"THE END"

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sabato 25 maggio 2013

LE REGIONI DEL NORD AL COLLASSO

L’evoluta Padania, è uno fra i territori più inquinati e caotici del pianeta dove il consumo, di farmaci, psicofarmaci, antidepressivi e di cocaina, sono a livelli impensabili e allarmanti. Lo dice il “Rapporto Osservasalute 2010″ dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Un dato, che misura nel merito, il grado felicità (oramai sotto lo zero) di questo popolo e il suo livello di frustrazione e repressione. Una condizione patologica grave, dal potere destabilizzante che, per reazione relativa a un singolare spirito autoconservazione dai connotati psichiatrici, finisce per innescare pulsioni secessioniste, odio razziale, manie di persecuzione.
L’assenza poi di una cultura fortificante, solidale e socializzante, tradisce ogni forma di consapevolezza, annullando così ogni gratificante e rigenerante impulso di autostima. Per tanto, parlare di evoluzione del popolo padano, è a dir poco sconcertante.
Vorrei inoltre ricordare ai signori della Padania che, in soli cinquant’anni, hanno trasformato il loro territorio in un deserto. Pesticidi, diserbanti, antiparassitari e intrugli chimici di ogni genere, hanno per sempre resa sterile la terra, un tempo, più fertile e produttiva del nostro paese. L’uso e l’abuso, poi, di tonnellate di fertilizzanti, di concimi chimici, e alimenti dopati per uso animale, fanno dei prodotti di questa terra, quanto di più inquietante potremmo trovare sulle nostre tavole.
Nell’acqua usata per irrigare campi e prati, sono disperse percentuali inimmaginabili di diossina, metalli pesanti, arsenico, pcb, clorurati, e un’infinita varietà di veleni industriali che una moltitudine di fabbriche fumanti riversano nei fiumi, trasformandoli in cloache a cielo aperto. La loro flatulenza e miasmi, si mescola con l’aria circostante già pregna di CO2 e fumi tossici di ogni natura.
L’Adriatico, a partire dal golfo di Trieste in giù, fino a Bari, è uno fra i mari più inquinati del pianeta. Come non potrebbe essere diversamente, quando la più grande industria chimica d’Europa, vanto dei padani, ha sede nel caotico Nord?
In questa enorme vasca da bagno, si riversano alcuni dei fiumi più tossici d’Europa e del globo terraqueo. Il Po’, fiore all’occhiello della Lega e meta di riti pagano-comici, accoglie nel suo percorso verso l’Adriatico, affluenti come, il Lambro, l’Olona, il Ticino, l’Adda, l’Oglio, il Mincio, l’Adda, il Sesia (una vera fogna) ecc.., e infiniti rigagnoli e torrentelli che con il loro carico di bombe chimiche (pcb, diserbanti, pesticidi, fertilizzanti & C.), vanno ad aggiungersi alle flatulenze e miasmi del “Grande fiume” padano.

Tutta questa merda chimica (e mortale), finisce come lo scarico di un grande cesso “nell’Adriatico selvaggio che erboso “era” come i pascoli dei monti”.


Se a tutto questo, aggiungiamo gli infiniti scarichi delle stazioni balneari, e le tonnellate di abbronzanti, creme rassodanti, snellenti, tonificanti e rivitalizzanti ( trionfo della chimica) che milioni di bagnanti senza speranza, cospargono sui loro corpi deformati da anni di sedentarietà invalidante al chiuso di asfittici e mortificanti uffici e di malsane fabbriche fumanti, allora, ogni speranza a trascorrere una vacanza salutare e rigenerante, viene miseramente disattesa.
Non possiamo non considerare, nonostante la loro natura biologica, migliaia di ettolitri di urina, sputacchi e scorregge che pur mimetizzandosi fra le torbide acque, concorrono ad elevare la percentuale di inquinamento del “Grande Stagno”.
Ciò nonostante e per un perverso meccanismo introdotto dal “profitto ad ogni costo”, che sulla mistificazione della realtà ha mercificato ogni cosa e valore, il litorale adriatico è costellato da “bandiere blu” a certificare il massimo livello di qualità di queste mete turistiche e di uno svago senza precedenti.
L’Italia del Nord, ha inoltre il primato e il vanto di ospitare la più grande industria chimica d’Europa. Tradizioni e folclore di un tempo, si sono ridotti ad una fotocopia sbiadita, ad una festa volgare e patetica, dove il vociare scomposto riflette una realtà miserevole e in decomposizione, “e la gioia, per lo più, é assente – essa, sola ha disertato la festa”.
Una gran parte dei prodotti di questo territorio sono OGM. Parlare di evoluzione del popolo padano, è a dir poco sconcertante. Da una sommaria osservazione dei “volti” e, dell’aspetto in generale di alcuni fra i suoi più eminenti rappresentanti (Maroni, Bossi, Speroni, Borghezio, Calderoli, Trota e amici), viene più facile pensare ad una mutazione genetica degenerativa. Poveri Celti!!!
Vorrei anche sfatare il luogo comune che li vuole lavoratori instancabili e indefessi, ricordando loro che, la fatica dell’uomo veramente evoluto, è l’espressione della sua volontà e della sua conoscenza che, in virtù di tradizioni millenarie e nel rispetto della natura e delle sue leggi, si esercita e si esprime con la sola forza delle braccia e con l’umiltà della bellezza.
Quella delle società industrializzate, in verità, non è che una moderna forma di schiavitù - un lavoro a perdere; l’applicazione sterile, privata di ogni contenuto rigeneratore e gratificante; l’illusione di esseri liberi, in una società che opprime.
Tutto questo, è il risultato di un’ignoranza coltivata nel tempo e di un arrogante infantilismo che, nel razzismo e nell’omofobia, fa esplodere tutta la sua violenza giustizialista, espressione di assenza di consapevolezza e di cultura.
Presto, quando la disoccupazione nel settore dell’industria, raggiungerà livelli tali, da spazzare via ogni dubbio sulla gravità della situazione attuale, dovremo essere in grado di riconvertire lavoro in fatica, la subdola tecnologia in manualità specializzata e l’arido apprendimento nell’ancestrale conoscenza. Sono questi i soli strumenti idonei e indispensabili per sopravvivere ad una tragedia annunciata da tempo, dalle persone ragionevoli.
La pianura Padana, presto, presenterà il “conto” ai suoi abitanti che, ahimé, non sapranno onorare.

Gianni Tirelli

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