"THE END"

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sabato 6 aprile 2013

Chiesa Cattolica, Massoneria e Rosacroce: la figura di Cristo e la lotta millenaria per il potere



Ovvero: breve storia dell'amore e della saggezza, dall'anno zero ad oggi
Paolo Franceschetti


1. Il segreto della massoneria e il segreto della Chiesa cattolica.

2. Il messaggio di Cristo.

3. Il segreto dei Rosacroce e il segreto di Dante: l'amore.

4. Il segreto dei poteri occulti nell’attuale società: la sottrazione dell'amore. Il nome della Rosa.

5. La riforma della società, le scuole di pensiero, i punti di riferimento.

6. La millenaria lotta tra massoneria e Chiesa, nel passato e nel futuro.

7. Le scuole di pensiero del futuro

8. Conclusioni. Il dialogo tra Toni e mia madre.


1. Il segreto della massoneria e il segreto della Chiesa cattolica.

Anni fa ho iniziato studiare la massoneria, i Rosacroce e i Templari, ma tante cose non mi quadravano e molte domande rimanevano irrisolte in mezzo alle mille contraddizioni sia della Chiesa che della massoneria. Le domande erano tante.


Perché la massoneria, che dovrebbe essere anticattolica e dunque, a rigor di logica, vedere tutto ciò che richiama la Chiesa come il fumo negli occhi, festeggia San Giovanni ed è fissata con i santi, San Giacomo, Santa Rita, Santa Rosa, ecc.? Nei miei primi articoli avevo dato una spiegazione in parte vera, ma molto semplicistica e per gran parte addirittura falsa. Avevo affermato che la massoneria stravolge i simboli cristiani per dare loro un significato contrario a quello che che gli da la Chiesa. Questa cosa è vera per i satanisti, ma se riferita a tutta la massoneria in effetti è errata per vari motivi; prima di tutto perché la massoneria riunisce in sé simboli della religione egizia, si rifà a Pitagora, ma studia anche induismo e buddhismo e dentro all’etichetta massoneria c’è un po’ di tutto, dal satanismo al cristianesimo, per passare per i riti cosiddetti pagani, sciamanici o hawaiiani.

Una domanda cruciale che mi facevo, poi, era questa: perché se oggi la massoneria non è più perseguitata, non si diffonde a tutti l’immensa conoscenza di cui questa istituzione è portatrice?

Spesso poi sentivo dire in determinati ambienti che la massoneria custodisce il segreto sulla vera identità e natura del Cristo e che i veri cristiani sono i massoni. L’affermazione mi pareva senza senso.

E in che senso, come dice il Maestro Giuliano Di Bernardo, oggi esistono due chiese, quella cattolica e quella massonica? In che senso, mi dicevo, la massoneria è una chiesa? Ma non è vietato parlare di religione in massoneria, come dicono le regole base di questa organizzazione?

In che senso il declino della massoneria comincia nel 1717, come dice sempre Carpeoro? Il 1717 segna infatti la data di nascita ufficiale della massoneria, quindi ho faticato non poco a capire il motivo di questa affermazione.

Talvolta si accennava ad un segreto, custodito dalla massoneria, con cui essa terrebbe in scacco la Chiesa. Qual è questo segreto? In cosa consiste? Forse nel Graal? Ma cos’è questo Graal?


A proposito del Graal, in particolare mi colpì molto un incontro che ebbi con un gran maestro templare, il quale, in tutta tranquillità, mi fece vedere dove nascondeva le ceneri di Jacques de Molay, e subito dopo mi fece vedere le foto della coppa del Graal mostrandomi anche le analisi che aveva fatto fare da esperti per verificarne l’autenticità. Gli chiesi come mai, se era davvero il Santo Graal, non ci fossero dibattiti, articoli, studi, e non ci fosse una lotta accanita intorno a questo oggetto leggendario; lui mi rispose che il vero segreto della massoneria e della Chiesa non è certo il Graal fisico, ma è il Graal spirituale, mentre quello fisico non interessa nessuno. Questa informazione non corrispondeva con quanto sapevo io, perché, per quel che mi consta, Hitler mise a ferro e fuoco intere località per cercare il Graal e finanziò spedizioni persino in Tibet; inoltre un oggetto, per quanto simbolico sia, è pur sempre importante a livello energetico per ciò che rappresenta più che per il potere reale che ha. Rimasi però colpito da questa affermazione, cioè che il vero segreto della massoneria e della Chiesa fosse un altro.


