"THE END"

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lunedì 9 luglio 2012

Rio+20: i leader, un branco di falliti

… ecco la gerarchia a cosa serve, a subire ordini dai più stupidi, da persone molto meno consapevoli e intelligenti di te che pretenderebbero di non lasciarti spazio e di non avere la possibilità di ribattere o compiere azioni differenti. A questo punto non serve corrompere tanta gente, bastano gli stupidi posti a leader: Ma il potere chi lo detiene davvero?By Edoardo Capuano - Posted on 08 luglio 2012
Il pianeta è a rischio, e il più grande summit internazionale che si era posto l'obiettivo di trovare una soluzione, si è dimostrato un fallimento completo, anzi, è fallito prima ancora della sua apertura ufficiale. Questa volta abbiamo scelto di non riportare le voci del mondo ambientalista, e neppure gli appelli degli scienziati. Seguono qui brani tratti dai più prestigiosi media del mondo.
The Indipendent - Tanta altisonante retorica ha inaugurato la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile. Rio+20 è stato il più grande summit mai organizzato dall'ONU, con circa 40.000 ambientalisti e 10.000 rappresentanti governativi da 190 paesi per un meeting che il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ha detto essere "troppo importante per fallire".
Ma poi è quello che è successo. Il vertice si è concluso venerdì con un'ambiziosa ma non vincolante dichiarazione, che ha segnato ben pochi progressi rispetto a quanto concordato venti anni fa. Gli attivisti hanno definito il meeting "un fallimento epico" (Greenpeace). Un tecnocrate come Maurice Strong, che aveva gestito il summit nel 1992, l'ha definito una "debole" collezione di "pii luoghi comuni". Un politico come Nick Clegg l'ha definita "insipida". Non c'è di che stupirsi se i manifestanti in Brasile abbiano ritualmente strappato il desto approvato, e ribattezzato il vertice "Rio meno 20".
Die Süddeutsche Zeitung - Se tutti i governi sono soddisfatti con il minimo comune denominatore, se non vogliono più discutere di quello che sarebbe necessario... allora le dighe sono aperte. Non c'è più bisogno di una conferenza con 50.000 partecipanti. Risoluzioni così annacquate da poter essere interpretate da ogni membro come più gli piace. Rio non serve a nessuno.
The New York Times blog - La dichiarazione finale di Rio, "Il futuro che vogliamo" sono 283 paragrafi di gospel che "affermano", "riconoscono", "sottolineano", "sollecitano" e "riconoscono" ogni attività ambientale, e ogni problema, dalla crisi dell'acqua, alla desertificazione, al cambiamenti climatico alla pesca distruttiva. Anche i diritti delle donne, dei popoli indigeni, dei bambini, sono menzionati, e così pure le prospezioni minerarie, il turismo, i sindacati, gli anziani. Il termine "riaffermare" è impiegato 60 volte.
(...) Naidoo (direttore di Greenpeace, ndr) ha definito il documento finale "la più lunga lettera di addio di un suicida, che si sia vista nella storia". Jim Leape, direttore generale del WWF, l'ha definito come "un colossale fallimento di leadership e di vision".
The Indipendent - In questi temi, i politici tendono a seguire piuttosto che non a guidare. Hanno dovuto essere tirati a forza dagli attivisti di Jubilee 2000 per decidersi a condonare i debiti insolvibili del Terzo Mondo. Era gente comune, quella che li ha forzati a fare il balzo in avanti sanzionato a Gleneagles. Forse ora abbiamo bisogno di un simile movimento di massa dal basso, di individui che forzino a passi concreti per la salvezza del pianeta.

Fonte: http://www.ecplanet.com/node/3390

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