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domenica 30 settembre 2012

Sicurezza sul lavoro: sempre più rischi

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ripropongo questo articolo vedo che piace ai lettori , è sempre il più letto.
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Seimila lettori in quattordici mesi, certo se paragonato ad un Barnard o Grillo queste sono piccole cifre però l'argomento interessa: Essere presi in giro tutta una vita significa essere operai al tempo nostro, Marchionne il pagliaccio ve lo ricordate che ha preteso dalla Fiat ed hanno anche votato a favore i grandissimi genialoidi che hanno accettato, meno soldi, più ore, meno pause perchè il lavoro sulla catena di montaggio dev'essere proprio poco impegnativo e sopratutto appagante ... pensate se domani gli operai ed i soldati assieme si togliessero i vestiti! Già proprio i vestiti ... hahahaha, a Barcelona ho conosciuto un impiegato francese che veniva in ferie tutti gli anni un mese scarso e sapete cosa faceva in quel mese? Viaggiava nudo con uno zaino in spalle ... e tutti a girarsi e vederlo, chi sbalordito, chi divertito e qualcuno, pochi, offesi: In quel paese e in Danimarca mi sembra, da qui capite perchè sceglieva la Spagna, non dev'essere facile camminare nudi in vicinanza del mare del nord, comunque in quei paesi non esiste il reato di "offesa al pudore"

Offese al pudore - Wikipedia

it.wikipedia.org/wiki/Offese_al_pudoreCondividi
Nell'ordinamento giuridico italiano, le disposizioni in tema di offese al pudore sono contenute negli articoli 527-538 del codice penale
  ... non esiste proprio nel loro codice legislativo e se non hai i documenti al massimo possono tenerti 72 ore in cella,  ma comunque se hai i documenti nessuno ti può fare nulla, si avvicina la polizia, chiede la documentaciòn e poi dopo averti chiesto perché lo fai se ne vanno. Lui cercava anche discepoli, chi lo seguisse nudo per la città ... perché spogliarsi diceva significa rompere tutti gli schemi che porto durante l'anno 

Buona Lettura  

Sicurezza sul lavoro: sempre più rischi



Articolo da Reset Italia

Il motto “produci consuma crepa” è caratteristico del governo Monti, come lo era di quello Berlusconi. Anche in questo senso la continuità tra i due governi è palese. L’Europa ci chiede di intervenire in materia di lavoro, di cancellare diritti, di aumentare la produttività, di alzare in sostanza il livello di sfruttamento dei lavoratori ed ecco fatto: il governo tira su le maniche e si mette al lavoro per manomettere l’articolo 18, per rendere pressoché inefficace su molti punti lo Statuto dei Lavoratori ed ora, ancora una volta, tenta di porre un freno alle necessità di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Si diceva “ancora una volta”, perché nella sua breve vita questo governo ha già tentato due volte di “semplificare” gli adempimenti a carico delle imprese, in materia di sicurezza sul lavoro, mostrando una sostanziale indifferenza nei riguardi della tutela della salute e dell’incolumità di chi lavora. Già nel decreto semplificazioni dello scorso febbraio, il governo aveva tentato di azzerare i controlli nelle aziende; poi aveva provato a derogare le aziende dall’obbligo di valutare i rischi sul lavoro nei primi due anni di attività. Ma in questo modo i lavoratori sono soggetti a grave rischio.



Il governo quindi torna alla carica, ancora con un pacchetto semplificazioni. Senza entrarvi tecnicamente nel merito (lo ha fatto bene Marco Spezia nel documento che riporto in basso che io, anche da collega, condivido assolutamente in tutte le considerazioni), si deve sottolineare che le semplificazioni proposte prevedono deroghe per adempimenti in carico alle aziende fondamentali per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.Tra questi vi è l’obbligo di valutare i rischi aziendali (inderogabile obbligo dei datori di lavoro); quello di documentare la valutazione dei rischi dovuti alle interferenze causate dalla contemporanea presenza di più imprese in uno stesso luogo di lavoro, attraverso il cosiddetto Duvri (si tratta di rischi molto insidiosi, perché non dipendono direttamente dalle attività di ciascuna impresa e quindi meno palesi); fino all’obbligo di formare ed informare i lavoratori. È vero che – bontà loro! – sono escluse dalle “semplificazioni” citate (ma non da altre pure importanti) alcune tipologie di attività molto pericolose (ad esempio quelle a rischio di incidente rilevante o le centrali termoelettriche. Ma ad usufruirne saranno comunque la grande maggioranza delle imprese che impiegano complessivamente milioni di lavoratori, alle quali si vuol concedere la possibilità a fare un po’ come pare loro in materia di sicurezza lavoro. Come a dire che il diritto alla salute ed all’integrità fisica dei lavoratori è in mano alla discrezionalità del datore di lavoro.


L’aspetto che mi pare centrale, in questa situazione, è la volontà del governo Monti di concedere, alle nuove aziende, scandalose proroghe (di due anni!) per valutare i rischi dovuti alle proprie attività. In pratica per due anni i datori di lavoro saranno esentati dal valutare a quali rischi sono sottoposti i lavoratori. In sostanza, con queste “semplificazioni”, la tutela della salute e dell’integrità fisica delle persone che lavorano non costituirebbero una priorità imprescindibile da qualunque altro aspetto aziendale.
Ricordo, en passant, che già il ministro Sacconi intervenne in maniera simile, ma in maniera molto più blanda: nelle modifiche del 2009 al TU sulla sicurezza lavoro, infatti, si parlava di concessione di un tempo di 90 giorni per l’elaborazione del documento (cosiddetto DVR) che attesta l’effettuazione della valutazione dei rischi, che invece doveva essere immediata. Nel caso del pacchetto semplificazioni, è esattamente la valutazione dei rischi che viene rimandatadi due anni dalla costituzione dell’azienda. È perfino inutile sottolineare che è solo dopo aver valutato a quali rischi i lavoratori sono soggetti svolgendo un’attività, che si possono organizzare correttamente le giuste misure di prevenzione e protezione da quegli stessi rischi. È lapalissiano quindi affermare che per i primi due anni i lavoratori di una nuova impresa potranno essere in balìa dei più svariati pericoli. Ed il nostro è un Paese nel quale in due anni, già senza quelle semplificazioni, muoiono e si ammalano per cause di lavoro diverse migliaia di persone.
La sicurezza sul lavoro, insomma, continua ad essere considerata un costo da abbattere in nome della competitività. Un concetto assunto dal governo Monti in piena continuità con quello Berlusconi, del quale faceva parte tal Giulio Tremonti che definì la sicurezza sul lavoro “un lusso che non ci possiamo permettere”. Il presidente Monti continua a ripetere che per rilanciare l’economia c’è bisogno del sacrificio di tutti. A quanto pare, ai lavoratori si chiede si sacrificare perfino la propria salute e la propria incolumità fisica; di sacrificare sé stessi. È questo non è accettabile.
Questo è un motivo in più per opporsi con forza al governo Monti e a chi lo sostiene.

Carmine Tomeo

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Fonte: Reset Italia

Autore: Carmine Tomeo

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