Per capire quale sia questo segreto dobbiamo fare prima un breve excursus storico sull’oggetto che storicamente è al centro della contesa tra massoneria e Chiesa cattolica: la figura di Cristo.

2. Il messaggio di Cristo.

Il messaggio di Cristo in Palestina era un messaggio rivoluzionario, perlomeno in quelle zone, che non avevano conosciuto il buddhismo e quindi non avevano mai sentito parlare di pace universale, non violenza, compassione per tutti gli esseri compresi gli animali e le piante, ecc. Era un messaggio di amore, di amore incondizionato verso tutti. “Vi do un comandamento nuovo, amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”, diceva Cristo.

Cristo poi perdona i propri nemici perché non sono cattivi, ma solo inconsapevoli (“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”), il che introduce un concetto molto diverso rispetto a quello tipico di “buono/cattivo” o “giusto/sbagliato”.

Il Dio di cui parlava Cristo non era il Dio degli ebrei, vendicativo, geloso (“Io sono un Dio geloso”), terribile. Era un dio d’amore che presta attenzione alle pecorelle smarrite senza punirle.

Il messaggio di Cristo non si limitava però a questo.

Esso conteneva anche i principi propri della tradizione iniziatica pitagorica, orfica ed egizia.

Come in cielo così in terra, era il principio di Ermete Trismegisto “come in alto così in basso”.

“La tue fede ti ha salvato” era il principio della legge di attrazione e della volontà che ancora oggi si insegna nelle società segrete e comincia ad essere diffuso nella società profana tramite la volgarizzazione della cosiddetta legge di attrazione: la tua fede, non io, non Dio, ti hanno salvato, ma la tua fede, cioè l’intensità della tua convinzione.

“In principio era il verbo” è la regola della parola creatrice, da cui deriva la scienza dei mantra, e le formule magiche delle società segrete, che ben conoscono la potenza delle parole.

La grande innovazione di Cristo era quindi innanzitutto il messaggio di amore, come motore dell’universo e come principio di Dio, e in secondo luogo la semplicità e la possibilità di diffondere tale messaggio a chiunque, non solo agli iniziati.

Roma, per fermare l’avanzata del messaggio di Cristo, fa l’unica cosa che si può e si deve fare quando non si riesce a fermare un fenomeno: lo si compra, lo si corrompe, lo si fa passare dalla propria parte.

La religione cristiana diviene quindi religione ufficiale dell’impero dal 391 con Teodosio, e da quel momento in poi Roma distruggerà sistematicamente il messaggio autentico di Cristo.

La Chiesa cattolica diventa la portatrice di un messaggio di odio e di violenza contro il diverso, contro l’eretico, contro le altre religioni. Coloro che propongono messaggi di amore autentico, come i Catari e i Dolciniani, vengono sistematicamente distrutti in un bagno di sangue. Chi si azzarda anche solo a proporre riforme della Chiesa nel senso dell’autentico messaggio di Cristo viene bruciato, come Savonarola o Giordano Bruno.

Si salvano dal massacro solo quei veri cristiani, come San Francesco, che portando anche un messaggio di povertà non faceva paura ai potenti; mentre i Templari e i Catari invece avevano tra le loro fila nobili, guerrieri, e persino re; e per questo motivo erano troppo pericolosi e furono sterminati.

Non a caso Roma ha nel suo nome l’anagramma del messaggio cristico. La parola Roma, infatti, letta al contrario, è AMOR, che in latino è, appunto, la parola amore. Anche simbolicamente, quindi, il messaggio di Cristo viene distrutto da una potenza il cui nome già evocava il principio contrario a quello cristico.

E sempre dal punto di vista simbolico, la Chiesa edifica il suo impero su due personaggi chiave che, diremmo ai tempi di oggi, erano i meno indicati come testimonial della nuova religione: Pietro e Paolo. Il primo, che era l’apostolo che aveva rinnegato Cristo per tre volte; il secondo, che non aveva mai conosciuto Cristo di persona.

3. Il segreto dei Rosacroce e il segreto di Dante: l'amore.

I seguaci di Cristo continuano in segreto la loro missione di divulgazione, ma a partire da Costantino in poi il vero messaggio di Cristo viene trasfigurato, e doveva essere diffuso solo nel segreto delle tradizioni iniziatiche giovannite. In altre parole, alcuni seguaci di Cristo diffondono il suo messaggio, contenuto prevalentemente nel Vangelo di Giovanni, ma lo fanno in segreto, nascondendolo dietro ai simboli e agli insegnamenti che si tramandavano all’interno delle organizzazioni segrete rosacrociane e templari.


