"THE END"

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sabato 14 settembre 2013

La famiglia, un tesoro e un tranello: Le nostre mete e il clan famigliare

Meta: Essere Felice
Tranello: L'albero porta con se una profonda tristezza, magari numerose depressioni tenute nascoste. E' il terreno adatto per rapporti sadomasochistici, il suo motto potrebbe essere "La vita è sofferenza".
Tesoro: Trovando un modo personale per essere felice, vale a dire saper festeggiare in ogni momento la gioia di essere vivi, il miracolo, il consultare porta all'albero un'informazione di grande importanza: La vita è gioia e non sofferenza.

Meta: Esser ricco
Tranello: l'albero non trasmette nessun valore spirituale, e considera la realizzazione materiale come l'unica possibile. Ma nel loro stesso tempo divenire miliardari, e nessun membro dell'albero c'è mai riuscito, è fonte di angoscia e di senso di colpa perché sarebbe un tradimento nei confronti della povertà che affligge la famiglia da generazioni.
Tesoro: I soldi sono soltanto il simbolo completo di uno scambio di energia. Ripristinando l'amore per i soldi nell'albero genealogico, il consultante in fondo ripristina il rispetto per l'energia vitale e l'abbondanza.

Meta: Vivvere in una santa povertà
(come San Francesco d'Assisi o Buddha che provenivano da famiglie ricche)
Tranello: La famiglia non ha trasmesso la gioia dell'umiltà, della semplicità; il giovane rampollo che ha un ideale di povertà lo contrappone all'eccessivo materialismo della famiglia e considererà la povertà come un valore in se, il solo in grado di convocare il divino all'interno dell'esistenza umana.
Tesoro: Assaporando l'abbondanza nel cuore semplice della povertà, il consultante scopre una ricchezza fondamentale (l'eneriga vitale stessa) che trascende i concetti di ricchezza e povertà e impara a riconoscere l'abbondanza in tutte le sue forme

Meta: Riuscire a guadagnarmi da vivere con un mestiere che mi piace
Tranello: L'albero trasmette forti preoccupazioni economiche, il lavoro è vissuto come un duro dovere, forse più come sacrificio. La concezione del lavoro e del denaro inculcata al consultante lo terrorizza e stimola il suo infantilismo, invece di fungere da sostegno.
Tesoro: Scoprendo un modo di agire nel mondo che gli dia soddisfazione, il  consultante riesce a superare la dicotomia restrittiva lavoro\piacere, e sa abbandonarsi alla gioia di agire sia a quella di riposare.


Meta: Essere utile
Tranello: L'albero genealogico è egoista. Ha sottovalutato il consultante, il quale ha dovuto guadagnarsi ogni piccolo gesto d'affetto o attenzione dimostrando di valere qualcosa. Ma per quanti sforzi egli faccia si sentirà sempre vuoto perché non gli sono stati riconosciuti il suo spazio, ne il suo vero valore.
Tesoro: Scoprendo la gioia di servire il consultante potrà leggere sotto un altro punto di vista la massima cristiana ama il prossimo tuo come te stesso e provvedere alla propria crescita personale. Uscirà così dal ruolo di vittima sacrificale e darà gioia e sollievo a chi intorno, divenendo l'essere spiritualmente maturo, gioioso e luminoso.


Meta: Viaggiare e scoprire nuovi spazi:
Tranello: L'albero come prodotto della chiusura in se stesso. Una famiglia priva di orizzonti vive rinchhiusa nel propriop territorio. Quegli antenati che se ne sono andati non sono mai più tornati in patria, e qualsiasi allontanamento è vissuto come una frattura irrimediabile.
Tesoro: Avendo superato i divieti dell'albero, il nostro viaggiatore diventa un viaggiatore consapevole e non più un turista consumatore di cartoline. Il suo percorso nel mondo è costellato di incontri significativi, magari diventa un ecologista militante, ha capito che la sua casa è la totalità del pianeta, e che è suo dovere preservarlo.

