"THE END"

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venerdì 10 febbraio 2012

Apparenze e illusioni


Molto bello il testo che segue, ve lo consiglio, dovrete dedicarvi un po' di tempo perché sono tratti di un libro e non molto brevi, ma vi assicuro che ne vale la pena perché parla di tutte le menzogne che ci raccontiamo ogni giorno, per strada, ma non devo aggiungere altro, rischierei solo di rovinarlo! Titolo originale del post:

RICERCANDO LA PERFEZIONE APPARENTE



Negli ultimi tempi, ho incontrato molte di persone che devono affrontare seri problemi personali e che, nonostante condizioni molte diverse, tra loro hanno un denominatore comune. Tutti credono di vivere la loro esperienza sgradevole per colpa di qualcun altro.
Abbiamo già visto come tutti noi spesso troviamo faticosa l´accettazione dei nostri difetti e abbiamo grosse difficoltà nell´assumerci la responsabilità delle nostre azioni. Quando il risultato è positivo, arriviamo addirittura ad attribuirci il merito di gesta compiute da altri invece, quando l´esito è negativo, cerchiamo a tutti costi di negare il nostro coinvolgimento, scaricando la responsabilità su qualcun altro.

Viviamo in una società che propone di continuo l´immagine della perfezione. Persone perfette, corpi perfetti, denti perfetti. Anche le pubblicità per le creme e le lozioni per il corpo mostrano donne e uomini bellissimi, senza difetti, senza un chilo di troppo, ragazze che non sono soggette ancora ai problemi dell´età; eppure l´esteso commercio di questi prodotti prova che il pubblico condizionato dalla pubblicità, acquista anche se sa benissimo che non assomiglierà mai ai modelli presentati negli spot pubblicitari.
Sembra quasi che chi compra questi prodotti cerchi di acquistare un sogno, la speranza di trasformarsi in qualcun altro, questo indica che, in fondo, non siamo soddisfatti di chi siamo e delle nostre sembianze fisiche. La vendita delle creme è solo un esempio, ma, facendo un´indagine più approfondita, la produzione di cosmetici, la chirurgia estetica e il mondo del fitness, producono un giro d´affari di molti milioni di euro.
Quali sono le ragioni che portano a questa ricerca della perfezione?
Chi non può permettersi costosi rimedi sospira, mentre guarda le riviste di moda, immaginando di essere al posto di quelle donne e uomini fortunati. La nostra società moderna, ormai, promuove non solo la perfezione fisica, ma anche quella sociale e personale. I nostri rapporti dovranno in ogni caso apparire ‘giusti’, se non perfetti e quando non siamo in grado di presentarci al meglio, allora un´apparenza attraente basterà. Poi, quando la capacità di mantenere quell´apparenza cede per qualche ragione, cambiamo partner, divorziamo, cambiamo lavoro e amici oppure rimaniamo dove siamo, annegando in un lago di autocommiserazione, sognando qualcosa di inaccessibile, incolpando gli altri per la nostra esistenza infelice e insoddisfacente.

Finché la vita va a gonfie vele, piena d´amore, di affetto e condizioni positive, allora anche noi siamo contenti dell´immagine perfetta che presentiamo, ma quando le cose non vanno per il verso giusto voltiamo le spalle a noi stessi, spaventati dall´immagine imperfetta intravista negli occhi degli altri e borbottiamo “cosa dirà la gente? ”.
Attraverso i secoli l´essere umano ha sviluppato una società in cui l´immagine, l´apparire, è diventata una chiave d´accesso per ottenere l´accettazione sociale. I giovani lo dimostrano molto bene seguendo la moda, il trend, perché hanno bisogno di sentirsi accettati e di far parte di un gruppo. Questo perché l´essere umano è un animale sociale; anche se è costretto a seguire un sistema codificato di regole mantiene la capacità di esprimersi nella sua individualità; è costretto a seguire le regole della società a cui appartiene, ma non necessariamente gli stessi ideali.

La storia insegna che molti sono stati puniti per il loro individualismo, trucidati per le loro azioni ribelli che, in qualche caso, hanno cambiato il corso della storia. Grazie al loro coraggio, al loro idealismo e alla lotta contro la tirannia politica e religiosa, il mondo è un luogo più civile. Ma la maggioranza di noi è incapace di seguire un ideale, perché spesso non corrisponde a quello di chi vive intorno a noi, siamo congelati in un sistema sociale squilibrato, frequentemente obbligati a comportarci come impone la maggioranza, come detta la consuetudine, come fanno tutti, come agivano i nostri genitori, i nonni e bisnonni. Lo stesso punto di vista religioso e politico della tradizione familiare, la vita sociale del paese spesso sono solo un´apparenza, insieme a vari altri comportamenti adottati per pura abitudine e non per scelta. Ma le tradizioni sono veramente importanti oppure molte sono solo condizionamenti e limiti da superare?

Nelle varie culture del mondo molte condizioni sono rimaste immutate da secoli, anche in alcuni paesi cosiddetti democratici, come alcune usanze religiose relative al matrimonio e riguardo alla posizione sociale della donna. ...


PARTE I

Erano circa le due del mattino quando fui svegliata da una voce insistente che sussurrava al mio orecchio.
“Na tatè, na tatè, na tatè”.

Aprendo gli occhi, davanti al mio letto, vidi la cosa più sorprendente mai vista in vita mia…:
una Tigre Siberiana.




L'abisso nero
Probabilmente ognuno di noi potrebbe scrivere un libro raccontando le proprie esperienze di vita, spesso tortuose e colme di complicati intrighi. Mio marito potrebbe raccontare la storia della sua famiglia e senz´altro sarebbe un best-seller molto più appassionante di qualsiasi telenovela…
La mia vita prima dell´apparizione della Tigre era simile a mille altre. Si potrebbe tracciare un parallelo o meglio: vi è un rapporto di causalità tra ciò che racconto in questo primo capitolo e la tesi di questo libro, infatti senza quelle condizioni precedenti, i successivi e straordinari cambiamenti non sarebbero così evidenti a nessuno, neanche a me stessa. Queste prime pagine raccontano brevemente la mia vita, descrivendo una bambina e poi un´adolescente amareggiata e sofferente, in seguito una giovane donna sposata, apparentemente soddisfatta, invece inquieta e piena di dubbi, sempre alla ricerca di una felicità mai realmente presente e sempre più inafferrabile e sfuggente.

La mia storia comincia in Inghilterra, a Londra, nel 1962, l´anno della Tigre. Sono nata da una famiglia borghese in un´era di grandi cambiamenti, gli anni sessanta. Il nostro nucleo familiare era composto di sette persone: i miei genitori, mio nonno materno, io, mio fratello e due sorelle. Abitavamo insieme in una villetta a schiera in una zona residenziale e il mondo intero girava intorno ad una sola persona: mio nonno…
Non ho parole per descrivere quell´uomo alto e riservato, oltre al fatto che lui era tutto per me, mi faceva sentire amata, capace, intelligente e soprattutto speciale. Mi sentivo amata di un amore caldo e confortevole, come avvolta in una grande coperta di lana in un giorno di pioggia invernale. Ho dei ricordi nitidi di me seduta sulle sue ginocchia mentre lui mi insegnava a leggere; oppure mentre mi lavava i capelli cantando e fischiettando canzoni della prima guerra mondiale e quando, su continua richiesta, mostrava la sua ferita di guerra e raccontava ancora e ancora la storia del suo miracoloso salvataggio da parte dei contadini francesi.
Il nonno muore quando io avevo undici anni e tutto finisce. La mia esistenza senza scossoni viene improvvisamente devastata, vengo gettata in un abisso nero e io annego nel mio dolore. Il giorno prima lui era lì e così presente, poi un attimo dopo non c´era più. Nemmeno un addio, svanito senza tracce. Essendo noi ragazzi considerati troppo piccoli per visitare la camera ardente, non abbiamo neppure potuto partecipare al suo funerale. Per me la sua morte fu un abbandono; mi aveva lasciata sola con un pugno di ricordi e un terribile dolore fisico, come una mortale ferita al cuore. Totalmente persa, senza mio nonno non sapevo dove indirizzare il mio amore, non trovavo più conforto da nessuna parte e niente era capace di lenire quella terribile sofferenza.
Dopo diversi mesi cominciai a superare la tragedia, ma anche se riuscivo a trascorrere un´intera giornata senza piangere, nulla fu più come prima. Non mi balenò neppure l´idea di canalizzare quell´amore perduto nella mia stessa famiglia, semplicemente misi tutta l´energia che avevo in quello che per me, a quel tempo, era più importante: l´amore per la danza classica.
***

Non eravamo una famiglia religiosa, anche se eravamo tutti battezzati e frequentavamo la scuola domenicale che si teneva alla Chiesa Anglicana dietro casa. Ho il sospetto che la nostra presenza in chiesa servisse per liberare la mamma che così poteva preparare il pranzo e il papà che finalmente riusciva a leggere il giornale in pace. Non era per convinzione religiosa, piuttosto per ‘tradizione’. Quindi ogni domenica, insieme ai miei fratelli, ascoltavo la Messa nella quale si parlava di amore incondizionato e di pace. Poi al telegiornale, ogni giorno, venivano mostrati reportage sugli attentati dell´IRA e gli scontri fra Cattolici e Protestanti nell´Irlanda del nord. Consideravo tristemente che l´umanità aveva un´idea molto contorta sul come mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù Cristo. Già da bambina vedevo le conseguenze dell´interpretazione errata di un ideale religioso. Ovviamente le mie opinioni erano considerate sovversive e insolite per una bambina così inesperta e immatura, ma per la mia logica infantile qualcosa non quadrava e un grosso punto interrogativo rimaneva in sospeso.

Mi divertivo abbastanza a scuola e le materie per me più appassionanti erano la storia delle religioni, la storia dell´Inghilterra e la sociologia. Durante la ricostruzione del passato l´insegnante spiegava le conseguenze devastanti delle Crociate, quando i Cattolici avevano invaso la Terra Santa, massacrando milioni di cosiddetti ‘pagani’ per portare a termine la loro ‘missione spirituale’, cioè portare l´unica, la vera religione agli infedeli del mondo. Una Chiesa fondata e costruita su menzogne sature di sangue versato con atroce violenza, nel nome di Cristo.
Più avanti imparammo la cruda verità sul genocidio dei Popoli Nativi Americani, massacrati e privati delle loro terre, deportati, costretti a vivere in riserve e chiamati ‘selvaggi pagani’; oppressi, costretti ad abbandonare le loro tradizioni religiose e obbligati a convertirsi al Cristianesimo. Queste realtà mi sconvolsero. I Cristiani, con la loro superiorità, erano nient´altro che criminali! Studiando, attraversammo i secoli fino ad arrivare al nostro tempo e alla diffusione del Cristianesimo per mezzo dei missionari in ogni angolo del mondo, alla loro battaglia per portare la civilizzazione nel terzo mondo, convertendo milioni di persone poco istruite. Ma il messaggio del Cristo, fondato sulla tolleranza e sull´amore, non significava forse aiutare gli altri incondizionatamente senza aspettarsi nulla in cambio, tanto meno una conversione religiosa? Pensavo che educando le popolazioni e modernizzando i loro sistemi sociali, gradualmente si sarebbero eliminate le tradizioni basate sulla superstizione, perché la conoscenza e l´istruzione sono la chiave di ogni progresso. A quell´età ero ancora troppo ingenua per capire l´importanza del controllo politico e religioso; ero un´idealista che credeva nella giustizia e nell´uguaglianza: insomma, una bambina degli anni sessanta!