I Templari erano l’ala militare dei Giovanniti, i Rosacroce l’ala – potremmo dire – civile.


Dante era un rosacroce.


Non a caso la sua confraternita aveva un nome evocativo: Fedeli d’Amore.
Cavalcanti, Lapo Gianni, Guinizzelli, ecc., non erano certamente – come la cultura ufficiale ce li ha dipinti – dei poeti che cantavano tutto il giorno le lodi a delle donne improponibili (anche perché erano spesso dei traditori e donnaioli impenitenti, e la maggior parte delle loro poesie erano quasi senza senso se interpretate alla lettera); l’amore di cui trattavano i Fedeli d’Amore era quello di Cristo; erano, insomma, Fedeli a Cristo, non all’amore fisico.






Il segreto più importante della Divina commedia è contenuto nell’ultimo canto del Paradiso ed è il segreto di DIO.


Dio, quel Dio che la Chiesa cattolica dipingeva e dipinge ancora talvolta come vendicativo e punitivo, è invece “pinto della nostra effige” (non a caso il termine Dio è dato dal termine IO con l’aggiunta della leggera D, che rappresenta anche il numero 4, che a sua volta rappresenta Dio, anche per i pitagorici).


E il segreto dell’universo è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.


Dio, sta dicendo Dante, è dentro di noi, e noi siamo dèi (come dice anche San Giovanni). E dobbiamo tendere all’Uno (UNI VERSO = verso l’uno).


E il segreto di tutto, quel segreto che pare così banale ma che in realtà la Chiesa cattolica ha tentato di sopprimere diffondendo un principio opposto, è l’Amore.






Cristo è dunque Amore.


Amore è Cristo.


Ora, se teniamo presente che il simbolo dei Rosacroce è la croce, al centro della quale c’è la rosa, che rappresenta il cuore di Gesù, il suo sangue, e dunque anche Gesù stesso, si capisce anche l’importanza della Rosa nel simbolismo massonico, rosacrociano e templare.


Quindi può stabilirsi questa equazione: Rosa = Amore = Cristo.










4. Il segreto dei poteri occulti nell’attuale società: la sottrazione dell'amore. Il nome della Rosa.






Il segreto con cui i poteri occulti tengono in pugno la nostra società è, quindi, tutto racchiuso nella figura di Cristo.


Attorno alla sua figura si gioca una lotta tra massoneria e Chiesa cattolica, fatta di ricatti, colpi bassi, scomuniche vicendevoli, ma anche di patti e alleanze.


Ma il segreto di Cristo è tutto lì: l’amore.


Per avere una società docile sottomessa ad ogni minimo capriccio del potere, si è creata una società senza amore, perché senza amore le persone sono infelici. E una persona infelice è facilmente sottomessa.


Una persona felice, infatti, non andrebbe in guerra (perché dovrebbe rischiare di morire per poi non rivedere più i propri cari, le proprie cose?).


Una persona infelice obbedisce ad ordini illegittimi e commette anche illegalità, perché ha paura di perdere quel poco che ha e di diventare ancora più infelice perdendo il lavoro.


Una persona infelice lavorerà anche dieci ore al giorno come un mulo e sottopagato, se non sa e non conosce in quali altri modi potrebbe essere felice.


La tecnica usata da certi poteri per sottomettere la popolazione è stata quindi molto semplice: togliere l’amore da tutte le manifestazioni della vita sociale e individuale.


In primis, anziché insegnare alla gente ad essere felice, spiegando il senso della vita e della morte, si insegna alla gente a primeggiare, a prendere bei voti anche nella materie in cui non hanno alcun interesse, e ad accumulare soldi. Cioè si insegna loro il miglior modo per essere infelici, intanto perché non si può primeggiare in tutto, e in secondo luogo perché anche quando si primeggia, ciò non porta la felicità.


Si insegna poi a dipendere dalla stima altrui, e non da quella per se stessi, in modo da farci dipendere dagli altri.






Queste cose le conosce bene Umberto Eco, che nel suo romanzo Il nome della rosa parla di un libro segreto, un libro “con cui si uccide e per cui si uccide”. Questo libro è la Commedia di Aristotele, che nel romanzo tratterebbe il tema del “riso”; in realtà, come abbiamo spiegato in altri articoli, esso è la Divina Commedia.


