Nel 2012 il gap tra italiani di rientro dall’estero e quelli in uscita dall’Italia è stato di circa 37mila unità: potremmo chiamarli emigranti, visto che, fino all’anno precedente, la differenza era quasi pari a zero.
“Il numero di emigrati italiani - scrive l’Istat nel rapporto – è pari a 68.000 unità, il più alto degli ultimi dieci anni, ed è cresciuto del 35,8% rispetto al 2011. “.
L’aspetto demenziale di tutta la faccenda, è che nel frattempo, la differenza tra stranieri entrati e quelli usciti dall’Italia è positiva di 283mila unità: un Paese dal quale i suoi cittadini se ne vanno, intanto ‘accoglie’ centinaia di migliaia di immigrati che vengono a fare concorrenza ai disoccupati italiani. E’ demenziale. E criminale.
Tutto questo non interessa i sindacati.
Ed è evidente che, più immigrati entrano, più italiani saranno costretti ad espatriare perché non in grado di trovare un lavoro decente per un salario decente.
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