L´educazione scolastica e religiosa insegnava a noi bambini di non fare agli altri quello che non volevamo fosse fatto a noi. Un po´confusa chiesi agli adulti perché, se era veramente così, milioni di persone per così tanto tempo furono obbligati o persuasi a convertirsi alla Cristianità. Capii bene l´importanza dell´opera dei missionari cristiani nei paesi poveri, dove tante malattie mortali erano presenti e diffuse, l´assistenza medica scarsa e donne e bambini venivano venduti, sfruttati e abusati; situazioni pietose dove i missionari lavoravano instancabilmente impegnandosi per migliorare la vita di queste persone dimenticate da Dio. Ma perché era così importante convertirli? Era una lotta per salvare la loro anima o solo un pretesto per aumentare il numero dei fedeli di un´istituzione religiosa in rapido declino nei paesi ricchi e industrializzati?
Ho quindi imparato che ci sono sempre eccezioni alle regole, basta essere abbastanza importanti e potenti e queste si possono ritoccare e modellare a nostro piacimento. Dentro di me un grande dubbio iniziava a crescere. Possibile che noi, fieri Cristiani, intelligenti, istruiti, industrialmente sviluppati e moralmente sani, stavamo dimenticando di rispettare i diritti di chi era notevolmente più debole, considerando il nostro credo spirituale l´unica verità? Se così era allora eravamo tutti colpevoli di arroganza sociale e religiosa e avevamo un atteggiamento poco spirituale, anche se le intenzioni erano le migliori. A dieci anni cominciai a domandarmi se l´attività religiosa e la pratica della spiritualità fossero la stessa cosa.
***

A quattro anni comunicai a tutti con orgoglio, la mia intenzione di diventare una ballerina classica. Grazie alle caviglie sottili e deboli, i miei genitori decisero di seguire il consiglio del nostro dottore, e così mi mandarono ad una scuola di danza. Dalla prima lezione m´innamorai di quest´arte, vivendo con gioia ogni momento ed ogni passo. Negli anni che seguirono la danza divenne il mio mondo. A casa, da sola, con lo stereo al massimo ballavo in estasi, girando, saltando leggera come l´aria, persa in un sogno ad occhi aperti, immaginando me stessa inchinarmi elegantemente davanti ad un pubblico che applaudiva in piedi l´amata, stimata, prima ballerina, protagonista del balletto ‘Il Lago di Cigni’.
Poco dopo la scomparsa di mio nonno, l´insegnante di danza consigliò ai miei genitori di mandarmi in una scuola professionale e così iniziò una nuova avventura. Mi ricordo bene i discorsi dei miei a proposito dei sacrifici per pagare le rate annuali e la mia immensa gioia quando mi annunciarono la loro decisione di mandarmi alla scuola dei miei sogni. Da quel momento l´abisso nero dentro di me si placò. Avevo trovato un sostituto di mio nonno, un amore fedele che non mi avrebbe mai tradita, lasciata o abbandonata e indirizzai tutto l´amore e l´energia che possedevo nel sogno di diventare una ballerina classica.
I cinque anni che seguirono furono il periodo più bello della mia ancor breve esistenza. Vivevo ogni giorno in un magico mondo di fate, cigni e bellissime principesse. La scuola era un´immensa casa vittoriana con grandi stanze luminose dai soffitti alti e dalle finestre larghe. La sala principale aveva le pareti interamente ricoperte di fotografie dedicate e firmate dai più famosi ballerini e ballerine del mondo: da Nijinski, a Carla Fracci e Margot Fonteyn; al centro di una delle pareti vi era una teca con all´interno un paio di scarpette da punta appartenute ad Anna Pavlova. I miei maestri erano persone molto colorate e stravaganti, chiamavano tutti ‘tesoro’ e ‘amore’ e raccontavano storie drammatiche e affascinanti sul teatro di un tempo. Quasi potevo sentire la magia sulle punte dei piedi, mentre danzavo verso il mio sedicesimo anno di età.
La magia finì quando la scuola dell´obbligo terminò. Per continuare i miei studi era necessario frequentare un´altra scuola per tre anni, prima di diventare finalmente una ballerina classica professionale. Dopo l´audizione aspettai con impazienza il responso. Quel giorno è rimasto per me un ricordo angosciante. Stavo scendendo le scale di casa quando mia madre aprì quella lettera tanto desiderata. In piedi, nel corridoio, col mio destino scritto su un pezzo di carta, ci guardammo in silenzio. Il tempo sembrava essersi fermato, congelato, mentre lei apriva lentamente la busta e guardandomi dritto negli occhi pronunciava quelle due terribili parole: ‘non ammessa’. Esse mi entrarono nell´anima come un pugnale; la voce di mia madre echeggiò nelle mie orecchie, strana e vuota. Dentro di me una voce strillava, ma io rimasi immobile sulle scale, impassibile, incapace di reagire. Tutto intorno a me cominciò ad oscurarsi. Stordita e sopraffatta fui di nuovo inghiottita dall´abisso nero: quella sensazione terrificante che ben conoscevo, l´identico senso di disperazione provato dopo la morte di mio nonno. Adesso era tornato e la mia vita cadeva a pezzi, lasciandomi nuda e vulnerabile. Il sogno che aveva occupato il posto di mio nonno svanì, dissolto nell´aria per un pezzo di carta. Ancora abbandonata e tradita, preda della disperazione, lasciai che i miei genitori organizzassero la mia vita. Contro la mia volontà partecipai ad un´audizione per entrare in un college in cui si studiava per lavorare nel teatro o per la televisione commerciale oppure come insegnante di danza. Fui ammessa e iniziai un corso di tre anni, diventando una delle tante adolescenti truccate e ambiziose che sgomitavano per un posto nel cast dell´ultimo musical in programma. Odiavo ogni momento, non c´era amore, né magia, solo una realtà cruda e una competizione spietata. Seppellendo il mio sogno in profondità, smisi di lottare contro l´abisso nero, permettendogli di trascinarmi nella sua oscurità perfida e profonda e diventare il mio unico compagno. Da quel momento compresi la fragilità dei miei sogni e feci la solenne promessa di non trovarmi mai più nella posizione di essere colpita e così firmai la mia condanna. Non avrei mai più osato ottenere quello che volevo realmente e inconsciamente imparai ad accontentarmi.



La chiave
Probabilmente la maggior parte di noi pensa che la religione e la spiritualità siano la stessa cosa. Ma le persone religiose sono veramente tutte persone spirituali? Possiamo vivere una vita spirituale senza i riti e regole di un´istituzione religiosa?
Queste domande sono frequenti, perché la maggior parte di noi è condizionata a credere che, solo grazie ad una dottrina religiosa, l´essere umano può sviluppare doti spirituali, ma trasformarsi in una persona spirituale non significa necessariamente diventare assidui frequentatori di chiese. Sicuramente ognuno di voi conosce almeno una persona che, pur dichiarandosi religiosa, ha dimostrato in qualche occasione di essere tutt´altro che spirituale…

Esiste una differenza tra religione e spiritualità?

Ereditiamo un credo religioso dalla nostra famiglia o dalla società; ciò significa che la nostra fede, insieme alla sua dottrina, non è scelta da noi personalmente, ma trasmessa dalla società in cui viviamo, anche se i nostri genitori non erano praticanti. Durante l´intero periodo della formazione, la dottrina religiosa della società di cui facciamo parte ci influenzerà e diventerà parte integrante della nostra psiche, anche se a livello inconscio. Oggi molte persone nel mondo praticano una religione ‘su misura’ cioè una versione personalizzata della pratica tradizionale e certamente questa non è una maniera corretta di agire per nessuna dottrina religiosa.
Tutte le grandi religioni del mondo hanno regole e cerimonie da seguire, celebrazioni che uniscono i fedeli in preghiera dando sostegno e profondità agli insegnamenti. Ma cosa succede quando la gente partecipa a questi riti solo per abitudine, per costrizione o per motivi sociali? Milioni di persone di ogni razza dicono di professare una religione quando, di fatto, non mettono in pratica il vero messaggio, partecipano superficialmente alle cerimonie senza una conoscenza del vero significato di queste e, in qualche caso, senza il minimo interesse se non quello della socializzazione. Quindi da questo punto di vista è ovvio che religione e spiritualità non sono necessariamente la stessa cosa.

È necessario essere religiosi per essere spirituali?

A questo punto è necessario stabilire cosa sia la ‘spiritualità’ e cosa dobbiamo aspettarci se e quando la introduciamo nella nostra vita. Con il movimento New Age una vasta quantità di informazioni superficiali, imprecise o addirittura false, ha causato notevole confusione riguardo al vero significato di questo spostamento di energia universale verso la Nuova Era dell´Acquario.
Una vita spirituale richiede pazienza, perseveranza e determinazione, indirizzate a nutrire l´anima al posto dell´ego. Questo si può realizzare attraverso lo sviluppo e l´applicazione di una disciplina mentale, basata sull´individualizzazione e trasformazione delle tendenze negative come ad esempio la rabbia, l´arroganza, l´odio, l´intolleranza, l´impazienza e così via, in favore di aspetti più favorevoli della natura umana, come il rispetto, la gentilezza, la tolleranza, la pazienza, l´altruismo e l´amore incondizionato. Queste qualità sono familiari a tutti noi perché fanno già parte del nostro codice sociale, per non menzionare i dettami religiosi, ma, nonostante ciò, tendiamo a manifestare con molta più facilità gli atteggiamenti e le emozioni negativi perché alla base ci sono conflitti non risolti. Spesso le regole sociali e gli insegnamenti religiosi più favorevoli vengono ignorati completamente e sono presi in scarsa considerazione, in quanto non ci viene insegnato il ‘perché manifestiamo questi atteggiamenti negativi e il ‘come’ superarli.
Il semplice divieto o la repressione non è sufficiente e spesso causa l´effetto opposto. La mente umana è molta complessa, nessuno si comporta o reagisce male senza una buona ragione e per eliminare qualsiasi tendenza inopportuna è necessario capire e individuarne l´origine. Quindi, tornando alla domanda iniziale, la religione e la religiosità, o spiritualità, non sono la stessa cosa e l´impegno richiesto per una crescita spirituale necessita, non solo di una disciplina del corpo e dello spirito, ma anche e soprattutto della mente, la quale può scegliere di auto-disciplinarsi, senza per questo seguire un credo religioso. Credenti o atei che siamo, il metodo per diventare ‘religiosi’ o ‘spirituali’ è assolutamente individuale e implica la libertà di scelta, senza alcun senso di colpa indotto.
La spiritualità ha poche regole ed esse si basano sulla legge universale di rispetto e di amore incondizionato per il creato e per tutti gli esseri che vi abitano. Rimanendo entro questi parametri è impossibile perdere l´obiettivo. Vi sembra un quadro del nostro mondo fino ad oggi? Certamente no, eppure è una legge molto semplice ma, nella realtà di ogni giorno, virtualmente irrealizzabile, per non dire inverosimile. Purtroppo molti di noi sono convinti dell´impossibilità di modificare la propria vita quotidiana, ma se ognuno di noi facesse un´azione positiva verso un cambiamento, diventeremmo una forza capace di trasformare il mondo, (era la base dell´originale ideale anarchico e di moltissime tradizioni spirituali: ‘trasformare se stessi per trasformare il mondo’).
Chi di noi non ha studiato la storia dell´evoluzione sulla Terra e i cambiamenti avvenuti in miliardi di anni? Ma, stranamente, per molti la parola ‘evoluzione’ è applicabile solo al passato o per la natura o alla specie in generale. L´universo ci insegna molto chiaramente: nulla è immutabile, ogni cosa creata è destinata a trasformarsi oppure ad evolversi.
Nell´ultimo secolo la vita per noi umani è cambiata moltissimo. Nel corso della storia grossi cambiamenti si sono sempre verificati, ma in questo secolo, a seguito della rivoluzione industriale, c´è stata quella che viene definita dagli studiosi come una ‘accelerazione storica’ mai vista prima. Il famigerato ‘progresso tecnologico’ non è altro che un tratto della nostra evoluzione.
Quindi abbiamo stabilito che l´essere umano fa parte di un universo in movimento, in trasformazione, in continua evoluzione. Ma qual è il ruolo dell´umanità nel disegno universale? Se l´essere umano è destinato ad una singola esistenza (come insegna la religione cattolica), si troverebbe su una scala evolutiva piuttosto statica, rispetto al resto del creato. La vita di ognuno di noi sarebbe principalmente impegnata nell´eterna lotta fra il bene e il male, intento ad accumulare più esperienze possibili in un´unica vita della durata di più o meno ottant´anni, in un universo di bilioni di anni, dove la vita di un singolo essere umano non rappresenta neanche una goccia nel mare. Vista la questione da questo punto di vista non sarebbe così scorretto dedurre che anche il nostro obiettivo principale sia la perfezione attraverso l´armonia, non come specie ma individualmente. Considerando che molte persone lasciano questa vita colmi di rabbia repressa, rimorsi, tristezza, solitudine e rapporti mai risolti (tutti mali che poco hanno a che fare con l´armonia dell´universo) quando mai avremo la possibilità per evolverci, se non attraverso molteplici incarnazioni?
***