Eco infatti dicendo che il libro segreto è la Commedia di Aristotele sta citando un testo che non esiste nella realtà, frutto di invenzione.


La scelta del titolo non è casuale; esso da una parte richiama la Divina Commedia, ma dall’altra facendo riferimento al riso sta alludendo anche alla felicità; il libro è proibito perché un libro che parlasse di felicità non può che essere inviso ai poteri forti, che vogliono una popolazione sottomessa perché infelice.


Eco, insomma, sa bene che il fine dei poteri occulti è mantenere la gente nell’infelicità perché conosce bene i segreti della Rosa.






Un segreto conosciuto anche da Franco Battiato, che a quanto ci dice nella canzone “La cura”, conosce le leggi del mondo e ne farà dono (alla donna amata, secondo alcuni; al discepolo, per chi interpreta la canzone come un discorso che il maestro fa al suo discepolo; “ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza, percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”). E quali sono le leggi del mondo lo dice in un’altra canzone: “Tutto l’universo obbedisce all’amore”.






Lo stesso concetto che troviamo in Dante.


Lo stesso concetto che troviamo nei Vangeli.


Lo stesso concetto che spesso viene diffuso anche in opere minori, solo apparentemente per bambini, come Kung Fu Panda, dove il segreto dei segreti è: l’amore.






La sottrazione dell’amore in tutti i settori del vivere è il seguente.


I politici fanno il loro lavoro per potere, non per amore, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti.


I magistrati fanno il loro lavoro per prestigio, quindi non interessa loro portare giustizia e amore.


La maggior parte della gente fa alcuni lavori per prestigio o per soldi, scambiando la felicità con l’accumulo di beni.


Pochi quindi fanno un lavoro per amore e passione, e spesso quei pochi vengono derisi perché non guadagnano abbastanza o perché il lavoro non è troppo prestigioso. Chi non si piega alle leggi della società, chi vuole fare il pittore, il cantante, il regista, nonostante i pochi guadagni, viene deriso e considerato con sprezzo un “artista”, un fannullone, uno che non vuole mettere la testa a posto.


La corruzione diffusa e l’impossibilità di diventare anche portalettere senza una raccomandazione hanno fatto sì che oggi il 90% delle persone faccia il suo lavoro solo per portare a casa lo stipendio, non per amore di ciò che fa. Quindi abbiamo impiegati costantemente incazzati, negozianti che tendono a fregare il cliente perché non mettono amore nella loro attività e nel servizio alla clientela, professionisti che non vedono l’ora di andare a casa e che se ne fregano del cliente che hanno davanti, imprese che fabbricano prodotti scadenti, ecc.






Contribuisce a questo stato di cose la cultura ufficiale.


Dalla cultura è stato tolto tutto ciò che è vivo, vero, e che potrebbe rendere interessante quasi tutto.


Si studia Dante Alighieri senza capire di che amore parla, e la maggior parte dei commentatori pensa davvero che egli abbia scelto San Bernardo come sua guida perché “era devoto alla Madonna” e non perché – magari – era il creatore della regola templare.






Si studia la storia senza capire le reali connessioni tra eventi, quindi senza capire il motivo per cui certi fatti accadono, sì che la storia ufficiale viene presentata come un insieme di fatti casuali e la maggior parte della gente non si appassiona a questa materia.






Anche altre materie, come la matematica, vengono presentate in modo arido. Nessuno dice allo studente che Pitagora non era solo un matematico, anzi, non lo era affatto; Pitagora era invece un iniziato che aveva una scuola di misteri, che non a caso morì assassinato insieme a molti seguaci, perché insegnava la matematica dell’universo e l’unità delle religioni. Non a caso gli iniziati ad alcune società segrete vengono anche chiamati tutt’oggi Pitagorici. E la matematica i massoni la conoscono bene, tanto da chiamare il loro Dio “Grande Architetto dell’Universo”, e tanto da renderli ossessionati da date e simboli sì da metterli ovunque e da non fare un passo, spesso, senza aver consultato astrologi e numerologi.






Se quindi per una persona normale, un profano, il fatto che MORO sia morto assassinato nella città di ROMA (A-MOR) è un caso, l’iniziato capisce subito le implicazioni di un simbolismo del genere, come capisce bene il motivo per cui al numero 9 di Via Caetani (Caetani era un dantista di fama internazionale) dove Moro fu lasciato morto, c’è il Conservatorio di Santa Caterina della Rosa.


Ma l’iniziato non ne parla con i profani, perché non capirebbero.










