La collega Lameduck cita Pasolini, il geniale Blicero pure, ma nell’entusiasmo della giovenile età ci piazza pure Buñuel, Canetti e Henry Miller. Entrambi, probabilmente, per cercare di trovare un iceberg culturale contro il quale si sia schiantato il Titanic Italia. Ma non è necessario.
Il livello, infatti, non è così basso. Gli italiani comuni, quelli che campano di lavoro, pensione e non posseggono navi e aerei privati, non schiattano tutti davanti alla televisione persi tra le tette della Barbara D’Urso, le omelie di Saviano e la disinformazione dei programmi di “attualità” (tutti, la D’Urso, Saviano e l’attualità, con lo stesso obiettivo benzodiazepinico di imbrigliare una sia pur remotissima reazione nella melassa delle lacrime o della facile democrazia partecipativa basata sulla firma dell’appello). Qualcuno continua ad interessarsi di politica, economia e belle arti. Così, senza un fine preciso se non la soddisfazione personale di confrontarsi con qualcuno, evolvere le proprie idee, imparare.
Il problema, se un problema c’è ma non ne sono sicuro, è che questi italiani “normali” che sono stati capaci addirittura di finire di leggere un libro o che cercano di imparare una lingua straniera per leggersi un giornale su internet, non sono ammessi alle sante cose della politica.
Lo dico anche per esperienza personale. Recentemente ho provato a dare un contributo ad una piccola organizzazione politica locale. Ingenuamente ho lasciato intuire di saper coniugare i verbi e di avere una certa autonomia critica. Il risultato è stata la totale ed immediata emarginazione. Sono convinto che molti hanno avuto esperienze simili. Alla fine, dopo secoli di storia tormentata, in Italia il potere l’hanno preso i coglioni, gli ignoranti, i gretti e non lo mollano più.
Indipendentemente dalla bandiera dichiarata, fanno cartello e si coprono a vicenda perché sanno benissimo che dietro le scorte e i vetri blindati che li proteggono c’è il nulla assoluto. Lasciati da soli, senza lo schema che si sono cristallizzati intorno, probabilmente finirebbero a competere con i senegalesi per scaricare le cassette di frutta ai mercati generali.
Lucidamente, in questo c’è una grande equità. La natura e l’universo non hanno una finalità culturale. Il loro scopo non è produrre un superuomo che incarni in sé l’essenza del sapere e della virtute. Natura ed universo sono semplicemente senza finalità. Sono dominati da regole, leggi, interazioni di complessa interpretazione. Di fronte all’infinito, un uomo ed un batterio hanno esattamente le stesse possibilità. Entrambi possono diventare i signori dell’universo, la partita è aperta, ciascuno può giocare liberamente le sue carte. La Natura non giudica, non predilige, non incoraggia, si limita a selezionare.
E’ per questo che quello che accade in questo paese è perfettamente equo e naturale. Se si trascura l’igiene, i parassiti si moltiplicano a dismisura fino, addirittura, a distruggere ottusamente il loro stesso ospite.
I ratti, come si sa, sono destinati al dominio del mondo. Fiorito, nella sua cella, lo sa e, paziente, silenziosamente sorride.
Nel 2009, la prima parte di questo discorso. Leggi.Fai un saluto @mentecritica su twitter. Grazie!
Il livello, infatti, non è così basso. Gli italiani comuni, quelli che campano di lavoro, pensione e non posseggono navi e aerei privati, non schiattano tutti davanti alla televisione persi tra le tette della Barbara D’Urso, le omelie di Saviano e la disinformazione dei programmi di “attualità” (tutti, la D’Urso, Saviano e l’attualità, con lo stesso obiettivo benzodiazepinico di imbrigliare una sia pur remotissima reazione nella melassa delle lacrime o della facile democrazia partecipativa basata sulla firma dell’appello). Qualcuno continua ad interessarsi di politica, economia e belle arti. Così, senza un fine preciso se non la soddisfazione personale di confrontarsi con qualcuno, evolvere le proprie idee, imparare.
Il problema, se un problema c’è ma non ne sono sicuro, è che questi italiani “normali” che sono stati capaci addirittura di finire di leggere un libro o che cercano di imparare una lingua straniera per leggersi un giornale su internet, non sono ammessi alle sante cose della politica.
Lo dico anche per esperienza personale. Recentemente ho provato a dare un contributo ad una piccola organizzazione politica locale. Ingenuamente ho lasciato intuire di saper coniugare i verbi e di avere una certa autonomia critica. Il risultato è stata la totale ed immediata emarginazione. Sono convinto che molti hanno avuto esperienze simili. Alla fine, dopo secoli di storia tormentata, in Italia il potere l’hanno preso i coglioni, gli ignoranti, i gretti e non lo mollano più.
Indipendentemente dalla bandiera dichiarata, fanno cartello e si coprono a vicenda perché sanno benissimo che dietro le scorte e i vetri blindati che li proteggono c’è il nulla assoluto. Lasciati da soli, senza lo schema che si sono cristallizzati intorno, probabilmente finirebbero a competere con i senegalesi per scaricare le cassette di frutta ai mercati generali.
Lucidamente, in questo c’è una grande equità. La natura e l’universo non hanno una finalità culturale. Il loro scopo non è produrre un superuomo che incarni in sé l’essenza del sapere e della virtute. Natura ed universo sono semplicemente senza finalità. Sono dominati da regole, leggi, interazioni di complessa interpretazione. Di fronte all’infinito, un uomo ed un batterio hanno esattamente le stesse possibilità. Entrambi possono diventare i signori dell’universo, la partita è aperta, ciascuno può giocare liberamente le sue carte. La Natura non giudica, non predilige, non incoraggia, si limita a selezionare.
E’ per questo che quello che accade in questo paese è perfettamente equo e naturale. Se si trascura l’igiene, i parassiti si moltiplicano a dismisura fino, addirittura, a distruggere ottusamente il loro stesso ospite.
I ratti, come si sa, sono destinati al dominio del mondo. Fiorito, nella sua cella, lo sa e, paziente, silenziosamente sorride.
Nel 2009, la prima parte di questo discorso. Leggi.Fai un saluto @mentecritica su twitter. Grazie!
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