Questo documento è apparso in Alien Discussions: Proceedings of the Abduction Study Conference (North Cambridge Press, 1992). di John E. Mack, M.D.
Alien Discussions contiene quelle che possiamo definire le conferenze scientifiche migliori sul campo delle abductions, avvenute al MIT, Cambridge, MA, dal 13 al 17 giugno 1992.
Questo volume serve come introduzione multidisciplinare e riferimento di ricerca sul fenomeno abduction. Si tratta di un volume di 684 pagine che contiene un glossario, un indice di 50 pagine, domande del pubblico e commenti critici dopo ogni documento o gruppo di documenti. Tra gli esperti che hanno presentato i documenti o i rapporti troviamo: 12 Addotti, 1 Antropologo, 3 Autori-Investigatori, 3 Esperti in Campi Relativi (NDE, Old Hag, Abusi Rituali), 2 Esperti in Analisi Scientifica (Dermatopatologia, Neuroradiologia), 1 Folclorista, 1 Storico, 12 Investigatori, 3 Rappresentanti dei Media, 5 Dottori, 1 Neuropsicologo, 11 Psicologi Ph.D., 1 Filosofo, 3 Fisici, 2 Studiosi di Religioni, 4 Lavoratori Sociali e 3 Sociologi.
La prima volta che sentono storie di esseri alieni che prendono uomini, donne e bambini a bordo di un UFO e li sottopongono a varie procedure intrusive, molte persone assumono di avere a che fare con una forma di sindrome psichiatrica contemporanea. Questa è stata la mia reazione iniziale. Quando un collega mi invitò alla fine del 1989 ad un incontro con Budd Hopkins (che al tempo non conoscevo), spiegandomi che prendeva seriamente i rapporti di addotti che stava visitando, io pensai che lui e i suoi soggetti dovessero essere mentalmente disturbati. Questo perchè il fenomeno sta al di fuori delle realtà ritenute possibili nel mondo Occidentale e cos'è malattia mentale se non il pensare e il comportarsi in modi che non combaciano con quanto siamo abituati a includere nella realtà accettabile?
Esiste una naturale tendenza umana a forzare ogni nuovo fenomeno in schemi e strutture famigliari, persino quando un letto di Procuste dev'essere deformato fino a renderlo irriconoscibile, dato che tolleriamo poco il mistero e l'incertezza. Quelli di noi che lavorano nelle professioni per la salute mentale, sono particolarmente ben forniti di possibili diagnosi che pensiamo di applicare al fenomeno delle abductions, la prima volta che ne sentiamo parlare. Le testimonianze, per esempio, sicuramente suonano come illusioni o allucinazioni. Addirittura esse violano le leggi fisiche, suggerendo una sorta di psicosi. Gli addotti spesso sono ansiosi o soffrono di dolori corporei, indicando una forma di nevrosi.
Il loro ricordo di quanto gli è accaduto, è spesso confuso, quindi forse hanno una menomazione organica del cervello, per esempio una epilessia del lobo temporale. Le esperienze sono traumatiche e spesso contengono intrusioni riproduttive o sessuali, che sembrano puntare ad una storia di stupro o possibile abuso sessuale infantile. Le esperienze di abduction si verificano in uno stato di coscienza alterato, quindi dobbiamo avere a che fare con una condizione comunemente connessa ad una risposta dissociativa, come il disordine della personalità multipla o persino un abuso da culto satanico. Vivendo nell'era aerospaziale e data l'attenzione dei media sul fenomeno abduction, non è quindi facile che si spieghi con un processo collettivo, una isteria o illusione di massa? Le esperienze nella camera da letto suggeriscono sogni o fenomeni ipnagogici. Anche la motivazione dell'attrazione di attenzione è stata suggerita.
2. Abbiamo importanti segni fisici che accompagnano l'esperienza di abduction. Includono testimonianze indipendenti della sparizione dell'addotto per un periodo; perdita di sangue dal naso e vari tagli, marchi, bruciature e altre lesioni della pelle, a volte apparsi sui corpi di numerosi addotti simultaneamente e impianti che si possono sentire sotto la pelle, a seguito dell'abduction, anche se nessuno di questi è dimostrato essere di origine non-biologica o "straniera".
