SULLE NAVI COSTA : 500 DOLLARI AL MESE PER 84 ORE
LAVORATIVE A SETTIMANA
E POI CONTINUANO A DIRE:”GLI ITALIANI NON VOGLIONO PIU’
FARE CERTI LAVORI”, dovrebbero dire invece:”GLI ITALIANI NON SONO ABITUATI A
FARE GLI SCHIAVI”. Solo vent’anni fa lavoravi per cifre che ti permettevano una vita dignitosa,
oggi, dopo vent’anni se hai la sfiga di lavorare, guadagni meno di allora, sia a livello economico
che per il potere d’acquisto che un lavoro ti offre, nemmeno una casa ti paghi!
Stamani commentavo così l'articolo che segue, letto sul blog http://latanadelgufo.blogspot.com
:
Ma che vergogna!!!
Pensa, io negli anni '90-'94 ho lavorato come cameriere, a terra non sulle navi e lavorando tre giorni a settimana guadagnavo un milione e seicento mila lire, anche se ho pensato di imbarcarmi perché conoscevo un signore che lavorava come cameriere sulle navi da oltre 15 anni e mi parlava di 4 milioni di lire al mese, ed in effetti quanto stava a riposo un mese per poi ripartire per sei, lui e la sua famiglia avevano un tenore di vita molto alto, vent'anni fa questo, ora la globalizzazione schiavista ci ha riportato indietro di almeno due secoli, oggi non li prendono con la forza dall'Africa gli schiavi, li prendono per il collo con i debiti da pagare e con l'illusione . . .
Pensa, io negli anni '90-'94 ho lavorato come cameriere, a terra non sulle navi e lavorando tre giorni a settimana guadagnavo un milione e seicento mila lire, anche se ho pensato di imbarcarmi perché conoscevo un signore che lavorava come cameriere sulle navi da oltre 15 anni e mi parlava di 4 milioni di lire al mese, ed in effetti quanto stava a riposo un mese per poi ripartire per sei, lui e la sua famiglia avevano un tenore di vita molto alto, vent'anni fa questo, ora la globalizzazione schiavista ci ha riportato indietro di almeno due secoli, oggi non li prendono con la forza dall'Africa gli schiavi, li prendono per il collo con i debiti da pagare e con l'illusione . . .
Parlare 3 lingue e lavorare dodici ore per 800 euro? Ma dove cazzo viviamo? Io nemmeno mi alzo dal letto per quella cifra. Avevo una parente a Varese, sempre a fine anni 80, che lavorava come traduttrice per una banca, tre lingue, orari umani, sempre sui quattro milioni al mese, oggi un laureato che conosce 3\4 lingue lavora con i topi al Mc Donald’s per seicento euro al mese, guardate qua: http://wwwblogdicristian.blogspot.com/2012/01/topo-nei-panini-del-mcdonalds-e-il.html
Topo vivo trovato In McDonalds Hamburger Buns
La testimonianza di chi lavora per la compagnia
raccontano l'altro lato della crociera: contratti a tempo, nessun rispetto
delle regole e maestranze straniere per i posti più umili
I dipendenti a bordo delle 25 navi della Costa
Crociere sono in totale 18 mila. “L’80 per cento di loro ha meno di 40
anni e proviene da 70 paesi diversi”, dice l’azienda. Fatta eccezione
per gli ufficiali, quasi tutti italiani e ben pagati, i membri dello staff sono
per lo più giovani provenienti da Asia e da America Latina. I più numerosi
sono i filippini, seguiti da indiani e indonesiani. A loro
vengono affidati i compiti più umili, come la pulizia delle camere o il
lavaggio delle stoviglie.
Gli europei lavorano invece a contatto con il pubblico,
dall’animazione all’accompagnamento turistico. Funzionava così anche per i
1.026 membri dell’equipaggio della Concordia, tra cui c’erano 296
filippini, 202 indiani, 170 indonesiani e 144 italiani. Le condizioni di
lavoro? Herbert Rodelas è un filippino di 28 anni sbarcato a novembre
dalla Costa Magica. Lavora per la compagnia dal 2005 come uomo delle pulizie: “Il
mio ultimo stipendio è stato di 547 dollari
al mese. Lavoro in media 12 ore al giorno, sette giorni su sette”.