5. La riforma della società, le scuole di pensiero, i punti di riferimento.






Visto che viviamo in un’epoca di (relativa) libertà di pensiero, verrebbe da domandarsi il motivo per cui la conoscenza massonica non venga divulgata anche ai profani.


Intendiamoci… Oggi chiunque può acquistare testi massonici in qualsiasi libreria; esistono persino in commercio i rituali di morte di Waite e di altre organizzazioni, quindi c’è veramente di tutto. Ma il problema è anzitutto che il 99% di questi testi sono incomprensibili; in secondo luogo certi concetti (l’influenza della massoneria nella società e nella storia, il conflitto tra massoneria e Chiesa, ecc.), non sono “insegnati” nelle scuole, dove anzi si insegna tutto il contrario.






Allora viene spontanea la domanda sul perché il pensiero, la dottrina e la conoscenza massonica non possano essere diffusi e divulgati con semplicità a tutti.






Il problema non è la conoscenza in sé, ma la coscienza; capire che alla base del conflitto tra massoneria e Chiesa c’è l’amore, significherebbe aprire gli occhi alla gente, farla svegliare, farle ricercare la felicità.


Si dà quindi alla gente al massimo la conoscenza, ma non la coscienza (e non a caso il termine conoscenza è dato da coscienza, con l’aggiunta di un NO: no coscienza).


Perché una società di persone infelici è una società di schiavi; una società di persone felici non è manipolabile.






Immaginiamoci cosa succederebbe in una società come la nostra se venisse immesso l’amore in tutti i campi lavorativi e sociali.


Senza trasformazioni strutturali, senza riforme legislative, avverrebbe naturalmente questo:


- polizia e carabinieri inizierebbero a fare il loro lavoro con passione e amore per la ricerca della verità, in pochi mesi verrebbero sgominate l’internazionale pedofila, le mafie, e altri cancri sociali;


- i magistrati laverebbero per la giustizia e non per tornaconto personale; sparirebbero gli insabbiamenti, i processi politici, le distorsioni;


- gli avvocati difenderebbero i loro clienti al meglio, sicuri di avere un processo equo e giusto, e troverebbero più facilmente accordi con le controparti nell’interesse di tutti;


- i giornalisti si rifiuterebbero di pubblicare notizie farlocche, e in prima pagina anziché esserci le ultimissime sul calcio o sulle finte trombate di Berlusconi, ci sarebbero ipotesi di soluzione per evitare la crisi finanziaria, si parlerebbe di tutelare realmente le minoranze deboli e si porterebbero alla luce tutti gli scandali, facendo quindi finire l’epoca dei poteri occulti, perché esisterebbero solo poteri palesi, quindi trasparenti, quindi controllabili dai cittadini, quindi onesti;


- nella sanità non ci sarebbe l’immenso buco nero che sottrae miliardi di euro alle casse statali e che finisce nelle tasche degli amministratori, ma questi soldi verrebbero utilizzati per medicine, strutture, ecc., e gli ospedali inizierebbero a funzionare per incanto;


- si svilupperebbero le medicine alternative perché molti medici, di fronte ad ipotesi di cure non tradizionali, non partirebbero negativamente solo per la paura che gli venga sottratta una fetta di mercato, ma cercherebbero di capire quale sia la soluzione migliore per la cura del paziente;


- i politici migliorerebbero in poco tempo i settori legislativi carenti e cesserebbero di incanto le guerre; amministrando in nome del popolo, per amore di esso, e puntando al benessere della popolazione, nessun leader politico sarebbe così miope da scatenare una guerra (“fratello palestinese, scusa se ci hanno insediato nei vostri territori… qualcuno ha avuto questa bella idea per metterci l’uno contro l’altro, ma ora che il danno è fatto cerchiamo di convivere pacificamente”; “fratello israeliano, ma figurati… non devi scusarti, in fondo la Palestina era vostra, e siete stati scacciati da popolazioni prive di amore ed era giusto che tornaste; la Palestina era la vostra casa e lo è ancora, avete dato al mondo tante cose belle, è giusto che rimaniate, c’è terra per tutti”);


- i grillini perdonerebbero i parlamentari attuali (“vi perdoniamo perché non avete avuto colpa di ciò che avete fatto, ma ora mettetevi in riga eh birbantelli”) senza insultare Bersani e senza chiamarlo “morto che parla”, eccitando così lo scontro politico; e Bersani e Berlusconi si accorderebbero per formare il nuovo governo prendendo il programma di Grillo, sia pure con una piccola ritoccatina in materia di banche e moneta;






Certo, ci sarebbero sempre il serial killer che ama uccidere l’altro, il banchiere che ama solo il denaro, la mafia che si organizzerebbe per vivere illegalmente, il ladro e il violento, ma non potrebbero continuare a lungo il loro lavoro se i politici amassero il loro, e lo amassero anche le forze dell’ordine, la magistratura, i militari, ecc. ecc.


