... e ricordatevi sempre questo, mi raccomando! E poi una domanda "europea", hahahhaa: AMICI EUROPEI, VOI LO PAGATE IL BOLLO AUTO? - video
di Bruno Rosso
Le indagini scaturiscono dagli accertamenti conseguenti al furto subito, tra il 26 ed il 29 gennaio del 2013, da Mons. SCARANO, all’ interno dell’immobile di sua proprietà, a Salerno. In sede di denuncia, il prelato ha raccontato che ignoti avevano asportato dal suo appartamento beni di pregio per un valore dallo stesso stimato in diversi milioni di euro. In tale contesto, i successivi accertamenti esperiti hanno subito evidenziato la significativa sproporzione della capacità reddituale del Monsignore con riguardo alle rilevanti disponibilità economiche dallo stesso movimentate ed impiegate, nel corso degli anni, in iniziative immobiliari e societarie sul territorio salernitano.
Nel corso delle investigazioni, emergeva la riconducibilità al prelato di numerosi rapporti bancari esteri radicati in Vaticano presso l’Istituito per le Opere Religiose (I.O.R.) da uno dei quali veniva prelevata per contanti la somma di euro 588.248,51, utilizzata per l’estinzione, con modalità anomale e dissimulatorie attraverso il ricorso a false certificazioni di donazione ad opera di 50 soggetti scientemente individuati dal Monsignore e dalla sua commercialista di fiducia, di un mutuo ipotecario intestato ad una società immobiliare ubicata in Salerno, di cui Scarano era socio.
Le successive attività di indagine hanno permesso, inoltre, di acclarare che le notevoli somme di denaro nella disponibilità del Monsignore Scarano, quantificate in un importo superiore ai 5 milioni di euro, derivavano dai componenti della famiglia di armatori romani D’ Amico anche mediante il riscorso a società off-shore ubicati in Paradisi Fiscali.
Tali somme all’ apparenza destinate a finalità assistenziali e benefiche sono state invece utilizzate dal Monsignore per investimenti immobiliari (tra cui il prestigioso appartamento del centro storico di Salerno di 17 vani ) e costituzioni di società immobiliari.
In tale attività il prelato si è avvalso dell’ausilio di un altro sacerdote, nonché di professionisti uno dei quali in data odierna destinatario del divieto di esercitare l’attività professionale.
Nel contempo, a seguito di capillare attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle finalizzata alla ricostruzione del patrimonio accumulato da parte degli indagati, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca di un ingente patrimonio quantificato in circa 6,5 milioni di euro composto da beni immobili e disponibilità liquide rinvenute sui conti correnti, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 321 c.p.p. e 648 quater C.P. In particolare, è stato disposto – tra gli altri -il sequestro:
2 appartamenti a Salerno;
un box sito in Salerno;
nonché dei rapporti finanziari presso la filiale Roma/Conciliazione di Unicredit:
Inoltre, circostanza di assoluto rilievo è l’effettuazione del sequestro presso lo I.O.R. dei saldi giacenti sui rapporti bancari (un conto corrente e 10 sottoconti) intestati a Scarano per un importo di € 2.232.000,00.I due sacerdoti si trovano agli arresti domiciliari.
.Fonte: Nicole Gesualdo http://www.oltremedianews.com
Sul conto dell’ amministratore della Santa Sede Monsignor Nunzio Scarano sarebbero transitate finte donazioni per milioni di euro provenienti da società Off shore. Sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per milioni di euro.
Il G.I.P. del Tribunale di Salerno su richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica alla sede, nell’ ambito di attività delegata di P.G., nei confronti di Monsignor Nunzio Scarano, ex contabile dell’ ASCA (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica). Scarano, prima di diventare sacerdote, nel 1987, ha svolto la professione di funzionario di banca.
Insieme al Monsignore sono stati tratti in arresto un altro sacerdote, Noli Luigi ed un notaio, Fraunfelder Bruno.
Ai tre soggetti vengono contestate ipotesi di riciclaggio in concorso e falso in relazione a versamenti di somme illecite per milioni di euro su conti correnti in essere presso lo I.O.R. (Istituto per le Opere Religiose) e reimpiegate in territorio salernitano per l’acquisto di beni immobili, costituzione di società ed estinzione di mutuo ipotecario.