Meta: Diventare famoso
Tranello: L'albero soffre per la sua mediocrità e i fallimenti. Tale sofferenza si riflette sui figli, che non ricevono attenzioni dai genitori e così devono diventare loro il pubblico. In certi alberi diventare famosi è vissuto come un obbligo perché un genitore o un avo ha conosciuto una gloria di dominio pubblico e la celebrità si presenta, a torto, come il solo modo per superare i predecessori. Per cui la celebrità è vissuta
 come impossibile, e il consultante potrebbe arrivare a desiderare, magari inconsciamente, la morte della persona celebre che lo precede, perché è il solo modo per poter diventare adulto.
Tesoro: Sia che diventi famoso, sia che rimanga nell'anonimato, il consultante non è più schiavo della frenesia da riconoscimento altrui. Si concentra sui valori essenziali, il talento o la creatività se è un artista, i suoi valori più profondi, la qualità dei rapporti umani. Per questa ragione anche se non finisce sotto i riflettori, smetterà di essere tossico per chi gli sta intorno e troverà il modo di diventare una persona benefica.

... come la meta (il richiamo del futuro) interagisca con le programmazioni ripetitive che sono in atto all'interno dell'albero (la ripetizione del passato)

Un Sistema di ripetizioni
L'albero genealogico è innanzitutto un sistema di ripetizioni. Tradizioni, cultura, trasmissione del nome, eredità conservazione dal patrimonio: tutti questi valori sono parte integrante dell'idea stessa di famiglia.  Il clan è innanzitutto un sistema gerarchizzato di solidarietà e di appartenenza, e i suoi membri devono essere identificabili come elementi del gruppo. Questo obbligo è presente in qualsiasi sistema sociale e famigliare: "Devi essere come noi". 
Da un punto di vista molto primitivo poteva anche andare bene, la condizione in cui versa un bambino incapace di soddisfare i suoi bisogni, l'appartenenza a un clan è cosa indispensabile. Essere allontanati dal villaggio, dalla tribù o dal seno materno significa morire di fame, di freddo o essere aggrediti dalle belve. Ma anche in parecchi contesti culturali odierni essere rifiutati dalla famiglia equivale a correre gravi pericoli in campo sociale ed economico. 
Questa situazione originaria si incide sul nostro inconscio generando un terrore universale alla prospettiva di essere esclusi. La paura dell'esclusione va di pari passo con la paura del futuro: nessun avvenire è possibile al di fuori del clan, e questo avvenire può essere soltanto una ripetizione del passato. Perché il clan mi intima di perpetrare i suoi valori, anche a scapito dei miei. Il clan ci lega a se costringendoci a evolvere in una sola direzione. 
Oggigiorno in molte famiglie, si ritrova l'eco di questo schema d'appartenenza forzata: 

  • Programmazioni: Tu sarai medico come tuo padre e tuo nonno
  • Divieti: Non ci sono omosessuali nella nostra famiglia 
  • Premonizioni: Se non ti sposi entro i trent'anni, diventerai una vecchia zitella.
  • Maledizioni: A casa nostra nessuno si è mai guadagnato da vivere facendo l'artista, se segui la tua vocazione finirai in miseria

Le esortazioni a conservare l'integrità del clan sono tranelli che ci tengono vincolati al passato. In fondo il clan agisce condizionato dalla paura dell'altro, visto come nemico. In alcuni casi le maledizioni e i divieti non sono nemmeno pronunciati ad alta voce da genitori e nonni. Ma si sono talmente radicati nella logica famigliare che il destinatario ne avverte la presenza e li riproduce come ricordandoli da un passato lontano. Non è raro vedere persone agire in funzione di ordini e divieti impartiti da genitori defunti da tempo.

qui il libro 
Metagenealogia. La famiglia, un tesoro e un tranello

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