Per comprendere il sostegno che l´universo ci offre quando tentiamo di trasformarci in esseri spirituali, è importante afferrare il concetto che l´universo è una massa di energia pulsante. L´intera creazione, compresa la razza umana, fa parte di un unico disegno dove il mondo e tutto ciò che in esso è contenuto, è composto di un numero incalcolabile di atomi e particelle che formano gli oggetti e gli organismi viventi che sono parte di un ´unica entità. Questa forza ha molti nomi secondo le diverse tradizioni spirituali, alcuni la chiamano Dio, ciò è l´origine e la sostanza di ogni cosa.
Pitagora, il matematico greco vissuto nel VI secolo a.C., affermava che tutto può essere espresso con i numeri e che l´universo rispecchia un disegno calcolabile attraverso un´equazione matematica. La proporzione divina espressa dalla lettera greca phi ? ha un valore che si esprime con la cifra 3,14159865358979… (arrotondato 3,1415) ed è definito un numero che è uguale al: phi = 1/phi + 1.
Le cifre che lo compongono, calcolate nel 1996, arrivavano a 10 milioni senza ripetizione.
È un ‘numero irrazionale’, con diverse proprietà singolari; in altre parole: un numero che non può essere mai espresso rapporto o frazione di due numeri interi. Phi rappresenta l´armonia divina ed esistono esempi infiniti.
Le grandi opere architettoniche, come la camera reale della Grande Piramide in Egitto e alcune chiese e cattedrali gotiche medievali in Europa, furono costruite rispettando la cosiddetta ‘proporzione aurea’ o ‘proporzione divina ’. Leonardo, Raffaello e Michelangelo, per citarne solo alcuni, applicavano phi in molte delle loro opere di pittura e scultura. Il Davide, per esempio, è una di queste. La scultura di Michelangelo, è conforme alla proporzione aurea. Anche la musica classica annovera molte composizioni basate su questa proporzione divina: Debussy la applicava in tutte le sue sinfonie. Gli esempi sono così numerosi da rendere impossibile nominarli tutti, ma, per evidenziarne alcuni, phi può essere trovato in natura nelle strutture delle foglie, nella spirale del DNA quando si divide il diametro, e nel corpo umano: nel funzionamento del cuore, dove i ventricoli ripristinano il proprio volume nel punto della sezione aurea del ciclo ritmico del muscolo cardiaco.
Gli antichi Greci avevano studiato le proporzioni auree sul volto umano e, in effetti, quando le proporzioni di un volto si avvicinano alle proporzioni auree, esso sembra bello alla maggior parte delle persone, al di là delle preferenze, dei gusti personali e delle mode. Gli esempi sono ovunque. Tutto ciò indica in un certo senso che Dio ha creato tutto ‘a sua immagine e somiglianza’ attraverso la proporzione divina e che quindi l´universo è un´affascinante equazione matematica ripetuta costantemente in molteplici aspetti e forme anche negli esseri umani (1).
È la prova tangibile che tutto il cosmo è collegato al Creatore, che egli è presente in tutto e l´essere umano gioca un ruolo come in una squadra, non separato o sovrastante alla natura. L´essere umano si distingue dal resto del creato per la propria creatività, spiritualità e coscienza, non per la sua necessità, superiorità e separazione dal Creatore. La nostra dottrina religiosa ci ha insegnato che l´essere umano cammina sulla Terra separato da Dio, che l´accoppiamento è peccaminoso e i figli devono ricevere il Battesimo per purificarsi dal peccato originale. A prescindere dai sentimenti presenti o meno all´interno della coppia di genitori, l´accoppiamento e la creazione di un essere umano sono eventi miracolosi, sacri e senz´altro divini, piuttosto che peccaminosi (semmai è l´accoppiamento privo di sentimento che posiziona l´essere umano sullo stesso piano degli animali). Tutto il creato è divino e sicuramente non spetta all´uomo decidere il contrario. Eppure la divinità di ognuno di noi non è un concetto scontato, abbiamo la tendenza a cercare il divino altrove invece che dentro noi stessi. Preghiamo i santi per ottenere la salvezza e Dio stesso, sperando di conquistare un frammento di divinità solo dopo la morte, quando saremo finalmente riuniti alla Fonte dopo una vita esemplare: chi subito dopo la morte, chi dopo il Giorno del Giudizio. La scienza, dopo la scoperta dell´atomo, ha stabilito che l´energia nelle cellule dopo la morte fisica viene liberata dalla sua forma materiale, poichè l´energia è impossibile da distruggere; essa semplicemente si trasforma da materia fisica in sostanza non manifesta. Quest´energia continua ad esistere su un piano non fisico, non è chiaro dove, ma esistono molte teorie sia spirituali che scientifiche (la Fisica Quantistica (2) studia queste cose) che sostengono che essa venga liberata nello spazio.
La fede cristiana è basata su eventi storici. La Bibbia narra che ci fu un inizio e che un giorno terminerà tutto con una fine apocalittica. Questo fa parte del nostro credo, una cultura lineare, un destino che procede come una linea retta verso una fine. Nell´antichità i credo religiosi si basavano sull´evidenza che la vita era ciclica; infatti, il simbolo del cerchio è presente in moltissime culture.
Veniva chiamato ‘il Cerchio della Vita’. La loro semplice logica si basava sul fatto che il cosmo rivela di essere di natura ripetitiva in ogni suo aspetto. Tutti gli eventi sono ciclici, la vita e la morte fanno parte di un processo infinito della natura. I pianeti ruotano intorno al sole, le stagioni si ripetono, le piante crescono dando vita a nuovi semi che muoiono solo per far nascere i fiori che, a loro volta, genereranno frutti pieni di semi…. Quindi per i saggi delle tribù dei nostri antenati l´uomo era parte del grande cerchio della natura e tutti gli esseri vivevano armoniosamente in un eco-sistema perfettamente equilibrato.
L´universo si basa sul perfetto equilibrio di energia positiva e negativa. Gli orientali chiamano queste energie fondamentali yin e yang e, nelle tradizioni più antiche, queste forze erano come una coppia sacra ed inscindibile. Era essenziale tenerne conto per l´equilibrio dell´Uomo nel suo delicato rapporto con sé stesso e con la natura. L´Occidente, col tempo, ha sviluppato un punto di vista diverso, poichè ha prevalso la visione dualistica della vita, come se queste due forze, negativo e positivo, fossero avversarie. Impariamo fin da bambini ad associare e riconoscere la polarità tra concetti apparentemente opposti, quando invece sono solo estremamente contrastanti. Concetti opposti come paradiso/inferno, Dio/Satana, angeli/demoni. fanno parte di un unico tema: l´eterna lotta fra il Bene e il Male e non suggeriscono l´idea di opposte polarità. Gli opposti, nella lingua comune, invece non sono avversari e possono coesistere felicemente. Parole come grasso/magro, piccolo/grande, notte/giorno, luce/buio, negativo/positivo sono tutti opposti compatibili che coesistano armoniosamente e che in certi casi non potrebbero esistere l´ uno senza l´altro. Ma come abbiamo creato questa falsa immagine della coppia negativo/positivo?

“Ogni autentico incontro col sé viene sperimentato come una sconfitta dell´ego, perchè le fantasie dell´ego sul controllo o sul benessere vengono cancellate da ciò che vuole il sè.”
Carl Gustav Jung 




Condizionamenti e impedimenti
Quante volte al giorno ripetiamo ai nostri bambini frasi come:
“Così non mi piaci”
“Perchè non sei come tua sorella/fratello?”
“Stai zitta/o, non capisci niente”.
“Se fai così, non ti voglio più bene”.
“Sei un idiota”.

Questi esempi, insieme a tante altre espressioni pronunciate per un lungo periodo di tempo, possono avere conseguenze negative e condizionare i nostri figli, trasformandoli in adulti complessati e infelici e compromettere la generazione futura che ripeterà i nostri stessi errori, in un circolo vizioso senza fine. Se ci fermiamo a riflettere, ci accorgiamo di ripetere ogni giorno delle frasi fatte senza pensare alle conseguenze che possano avere su chi le ascolta. Osservando meglio, si fa chiaro come il modo di comunicare sia di enorme importanza nell´educazione.
I neonati arrivano nel mondo con il loro bagaglio di caratteristiche e tendenze, molte neo-mamme confermano che già durante la gestazione i loro bimbi danno segni di tranquillità, oppure di vivacità; quasi tutte le mamme concordano sul fatto che i piccoli manifestavano il loro carattere quasi subito dopo la nascita. Negli ultimi anni studi specifici hanno confermato l´enorme importanza dell´educazione familiare e ambientale. Un bambino svilupperà certi condizionamenti adattandosi a modo suo alle circostanze familiari ed è su quei condizionamenti che si modellerà l´adulto in divenire.

Cosa sono i condizionamenti e in che modo noi condizioniamo il prossimo?

Tutte le persone durante la loro infanzia sono esposte a condizionamenti familiari e ambientali, assorbono: atteggiamenti, abitudini, paure, idee, frustrazioni, credenze religiose, cultura, convinzioni, emozioni negative e positive. In molti casi quelle influenze, quando sono negative, causano impedimenti psicologici che spesso vengono sepolti a livello inconscio, inibendo la possibilità di vivere nel modo desiderato e di conseguenza sono all´origine di un indefinito senso di insoddisfazione e frustrazione. Sfortunatamente i condizionamenti negativi sono più facili da assorbire e vengono trasmessi ai figli in modo subliminale con l´esempio poi, a loro volta, essi li trasmetteranno ai loro discendenti in progressione geometrica.
I bambini sono totalmente dipendenti dai genitori per la loro sopravvivenza e quindi da questi ultimi sono dominati. Da adulti, dopo aver acquisito la maggiore età, l´indipendenza e il diritto di scegliere, in teoria, non dovrebbero essere più vincolati; al contrario quasi tutti sono obbligati ad accettare dal prossimo certe condizioni, comportamenti e interazioni non corrette che spesso nascondono tentativi consci e inconsci di manipolazione.
In genere le limitazioni familiari e ambientali regnano sulle scelte dei nostri rapporti lavorativi, sociali ed emotivi. L´atto di influenzare qualcuno ha una grande potenzialità negativa, sia fisica che mentale. L´innocua abitudine di elargire premi per la buona condotta, instaura un condizionamento che può causare problemi di vario genere: l´assenza del concetto di gratuità, di generosità, di amore incondizionato, la tendenza alla mercificazione dell´affetto o la sensazione di non meritare gran che dalla vita.
Le nostre scelte, nell´ambito del lavoro, dell´amicizia e dell´amore, sono governate dalla nostra personalità (ego condizionato) e da ciò che pensa di volere, non da ciò che l´anima vuole veramente. Anche quando siamo coscienti dei nostri desideri più profondi, di solito, è difficilissimo realizzarli, perché siamo dipendenti dai bisogni dell´ego come marionette manovrate da un altro essere che vive dentro di noi. Questo è il nostro lato oscuro, il Mr. Hyde, l´ombra che agisce al di là di ciò che ci sta veramente a cuore, profondamente.

Ma l’ego manifesta solo atteggiamenti negativi?

Probabilmente l´ego è il compagno dell´anima, il suo opposto, il partner perfetto, la metà del binomio negativo/positivo. Esaminandolo da questo punto di vista l´ego sembra funzionare come la controparte del sé superiore, che ci permette di vivere in questo mondo materiale dove è necessario avere una ‘maschera’ di protezione, una corazza per sopravvivere e difenderci. Quando, invece, è privo di controllo, il suo potere regna incontrastato e crea nella società umana il tipico caos e le negatività ai quali siamo abituati e ai quali spesso ci rassegniamo.
Al contrario un condizionamento positivo che porti ad avere un approccio solare e positivo alla vita, che favorisca l´amore per gli altri e per la natura, il rispetto e la tolleranza, è indispensabile per la crescita sana di ogni individuo. Sono doni rari e preziosi che nutrono l´anima ma, come ogni genitore sa, trasmettere questi valori non è un´impresa facile. Sfortunatamente osserviamo come le influenze negative vengano assorbite con più facilità, quindi l´educazione di un figlio richiede pazienza e perseveranza, perché la negatività fiorisce in condizioni di poca attenzione profonda e poca costanza da parte dei genitori che, a loro volta, sono ‘ disturbati’.

Anche se cresciamo nello stesso ambiente, come si cresce tra fratelli, ognuno reagirà diversamente alla realtà che lo circonda. Se prendiamo tre fratelli che ricevono gli stessi condizionamenti familiari, quello che influenzerà uno, non avrà necessariamente gli stessi effetti sugli altri due, perché, a causa dei suoi punti di forza e debolezza, ogni bambino reagirà a suo modo. Ma se uno di questi fratelli verrà trattato ingiustamente e in maniera più severa, gli altri due subiranno ugualmente delle conseguenze. Spesso, nelle famiglie numerose, capita che uno dei figli sia preso di mira a causa di comportamenti particolari, per la troppa vivacità, oppure per favoritismi da parte dei genitori verso gli altri fratelli.
L´interazione violenta contribuisce a creare un ambiente instabile per tutti e causerà, anche nei fratelli più favoriti, sensazioni di paura e angoscia, essendo comunque indirettamente coinvolti. Ognuno di loro reagirà secondo il proprio punto di forza e debolezza, manifestando, o peggio, nascondendo dentro di sé sentimenti negativi.
Non mostrare le emozioni porta pessimi risultati che condizioneranno pesantemente la vita futura.

Quando si è stanchi e stressati è facile ritrovarsi a scaricare la tensione su vittime innocenti come i bambini, ma queste sono azioni irresponsabili che possono ferire per la vita un bimbo impressionabile. Anche se siamo convinti che questi incidenti siano senza conseguenze, soltanto piccoli scatti di rabbia ed impazienza, sono invece comportamenti che condizioneranno la vita dei nostri figli da adulti; se manchiamo di rispetto verso le persone alle quali siamo più affezionati, figuriamoci com´è facile farlo verso gli estranei.
Il difficile lavoro di educare i nostri figli, qualche volta ci porta a condizionarli anche quando abbiamo a cuore il loro bene. Anche la mancanza assoluta di regole e di disciplina danneggia i nostri figli, tanto quanto un´infanzia senza amore, in quanto l´assenza di confini specifici nell´educazione crea disordini della personalità e la mancanza di punti di riferimento precisi, sui quali costruire e delimitare il proprio ego. Il segreto è quello di utilizzare la via di mezzo ma, come sanno tutti i genitori, non è cosa facile.