Sarebbe un mondo diverso senza necessità di alcuna riforma particolare.






Il lavoro della società verso la felicità e l’amore è tuttavia cominciato.


Nonostante la strenua lotta dei poteri occulti per rendere le persone infelici, nonostante la sistematica uccisione di tutti i maestri che hanno diffuso un messaggio diverso, Cristo, Osho, Gandhi, M.L. King, molti maestri nell’umanità hanno piantato un seme che non potrà più essere estirpato.


Cristo per primo ha gettato il seme, seppure destinato a germogliare nei secoli futuri, e la sua crescita è ormai inarrestabile.


Successivamente maestri come Osho, Aivanhov, Steiner, Yogananda, Krishnamurti, hanno gettato altri semi e creato altre deflagrazioni d’amore destinate ad espandersi sempre più.


Non a caso chi studiasse questi autori senza preconcetti troverebbe che i loro studi e i loro insegnamenti non sono altro che la prosecuzione degli insegnamenti di Cristo.


Osho è stato dipinto dai media come il maestro delle 99 Rolls Royce e delle orge, ma nonostante questo le sue centinaia di libri vengono diffusi e letti ovunque, e chiunque lo legga senza preconcetti troverà che il suo messaggio è in tutto simile a quello di Gesù, tanto che negli ultimissimi anni della sua vita aveva anche fondato una fratellanza che si ispirava agli insegnamenti cristici e i cui affiliati vestivano di bianco secondo il costume esseno: si chiamava “Fratellanza delle Tuniche Bianche”, ovvero White Robe Brotherhood, analoga alla Fratellanza Bianca Universale di Aivanhov.


Yogananda diffonde lo Yoga in Occidente, ma scrive e diffonde commentari sul Vangelo, oltre che sulla Bhagavad Gita.


Steiner incentra i suoi insegnamenti su Cristo e su quello che lui chiama il Mistero del Golgota.


Il risultato è che da qualche tempo nella società in cui viviamo si parla di amore, portando tale termine al di fuori dei soli rapporti familiari, e si inizia a introdurlo nei rapporti di lavoro, nelle imprese, ovverosia in settori dove prima tale concetto era assente.


In questo senso la new age ha contribuito molto alla diffusione di questo concetto, e anche se snobbata da intellettuali, religiosi, e un po’ ovunque, i concetti da essa introdotti, un po’ traballanti, un po’ zoppicando, fanno capolino in settori prima sconosciuti.






L’amore è quindi un concetto apparentemente banale, ma in realtà tanto rivoluzionario da dover essere mascherato da amore cortese nel 1200, ed esser comunicato in segreto nelle società misteriche nei secoli successivi, proprio per la sua portata rivoluzionaria, deve essere introdotto piano piano, a piccole dosi nella società. Non potrebbe essere diversamente, perché la società non è pronta a questo concetto. Eppure esso è ormai recepito in molti ambienti, tanto che rimasi colpito quando Berlusconi dichiarò – forse un pochino enfaticamente – che “l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio” dopo la finta aggressione a piazza San Babila. Finta l’aggressione, finto – almeno per quello che mi è sembrato – il messaggio, ma devo dire che credo fosse la prima volta che sentivo da un politico una frase del genere. E questo vuol dire che il seme è stato comunque gettato.










6. La millenaria lotta tra massoneria e Chiesa, nel passato e nel futuro.






La titanica lotta di questi duemila anni, tra Chiesa cattolica e Rosacroce prima, e Massoneria poi, può essere letta in due modi.


