svariati strumenti di tortura. Alla fine si mise a pascolare l’erba strisciando al suolo e brucando come un animale.
Il Bello della Religione – Ricevuto tramite Gianni Donaudi
http://www.circolovegetarianocalcata.it
Il casto, l’autoflagellatore, l’asceta da sempre glorificato dal clero, non è l’energico uomo tutto d’un pezzo, l’eroe dominatore di sé, ma un debole ideologicamente raggirato, un piccolo e bigotto ricettore d’ordini, casto non per spinta interiore ma per suggestione esteriore. Nietzsche definisce gli asceti “asini molto robusti”, e ” in tutto e per tutto il contraltare di uno spirito energico”.
La salesiana francese Marguerite Marie Alacoque (1647-1690), la quale sosteneva che “solo il dolore rende sopportabile la vita”, si incise il monogramma di Gesù sul petto, e se la ferita guariva troppo in fretta, la bruciava di nuovo con una candela. A volte beveva solo acqua usata nel lavaggio dei panni, mangiava pane ammuffito e verdura marcia, e puliva con la lingua il vomito dei pazienti. Nell’autobiografia descrive la felicità provata riempiendosi la bocca delle feci di un uomo che soffriva di diarrea. Per simile coprofeticismo doveva però di notte baciare a lungo il cuore di Gesù che teneva a portata di mano.
Grazie alle sue prodezze fu fatta santa nel 1864 da Papa Pio IX. L’ “Ordine del cuore di Gesù”, la devozione e la festa del Sacro Cuore di Gesù risalgono alle “rivelazioni” di questa suora, alla quale Cristo stesso mostrò il suo muscolo cardiaco: – Egli mi disse: “Il mio Cuore divino è così appassionato d’amore per gli uomini e per te in particolare che, non potendo più contenere le fiamme della sua ardente carità, occorre che le diffonda attraverso il tuo tramite, e che si manifesti a loro per arricchirli dei suoi preziosi tesori che ti ho rivelato, e che contengono le grazie santificanti e salutari necessarie a rimuoverli dal baratro della perdizione; e ti ho scelto in quanto abisso d’indegnità e ignoranza per la realizzazione di questo grande scopo, in modo che tutto sia compiuto da me”. Dopodiché domandò il mio cuore, che io lo pregai di prendere, ciò che fece, e lo mise nel suo, adorabile, all’interno del quale me lo fece vedere come un piccolo atomo che si consumava in questa fornace ardente…
Pianto, sangue, dispregio del corpo, della libido, del mondo in generale: è questa l’ascesi medioevale, la rivelazione dello spirito cristiano.
Teresa d’Avila insegnava che ” tutto ciò che ha un fine dev’essere tenuto in nessun conto. La vita intera è piena d’inganno e falsità; tutto non fa che mentire, non c’è nulla che non sia letame, tutto il mondano fa schifo, anche l’acqua, i campi, i fiori: tutto ciò mi sembra spazzatura”.
Di S.Caterina da Genova (1447-1510), si dice che l’odio per se stessa era più grande di quanto potesse sopportare: strappava e masticava la sporcizia dagli abiti dei poveri e inghiottiva sterco e pidocchi. Fu canonizzata nel 1737. S.Angela di Foligno (1248-1309) sorseggiava l’acqua dei lavacri dei lebbrosi: “Non avevo mai bevuto con tanto godimento…Un pezzo della pelle morta delle ferite dei lebbrosi era incastrato in gola: invece di sputarla mi sforzai di ingoiarla e mi riuscì. Mi sembrò d’essermi comunicata. Non potrei mai esprimere le voluttà che mi assalirono”. La suora Caterina di Cardona fuggì dalla corte spagnola nel deserto, dove per 8 anni dimorò in una spelonca dormendo per terra. Indossava un abito penitenziale che la torturava, e teneva appese al corpo delle catene e si castigava per ore coi più svariati strumenti di tortura. Alla fine si mise a pascolare l’erba strisciando al suolo e brucando come un animale.
Il Bello della Religione – Ricevuto tramite Gianni Donaudi
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