Per riconoscere quando stiamo condizionando gli altri, prima di tutto è necessario ammetterlo. Questo vuol dire prendere coscienza ed accettare il fatto che, a volte, tentiamo di controllare e manipolare gli altri con atteggiamenti aggressivi, oppure con il vittimismo, i sensi di colpa, l´ostentazione delle nostre frustrazioni, la rabbia, l´auto-commiserazione, la mancanza di rispetto o i continui lamenti.
La tipica scusa che si adduce per giustificare questi comportamenti è la seguente:
“Con chi posso sfogarmi, se non posso essere me stesso/a con la mia famiglia?”
Quello è il momento per fare un esercizio di onestà e chiedersi:
“Quante volte manipolo i sentimenti di chi amo o dico di amare di più, imponendo in modo diretto o indiretto la mia volontà?”
Se la risposta è:
“Mai”, potrebbe significare che non siamo ancora capaci di esseri onesti fino in fondo con noi stessi, oppure i sottili meccanismi dell´ego non sono ancora del tutto chiari. Che ci piaccia o no, siamo tutti responsabili di questo ‘crimine emotivo’, quindi non c´è bisogno di reagire male, difendendoci a spada tratta o sentirci in colpa.
La strada della libertà è l´accettazione.

Aprendoci, ammettiamo di essere condizionati e questo è il primo passo verso il cambiamento; quello successivo sarà rivedere le proprie credenze e convinzioni, su noi stessi, gli altri e il mondo in generale.
La nostra educazione è basata sull´assorbimento di opinioni e credenze altrui che forse non verranno mai contestate. Tutte le nostre convinzioni fondamentali sono ereditate dai familiari, dagli educatori, dall´ambiente e dai media, pertanto gran parte del modo di valutare noi stessi e gli altri è un ‘condizionamento’.
‘Ora’ è il momento di cominciare a costruire un nuovo codice comportamentale. Imparando a guardare il mondo attraverso una visione nuova e fresca, saremo in grado di vivere questi nuovi valori che percepiamo, come un´esistenza più vera; inoltre diminuirà sempre più il terrore di non essere amati e/o accettati. Qualche volta questo nuovo modo di vedere le cose non verrà subito accettato dalle persone che vivono con noi e intorno a noi e non sarà sempre compatibile con i nostri rapporti e condizioni di vita.
Ma non bisogna temere, perché stiamo cercando la nostra verità, la conoscenza che può aiutarci a crescere e maturare. Qualche volta questa verità non permette agli altri di continuare nei nostri confronti a perpetrare il loro comodo, psicologico o reale che sia, spesso a nostre spese.

Per cambiare ed eliminare molti comportamenti sbagliati, dettati dai condizionamenti, è necessario comprendere la natura della mente e lo spirito umano, magari aiutandosi con la pratica di qualche forma di meditazione. Col tempo cominciando ad applicare nella propria vita ciò che impariamo, sarà più semplice individuare le origini di molti dei nostri problemi. Questo non vuol dire iscriversi ad un corso accelerato di psicologia. Tutte le informazioni necessarie si possono reperire sugli scaffali della nostra libreria di fiducia, nella sezione spiritualità, auto-aiuto e psicologia.
Per mezzo della disciplina mentale, attuata col mezzo più adatto a noi, possiamo cominciare a riconoscere i meccanismi che scatenano i nostri riflessi condizionati negativi. Iniziamo a vedere molto chiaramente come certe influenze ambientali ed educative abbiano causato difficoltà, quasi insuperabili, nei vari aspetti della nostra vita quotidiana. Questi condizionamenti ci impediscono di vivere la vita che veramente vogliamo. Forse desideriamo disperatamente comportarci in modo diverso, ma le influenze negative ci convincono ad abbandonare questo sano impulso. L´impossibilità di soddisfare la nostra aspirazione interiore ci causa di conseguenza sensi di colpa nei nostri stessi confronti e di risentimento verso chi ci sembra meno incapace.

Si pensa spesso che soltanto i condizionamenti estremi possano essere dannosi alla psiche umana. Siamo convinti che durante la nostra infanzia felice non si sia originato alcun problema. Questo può essere in parte vero, ma non è necessario essere maltrattati, trascurati, molestati o educati senza amore per diventare adulti problematici. Se sperimentiamo rapporti di qualsiasi tipo in modo difficoltoso, come problemi finanziari e altre situazioni che causano angoscia, tristezza, rancore, rabbia, frustrazione e insoddisfazione, significa che queste emozioni sono state causate dai condizionamenti sepolti in profondità, poichè tutte le nostre azioni e reazioni ad ogni circostanza, sono pilotate dalle convinzioni ormai radicate che abbiamo ereditato dalla nostra famiglia e dall´ambiente fin dalla nascita. Per correggere gli schemi mentali negativi bisogna mettere in discussione qualsiasi opinione negativa su noi stessi e il mondo in generale.

PARTE II

Mi svegliai e sopra di me vidi un´immagine, una linea dorata e luminescente che tracciava i lineamenti della Tigre, la sua testa maestosa e quei grandi occhi penetranti.
Mi guardò, paziente, in silenzio.




Reincarnazione e karma - spezzare le catene
Quando apparve la Tigre per la seconda volta, cominciai a riflettere su cosa sarebbe accaduto, considerando i cambiamenti sconvolgenti avvenuti in seguito alla prima apparizione. Turbata, ma un po´ eccitata, attesi con pazienza che qualcosa di speciale si realizzasse.
Quell´estate comprai alcuni libri, otto per la precisione, e li scelsi scorrendo la mano lungo gli scaffali delle sezioni ‘spiritualità e auto-aiuto’; li tiravo fuori uno ad uno con gli occhi chiusi. Leggendo il retro di ogni libro, notai una cosa assai curiosa, avevano tutti in comune lo stesso tema: la reincarnazione.
Durante quel periodo, si erano verificati certi strani episodi, troppi per essere considerati semplici coincidenze e, poichè sono fermamente convinta che niente avviene per caso, rimasi in attesa.
Un pomeriggio di quell´estate calda e umida ero in compagnia di un conoscente e la nostra conversazione prese improvvisamente una strana piega. L´uomo col quale conversavo fece un commento sulla giornata fastidiosamente torrida. Senza pensare, risposi: “Forse eri un eschimese in una vita passata…”. Lui mi guardò dritto negli occhi e disse: “No, ero un pirata!”. Mascherai la mia sorpresa mentre mi spiegava di essere stato da uno psicologo per fare una regressione ipnotica per sondare le vite passate. A quei tempi non sapevo nulla sulla reincarnazione, ma ascoltai la sua affascinante storia con mente aperta.
Due settimane dopo un´amica venne da noi a pranzo portando con sè un ospite inatteso, senza nessuna esitazione aggiunsi un posto a tavola. Stavamo parlando di cose di tutti i giorni finchè il ragazzo cominciò a parlare di reincarnazione. Anche lui si era sottoposto a regressione ipnotica e la sua esperienza era altrettanto interessante. A questo punto qualcosa sembrava indicare che dovevo indagare sull´argomento, quindi decisi di seguire il suggerimento. Lessi tre libri dello psicologo americano di nome Brian Weiss nei quali egli descrive alcuni casi molto particolari, con prove talmente convincenti da farmi considerare seriamente l´idea che le anime si reincarnino di vita in vita sulla Terra, in corpi fisici diversi. Ciò che era veramente peculiare consisteva nel fatto che quel professore di psicologia, indiscutibilmente serio e con una reputazione e una posizione da difendere, potesse essere così convinto da scrivere libri su un argomento così controverso e sconosciuto alla popolazione americana, prevalentemente cristiana.
Avevo sempre creduto, ingenuamente, che la reincarnazione interessasse solo ai buddhisti e agli induisti, non immaginavo che la nostra Europa fosse satura di questa concezione nel passato remoto. Venni a sapere che l´idea della reincarnazione era presente, nell´antichità, anche in occidente. Pitagora (1) creò una filosofia in cui era compresa la reincarnazione; i Druidi (2) dell´antica Britannia credevano nella trasmigrazione delle anime così come la chiesa Celtica guidata da San Colombano da Glencolumcille (una spina nel fianco per la Chiesa Cattolica Romana) e i Catari, una setta cristiana presente nel XII e XIII secolo d.C. nella Francia settentrionale.
Insomma, la lotta fra i culti e la Chiesa Cattolica Romana fa parte della nostra storia religiosa e certamente questa dottrina non fu qualcosa di estraneo ai nostri avi europei. La teoria della reincarnazione oggi non è così diffusa, anche se si trovano moltissimi libri sull´argomento, libri pubblicati da famosi studiosi e da rispettabili organizzazioni di provata serietà scientifica, soprattutto nei paesi cristiani. Questa conoscenza viene sempre per lo più presentata come una filosofia orientale, asiatica, oppure come un concetto new age e non qualcosa appartenente alla nostra storia. Non la troverete menzionata nei libri di storia scolastici. Viviamo nella società occidentale e supponiamo che la reincarnazione non abbia mai fatto parte della nostra tradizione spirituale.

Sembra che alcuni documenti storici dimostrino che la reincarnazione facesse parte del credo cristiano che poi subì varie trasformazioni durante il Medioevo, quando la Chiesa Cattolica cominciò ad acquisire sempre più potere.
Nell´insegnamento del catechismo poco o nulla è menzionato sulle dottrine esoteriche di Salomone, portate avanti dagli Gnostici (3), gli eredi della prima setta ebraica.

La loro pratica religiosa si avvicinava molto alla dottrina metafisica di Platone e Pitagora, che si basava sull´astrologia e la conoscenza del cosmo. Praticavano l´antica religione, ma erano particolarmente interessati agli insegnamenti di un certo discendente di Davide, (il re Davide, padre di re Salomone), come dice l´Epistola agli Ebrei 7:14. “Infatti è noto che Gesù viene dalla tribù di Giuda”. Le scritture dicono che Gesù fu un Nazareno, (il titolo comune Gesù di Nazareth, ossia Gesù proveniente da Nazareth è un errore di traduzione, il titolo Nazareno o Nazareo significa un membro di una particolare setta. Negli atti 24:5, Paolo viene condotto davanti al governatore di Cesarea con l´accusa di sedizione religiosa: “Poichè noi abbiamo trovato quest´uomo essere una peste e promuovere sedizione fra tutti i giudei che sono per lo mondo ed essere il capo della setta dei nazareni”. Anche Giovanni Battista e il fratello di Gesù, Giacomo, furono nazareni, un termine che risale al Vecchio Testamento riferito a Samuele e Sansone. I Nazareni erano asceti vincolati da rigidi voti durante periodi ben precisi. All´epoca di Gesù erano associati alla comunità essena di Qumran (dove furono trovati i Rotoli del Mar Morto) e furono obbligati ad osservare le regole e le leggi della comunità che erano molto severe, specialmente a riguardo al fidanzamento e al matrimonio.
La nascita di un Salvatore, ovvero un Messia fu predetta dagli Ebrei (il popolo Ebreo aspetta ancora oggi il Messia). Probabilmente il ruolo di Gesù non fu quello di ideare una nuova dottrina religiosa, ma piuttosto di trasformare l´Ebraismo stesso offrendo ai ‘gentili’ (= non ebrei e quindi impuri) la libera scelta di venerare il Dio degli Ebrei. (I manoscritti di Qumran parlano addirittura dell´attesa di due Messia, uno avrebbe fatto parte della casta sacerdotale che lo chiamava ‘Maestro di Rettitudine’ e l´altro sarebbe stato un principe della stirpe di Davide, un guerriero che avrebbe salvato il suo popolo dall´oppressione dei Romani). Si speculava parecchio su chi dei due fosse il Messia, Giovanni Battista oppure Gesù. Il primo fu un ‘sadoc’ (titolo sacerdotale) (4), quindi secondo la tradizione ebraica era ‘unto’; aveva quindi il rango messianico (Messia vuol dire ‘unto’). Sull´argomento di Giovanni Battista si dice: “riconobbe chi egli era e non lo negò, ma riconobbe anche: non sono il Cristo”, (Giovanni 1 :20).
La parte esoterica della religione ebraica è la Cabala (Qabbalà) e i sommi sacerdoti predicavano al popolo la fede nella reincarnazione. E´ importante ricordare che Gesù non era un ‘gentile’ e neanche un cristiano, ma un ebreo ellenista e la sua religione fu il giudaismo radicale. Molto probabilmente conosceva e forse condivideva la dottrina della reincarnazione, quindi è molto probabile che i neo-cristiani praticassero questo credo, prima che l´impero romano contaminasse l´insegnamento spirituale di Gesù con la sua politica repressiva.
Nel 553 d.C. l´imperatore Giustiniano fece una mossa astuta convocando il secondo Sinodo di Costantinopoli, senza che il Papa fosse presente. L´assemblea si riunì e dichiarò eresia la credenza nella reincarnazione. Qualsiasi citazione sull´argomento fu eliminata dalla dottrina cristiana. Venne scritto: “Se qualcuno sostiene l´immaginaria preesistenza dell´anima ed accetta la mostruosa dottrina che ne deriva, su di lui cada il nostro anatema.”
La Chiesa Cattolica Romana ha sempre represso i movimenti eretici, (cioè chi aveva un´opinione diversa). I Catari, per esempio, erano una setta che subì una brutale repressione, anche a causa della fede nella reincarnazione. Essi credevano anche nel matrimonio di Gesù con Maria Maddalena e rifiutavano di riconoscere il Papa (5).
I Catari, conosciuti anche come Albigesi, furono popolari durante il XII e il XIII secolo, nella regione francese detta Linguadoca e nell´Italia settentrionale. La maggior parte dei loro documenti sono stati distrutti e quindi l´origine del loro credo è andato perso.
Si sa che la loro ideologia era basata sul dualismo secondo cui l´anima era pura e il corpo tendenzialmente contaminato. L´anima poteva essere liberata soltanto attraverso il distacco dal mondo ed era destinata a reincarnarsi fino al raggiungimento della perfezione. Si consideravano Cristiani ed erano pacifici, ma nel 1209 Papa Innocenzo III condusse una vera e propria crociata particolarmente sanguinosa contro di loro, che durò undici anni, fino al 1255, con la morte dei pochi Catari rimasti in vita.
Ma da dove derivava il loro credo nella reincarnazione? E la convinzione che Gesù si sposò con Maria Maddalena?
Anche se è un argomento controverso in ambito storico e religioso, molti documenti riferiscono del presunto arrivo di Maria Maddalena, sotto la protezione di Giuseppe d´Arimatea, che portò il Santo Graal nella Francia settentrionale (6), un evento ben documentato anche nell´arte francese (7).
La maggioranza di noi è ignara di questi fatti, per noi era una donna di scarsa importanza, di fama poco raccomandabile, pentita e seguace di Cristo. Nel Nuovo Testamento Maria Maddalena non viene mai descritta apertamente come una prostituta, ma come colei “dalla quale Gesù aveva scacciato sette demoni” (Luca 8:2).
Facendo riferimento ancora una volta ai Rotoli del Mar Morto, il capo degli scribi, ai tempi di Gesù, era Giuda Iscariota e un altro dei suoi titoli era ‘sacerdote demone numero sette´. Come capo scriba aveva il ruolo ufficiale di ‘tentator’. Il ruolo dei sette sacerdoti demoni era quello di formare un gruppo di opposizione alla casta sacerdotale dominante ‘le sette luci del Menorah’ (il Menorah, o candelabro a sette braccia, secondo la Cabala rappresenta l´albero della vita, l´albero dei Sephiroth). Il loro compito era di supervisionare la comunità di donne celibi. Quindi il riferimento alla deliberazione dei sette demoni suggerisce che Maria Maddalena sarebbe stata svincolata dalla loro supervisione e promessa in sposa.





