"THE END"

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venerdì 24 maggio 2013

Comprendere i processi economici dei tempi finali


Il caos è ordine... nuovo ordine.

E’ rivelatore che si sia soliti distinguere tra economia reale ed economia... finanziaria che sarebbe meglio definire finta, una frode bell’e buona, utile per arricchire speculatori e banchieri, dannosa per tutti gli altri. Dell’economia finanziaria e delle sue spudorate truffe ci siamo già occupati in altri articoli. Dedichiamo allora qualche riga al sistema produttivo vero e proprio.

Lo Stato-Leviatano, inteso come apparato di controllo (occulto) e strumento di distruzione, usa vari stratagemmi per preservare le sperequazioni economiche e sociali, idonee alla perpetuazione ed al consolidamento del potere. Tra le armi principali dell’establishment per immiserire i sudditi e tenerli in una perenne condizione di subalternità bisogna annoverare il fisco. Con un esoso ed opprimente sistema fiscale si conseguono almeno due scopi: si sottraggono ricchezze a piccoli imprenditori, artigiani, cittadini del ceto medio e della classe inferiore; si genera un’ansia costante nei contribuenti che, a causa delle innumerevoli e ravvicinate scadenze tributarie, si sentono con una pistola puntata alla tempia. Il fisco perciò è anche un dispositivo di dominio psicologico, una tagliola per la mente.

Sfatiamo un luogo comune: tributi, balzelli, gabelle, spesso assurdi ed anacronistici, servono solo in parte a sostenere le istituzioni ed a mantenere i parassiti al potere. Inoltre una quota esigua del gettito è oggidì destinata allo stato sociale, giacché la maggior parte del denaro estorto al popolo è fagocitato dalle spese militari. In verità, un paese potrebbe sopperire a tutte le esigenze grazie ad un’unica imposta indiretta. Naturalmente dovrebbe essere abolito il signoraggio bancario che risucchia quasi tutto il ricavato delle tasse nel gorgo immenso del debito pubblico. Dovrebbero essere poi cancellati tutti gli escamotages della finanza incentrati sull’usura e sull’equivalenza tra moneta e merce.


Se allora il fisco attuale non ha uno scopo per così dire “produttivo” e “positivo”, pur nella sua indubbia impopolarità, qual è il suo vero fine? La risposta è semplice. Esso ha per fine la spoliazione, anzi l’annichilimento dei ceti medio-bassi. Il governo (mondiale) mira a depredare le aziende ancora floride, a gettarle sul lastrico: ogni tracollo di un’azienda è un successo per i globalizzatori e per le multinazionali. Le corporations si prefiggono di monopolizzare il mercato, sbarazzandosi della concorrenza dei piccoli produttori le cui merci sono tra l’altro di qualità migliore. E’ in corso quindi un deliberato attacco all’imprenditoria italiana: si pensi all’Emilia Romagna, nerbo dell’economia, regione prima danneggiata con il terremoto artificiale e contro la quale ora si infierisce con la stretta creditizia e con l’I.M.U. sui fabbricati industriali.

A proposito di credito e di banche, è necessario demolire un altro errato convincimento. Il fallimento delle banche è quasi sempre un pretesto per spillare altri quattrini ai contribuenti, una scusa per inasprire la pressione fiscale, per promulgare misure sempre più coercitive. Anche quando un istituto di credito fallisce (o simula il fallimento), perde solo un capitale di moneta elettronica, fittizia, mentre si è nel frattempo appropriato di beni immobili confiscati ai debitori insolventi. Non è vero dunque che molti decreti draconiani sono varati “per salvare le banche”, non è vero che l’aumento dell’I.V.A. discende dall’impellente necessità di rastrellare nuove risorse. I vari ministri del sottosviluppo e delle finanze sanno benissimo che l’aumento dei gravami conduce, prima o dopo, alla flessione dei consumi, quindi ad un decremento delle entrate tributarie. La loro politica è, da un punto di vista logico, controproducente, ma la “logica” dei farabutti non è la nostra. Il loro obiettivo è la devastazione, non il risanamento né la prosperità. Anzi l’indigenza, la disoccupazione, il malcontento sono ghiotti presupposti per organizzare un assetto socio-politico di stampo orwelliano.

Non paghi di aver inferto dei colpi micidiali al settore secondario, gli esecutivi italioti, che obbediscono agli ordini impartiti da potentati sovranazionali, stanno ora accanendosi contro l’agricoltura, sia per imporre le sementi transgeniche sia per privare il nostro paese dell’autosufficienza alimentare. Una volta affossato il primario, l’Italia dipenderà in toto dagli arbitrii delle famigerate società agro-alimentari.

Arma precipua per rovinare l’agricoltura e per conseguire bieche finalità è la Geoingegneria clandestina... tanto per cambiare.

Comunque non la spunteranno.

Documento collegato: Codex alimentarius 

by Tanker enemy 

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