Il primo è quello di considerare la Chiesa come l’istituzione che per secoli ha cercato, e cerca tuttora, di ostacolare il progresso e la conoscenza, che ha distrutto la figura di Cristo e di Dio portando ovunque nel mondo messaggi di sopraffazione, di odio, intolleranza, e cercando di conquistare le coscienze di tutto il mondo (in parte riuscendoci, dato che la Bibbia è stato il primo libro ad essere stampato nella storia, ed è tuttora il libro più letto nel mondo); e la massoneria come la forza che ha cercato di ostacolare per secoli questa tendenza, portando luce e conoscenza (“Dal silenzio la luce” si intitola uno degli ultimi libri sui Rosacroce pubblicati dalla Giunti editore). Non mancando di notare però, che a partire dal 1717, come dice Carpeoro, questa istituzione ha iniziato il suo declino perché non è più una palestra di perfezionamento dell’individuo ma spesso una congrega dove si fanno affari, si cercano rapporti economici, e spesso si trama nell’ombra con la sicurezza dell’impunità. E attualmente Chiesa cattolica e massoneria vanno spesso a braccetto e perseguono identici fini con identici mezzi, diventando due facce di una stessa medaglia, come Giano Bifronte e San Giovanni, Battista ed Evangelista.






La seconda è quella di partire dal presupposto che l’aspirazione a conquistare il mondo e assoggettare le masse è stata sempre tipica dell’uomo, e quindi non esistendo la Chiesa cattolica ci sarebbe stata un’altra istituzione che avrebbe cercato di fare lo stesso.


La Chiesa cattolica ha invece il merito di aver diffuso ovunque la figura di Cristo, e anche se in modo distorto, anche se travisandolo, anche se mal interpretandolo, ha comunque introdotto un concetto, che è quello dell’amore.


La massoneria, dal canto suo, ha diffuso la conoscenza e la cultura, non a caso tutti i più grandi uomini dell’umanità in passato erano massoni.


E’ dalla fusione di queste due forze, dal meglio di esse, che un domani arriverà un’umanità migliore, che avrà amore e conoscenza, saggezza ed equilibrio.


Il percorso di crescita dell’umanità è fatto a gradi e non potrebbe essere fatto diversamente (non a caso nelle scuole iniziatiche pitagoriche si diceva che occorre celare i misteri ai profani, perché la verità, se rivelata al depresso diventa un’arma per la sua autodistruzione, al malvagio diventa un’arma pericolosa per gli altri, mentre lo stolto non ne reggerebbe il peso e impazzirebbe).


Se 2000 anni fa il re poteva far tagliare la testa a chiunque, e tutti pensavano fosse legittimo, ma al tempo stesso quando questi passava per le strade lo acclamavano in massa, oggi l’umanità è molto diversa:


- i sovrani (sostituiti dai politici) tagliano ancora la testa a chi vogliono, ma oggi devono dare una giustificazione, devono chiamare le loro guerre “preventive” o “missioni di pace”, e devono affamare il popolo con la scusa della crisi;


- nessuno pensa più che ciò sia legittimo, infatti quando la gente scopre l’inganno, in genere si ribella; e sono comparsi concetti – ancora inapplicati, ma è importante che siano apparsi a livello teorico – come la protezione del più debole, i diritti del fanciullo, dei malati, ecc.;


- il popolo quando incontra un politico ancora si inchina ed è tutto orgoglioso di aver potuto parlare con il politico X o Y, ma sempre meno persone hanno questa debolezza, e capita anche che quando il re passa per le strade la gente lo insulti e gli tiri i pomodori marci.






Siamo insomma un po’ più evoluti rispetto a 2000 anni fa, e ce ne vorranno forse altrettanti perché il perfezionamento sia completo.






In tal senso la Chiesa cattolica, nel tentativo a breve termine di fermare l’insegnamento di Cristo, probabilmente ne ha solo ritardato la diffusione, ma ha avuto il grande merito di aver fatto conoscere la sua figura ovunque nel mondo; e qualunque ricercatore spirituale che non persegua solo la “conoscenza” ma ricerchi la verità, non può prima o poi se non arrivare all’unica via, come diceva Scaligero nel passo citato da Cammerinesi nel mio articolo precedente.


Quell’unica via che è data dal punto di contatto che esiste in tutte le religioni, ebraica, cristiana, musulmana, buddhista, induista, giainista, e che si ritrova persino nei testi derivati dalla religione hawaiiana che trattano la tecnica dell’Ho ’oponopono.






La massoneria ha il grande merito non solo di aver diffuso ovunque la conoscenza e la saggezza, ma va detto che ha anche permesso un maggiore approfondimento relativamente alla figura di Cristo (se non fosse stato per la massoneria infatti non avremmo conosciuto i vangeli gnostici e non sarebbero nati gli studi alternativi sulla sua persona).