Meditazione, medicina per l'anima
Poco dopo la prima apparizione della Tigre sentii il bisogno di passare momenti di quiete e solitudine e dopo una breve spiegazione al telefono dalla mia amica competente nella pratica del viaggio sciamanico, cominciai a praticare la meditazione visiva accompagnata dai tamburi.
La meditazione è un´esperienza splendida per chi entra nel mondo ignoto nascosto dentro di noi. Esistono moltissimi metodi, ma il percorso visivo per me fu il metodo più facile, essendo una persona con molta immaginazione: il primo tentativo mi lasciò un forte segno.
Seguendo i suggerimenti della mia amica entrai in uno stato di rilassamento, dove, per un attimo, persi la connessione col tempo. Mi trovavo seduta in alto, su di una roccia e guardavo un panorama stupendo: una distesa verde in pianura. Seduta a gambe incrociate vidi materializzarsi fra le mie mani un libro, lo sfogliai lentamente e notai che ogni foglio era bianco. Sette anni dopo scrissi questo mio primo libro.
Mi piace considerare quella meditazione come l´annuncio della realizzazione e pubblicazione di una conoscenza spirituale allora ancora sconosciuta. Infatti durante i primi anni del mio risveglio non avevo cognizione di ciò che avrei imparato negli anni seguenti. L´esperienza mi dettò le parole da scrivere sulle pagine vuote.
I benefici che si possono ottenere con la pratica della meditazione sono molteplici.
E´ un modo meraviglioso per imparare l´arte del rilassamento e, più importante ancora, ci permette di accedere a livelli più profondi della nostra interiorità, dove possiamo trovare le risposte ai nostri dilemmi e dove risiede la forza interiore. Appena aperta la porta siamo liberi di viaggiare e scoprire la strada della nostra ‘intenzione originale’ con consapevolezza, invece di procedere inciampando nel buio come ciechi.
Come menzionato nel capitolo precedente, quando pratichiamo la meditazione e la preghiera con la mente focalizzata su un unico pensiero, si impara ad indirizzare e guidare l´energia mentale. Durante la giornata i pensieri sono spesso incontrollabili e spesso negativi, simili ad un fiume in piena e noi siamo incapaci di concentrarci su un pensiero alla volta, assillati come siamo da tante incombenze. Ma entrando nel mondo della meditazione la forza della nostra energia mentale verrà rinforzata e intensificata.

La meditazione è uno strumento di gran potere quando affrontiamo i nostri demoni. Uno dei sintomi più frequenti, quando lottiamo per il controllo interiore, è la stanchezza mentale. Personalmente durante quei periodi sentivo il bisogno di ritornare a letto poco dopo essermi alzata e spesso sognavo un lungo letargo.
Un altro segnale, molto consueto, è l´atteggiamento negativo verso tutto quello che ci circonda. Quando la battaglia contro i condizionamenti è in pieno svolgimento, un bombardamento di ostacoli ci assilla all´improvviso, contrastando il superamento delle vecchie abitudini. E´ un momento estremamente critico e la nostra fede sarà messa in discussione. Molti abbandonano proprio in questi istanti l´intenzione di andare avanti e i demoni segnano un punto a loro favore.
Quante volte sono stata tentata di rinunciare, quante volte ho lottato contro l´energia negativa che pendeva sulla bilancia interiore verso i miei peggiori atteggiamenti, mentre i demoni cercavano di convincermi che non sarebbe stato possibile trasformare i miei condizionamenti indesiderati usando argomenti persuasivi per sviarmi.

“Stavi molto meglio prima di cominciare questo ridicolo percorso spirituale, sono delle stupidaggini non dimostrabili. Lascia stare, ti avevano assicurato che saresti stata meglio, invece guarda come sei ridotta...”

Quando la negatività invade i nostri cuori ci troviamo nella condizione di inventare una buona scusante, per quando sarà necessario spiegare o giustificare agli altri, perchè abbiamo fallito nella nostra nuova filosofia di vita. In ogni caso nessuno ci crede lo stesso, perchè le persone, se non loro stessi impegnati in un percorso spirituale, credono che la nostra nuova assunzione di responsabilità non sia altro che una moda New Age, impossibile da verificare e applicare alla propria vita.
Tutti questi intralci segnalano il termine di una battaglia. In quest´istante siamo estremamente vulnerabili e in procinto di abbandonare la lotta. Lo smarrimento e la sfiducia verso la propria fede può risultare fatale per la vittoria sui demoni. E´ allora che la meditazione diventa uno strumento vitale; può sostenere, aprire una porta dentro di noi, dove sono tutte le risposte. La meditazione può aiutarci a comprendere che non siamo soli e, soprattutto, non stiamo combattendo una causa persa.
Intanto l´universo ci manda le condizioni per metterci alla prova, una dose di positività da parte delle nostre guide amorevoli, sotto forma di segni e visioni nella meditazione, è un sollievo benvenuto nei momenti di confusione e scoraggiamento. Non sottovalutate mai il potere delle forze negative. Se decidiamo di vivere in modo più spirituale e di assumere la responsabilità di eliminare o trasformare la nostra personalità, allora dovremmo accettare l´eventualità di qualche difficoltà e sofferenza durante il sentiero, prima di riceverne i benefici.
***

Oggigiorno quanti di noi vedono la bellezza del mondo che hanno intorno? Specialmente se abitiamo in città le semplici meraviglie della vita passano inosservate, perchè?
Quando ci preoccupiamo solo di riempire la vita di confort e materialismo, spesso cessiamo di apprezzare quello che già esiste intorno a noi. Molti diventano indifferenti alla bellezza della natura e a quelli tra noi meno fortunati. Le persone povere sulle strade sono una scocciatura, un imbarazzo, un fastidio e per molti le guerre lontane non significano niente, finchè, non arrivano a casa nostra... Viviamo con il cuore chiuso, con poca fantasia e carità, preferendo possedere la bellezza, invece di ammirarla senza averla. Ma tenendo il cuore ben chiuso, scaviamo la nostra fossa; come morti viventi costruiamo un muro di difesa intorno a noi stessi, per evitare il dolore e la sofferenza. L´amore e l´amicizia sono spesso superficiali per la paura di perdere il controllo, mentre altri sono possessivi e considerano i loro cari come oggetti utili a sollevarli dal senso di insicurezza e dal vuoto interiore.
Però quando apriamo il cuore succede un miracolo. Cominciamo ad apprezzare la benedizione della bellezza intorno a noi, nella vita e nelle persone. La natura è qualcosa da onorare e proteggere, siamo parte di lei e lei è una parte di noi. Possiamo fidarci, qualche volta saremmo scottati, ma ci fideremo ancora e ancora, cercando di non discriminare, generalizzare e giudicare, invece mostrando compassione e comprensione verso gli altri. Quindi: quali sono i benefici nel mantenere un cuore ben aperto?
E´ abbastanza evidente, anche se praticassimo solo il cinquanta per cento di quello che ho scritto. Certamente non sarà facile, perchè quando gli esseri umani sono condizionati dalle abitudini mentali negative come la pigrizia, l´arroganza, l´intolleranza e il materialismo, aprire il cuore agli altri è considerata una perdita di tempo, una debolezza, qualcosa per persone religiose, ingenui e seguaci della New Age…
Qualsiasi forma di meditazione sarà difficile da praticare per chi ha il cuore sigillato, non credo che sarebbero interessati; non ammetterebbero di poter trarre benefico da qualcosa di così semplice, senza alcun profitto e tutto così poco scientifico! Ancora una volta siamo al punto di partenza: non tutti sono pronti per accettare la spiritualità nella propria vita. Ognuno di noi è responsabile per le scelte e le azioni ed è saggio non costringere chi non è ancora pronto a credere che è un´anima immortale in cerca di conoscenza e saggezza. Magari possiamo regalare loro un libro che tratti questi argomenti, ma non significa che saranno pronti ad accettare questi concetti prima del tempo.
Poco tempo fa mi è capitato di ascoltare un programma radiofonico che parlava della ‘nuova era della spiritualità’ e dell´effetto di tutto ciò sull´umanità. Il discorso proseguì sull´apertura del cuore, sono rimasta particolarmente colpita da un ascoltatore che ha telefonato per partecipare. Quest´uomo fece delle osservazioni valide e molto ammirevoli, ma più andava avanti con il suo punto di vista, più evidente risultava la sua intolleranza e il suo disprezzo per chi non aveva ancora scoperto il miracolo della vita spirituale. Questa è un errore che molti commettono. Il risveglio spirituale è personale, non bisogna costringere o far sentire inferiore o in colpa chi non è ancora arrivato alle nostre stesse conclusioni. Seguendo un percorso spirituale si dovrebbe innanzitutto includere l´attenta valutazione dei nostri atteggiamenti e condizionamenti e non criticare e giudicare quelli degli altri, perchè così diventiamo intolleranti, perdiamo forza interiore, mancando completamente di vista l´obiettivo.
Esiste parecchia confusione intorno alle parole ‘New Age’ e ‘spiritualità’.
Molti hanno approfittato dell´espansione delle filosofie alternative, facendo di loro una moda poca seria. Diventare una persona spirituale non significa portare vestiti etnici, bruciare incensi e ascoltare musica tribale: è molto più di questo, non è neanche frequentare la chiesa, fare beneficenza e sacrificarsi per gli altri. Questi ultimi sono gesti ammirevoli, ma senza una trasformazione del sè, che ci porterà sempre di più verso l´illuminazione e l´armonia dell´anima, la spiritualità rimane una parola legata ad una fede religiosa esteriore, lontana dal nostro più intimo sè.
La spiritualità è un modo di vivere, significa avere speranza nell´umanità, ricercare la conoscenza e la saggezza. Vuol dire comprendere il dolore ricevuto da altri in precedenza e perdonarli, lasciando andare il rancore, l´odio e la rabbia, accettando queste condizioni come lezioni scelte per la nostra evoluzione, prima della nascita.
La tolleranza, il perdono, la gentilezza, la compassione, la pazienza e l´amore incondizionato e l´amore per il Tutto, la capacità di lasciar andare il controllo e il dominio, fanno parte di un percorso spirituale. Sì, è vero, all´inizio saremo vulnerabili, ma col passare del tempo diventeremo più forti, più consapevoli, capaci di amare e di perdonare, impareremo ad essere persone più felici e soddisfatte.
Non vi sembra un bel modello di persona nella quale trasformarvi?