In totale sono 52 i soggetti indagati a seguito dell’odierna indagine: ad essi vengono contestati reati di riciclaggio in concorso e falso in atto pubblico.
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Il G.I.P. del Tribunale di Salerno su richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica alla sede, nell’ ambito di attività delegata di P.G., nei confronti di Monsignor Nunzio Scarano, ex contabile dell’ ASCA (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica). Scarano, prima di diventare sacerdote, nel 1987, ha svolto la professione di funzionario di banca.
Insieme al Monsignore sono stati tratti in arresto un altro sacerdote, Noli Luigi ed un notaio, Fraunfelder Bruno.
Ai tre soggetti vengono contestate ipotesi di riciclaggio in concorso e falso in relazione a versamenti di somme illecite per milioni di euro su conti correnti in essere presso lo I.O.R. (Istituto per le Opere Religiose) e reimpiegate in territorio salernitano per l’acquisto di beni immobili, costituzione di società ed estinzione di mutuo ipotecario.
In totale sono 52 i soggetti indagati a seguito dell’odierna indagine: ad essi vengono contestati reati di riciclaggio in concorso e falso in atto pubblico.
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Le indagini scaturiscono dagli accertamenti conseguenti al furto subito, tra il 26 ed il 29 gennaio del 2013, da Mons. SCARANO, all’ interno dell’immobile di sua proprietà, a Salerno. In sede di denuncia, il prelato ha raccontato che ignoti avevano asportato dal suo appartamento beni di pregio per un valore dallo stesso stimato in diversi milioni di euro. In tale contesto, i successivi accertamenti esperiti hanno subito evidenziato la significativa sproporzione della capacità reddituale del Monsignore con riguardo alle rilevanti disponibilità economiche dallo stesso movimentate ed impiegate, nel corso degli anni, in iniziative immobiliari e societarie sul territorio salernitano.
Nel corso delle investigazioni, emergeva la riconducibilità al prelato di numerosi rapporti bancari esteri radicati in Vaticano presso l’Istituito per le Opere Religiose (I.O.R.) da uno dei quali veniva prelevata per contanti la somma di euro 588.248,51, utilizzata per l’estinzione, con modalità anomale e dissimulatorie attraverso il ricorso a false certificazioni di donazione ad opera di 50 soggetti scientemente individuati dal Monsignore e dalla sua commercialista di fiducia, di un mutuo ipotecario intestato ad una società immobiliare ubicata in Salerno, di cui Scarano era socio.
Le successive attività di indagine hanno permesso, inoltre, di acclarare che le notevoli somme di denaro nella disponibilità del Monsignore Scarano, quantificate in un importo superiore ai 5 milioni di euro, derivavano dai componenti della famiglia di armatori romani D’ Amico anche mediante il riscorso a società off-shore ubicati in Paradisi Fiscali.
Tali somme all’ apparenza destinate a finalità assistenziali e benefiche sono state invece utilizzate dal Monsignore per investimenti immobiliari (tra cui il prestigioso appartamento del centro storico di Salerno di 17 vani ) e costituzioni di società immobiliari.
In tale attività il prelato si è avvalso dell’ausilio di un altro sacerdote, nonché di professionisti uno dei quali in data odierna destinatario del divieto di esercitare l’attività professionale.
Nel contempo, a seguito di capillare attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle finalizzata alla ricostruzione del patrimonio accumulato da parte degli indagati, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca di un ingente patrimonio quantificato in circa 6,5 milioni di euro composto da beni immobili e disponibilità liquide rinvenute sui conti correnti, ai sensi del combinato disposto di cui agli artt. 321 c.p.p. e 648 quater C.P. In particolare, è stato disposto – tra gli altri -il sequestro:
2 appartamenti a Salerno;
un box sito in Salerno;
nonché dei rapporti finanziari presso la filiale Roma/Conciliazione di Unicredit:
Inoltre, circostanza di assoluto rilievo è l’effettuazione del sequestro presso lo I.O.R. dei saldi giacenti sui rapporti bancari (un conto corrente e 10 sottoconti) intestati a Scarano per un importo di € 2.232.000,00.I due sacerdoti si trovano agli arresti domiciliari.
.Fonte: Nicole Gesualdo http://www.oltremedianews.com
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