Se leggiamo le cose in un’ottica anche di crescita della consapevolezza, anche personaggi additati in genere negativamente come Aleister Crowley, il mago nero più famoso del ventesimo secolo, hanno dato un forte contributo alla diffusione dell’amore; il motto di Crowley, che era il riassunto del suo sapere esoterico, era “Amore è la Legge, Amore sotto il dominio della Volontà”. Certo il suo era un amore che non corrispondeva al concetto di amore di Cristo (il quale forse avrebbe utilizzato il motto “volontà sotto il dominio dell’amore”); ma leggendo i testi e la biografia di Crowley si scorge comunque il grandissimo amore che lui aveva per la magia e per l’esoterismo, ed è per questo che la sua figura ha contribuito più di ogni altra a diffondere il sapere esoterico nella società. La sua opera e la sua vita sono un immenso canto d’amore per la magia, anche se, probabilmente, non traspare un identico amore per se stesso e per gli altri (anzi traspare una volontà di autodistruzione, ma lui stesso si dichiarava strumento di forze superiori non controllabili).










7. Le scuole di pensiero del futuro.






In futuro la società, per non trasformarsi in una prigione fisica e mentale, dovrà vedere il diffondersi sempre maggiore di Accademie e scuole di pensiero, dove si insegni (senza il vincolo del segreto e senza il senso di superiorità che caratterizza gli iniziati rispetto ai profani) la spiritualità e il perfezionamento dell’individuo.


In tal senso occorrerà partire dalla scuola, trasformando le attuali scuole, che sono una sorta di catene di montaggio per produrre utili idioti per il sistema, in una struttura che educhi il ragazzo a pensare, che lo stimoli a occuparsi prevalentemente dei propri talenti e non a primeggiare con gli altri anche in materie per lui di nessun interesse, che insegni veramente cosa è successo dietro alle quinte della storia ufficiale, che spieghi davvero il significato della Divina Commedia e di molte, troppe cose, che attualmente si studiano meccanicamente senza capirne il significato.










8. Conclusione. Il dialogo tra Toni e mia madre.






In fondo, il dialogo tra Toni e mia madre, quel dialogo che ho citato nel mio articolo precedente, potrebbe un giorno, in altre vite, riprendere, quando ciascuno darà all’altro quello che manca, e si complimenteranno a vicenda.


Mia madre dovrà solamente accostarsi con amore alla figura di Cristo, senza paura (paura di essere apostata, paura che il demonio le prenda l’anima qualora leggesse scritti gnostici); scoprirebbe così tutto il fascino di una figura che ha influenzato la società forse anche più di quanto lei immagini, e scoprirebbe la bellezza di testi come il Vangelo di Pace degli Esseni o la Pistis Sophia, e il fascino dell’approfondimento delle figure di San Giacomo, il fratello di Gesù, di San Giovanni, della Maddalena e molto altro.


Toni, che ha già l’amore in sé, dovrà solo rendersi conto che c’è qualcos’altro, oltre al sapere appreso nei libri, e che questo qualcos’altro non è retto da somma casualità, come dice, ma dall’“amor che move il sole e l’altre stelle”, come è scritto in quella Divina Commedia che, ne sono sicuro, Toni conoscerà ma che, ne sono altrettanto sicuro, non avrà certamente capito nel suo messaggio di fondo. Come sono sicuro che Toni avrà letto anche “Il nome della rosa”; non potrebbe essere diversamente, perché lui è una persona colta, e non può non aver letto il romanzo di Eco e ovviamente avere una sua dotta opinione su questo romanzo.


Quanto poi abbia capito di entrambe le opere è un’altra questione.


Ma la nostra società non è ancora fatta per capire.


Sta capendo.


E fra qualche migliaio di anni sarà finalmente pronta.














Bibliografia.






Per i riferimenti a Pitagora si è preso soprattutto da Schurè, “I grandi iniziati”.






Della Fratellanza delle tuniche bianche parla Azima Rosciano nel libro “La mia vita con Osho”.






La frase di Giuliano di Bernardo è tratta dal libro “Fratelli d’Italia” di F. Pinotti.






Il sunto della storia dell’amore nel conflitto tra massoneria e Chiesa cattolica è la sintesi della lettura della fuffa new age propria dei libri di Anne e Daniel Givaudan, e degli incontri con Fausto Carotenuto, Piero Cammerinesi e il gruppo spirituale di Coscienzeinrete.



Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/PaoloFranceschetti/~3/Q4tH8keneoM/chiesa-cattolica-massoneria-e-rosacroce.html

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