Sfortuna incredibile o dono del cielo?
Negli ultimi tempi, ho incontrato molte di persone che devono affrontare seri problemi personali e che, nonostante condizioni molte diverse, tra loro hanno un denominatore comune. Tutti credono di vivere la loro esperienza sgradevole per colpa di qualcun altro.
Abbiamo già visto come tutti noi spesso troviamo faticosa l´accettazione dei nostri difetti e abbiamo grosse difficoltà nell´assumerci la responsabilità delle nostre azioni. Quando il risultato è positivo, arriviamo addirittura ad attribuirci il merito di gesta compiute da altri invece, quando l´esito è negativo, cerchiamo a tutti costi di negare il nostro coinvolgimento, scaricando la responsabilità su qualcun altro.
Viviamo in una società che propone di continuo l´immagine della perfezione. Persone perfette, corpi perfetti, denti perfetti. Anche le pubblicità per le creme e le lozioni per il corpo mostrano donne e uomini bellissimi, senza difetti, senza un chilo di troppo, ragazze che non sono soggette ancora ai problemi dell´età; eppure l´esteso commercio di questi prodotti prova che il pubblico condizionato dalla pubblicità, acquista anche se sa benissimo che non assomiglierà mai ai modelli presentati negli spot pubblicitari.
Sembra quasi che chi compra questi prodotti cerchi di acquistare un sogno, la speranza di trasformarsi in qualcun altro, questo indica che, in fondo, non siamo soddisfatti di chi siamo e delle nostre sembianze fisiche. La vendita delle creme è solo un esempio, ma, facendo un´indagine più approfondita, la produzione di cosmetici, la chirurgia estetica e il mondo del fitness, producono un giro d´affari di molti milioni di euro.
Quali sono le ragioni che portano a questa ricerca della perfezione?
Chi non può permettersi costosi rimedi sospira, mentre guarda le riviste di moda, immaginando di essere al posto di quelle donne e uomini fortunati. La nostra società moderna, ormai, promuove non solo la perfezione fisica, ma anche quella sociale e personale. I nostri rapporti dovranno in ogni caso apparire ‘giusti’, se non perfetti e quando non siamo in grado di presentarci al meglio, allora un´apparenza attraente basterà. Poi, quando la capacità di mantenere quell´apparenza cede per qualche ragione, cambiamo partner, divorziamo, cambiamo lavoro e amici oppure rimaniamo dove siamo, annegando in un lago di autocommiserazione, sognando qualcosa di inaccessibile, incolpando gli altri per la nostra esistenza infelice e insoddisfacente.
Finchè la vita va a gonfie vele, piena d´amore, di affetto e condizioni positive, allora anche noi siamo contenti dell´immagine perfetta che presentiamo, ma quando le cose non vanno per il verso giusto voltiamo le spalle a noi stessi, spaventati dall´immagine imperfetta intravista negli occhi degli altri e borbottiamo “cosa dirà la gente? ”.
Attraverso i secoli l´essere umano ha sviluppato una società in cui l´immagine, l´apparire, è diventata una chiave d´accesso per ottenere l´accettazione sociale. I giovani lo dimostrano molto bene seguendo la moda, il trend, perchè hanno bisogno di sentirsi accettati e di far parte di un gruppo. Questo perchè l´essere umano è un animale sociale; anche se è costretto a seguire un sistema codificato di regole mantiene la capacità di esprimersi nella sua individualità; è costretto a seguire le regole della società a cui appartiene, ma non necessariamente gli stessi ideali.
La storia insegna che molti sono stati puniti per il loro individualismo, trucidati per le loro azioni ribelli che, in qualche caso, hanno cambiato il corso della storia. Grazie al loro coraggio, al loro idealismo e alla lotta contro la tirannia politica e religiosa, il mondo è un luogo più civile. Ma la maggioranza di noi è incapace di seguire un ideale, perchè spesso non corrisponde a quello di chi vive intorno a noi, siamo congelati in un sistema sociale squilibrato, frequentemente obbligati a comportarci come impone la maggioranza, come detta la consuetudine, come fanno tutti, come agivano i nostri genitori, i nonni e bisnonni. Lo stesso punto di vista religioso e politico della tradizione familiare, la vita sociale del paese spesso sono solo un´apparenza, insieme a vari altri comportamenti adottati per pura abitudine e non per scelta. Ma le tradizioni sono veramente importanti oppure molte sono solo condizionamenti e limiti da superare?
Certamente i dialetti, i costumi, i piatti tipici e i lavori artigianali sono ottime tradizioni da lasciare in eredità alle future generazioni, ma dov´è il confine fra la tradizione vera propria e i condizionamenti basati su abitudini e codici sociali. E´ sempre possibile distinguere fra le due cose?
Nelle varie culture del mondo molte condizioni sono rimaste immutate da secoli, anche in alcuni paesi cosiddetti democratici, come alcune usanze religiose relative al matrimonio e riguardo alla posizione sociale della donna. Conflitti presenti da secoli sono presi poco seriamente perchè queste tragedie ormai sono insediate nella psiche umana, in altre parole: sono diventate un´abitudine. Alcune di queste situazioni sono considerate come mali ineluttabili, questioni politiche irrisolvibili, come ad esempio:

- il conflitto israelo-palestinese
- la divisione fra cattolici e protestanti nell´Irlanda del nord
- il razzismo in Sud Africa
- la discriminazione sociale fra i sessi
- la libertà di scegliere la religione alla maggiore età
- la discriminazione di ogni genere
- la caccia e la vivisezione


Certamente si potrebbe continuare, ma sono sicura di aver evidenziato il punto, siamo prigionieri di atteggiamenti etichettati come ‘tradizioni’ che ci costringono a comportarci e a pensare secondo un codice di comportamento accettato dalla società, anche se per noi risulta immorale, pena l´emarginazione. Infatti, quando ci comportiamo in modo inconsueto, spesso la gente dice che siamo ‘strani’ o ci chiama con una varietà di altri aggettivi…
Io ho vissuto per molti anni all´estero e spesso il mio comportamento veniva criticato, ma fortunatamente, essendo straniera, i miei ideali e comportamenti non convenzionali, furono perdonati perchè appartenevano ad un sistema di pensiero ereditato da una cultura diversa, da un codice di comportamento sociale differente.
Quando non siamo accolti e inseriti in un gruppo tradizionale è molto facile soffrire la solitudine. L´isolamento spesso subentra quando la persona in questione è diversa per via di una disabilità fisica. Molti disabili hanno dovuto lottare per i propri diritti ad essere trattati come persone ‘normali’, ma il loro aspetto o difficoltà, fa di loro dei candidati per l´intolleranza, emarginati da una società che venera la bellezza, la perfezione e l´efficienza. Ancora una volta troviamo uno squilibrio non solo all´interno di noi, ma anche nella società che cerca spesso d´ignorare chi non è considerato ‘normale’. Il diverso fa paura, quindi lottiamo una guerra per la perfezione contro l´imperfezione. Questo malfunzionamento si riflette nel nostro rifiuto di tutto ciò che consideriamo brutto, cattivo e disgustoso, incluso la fastidiosa responsabilità delle nostre azioni.
Fin da bambini ci viene insegnato che il comportamento ‘cattivo’ è punibile, perchè solo gli atteggiamenti ‘buoni’ sono accettabili. Certamente questa è una disciplina più che normale e insegna ai bambini la differenza fra giusto e sbagliato, ma prima o poi subentrerà la confusione fra il bene e male e la malvagità (come già detto nel capitolo II), causando uno squilibrio nella polarità interiore. Che cosa possiamo fare per evitare che i nostri figli crescano con la disarmonia fra gli opposti?
Non sono un´esperta in pedologia, quindi non ho intenzione di dare lezioni su come allevare i figli, ma credo che se noi, come adulti e genitori, fossimo consapevoli del nostro personale squilibrio, correggendo le tendenze e i condizionamenti negativi, allora automaticamente questa nuova, sana stabilità si rispecchierebbe nelle nostre vite e nel modo in cui alleviamo i figli.
Mi ricordo di una conversazione fatta qualche anno fa con una donna che aveva appena partorito. Lei desiderava una bambina perchè sosteneva che i maschi crescevano trasformandosi in uomini sciovinisti. Quando risposi che sarebbe stato suo compito trasmettere e insegnare a suo figlio il rispetto per le donne, l´autosufficienza nella cura di sé e della casa, lei rispose sorpresa che suo marito non avrebbe mai ammesso un tale comportamento da parte di suo figlio, avrebbe detto che quella era roba per donne e omosessuali!

Poco tempo fa mi capitò di parlare con un uomo senza speranza, la sua vita era un disastro, perché aveva un sogno che non riusciva a realizzare: la casa che voleva comprare costava troppo, e l´attività sognata sembrava sempre più distante. A peggiorare le cose si aggiungeva suo padre che criticava le sue decisioni. Si sentiva pasticcione e incompetente e quindi voleva rinunciare a tutto perché non sarebbe mai stato in grado di costruire qualcosa di concreto; in ogni caso non era all´altezza, diceva. Tutti volevano consigliarlo, intromettendosi nei suoi affari, quando stava facendo del proprio meglio. Dovetti ammettere che stava annegando nell´auto-commiserazione. Era vero: quest´uomo aveva un rapporto difficile con il padre, tutti i suoi fallimenti evolvevano intorno alla convinzione di essere incapace di portare a termine qualcosa di concreto, perché l’insegnamento del padre aveva instillato nella sua mente dei condizionamenti negativi. Decise infine di comprendere i veri motivi per quel comportamento errato e si fece visitare da specialisti e psichiatri per ‘disintossicare’ la propria vita, ma, nonostante ciò, lui non riuscì a rompere questo circolo vizioso.
Per quale ragione quest´uomo non fu capace di guarire neanche con l´aiuto dei professionisti?
Nel momento in cui abbiamo un risveglio spirituale, oppure un forte desiderio di riprendere in mano la nostra vita, la chiave del successo risiede nella capacità di assumerci la responsabilità per ogni azione e reazione. Quell´uomo aveva percepito la necessità di cambiare, aveva letto molti libri e seguito vari corsi, ma senza assumersi la responsabilità delle sue azioni tutto era vano perchè la scusa per i suoi insuccessi era sempre il padre e lui serbava in cuore rancore e amarezza.
Nel quarto capitolo è stato discusso come il karma individuale determini la qualità della vita di ognuno di noi, raccogliamo quello che seminiamo meritando molto di ciò che la vita ci riserva. Ma la reincarnazione non è un credo cristiano, quindi è poco conosciuta e compresa nel mondo occidentale dove la gente invece crede nel destino, nella fortuna e nella malasorte. Chi è benestante è considerato favorito dalla sorte, al contrario di chi è povero. Il proverbio ‘fortunati al gioco, sfortunati in amore’, sembra indicare che le due energie, l´amore e i soldi, non sono considerate una coppia vincente. La buona fortuna sembra essere associata al materialismo, al vincere al lotto o a carte, a situazioni nelle quali vinciamo contro ogni probabilità, oppure ci procuriamo cose desiderate da altri, ma non è generalmente associato a ciò che abbiamo già. Se però si fa l´esperienza di trascorrere qualche giorno in quei paesi dove c´è la fame e la miseria saremmo tutti d´accordo sul fatto che la fortuna non ha niente a che fare con il denaro, ma piuttosto col fatto di avere da mangiare e da bere in abbondanza. In altre parole: noi apprezziamo le benedizioni che abbiamo dal cielo solo quando siamo felici e sicuri, disponiamo di denaro, abbiamo amici, siamo innamorati e contenti in generale, altrimenti malediciamo la nostra sfortuna e invidiamo quelli più favoriti dalla sorte.
Se fossimo tutti capaci di applicare questo concetto, sarebbe un grande passo per tutta l´umanità.
***

‘Ora’ è il momento di riunire le nostre sfortune e benedizioni, perchè insieme formano una rappresentazione perfetta di ciò che ognuno di noi ha accettato di vivere, dopo aver deciso di ritornare in questo meraviglioso mondo materiale. Sono gli strumenti per equilibrare le opposte energie interiori. Forse è solo una questione di sapere se vogliamo aprire gli occhi e riconoscere quella verità dimenticata alla nascita, oppure continuare a negare ciecamente all´anima il suo diritto di prendere la strada che lei stessa scelse di percorrere.
Ogni giorno, enumerando e apprezzando i miei doni dal Cielo, combatto gli ostacoli con rinnovata forza e col coraggio acquisito. L´amore, la compassione e la comprensione risiedono più serenamente nel mio cuore, rifletto sulla vita e su chi mi accompagna nella mia strada. Certamente non è facile e non sono e sarò mai una persona perfetta, anzi, sbaglio in continuazione, ma almeno adesso posso affrontare i miei problemi senza la sofferenza e la disperazione di un tempo. Ora sono in grado di misurare e sfidare gli ostacoli come avversari ad armi pari. Non sono più vulnerabile, debole e incapace di reagire, emotivamente ridotta a compiere azioni senza speranza. Ho acquisito, negli ultimi anni, più sicurezza e rispetto per me stessa e mi sono perdonata per tutti gli errori commessi e i fallimenti. Ora mi voglio bene, non nella maniera superficiale e arrogante dell´ego, ma con la sincerità dell´anima.
Io credo che tutti meritino questo stato d´animo e sono convinta che siamo tutti capaci di ottenerlo, quando decidiamo di far entrare la spiritualità nelle nostre vite. Accettando le nostre sfortune e doni come una sola cosa, siamo in grado di creare gioia, nella nostra vita e nella vite degli altri.

