Non me ne intendo di fantascienza.
Chi ne sa però più di me, mi dice che gli scrittori di fantascienza del Novecento hanno pensato soprattutto a sviluppi meccanici. Che in realtà non ci sono stati: in fondo, usiamo più o meno le stesse macchine che si adoperavano mezzo secolo fa.
Il grande cambiamento è stato nel flusso delle comunicazioni, e quello credevo che non lo avesse previsto nessuno.
Poi sono stato a Peenemünde, oggi il punto più a nordest della Germania, dove Wernher Von Braun, assistito da un’imponente schiera di schiavi, sperimentava i razzi da lanciare sull’Inghilterra.
Lì c’è uno splendido museo, che cerca di rendere innanzitutto il contesto in cui è nata la sperimentazione sui razzi.
In una bacheca ho trovato questa illustrazione, una sorta di cartolina da infilare presumo in un album o una rivista. A mio parere di non esperto, dovrebbe risalire ai tempi della Repubblica di Weimar.
Il testo ci descrive un futuro immaginato:
Purtroppo la vetrina non offriva alcuna indicazione sulla provenienza o sull’autore del testo.
L’illustratore ha indovinato perfettamente l’espressione della telechiacchierista media.
Ultim’ora: il lettore Nic ha trovato la fonte. Si tratta di un’opera di Robert Sloss, Dasdrahtlose Jahrhundert, aus: „Die Welt in 100 Jahren”, pubblicata a Berlin nel 1910 (e quindi oltre un decennio prima della Repubblica di Weimar).
Chi ne sa però più di me, mi dice che gli scrittori di fantascienza del Novecento hanno pensato soprattutto a sviluppi meccanici. Che in realtà non ci sono stati: in fondo, usiamo più o meno le stesse macchine che si adoperavano mezzo secolo fa.
Il grande cambiamento è stato nel flusso delle comunicazioni, e quello credevo che non lo avesse previsto nessuno.
Poi sono stato a Peenemünde, oggi il punto più a nordest della Germania, dove Wernher Von Braun, assistito da un’imponente schiera di schiavi, sperimentava i razzi da lanciare sull’Inghilterra.
Lì c’è uno splendido museo, che cerca di rendere innanzitutto il contesto in cui è nata la sperimentazione sui razzi.
In una bacheca ho trovato questa illustrazione, una sorta di cartolina da infilare presumo in un album o una rivista. A mio parere di non esperto, dovrebbe risalire ai tempi della Repubblica di Weimar.
Il testo ci descrive un futuro immaginato:
“Telefono privato e televisore senza fili.
Ognuno adesso ha un proprio apparecchio ricetrasmittente e può conversare, su una determinata lunghezza d’onda, con amici e familiari. Ma anche la tecnica televisiva si è talmente evoluta, che nel contempo si possono guardare i propri amici in faccia. Gli apparecchi ricetrasmittenti non sono più legati a un posto, ma vengono portati sempre in giro in una cesta delle dimensioni di un apparecchio fotografico.”
Purtroppo la vetrina non offriva alcuna indicazione sulla provenienza o sull’autore del testo.
L’illustratore ha indovinato perfettamente l’espressione della telechiacchierista media.
Ultim’ora: il lettore Nic ha trovato la fonte. Si tratta di un’opera di Robert Sloss, Dasdrahtlose Jahrhundert, aus: „Die Welt in 100 Jahren”, pubblicata a Berlin nel 1910 (e quindi oltre un decennio prima della Repubblica di Weimar).
Nessun commento:
Posta un commento