"THE END"

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venerdì 17 maggio 2013

Perché l’Europa non può proprio “aggiustare” la disoccupazione giovanile


Ormai da anni, i giovani della periferia dell’Europa pesantemente indebitata hanno affrontato la disoccupazione di massa. In Grecia e in Spagna rispettivamente il 59% e il 56% dei giovano sono ora senza lavoro, mentre la disoccupazione giovanile nell’Unione Europea nel suo insieme attualmente si trova a uno sconvolgente 24%, un po’ di più rispetto al 22,5% dell’anno scorso. I “fortunati” sono coloro che servono a tavola con dottorati nella loro tasca posteriore. Coloro che sono stati costretti a lasciare le loro famiglie e gli amici unirsi all’esodo generazionale in Germania e in Angola, non compaiono neanche nelle statistiche.
Di Jerome E. Roos

Nelle recenti settimane, i leader europei sembrano piuttosto in ritardo sembra che siano diventati potentemente interessati al problema. Il Primo ministro italiano Enrico Letta, ha definito la disoccupazione giovanile il problema più grave che deve affrontare il paese e ha richiesto un piano dell’Unione Europea per “combatterla”. La cancelliere tedesca Angela Merkel, alfiera del movimento europeo per l’austerità, considera ugualmente che la disoccupazione giovanile sia “la più grossa sfida dell’Europa.” Nel frattempo, una nuova campagna del sito Big Think chiede piuttosto ingenuamente: “che cosa sta causando la disoccupazione giovanile e che cosa può risolverla?”
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GIOVANI DI SERIE B, QUANDO DIREMO BASTA?

Nota di IxR: un paese (rigorosamente con la minuscola) che non ha cura del tesoro prezioso che sono i suoi Giovani (rigorosamente con la maiuscola) non è un paese civile, non è nulla!

Ad Alessia i nostri migliori auguri per un “futuro altrove”!
- Alessia Bottone -
Cari lettori,
dopo due anni in cerca di uno spiraglio posso confermarvi che qui non c’è nulla da fare.
Ci hanno detto che dovevamo riciclarci e allora ho buttato la laurea dalla finestra e sono andata a fare i colloqui per fare la segretaria e la centralinista, la cameriera etc. niente, ero troppo.
Mi hanno detto che dovevo imparare ad usare i social media perché sono la svolta, l’ho fatto e nulla. Sono andata in televisione e ho gridato la nostra rabbia, niente, tante promesse, nessuna risposta. Ho inviato centinaia di email, ho chiesto alle conoscenze e anche li nessuna risposta.






Allora ho deciso di pubblicare un libro” Amore ai tempi dello stage- Manuale per coppie di precari”per provare a crearmelo da sola il lavoro, e anche li le risposte sono state: “la sua è una piccola casa editrice, non prenotiamo questo libro”;” Lei è un’autrice sconosciuta, interessante il suo libro, ma noi non ne parleremo in radio/nel nostro blog etc”. Interessante il tuo libro, ma noi siamo contro quelli che si auto pubblicano/pagano per pubblicarsi. Ma io non mi sono auto pubblicata ho un contratto in mano. “Beh, amen, non posso lo stesso, però dammi una copia omaggio del libro”. E intanto vedi che la Marini scrive un libro e la Belen porta i pantaloncini corti per strada e quelli si che li pubblicizzano.

Questo se rispondevano, perché tanti non si sono nemmeno degnati di dare una risposta. Spariti, nel nulla.
Interviste sui giornali scomparse, blog che non mi hanno mai mandato la recensione che attendevo, promesse su promesse ed io che risparmiavo su tutto per arrivare a raggiungere una semi-indipendenza.
La verità? Amici a parte, e feste a parte (perché sono una festaiola, socievole, passionaria e determinata, o meglio lo ero) da quando sono tornata in Italia è andato tutto storto. Due anni terribili, in attesa di un miracolo, mai arrivato. Di umiliazioni, di porte sbattute in faccia. Perché la verità è una sola, sono una giovane di serie b, sono figlia di nessuno, e ho creduto alle parole di mio papà che mi diceva sempre “Studia Alessia, e vedrai, un giorno ce la farai a combinare qualcosa”. Ci ho creduto, e meno male, sennò chissà dove sarei andata a finire. L’adolescenza è un periodo così difficile di suo che se non ti fissi un obiettivo diventa facile perdere la bussola.
Oggi però so dove non voglio finire. La rabbia e la frustrazione mi fanno parlare come un anziano di 80 anni e siccome ne ho solo 27 e tanta voglia di vivere allora dico basta. Basta a chi mi chiede copie omaggio del libro, perché così disprezzi il mio lavoro e non sei da meno di quelli che ti pagano quattro euro l’ora per lavorare. Basta a chi mi ha illuso e basta a chi pretende e non da, basta vedermi passare avanti i rampolli e i raccomandati.
Sono di serie b e me ne vanto, perché nonostante tutto non sono mai stata in panchina, perché ho viaggiato e studiato senza un euro, perché mi pago persino le mutande da quando ho 15 anni facendo la cameriera per non pesare sul bilancio.
Da domani però si cambia musica, ed invito tutti i giovani di serie b a farlo.
Tenetevi i soldi e le speranze e lasciate il Paese, non ha nulla da darvi e vi ha già tolto troppo.
Un caro saluto

Alessia Bottone

http://danordasudparliamone.wordpress.com/2013/05/14/giovani-di-serie-b-quando-diremo-basta/

http://www.informarexresistere.fr

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