Forse, in questo momento, alcuni di voi, stanno vivendo una vita di disperazione, ricordate che la Luce esiste sempre alla fine del tunnel, i momenti di sofferenza ci inducono ad attimi di riflessione: cercate il messaggio nascosto nel dolore e trasformate quel periodo negativo in qualcosa di utile. Aggiungendo positività ad una situazione estremamente negativa, la tensione si allevierà sicuramente, la visione sarà un po´ più chiara, la nebbia si diraderà lentamente. Solo allora saremo in grado di vedere ciò che ci accade da una prospettiva diversa.
Solo quando comprenderemo pienamente il funzionamento di queste due energie, il senso del loro esistere, sperimenteremo i benefici che l´anima cerca di raggiungere con l´armonia. Una volta assaggiata, anche solo per un istante, la dolcezza che deriva dall´equilibrio interiore non si torna più indietro.
Perchè non provare?



L´apparizione della Tigre, ormai, non era più un evento nuovo. Con curiosità notai come essa giaceva sdraiata, a riposo, con lo splendido disegno luminoso del suo manto segnato da strisce dorate. Era tornata. Con un sorriso chiusi gli occhi per addormentarmi serenamente, consapevole di essere al sicuro sotto l´occhio attento della Tigre.




L'alba di un nuovo giorno
In seguito alla terza apparizione della Tigre percepii l´arrivo della chiusura di un capitolo nella mia vita. Nonostante l´aver viaggiato tanto e combattuto numerose battaglie, alcune perse, alcune vinte, l´ultimo anello nella catena karmica era ancora intatto.
Ora molti pezzi del mio puzzle di vita, cominciarono a unirsi, certe condizioni erano migliorate molto; quando tutto sembrò andare per il meglio, improvvisamente il corso degli eventi prese una brutta piega.
Anche se molte difficoltà erano state superate, il problema del denaro era una costante, e, ancora una volta, ci trovavamo schiavi delle situazioni, quindi evidentemente, stavamo sbagliando qualcosa, ripetendo gli stessi errori, incapaci di interrompere il circolo vizioso.
Quando un demone (condizionamento) è vicino alla sua fine, non è inusuale sperimentare un bombardamento di negatività. La vita stessa cerca di costringerci a prendere una decisione, che sarà probabilmente dolorosa. Queste problematiche si manifesteranno attraverso ostacoli necessari per spingerci a compiere l´azione indispensabile per completare la trasformazione e, più vicini siamo alla vittoria, più difficili saranno le scelte.
Solitamente le persone reagiscono con uno schema comportamentale abituale, spesso errato, quindi per trasformare qualsiasi condizione negativa in positiva bisogna cambiare atteggiamento. La domanda da porsi è:

Qual è l´azione che conta e può cambiare le cose?
Come agisco di solito?


I nostri demoni come discusso nel terzo capitolo, sono i rappresentanti dei condizionamenti personali, sono ingannevoli, pronti a sabotare, a qualunque costo, qualsiasi tentativo di eliminare la loro posizione occupata nel nostro quadro psicologico.
Solo quando siamo in grado di resistere alla tentazione di cedere alla ripetizione di inclinazioni negative, possiamo neutralizzare il parassita che vive a nostre spese. Resistere serve ad aumentare la forza, a disciplinare la mente ed equilibrare le energie interiori, dove l´anima, nella sua instancabile ricerca dell´illuminazione attraverso l´armonia, onora il karma negativo, accumulato attraverso le tante vite.
Ciò significa provare simili esperienze e avvenimenti negativi, inflitti agli altri in esistenze precedenti. Reincarnandosi, le circostanze di vita forniscono all´anima le condizioni perfette per sperimentare un simile destino. Ma solo attraverso l´individuazione consapevole di questi condizionamenti, atteggiamenti e abitudini errate, con la loro eliminazione o trasformazione, è possibile che un´anima si affranchi, dopo aver ‘rimborsato’ il debito karmico.
Quindi, come ho ripetuto più volte e ribadisco ancora, anche se i nostri condizionamenti appaiono negativi, distruttivi e spesso disperati, sono di fatto ciò che permette ad ognuno di noi di imparare le proprie lezioni di vita, quindi è bene inserirli nella prospettiva corretta.
Come coppia, io e mio marito lavoravamo per comprendere consapevolmente lo schema del comportamento errato, dietro ai nostri problemi. Gli ostacoli fino ad allora risultavano insormontabili, nonostante la nostra determinazione, quindi un altro piano d´attacco era necessario se i demoni intendevano impedirci di vincere questa battaglia karmica. Con cautela immaginai quale sarebbe stata la loro prossima mossa e, infatti, armati dell´unica arma che poteva condurci a fallire, attaccarono.
Vivere con la costante preoccupazione di non potere mantenere la famiglia è un sentimento degradante. La paura, unita alla vergogna e al senso di fallimento, sono emozioni negative che possono causare i più forti di noi a rinunciare, poichè soffrivamo per la mancanza d´indipendenza finanziaria, il punto più debole da colpire fu il nostro conto in banca…
Questa situazione, chiaramente non si risolveva, perchè il circolo vizioso non era ancora spezzato; eravamo convinti di non poter compiere l´azione determinante, perchè gli stessi ostacoli ci impedivano di farlo.

Sembra assurdo, ma questo è un segno molto positivo. A questo punto molti rinunciano cadendo nella disperazione, invece l´unica cosa da fare è andare avanti con decisione, andare fino in fondo. Con la mente, disciplinata come un´alleata e non come un nemico, è possibile visionare tutto senza vivere immersi nella sofferenza che spesso causa depressione e mancanza di speranza.
Dopo qualche anno di ricerca arrivai alla conclusione che le nostre anime, la mia e quella di mio marito, avevano vissuto molte vite insieme e che la nostra vita attuale aveva un significato ben preciso: onorare un debito che ci impediva di andare avanti. Molti saranno scettici, lo posso comprendere, ma veramente non è necessario credere nella reincarnazione per poter riconoscere gli schemi ripetitivi presenti nella vita di ognuno di noi.
La mancanza di denaro può essere uno dei più grandi ostacoli per la vita coniugale e i nostri primi cinque anni di matrimonio non furono un´eccezione. Senza fondamenta stabili il divorzio sarebbe stato un´opzione facile, ma la forza del nostro amore reciproco ci impedì di scaricare la frustrazione uno sull´altro.
Durante quel periodo eravamo spiritualmente ciechi, inconsapevoli del disegno dell´universo, ma, nonostante ciò, superammo i primi ostacoli, vincendo battaglie contro eserciti di demoni di cui nessuno dei due conosceva l´esistenza. Quelle furono solo le prime di molte lotte. La nostra unione dimostrava che finalmente le nostre due anime si erano unite, dopo molte vite di forzata separazione e che, alla fine del viaggio, l´antico debito karmico che causava la mancanza di indipendenza finanziaria stava per esaurirsi.
Studiando gli ultimi anni riesco a comprendere come le nostre vite furono intrecciate anche prima di incontrarsi, tutte le scelte fatte, le decisioni prese, hanno spinto entrambi verso il nostro incontro. Il karma, oppure il destino se preferite, dal nostro primo incontro, nel 1990, fino al matrimonio, ci ha guidato in un preciso percorso evolutivo. Forse il pericolo più scontato sarebbe stato l´infedeltà, ma quello non fu parte del nostro piano. Non era l´umiliazione per causa del tradimento che dovevamo sperimentare, ma piuttosto il senso di sconfitta derivante dalla mancanza di indipendenza personale e finanziaria. Soffrivamo singolarmente e insieme, catturati in un circolo vizioso e incapaci di porre fine a questa situazione imposta dal se, finché non apparse la Tigre.
La prima apparizione fu l´inizio di un´esperienza che mi avrebbe permesso di sviluppare la conoscenza necessaria per comprendere e correggere i condizionamenti limitanti. Il mio risveglio spirituale fece tremare di paura i miei demoni che, fino ad allora, avevano avuto vita facile, dato che combattevo le mie lotte con le mani legate dietro la schiena, in uno stato di sonno.
Più ci avvicinavamo ad una soluzione, più la nostra situazione finanziaria peggiorava. Nel passato, una qualche soluzione dell´ultimo minuto, ci salvava sempre per miracolo, tappando la falla, ma questa volta fu diverso. La vita stessa decise di spingerci verso una trasformazione, dovevamo cambiare atteggiamento (forse più di uno), che avrebbe permesso di risolvere i nostri problemi.
Tutto ciò è normale quando stiamo lottando per cambiare uno schema di vita negativo. Quando ci troviamo in un angolo sappiamo benissimo cosa vuole dire essere disperati, pronti ad accettare qualunque condizione, a qualsiasi prezzo. Nel passato, avevamo accettato compromessi sconvenienti, questa volta, decidemmo di non farlo. Furono momenti di terribile preoccupazione, ma, col tempo, avevo conquistato forza e chiarezza, imparando a tenere sotto controllo la mia paura. Capii che la risposta era vicina, chiusa sotto chiave da qualche parte dentro di me. Dovevo solo trovare quella chiave.
***

Negli ultimi anni io stessa ho assistito alla nascita di una nuova ed elettrizzante energia che plasmava la realtà intorno a me. All´alba di questo nuovo giorno esistono ancora molti aspetti della mia vita da trasformare, ma in questi ultimi anni ho potuto vincere una grande sfida: l´eliminazione di molte delle mie sofferenze personali auto-generate.
Il futuro sicuramente mi riserverà altre sfide, insieme ad altri ostacoli difficili da superare, ma, affrontandoli con coraggio, la fenice rinascerà di nuovo dalle sue stesse ceneri, brillante e splendida, lasciando dietro di sè l´ombra della donna che in passato, davanti agli ostacoli, cadeva miserabilmente a pezzi.
Mentre il primo cerchio si completa, c´è ancora molto da compiere. Chissà dove mi porterà la mia prossima avventura, ma qualsiasi cosa mi succederà, non tornerò indietro.
Dopo aver passato gli ultimi sette anni scavando nel mio passato, è giunto il tempo per dedicarmi ad aiutare altri nel comprendere il segreto da me scoperto. Una verità così semplice e così complessa, spesso fraintesa oppure ignorata. Per chi non ha ancora compreso il messaggio di questo libro, il mio segreto è questo.

Contrariamente a quanto si crede, nessuno di noi è una pedina che viene spostata avanti e indietro su una scacchiera per volontà di un destino crudele e spietato. I nostri destini sono sempre stati presenti, pronti per essere plasmati dalla nostra volontà, nascosti nelle nostre stesse mani, mascherati sotto la comprensione di una singola parola: scelta.




Scalando la montagna
Tutto ciò che ho scritto si basa sull´esperienza personale da quando iniziò il mio ‘risveglio’ nel 1998. Chi intende avvicinarsi alla spiritualità potrebbe trovare questi argomenti troppo impegnativi, quindi ho cercato di mantenere un linguaggio semplice.

L´obiettivo di questo libro non è di convertire la gente o fare proseliti.
Di tutte le religioni la spiritualità è il nucleo, il perno di ogni dottrina, ma il problema per l´umanità, oggi, è ricordare che bisogna ‘praticare’, piuttosto che perdersi nei dogmi, nei rituali e nel bisogno impellente dell´ego di compiere gesti benefici per sentirsi meritevole e virtuoso. Ma quando cominciamo davvero ad applicare la spiritualità, scopriamo l´importanza dell´equilibrio e dell´armonia interiore che, una volta acquisiti, fanno sì che il nostro aiuto verso il prossimo sia veramente sincero e utile. Come già detto, nessuno può ‘insegnarci’ ad essere più spirituali, è una cosa che deriva da una spinta interiore, o da ‘coincidenze’, esperienze e ‘lezioni’ in genere dure, di vita e il risveglio avverrà solo quando l´anima sarà pronta. La saggezza che sta alla base di qualsiasi tradizione spirituale dell´umanità può aiutare veramente chi è in grado di comprenderla. I messaggi alla base di ogni religione sono equivalenti, ma sono stati sommersi e a volte stravolti dall´esigenza di istituzionalizzare, codificare e ‘amministrare’ il messaggio ‘divino’.
Il modo nel quale ognuno di noi cresce spiritualmente, oppure il tipo di veste che preferisce indossare, è di poca importanza perchè le strade percorse saranno spesso simili, le vesti potranno variare nel colore e nello stile, da persona a persona.
All´inizio ho scritto di essere una persona ordinaria, senza alcuna particolare credenziale, a parte quella di aver sperimentato un risveglio spirituale.
Spesso gli autori di libri di spiritualità sono tutt´altro che persone comuni, generalmente sono professori, laureati, leader spirituali ed esperti in questo campo. Ma nonostante il rispetto che questi personaggi meritano, la nostra possibilità di successo può essere limitata dal fatto che non sono persone ordinarie e quindi la gente è indotta a credere che non potrà mai giungere al loro livello. Questa distanza, insieme al gioco dei nostri demoni che manipolano e riducono la sicurezza di chi è ispirato a iniziare questo percorso, offre la giustificazione perfetta per non tentare una trasformazione del sè. I demoni, così abili e insidiosi, suggeriscono la convinzione che non siamo all´altezza, non siamo abbastanza istruiti, non abbiamo vissuto qualche incredibile esperienza di pre-morte da spingerci a cambiare. Molte persone si trovano in questa situazione paradossale ed anch´io credevo di non avere la capacità di trasformare la mia vita. Per tanto tempo, per questo motivo, ho rimandato la decisione di scrivere le mie esperienze, ho sempre pensato che nessuno sarebbe stato interessato a leggere quello che avevo da dire, perchè non avevo alcuna credenziale, oltre a quella di essere una persona come tutte le altre.

