"THE END"

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domenica 1 settembre 2013

Il mito di cartone del ’68


di Italo Romano

“Scopo della rivoluzione studentesca non è di trasformare la società, ma di rovesciarla“.
Daniel Cohn-Bendit

Cohn Bendit, scrittore e politico tedesco, leader del movimento studentesco francese che diede vita al famoso 68′, sionista, europeista e mondialista convinto.

Oggi è capogruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, nonchè uno dei presidenti dello Spinelli Group, movimento politico europeo che riunisce una serie di personalità politiche ed intellettuali desiderose di impegnarsi per favorire il processo di integrazione europea.
E’ un uomo che ha messo in pratica il mantra ideologico del movimentismo degli anni ’60:
sovvertire la classe dirigente per prenderne il posto, senza andare a smuovere le basi del sistema, anzi, rafforzandole con nuovi ideologismi alla moda.

Il ’68 fu una illusione ad hoc per masse distratte e desiderose di sogni, salvo poi ritrovarsi con un pugno di mosche e un sistema rafforzato ed ancora più opprimente. In quell’epoca nacquero il femminismo, il diritto umanismo, i movimenti gay ed ambientalisti, tutti lautamente finanziati delle élite di potere, le stesse a cui ha fatto comodo per millenni castrare “l’altro”, anima e corpo, saccheggiare la natura e calpestare ogni diritto fondamentale ed inalienabile, salvo poi usarlo a conseguire i propri scopi e i soliti luridi affari.

Lo scopo è quello di inabissare la società, devastando le tradizioni, i valori e la differenze culturali ed antropologiche che fanno di ogni popolo, di ogni uomo, a prescindere da sesso, razza e religione, un meraviglia unica ed inimitabile. Ciò non significa che l’ordine preesistente fosse perfetto, innumerevoli erano e sono le sue distorsioni e contraddizioni, ma cambiare non significa sempre distruggere.

A quarant’anni di distanza è oramai palese ed oggettivo, ci vogliono tutti uguali, per poterci soggiogare al meglio. Una società di automi dediti al consumo e allo spettacolo dell’apparenza, all’immobilismo ed al lavoro schiavizzato a basso costo.

Per creare questo mondo distopico, il primo passo da realizzare è la distruzione dell’ordine sociale. L’obiettivo dichiarato è quello di fondare una società “nuova”, basata sull’ugualianza e sui diritti, in cui ogni differenza di storia, cultura, appartenenza geografica, identità sessuale di ogni singolo individuo verrà cancellata e/o usata per portare avanti il progetto elitario di dominio.

Ci stanno riuscendo. Il capitale è la loro arma di distruzione di massa. La paura e il dividi et impera i loro stemmi imprescindibili.

Dal ’68 a seguire migliaia di persone sono state usate per cementare le fondamenta essenziali per l’istaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

Ingannati dai miti preconfezionati che il potere camuffava sotto mentite spoglie rivoluzionarie, un esercito di persone (in buona fede per carità) ha imbracciato l’armi, marciando al ritmo scandito dal nemico in capo al corteo, contribuendo all’autodistruzione sociale e alla creazione di quell’ipnosi di massa e neuroschiavismo da cui non ci siamo ancora destati.


“Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad usum delphini, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”.

Honoré de Balzac – Le illusioni perdute


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