"THE END"

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martedì 18 settembre 2012

Felicità


DEFINIZIONE
Condizione di letizia, gioia, soddisfazione relativa alla propria situazione nel mondo.

SINONIMI
Contentezza, compiacimento, gioia, delizia,soddisfazione.
*Da distinguersi dallabeatitudine che è ristretta alla sfera religiosa o contemplativa.

Il concetto di felicità è umano e mondano.

...nell'antica Grecia


Talete riteneva saggio e quindi felice:

"Colui che ha un corpo sano, buona fortuna e un'anima bene educata"Secondo Democrito la felicità era:

"la misura del piacere e la proporzione della vita"Per Aristippo la felicità consisteva nell'insieme dei piaceri, tesi altamente contraddetta da Platone. Secondo quest'ultimo la felicità doveva essere strettamente connessa con l' aretè (virtù), intesa come la capacità dell'animo di adempiere al proprio compito ossia dirigere l'uomo nel modo migliore.

Aristotele sottolineò il carattere contemplativo della felicità, parlando quindi di beatitudine. Egli riteneva che la felicità includesse la soddisfazione dei bisogni e le aspirazioni mondane. Rendendo più accessibile questo stato di gioia ai saggi.

Nell'etica post-aristotelica viene evidenziata la felicità del saggio, il quale viene visto come colui a cui basta se stesso. Trovando quindi piena soddisfazione in sè.

Nell'ottica di Plotino, la gioia complessiva coincide con la stessa vita; in particolar modo con il grado più elevato, completo e perfetto di essa, ossia quella basata sull'intelligenza pura e la saggezza. Questo senso di appagamento del saggio non può ne aumentare ne diminuire, in quanto tale stato è da identificare come la beatitudine di cui godono gli dei.


...nella filosofia moderna

A partire dall'Umanesimo la soddisfazione assoluta viene associata al piacere, come accadeva ai tempi di Epicuro.

Nel settecento Kant riteneva che la felicità facesse parte esclusivamente del sommo bene. Peccato che il bene per eccellenza non potesse esistere sulla terra ma solo in un mondo intelligibile.

In Inghilterra, nonostante ciò, partendo da Hume e continuando conBentham cominciava a cambiare l'idea di felicità. Essa infatti riprendeva, alla base della morale, la formula di Beccaria: "la massima felicità possibile nel maggior numero possibile di persone".

Infine Russell, in un libro di carattere popolare, espresse il suo pensiero a proposito della felicità; associandola oltre che alla tradizionale idea anche alla molteplicità degli interessi e sia ai rapporti con le cose sia ai rapporti interpersonali. Codesta definizione si dissocia completamente con l'ideologia degli antichi.





DAL LATINO




Perifrasi mediante l'aggettivo beatus, a, um per indicare piena soddisfazione;
felicitas, atis.




La felicità per me!
Secondo me alla base della felicità c'è la soddisfazione personale che dipende da noi stessi. Una volta che riusciamo a trovare l'equilibrio psicofisico, che riesce a toglierci ogni preoccupazione o fastidio, la strada che conduce alla "salvezza" e dritta davanti a noi.
Per raggiungere lo stato di contentezza e gioia da noi acclamato abbiamo bisogno di diversi ingredienti fondamentali come l'amore, l'amicizia, la libertà, uno scopo nella vita lavorativa e privata, una buona istruzione, un pizzico di autoironia,una concreta sicurezza in noi stessi,e l'abilità di riflettere su ciò che si intende fare (ma non troppo!!!).
A mio parere un ipotetico sinonimo di felicità potrebbe essere serenità.




"Credevo che la felicità fosse sempre domani,e poi domani e domani ancoraForse essa è qui.Forse essa è ora.E io ho guardato in qualsiasi altro luogo." Osho

La felicità non si trova stando soli!

Sara

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