Dedico il mio messaggio a tutte quelle persone, com´ero io, che si nascondono dietro la scusa di non essere in grado di concepire idee spirituali. Dovremmo smettere di mettere le persone sui piedistalli, perchè così limitiamo le possibilità di raggiungere gli stessi traguardi, fornendoci la perfetta scusa per non fare mai quel primo passo rilevante.
Il mio risveglio fu il risultato dell´apparizione della Tigre che indubbiamente mi ha reso il percorso più facile; dopotutto vedere una Tigre Siberiana di dimensioni reali nella propria stanza da letto, può essere un evento terrificante…
Non tutti ricevono una visione quando iniziano un sentiero spirituale. L´arrivo della Tigre per me è avvenuto per un motivo molto preciso, in un momento particolare della mia vita e quindi non fu un´esperienza sconvolgente e spaventosa. Forse per alcuni un evento del genere avrebbe causato terrore. Io penso che l´energia divina conosca ognuno di noi intimamente e che sappia quello che siamo in grado di accettare. Nel mio caso l´apparizione di un animale-totem svelò qualcosa di accettabile per me, perchè ho un forte legame con lo sciamanesimo, amo la natura e gli animali in genere. Altri potrebbero assistere alla visione di qualche amato scomparso o di un santo, non esistono limiti o regole precise. Ma anche esperienze meno intense, non sono da sottovalutare, sono sempre messaggi mirati per spingerci verso un cambiamento interiore, forse sono meno spettacolari, meno ovvi, ma senz´altro sono da prendere in considerazione.
Ogni giorno molti messaggi passano inosservati perché i nostri cuori sono chiusi e i nostri occhi ciechi; siamo anime intrappolate in questo mondo tridimensionale di materia, limitati da una mente che non funziona al di fuori della dimensione spazio-temporale e da cinque sensi. Evolvendo lentamente in esseri multi-dimensionali tutto diventerà improvvisamente più chiaro e vedremo che le esperienze della vita ci fanno crescere e ci guidano verso un´esistenza più spirituale.
Durante la stesura di questo libro anche la mia nuova consapevolezza aumentava gradualmente. I concetti che prima erano disordinati e confusi si rispecchiavano nelle centinaia di pagine non numerate. Esprimere per iscritto le proprie esperienze, i messaggi e i sogni, può essere un processo molto importante, perchè si osserva come l´intenzione si materializzi e cominci a svilupparsi. E´ una sensazione di grande soddisfazione. Io l´ho trovato di grande aiuto e suggerisco alle persone di scrivere le fasi del proprio cambiamento, perchè quelle parole scritte sulla carta, diventeranno la testimonianza delle vostre trasformazioni.
Ora è giunto il momento di sviluppare la fede nella nostra capacità di trasformare la propria vita. Non chiederemo più il permesso di avere, adesso diamo inizio alle affermazioni che avremo, perché lo meritiamo. Quando chiediamo qualcosa dalla vita, con la speranza che ci venga concessa, siamo come bambini che chiedono alla madre che compri loro un giocattolo. Poniamo un punto interrogativo invisibile sul fatto di essere degni del desiderio, oppure no. Molti di noi, non sono convinti del proprio merito e non si aspettano di ottenere ciò che desiderano.
Fare affermazioni positive su noi stessi, in modo sincero e senza che l´ego prevalga con i suoi bisogni su quelli dell´anima, è sempre più facile dopo un periodo di ricerca sui motivi che stanno dietro i nostri modi di reagire, spesso negativi. Imparare ad amare noi stessi, è come celebrare un matrimonio perfetto. E´ un rapporto fatto di compromessi, bisogna accogliere sia il bene che il male, è un´unione, armonia fra le polarità opposte, un processo naturale attraverso il quale diviene possibile raggiungere uno stato di pace interiore, l´accettazione di noi stessi: è l´amore incondizionato per il proprio Sè superiore. Dopo tutto dovremmo volere il meglio per chi amiamo…
Ho letto scaffali e scaffali di libri, pagine e pagine sature di parole sagge mirate a convincermi a pensare positivo, promettendo cambiamenti straordinari, l´arrivo dell´amore e dell´abbondanza nella mia vita. L´idea di accogliere grande benefici fu un incentivo avvincente, ma nessun autore ha mai spiegato le difficoltà che avrei avuto, per ottenere questi cambiamenti miracolosi. Non sapendo l´immensità del lavoro da svolgere e l´impegno che avrei dovuto affrontare, senza preparazione, la strada per la trasformazione non era un obiettivo chiaro.
La gente compra libri su temi spirituali per vari motivi: chi per seguire la moda del momento e chi perchè percepisce che nella sua vita manca qualcosa. Altri invece hanno ricevuto un messaggio e sono alla ricerca di risposte, ma una cosa è comune a tutti questi lettori: sono inquieti, infelici e insoddisfatti della vita in generale.
A questo punto, dopo aver comprato un libro per i motivi appena menzionati, leggiamo le parole che vi sono scritte, dopo di che succederà qualcosa di molto preciso. Siamo ancora sotto l´influenza dei nostri demoni, l´ego condizionato e qualsiasi pensiero o intenzione di applicare quanto scritto, causerà infiniti reclami da parte del ‘demone’. Cominceranno le giustificazioni e le scusanti e sarà tutt´altro che facile iniziare, perchè succederà sempre qualcosa per impedircelo. Senza una corretta e coerente conoscenza del processo, insieme alla volontà di reagire, molti falliranno. Ma abbiamo tentato una vita più spirituale per sentirci meglio, non peggio…
Sfortunatamente questo processo non è facile, la spiritualità non è una moda, un atteggiamento da lasciare quando arriva un altro argomento new age più avvincente. La spiritualità è un impegno per la vita, questo è il fatto decisivo che dividerà i lettori in due gruppi distinti: chi andrà avanti e chi perderà interesse.
Nonostante tutto i motivi per cui quest´argomento fa vendere così tanti libri in tutto il mondo sono molti. La sete di risposte alle molte domande che finora sono rimaste senza verità, oltre all´inquietudine della gente e la mancanza di amore e compassione, rivela che tutti cercano di riempire un vuoto incolmabile. Il fatto è che la stessa infelicità e l´impazienza non permettono di abbracciare una filosofia di vita, perchè, paradossalmente, è troppo impegnativo. Un vero circolo vizioso.
Solo una piccola percentuale di questo genere di lettori tenterà fino in fondo di applicare quanto scritto nei libri acquistati. Conosco per esperienza quanto possono essere faticosi quei primi, difficili passi. Ma sono passi necessari per purificare l´anima. Possono verificarsi momenti d´intensa difficoltà ed è del tutto naturale, perchè stiamo praticando quello che chiamo karmic crash course, ossia un´accelerazione di karma. In altre parole questo significa che parecchie sofferenze destinate ad ulteriori esistenze future sono presenti nella vita in corso. Questo aspetto fa parte della purificazione e se non comprendiamo questo, oppure non lo accettiamo, le possibilità di successo sono minime.
Prima di andare avanti, vorrei precisare ed evidenziare i più importanti vantaggi che una persona che intraprende un cammino spirituale possiede nei confronti di chi non lo fa.
L´intera razza umana soffre, sarebbe impossibile vivere la vita senza problemi, ma è come noi reagiamo alla sofferenza che fa la differenza.
Le emozioni negative, espresse attraverso le sofferenze umane, sono energie potenti che ci rendono capaci di azioni violente. Tutti noi abbiamo sperimentato momenti di disperazione almeno una volta nella nostra vita, quindi siamo tutti consapevoli di come la sofferenza può trascinare le persone al più basso livello di comportamento umano e meno disciplinata è una persona, più intensa sarà l´azione e la reazione.
La purificazione, attraverso l´eliminazione dei condizionamenti, farà venire a galla le emozioni negative durante il processo, poiché le energie negative e positive sono complementari, sono destinate a raggiungere l´armonia, perciò la negatività dovrà concedere spazio alla sua controparte. L´impegno di riparare lo squilibrio, causato da condizionamenti familiari e ambientali, richiederà un lungo periodo di purificazione, dove la melma stagnante, nascosta in profondità, dovrà essere espulsa ed eliminata. Gradualmente, con ogni emozione negativa scovata e rimossa dalla profondità della psiche (situazioni che nel passato hanno causato rabbia, dolore, infelicità, rancore, gelosia ecc…) e interiormente più equilibrati, le nostre realtà cominceranno a trasformarsi.
La negatività, quindi la sofferenza, mina il potere di affrontare e superare i problemi; il modo in cui reagiremo deciderà la qualità della nostra vita. Un contrasto non da poco. Possiamo scegliere fra angoscia, paura e preoccupazione, invece di una vita tranquilla e serena, anche se non priva di problemi anche seri. Questo è il vantaggio delle persone sul sentiero spirituale.
Costruendo la forza interiore, attraverso l´eliminazione di sofferenze stagnanti di vecchia data, lascia libero, chi adotta questa filosofia, di affrontare le difficoltà della vita con distacco e saggezza. Con la mente sotto controllo, la disperazione dell´ego impaurito e insicuro è sostituita da una forza interiore capace di affrontare qualsiasi ostacolo.

La negatività fiorisce nelle condizioni e situazioni facili, la positività invece richiede sempre, senza eccezione, uno sforzo. Non esistono scappatoie o trucchi, la conoscenza non è in vendita e solo con pazienza e perseveranza, avanzando per gradi, sarà possibile andare avanti nella crescita spirituale. Chi crede possibile ingannare la vita o trovare qualche scorciatoia, sarà deluso. E´ prudente tenere a mente che procederemo di un passo solo se ci saremo guadagnati il diritto di farlo.
Gli esseri umani sono qui per imparare, non esiste un altro modo. Come succede ai bambini, all´inizio le lezioni saranno difficili da comprendere. Ricordiamoci sempre che noi meritiamo tutto quello che la vita ci presenta, nel bene e nel male e non sottovalutiamo mai la legge di ‘Azione e Reazione’ ossia la legge del karma, che include anche i pensieri.
Senza scoraggiarci, prima ancora d´iniziare, ricordiamo che quando dedichiamo il meglio di noi stessi con sincerità e umiltà, non importa se cadiamo più volte nello stesso errore, perchè ciò che conta è l´intenzione sincera dietro l´azione, pertanto ci si rialza e si riprova.
Riconoscere dentro di noi, uno squilibrio interiore che si manifesta in atteggiamenti negativi, per quanto banali possano apparire, è già un grande passo verso una trasformazione. Il potere dell´intenzione di rilasciare l´eccesso di negatività in noi e i tentativi che ci vorranno per realizzarla, dipenderà esclusivamente dalla forza della nostra volontà. In ogni caso sarà prima necessario riconoscere quell´atteggiamento negativo della nostra personalità, poi avere l´intenzione di modificarla per eliminarla col tempo. Dopo, un´ondata di benessere e forza scorrerà attraverso le vene, nutrendo il cuore e l´anima.
Per imbarcarsi in una tale avventura la maggior parte delle persone ha bisogno di quella che potremmo chiamare una ‘chiamata mistica’. Senza qualche metaforico ‘calcio nel sedere’, molti di noi non si candiderebbero mai per un qualsiasi tipo di disciplina mentale, semplicemente perchè è troppo impegnativo.
Ovviamente i candidati più idonei sono coloro che manifestano i primi sintomi di un risveglio spirituale e, con tutta probabilità, hanno già ricevuto qualche messaggio o sperimentato qualche particolare ‘coincidenza’, magari leggendo proprio questo libro… Per chi non ha ancora identificato un richiamo particolare dall´anima, preoccuparsi o voler insistere con le ‘tecniche’ a tutti i costi, non risolverà niente. Non si può forzare, o peggio ancora simulare una rinascita, perchè questa avverrà solo quando l´anima sarà pronta.
Forse questo libro per qualcuno sarà illuminante, una frase lo ispirerà a fare un passo avanti, mentre alcuni forse non termineranno neanche la lettura, non trovandolo abbastanza interessante tanto da inserire la chiave nella loro porta interiore. Ogni persona è unica, il momento giusto e la via verso il risveglio è una questione personale. Ma quando giunge quel momento, la trasformazione sarà inevitabile e soprattutto progressiva; tutti ci spingono a essere veloci, quindi do un consiglio a chi soffre di impazienza, preparatevi per la prima lezione: la pazienza!

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