"THE END"

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domenica 5 febbraio 2012

Importiamo muratori ed esportiamo laureati

"L'idea di un posto fisso per tutta la vita? Che monotonia! I giovani dovranno abituarsi all'idea che non l'avranno". Così parlava ieri Monti. Tranquillo Rigor Montis! I giovani non si annoiano. Si sono portati avanti da tempo. Non solo non credono più al posto fisso, ma neppure a quello variabile. E a furia di non credere, o forse per non annoiarsi troppo, in questi anni sono fuggiti all'estero. L'Italia è il secondo Paese europeo per emigranti dopo la Romania.
I ragazzi che hanno salutato il Bel Paese per ragioni di forza maggiore, mancanza di lavoro disponibile, né la speranza di averlo, paghe da fame e nessuna sicurezza, sono in prevalenza laureati e diplomati. Hanno studiato nelle nostre Università con sacrifici spesso inimmaginabili da parte dei loro genitori per diventare emigranti. La maggior parte di loro non tornerà, semplicemente non può tornare, per vivere con lavori a progetto a 600 euro al mese o sulle spalle della famiglia. Se questa emorragia di sangue continua, questa abdicazione al futuro (i giovani sono il futuro!), non è un'emergenza, allora cosa lo è?
La disoccupazione giovanile è alimentata dalle scelte sciagurate di questo governo e di quelli che lo hanno preceduto. Gli altri Stati investono in innovazione, noi in cemento e in cacciabombardieri. Il tunnel inutile della Tav in Val di Susa costerà 22 miliardi, gli F 35 15 miliardi. Con queste cifre colossali si potrebbero creare distretti per l'innovazione, per lo sviluppo tecnologico. Far ripartire l'Italia, trattenere tecnici, ingegneri, informatici. Olivetti, Telettra, Telespazio, Italtel, l'intera informatica nazionale sono state sostituite dall'industria del cemento. Ma dove vogliamo andare?
In Europa la disoccupazione giovanile sta aumentando, anche in questo caso a due velocità. Noi siamo, come ovvio, nel gruppone che tira la volata con il 31% (*) ma la classifica non tiene conto dei ragazzi emigrati. La media dell'eurozona è del 21,3%, dieci punti in meno. Che noia, che monotonia. Un Paese che non riesce a dare un futuro alle nuove generazioni è un Paese in estinzione.
(*) fonte Eurostat

Letto sul blog di Beppe Grillo, che ogni tanto qualcosa di giusto dice, nonostante si sia venduto, sarà l'età . . .

3 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

Se si pensa al costo per una laurea affrontato dalle famiglie e anche al costo affrontato dallo Stato stesso per tenere in piedi le università, siamo un paese di tonti.
Un laureato non riesce a trovare in Italia neanche un lavoro provvisoriamente meno qualificato, deve nascondere il suo titolo.
Gli unici posti disponibili pare siano quelli di venditori porta a porta e solo a provvigioni, dopo che hai venduto il prodotto a un paio di amici, chiudi.

Salvatore ha detto...

La responsabilità è del sistema globale, che aspetta di essere buttato a mare, cosa aspettiamo? Saluti da Salvatore.

*Dioniso*777* ha detto...

Si, concordo, siamo un popolo di tonti! Dovremo estinguere la classe dirigente ed usare i cervelli che abbiamo, quante cose esistono grazie, e purtroppo, all'Italia? C'è solo un modo però, unirci e fermare il paese, non per due settimane, ma fino a quando non se ne vanno i cialtroni, chiedono a noi sacrifici, peccato che noi dobbiamo competere con i cinesi, gli indiani, pakistani, ossia lavorare a 3 euro all'ora, poi se hai una laurea, o sei specializzato, o avanti di età, buonanotte lavoro!

LKWTHIN

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