Va un po’ meglio ai camerieri. Brijesh Patel, indiano, ha lavorato per
Costa Crociere dal 2000 al 2007: “Lo stipendio iniziale era di 550 euro, ma con
le mance capitava di raggiungere anche 1.500 euro”. I ritmi di lavoro? “Dalle
12 alle 14 ore al giorno, sette su sette”. Brijesh Patel è stato fortunato: il
suo stipendio gli è sempre stato versato in euro. “A febbraio del 2010″,
racconta Herbert Rodelas, “la compagnia ha iniziato a pagare noi
extracomunitari in dollari. Con un cambio uno a uno: quindi i miei 547 euro si
sono trasformati in 547 dollari”. Una perdita secca, a valori attuali, di circa
150 dollari al mese.
Proteste? “Nessuna, temevamo di perdere il posto”. Già,
perché i contratti di lavoro sulle navi sono a tempo determinato, vanno
dai quattro agli otto mesi. E non esistono garanzie di rinnovo. Anche gli
europei non se la passano bene. Monica Lommi, 35 anni, è stata a bordo delle
navi Costa come accompagnatrice turistica, posto per cui è richiesta la
conoscenza di almeno tre lingue: “Lavoravo dalle
10 alle 15 ore al giorno, sette giorni su sette. Così per tutti i sei mesi di
contratto. Lo stipendio? 900 euro al mese”. La legge italiana
prevede che sulle navi da crociera non si possa lavorare in media più di
11 ore al giorno. Leo Gaggiano, referente unitario della Cgil per il
gruppo Costa Crociere, assicura che “i dipendenti della compagnia lavorano al
massimo 10 ore, ogni settimana beneficiano di una giornata di pausa e le loro
paghe sono superiori a quanto stabiliscono le organizzazioni internazionali”.
Tutti i lavoratori del gruppo contattati sostengono però
un’altra versione. Come Melissa Virdi, 30 anni, operatrice al
front desk, compito per cui è richiesta la conoscenza scritta e orale di almeno
quattro lingue: “Ero occupata sette giorni su sette, per almeno 12 ore al
giorno, turni notturni compresi, e lo stipendio era di 700 euro al mese”. Come
è possibile? Il trucco lo spiega una manager che per Costa Crociere
continua a lavorare e perciò preferisce l’anonimato: “Ogni 15 giorni dobbiamo
inserire in un modulo elettronico le ore lavorate dai dipendenti del nostro
ufficio. Il programma non permette però di riportare una media superiore alle
11 ore al giorno, quindi i dati ufficiali non sono reali”.
Ecco spiegata la bella vita di chi lavora sulle navi da
crociera. Gente che dorme in cabine da 6 metri quadri, da dividere in due,
senza un oblò perché quelli sono riservati ai clienti. Gente che ci ha rimesso
la vita davanti all’isola del Giglio. E’ così, grazie all’abbattimento dei
costi della manodopera, che i clienti possono permettersi crociere a prezzi
abbordabili. Anche in virtù di quei filippini bistrattati perché incapaci di
parlare italiano. D’altronde sarebbe difficile trovare migliaia di connazionali disposti
a ricevere uno stipendio di 500 dollari al mese per una media di 84 ore
lavorative a settimana.
E infatti, nonostante la maggioranza dei clienti sia
italiana, parlare la nostra lingua non è indispensabile per lavorare sulle navi
della Costa. Il requisito fondamentale è la conoscenza
basilare dell’inglese. Su una cosa i dipendenti tengono però a fare chiarezza:
la preparazione alle emergenze. Tutti i lavoratori prima di imbarcarsi devono
sostenere a spese proprie (500 euro) il Basic Safety
Training, un corso di tre giorni in cui vengono addestrati alle tecniche
antincendio, al salvataggio in mare e alle operazioni di primo soccorso.
A ciò si aggiungono le simulazioni di abbandono nave: procedure che ogni
lavoratore deve svolgere una volta iniziato l’imbarco. Sono le stesse
esercitazioni che i passeggeri saliti a Civitavecchia avrebbero svolto
sabato, a 24 ore dall’inizio della crociera, proprio come prevede la legge.
Altro articolo interessante sul nuovo schiavismo mondiale lo trovate su http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9728
LA PRECARIETÀ SOSTIENE IL MIRACOLO TEDESCO
Altro articolo interessante sul nuovo schiavismo mondiale lo trovate su http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=9728
LA PRECARIETÀ SOSTIENE IL MIRACOLO TEDESCO
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