3. Il rapporto di abduction arriva da bambini troppo giovani per aver sviluppato le sindromi psichiatriche suddette. Un bambino di due anni che ho intervistato, ha detto di essere stato portato in cielo da un uomo che ha morso il suo naso. Un bimbo di quasi tre anni ha detto che gufi con grossi occhi (è comune nei bambini ricordare gli esseri alieni in forma animale), lo hanno portato su una nave nel cielo e che aveva paura di non poter tornare a casa da sua madre.
4. Nonostante non tutti gli addotti vedano l'ufo in cui vengono portati, il fenomeno è consistentemente associato all'avvistamento di oggetti volanti insoliti da parte degli addotti stessi e altri testimoni. Una donna con cui ho lavorato, era sconvolta la mattina dopo una abduction, durante la quale non ha visto l'ufo, nell'apprendere dai media che molte persone ne hanno visto uno passare in vicinanza al sito della sua esperienza.
5. Le valutazioni psichiatriche e gli studi psicologici, inclusi diversi dei miei casi, non hanno potuto identificare psicopatologie. Gli addotti possono, chiaramente, soffrire di stress mentale ed emotivo, a causa delle loro esperienze spesso traumatiche e alcuni di loro hanno sviluppato condizioni psichiatriche. Molti vengono da famiglie problematiche. Tuttavia in nessun caso il disordine emozionale fornisce una spiegazione dell'esperienza di abduction.
Con questi aspetti di base del fenomeno abduction in mente, consideriamo ancora le possibilità diagnostiche suddette. Ogni forma di psicosi può essere esclusa semplicemente perchè gli addotti, con rare eccezioni, sono clinicamente normali e, nonostante lo stress relativo alla loro esperienza di abduction, funzionano generalmente bene socialmente. Tre dei miei casi che ho sottoposto ad approfonditi test psicologici, sono risultati mentalmente sani. La psiconevrosi può essere esclusa per il fatto che gli addotti non risultano sofferenti di questo tipo di conflitto personale intenso che caratterizza le nevrosi. Similmente, le esperienze non possono essere spiegate come fantasie, dato che non risultano collegate ad altri aspetti della personalità o della vita emotiva dei soggetti.
I sintomi fisici di cui soffrono gli addotti, sembrano il risultato di ricordi di procedure intrusive che sono intrinseche nel fenomeno abduction. Similmente, i tagli e altre lesioni seguenti alle abductions, sembrano non seguire schemi psicodinamici come nelle stigmate religiose. L'inabilità degli addotti di ricordare i dettagli delle loro esperienze, non sembra dovuta a disfunzioni cerebrali, ma alla repressione di memoria che spesso segue i traumi e possibilmente a forze intrinseche negli incontri alieni. Il trauma è certamente una caratteristica importante di molte esperienze di abduction, ma non esiste un singolo caso documentato in cui la fonte del trauma è dimostrata essere qualche evento della vita dell'addotto, se non l'abduction stessa. Infine, invocare la dissociazione come possibile spiegazione diagnostica, evita totalmente la domanda della causalità.
Perchè la dissociazione è una risposta, è un meccanismo dove le memorie delle esperienze dolorose o disturbanti vengono separate dalla coscienza, per permettere all'individuo di preservare le sue energie psicologiche per la vita giornaliera. Gli addotti si "dissociano" in relazione alle loro esperienze traumatiche, chiudono nel subconscio i ricordi dei loro incontri disturbanti. Questo però non ci dice nulla della fonte di tali esperienze. Persino se i casi di abductions manifestassero uno o l'altro aspetto di queste varie categorie diagnostiche, dovremmo ancora rispondere al manifestarsi del fenomeno nei bambini piccoli, alle varie manifestazioni fisiche, all'associazione con gli ufo e soprattutto, alla impressionante similitudine tra i racconti di individui assolutamente separati. A questo riguardo le storie di abduction hanno molte delle caratteristiche degli eventi reali che avvengono alle persone nel mondo reale. Questo non è reso meno vero dal fatto che non comprendiamo le cause e la fonte di questi avvenimenti.
La domanda della causa psicosociale è più complessa. Certamente la sindrome dell'abduction è un fenomeno collettivo nel senso che simili esperienze capitano a molte persone negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. Se non esaminato con cura, il fenomeno sembra una isteria di massa, una illusione o credenza, alimentata forse dalla grande quantità di materiale nei media (vedere il documento di Richard Hall). La sindrome dell'abduction non si comporta però come un disordine collettivo. Le esperienze sono altamente personali e individuali tra persone isolate tra loro e spesso queste hanno poca famigliarità con gli ufo o il soggetto delle abductions. Non manifestano una credenza prevalente o accettata come risulta comune negli esempi storici di isteria di massa. Piuttosto, gli addotti vanno contro le nozioni sociali prevalenti della realtà, rischiando ostracismo e ridicolizzazione quando rivelano a qualcuno ciò che hanno vissuto.
E' vero che è stata data molta attenzione alle abductions nei media elettronici e stampati, specialmente nei mesi recenti. La mia impressione è che questo sia più un risultato dei rapporti delle vere abductions fatti dagli addotti e dai ricercatori, piuttosto che la causa delle esperienze. Dato che le storie vere di abductions sono molto coerenti nella nostra società e ricche di dettagli che non sono stati disponibili nei media. Infine, come evidenziato sopra, ogni spiegazione psicosociale deve rispondere alle esperienze dei bambini piccoli, alle manifestazioni fisiche associate e agli ufo. Infine dobbiamo, come suggerito da Carl Jung in un articolo sui dischi volanti, scritto molto prima che si conoscessero le abductions, allargare la nostra nozione di inconscio collettivo e considerare il fenomeno ufo/abduction come un mito contemporaneo, una struttura di credenza che si manifesta in una cultura in un dato periodo.
Jung chiamò il fenomeno di questo tipo "psicoide", quando include una specie di risonanza tra la psiche o mondo interiore e i fenomeni fisici nel mondo esteriore (inclusi in questo caso gli ufo stessi e le manifestazioni fisiche che accompagnano le abductions). Però mi sembra che se dovessimo allargare la nozione di inconscio collettivo a questo livello, allora la distinzione tra interiore ed esteriore, psiche e realtà, si perderebbe. Il mondo e la psiche o coscienza, divengono una sola cosa, esistenti in una sorta di armonia o risonanza, che dobbiamo scoprire. Non escluderei questa possibilità, ma se potesse darci un quadro funzionale del cosmo, allora avremo abbandonato il paradigma dualistico della scienza Occidentale, dove le realtà interiore ed esteriore sono separate e il mondo fisico obbedisce a leggi che hanno poco a che fare con la coscienza in ogni forma. Con l'aiuto del fenomeno delle abductions avremo scoperto una nuova immagine dell'universo, in cui psiche e mondo si manifestano ed evolvono assieme secondo principi che non abbiamo ancora sondato.
Riassumendo, possiamo ricevere poco aiuto dalla psichiatria in sè per spiegare il fenomeno delle abductions. Nessuna diagnosi psichiatrica si applica in modo utile a questi casi. Persino le spiegazioni psicosociali e culturali, se dovessimo includere tutte le principali dimensioni della sindrome, ci forzerebbero ad allargare le nostre nozioni di inconscio collettivo ad un livello tale che le distinzioni tra psiche e mondo, realtà interna ed esterna, verrebbero eliminate. Non vi è alcuna prova che qualcosa di diverso da quanto ci dicano gli addotti, stia accadendo a loro. Le persone con cui ho lavorato, per quanto possa dire, stanno dicendo la verità e questa è l'impressione di altri ricercatori in questo ambito. Siamo lasciati quindi con un mistero profondo e importante e non sappiamo cosa preannunci.
Una sorta di intelligenza sembra essere entrata nel nostro mondo, come da un'altra dimensione della realtà. Essa ha grande potere (molti addotti parlano di un sentimento di "soggezione" in relazione a questo potere) e non abbiamo alcun modo per controllarne gli effetti. Non sappiamo quale possa essere il suo proposito finale. Tutto quello che possiamo fare è cercare di imparare di più sul fenomeno delle abductions e avere il coraggio di osservarlo onestamente, resistendo all'impulso naturale del cercare di forzarlo in categorie famigliari. Abbiamo qualche prova dal mio lavoro, indicante che quando gli addotti riescono a superare il terrore e ad accettare pienamente la realtà della loro esperienza, il fenomeno passi ad una forma meno traumatica. Una relazione con gli esseri alieni che è più reciproca e persino amorevole, evolve. Informazione sui pericoli ecologici e globali viene passata agli addotti, che possono sperimentare una crescita profonda, emozionale e spirituale. Ulteriori studi di queste dimensioni del fenomeno, intrapresi con mente aperta, sono molto necessari.
© 1992 John E. Mack, M.D.
Tradotto in italiano da Richard per Altrogiornale.org
Si ringrazia il John E. Mack Institute per la gentile concessione
Fonte: http://www.altrogiornale.org
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