Patrick Swayze in una scenda del film "Gost"
Per molti scienziati, il concetto di vita ultraterrena è una sciocchezza, mentre per altri semplicemente non è dimostrabile. Eppure c’è un esperto, il Professor “Robert Lanza”, che spiega perché la morte non esiste.
La morte non esiste. Egli sostiene di avere le prove per confermare l’esistenza della “vita dopo la morte” e che questa conferma si trovi nella fisica quantistica. La “teoria del biocentrismo”, sostenuta da Lanza, afferma che la morte come noi la conosciamo, è un’illusione creata dalla nostra stessa coscienza. Egli ritiene che è la nostra coscienza a creare l’universo, e non il contrario, e una volta che accettiamo che spazio e tempo siano solo “strumenti della nostra mente”, la morte non può esistere in alcun senso reale.
“Pensiamo che la vita sia solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine? Viviamo un po’ per poi marcire nel terreno?”, ha scritto lo scienziato, in modo provocatorio, sul suo sito web. Lanza – attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto alla Wake Forest University School of Medicine nel North Carolina – ha proseguito spiegando, che come esseri umani noi crediamo nella morte, perché ci è stato insegnato che si muore, o più precisamente, la nostra coscienza associa la vita al corpo fisico… e sappiamo che i corpi, prima o poi, muoiono.
Il Professor Robert Lanza spiega questa teoria nel suo libro “Biocentrismo: come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la vera natura dell’Universo”. La sua teoria del biocentrismo, spiega che la morte non può rappresentare un punto d’arrivo, una fine. Il biocentrismo è il credere che la vita e la biologia siano centrali nella realtà, e che siano queste a creare l’universo, non il contrario. Ciò suggerisce, quindi, che sono le coscienze stesse delle persone a determinare forma e dimensioni degli oggetti nell’universo.
“Quello che vediamo non potrebbe esistere senza la coscienza”, ha spiegato Lanza. “La nostra coscienza ha un proprio senso del mondo”. Osservare l’universo dal punto di vista della biocentrica, significa anche considerare che spazio e tempo siano solo semplici strumenti della nostra mente. Secondo le considerazioni relative agli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente. Se questa concezione di spazio e tempo viene accettata, significa allora che la morte non esiste.
Allo stesso modo, i fisici teorici sostengono che ci sia un numero infinito di universi, che coesistono contemporaneamente, con diverse varianti relative a persone e situazioni. Lanza ha aggiunto, che tutto ciò che può accadere e accade in questi diversi universi, ha a che fare col fatto che la morte non può esistere in “alcun senso reale”. Lanza, ha anche affermato che quando moriamo la nostra vita diventa un “fiore perenne che torna a fiorire nel multiverso”, e che “la vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di pensare”.
Lanza ha citato il famoso “esperimento della doppia fenditura” per spiegare le sue affermazioni: quando gli scienziati guardano un passaggio di particelle attraverso due feritoie, la particella passa attraverso una fenditura o l’altra. Se invece nessuno osserva, la particella si comporta come un’onda, che può passare attraverso entrambe le fenditure contemporaneamente. Questo significa che i cambiamenti di comportamento della particella, sono determinati dalla percezione delle persone presenti, e dal fatto che queste stiano osservando o meno. Questo dimostra che la materia e l’energia hanno un comportamento che è connesso alla percezione e alla coscienza delle persone.
Robert Lanza, è attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine. Ha pubblicato centinaia di articoli scientifici e realizzato numerose invenzioni. Ha scritto, fino ad ora, più di 30 libri, tra i quali “Principles of Tissue Engineering” (Principi di ingegneria dei tessuti) e “Essentials of Stem Cell Biology” (Fondamenti di biologia delle cellule staminali), due pubblicazioni riconosciute come riferimenti definitivi in campo scientifico.
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Per molti scienziati, il concetto di vita ultraterrena è una sciocchezza, mentre per altri semplicemente non è dimostrabile. Eppure c’è un esperto, il Professor “Robert Lanza”, che spiega perché la morte non esiste.
La morte non esiste. Egli sostiene di avere le prove per confermare l’esistenza della “vita dopo la morte” e che questa conferma si trovi nella fisica quantistica. La “teoria del biocentrismo”, sostenuta da Lanza, afferma che la morte come noi la conosciamo, è un’illusione creata dalla nostra stessa coscienza. Egli ritiene che è la nostra coscienza a creare l’universo, e non il contrario, e una volta che accettiamo che spazio e tempo siano solo “strumenti della nostra mente”, la morte non può esistere in alcun senso reale.
“Pensiamo che la vita sia solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine? Viviamo un po’ per poi marcire nel terreno?”, ha scritto lo scienziato, in modo provocatorio, sul suo sito web. Lanza – attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto alla Wake Forest University School of Medicine nel North Carolina – ha proseguito spiegando, che come esseri umani noi crediamo nella morte, perché ci è stato insegnato che si muore, o più precisamente, la nostra coscienza associa la vita al corpo fisico… e sappiamo che i corpi, prima o poi, muoiono.
Il Professor Robert Lanza spiega questa teoria nel suo libro “Biocentrismo: come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la vera natura dell’Universo”. La sua teoria del biocentrismo, spiega che la morte non può rappresentare un punto d’arrivo, una fine. Il biocentrismo è il credere che la vita e la biologia siano centrali nella realtà, e che siano queste a creare l’universo, non il contrario. Ciò suggerisce, quindi, che sono le coscienze stesse delle persone a determinare forma e dimensioni degli oggetti nell’universo.
“Quello che vediamo non potrebbe esistere senza la coscienza”, ha spiegato Lanza. “La nostra coscienza ha un proprio senso del mondo”. Osservare l’universo dal punto di vista della biocentrica, significa anche considerare che spazio e tempo siano solo semplici strumenti della nostra mente. Secondo le considerazioni relative agli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente. Se questa concezione di spazio e tempo viene accettata, significa allora che la morte non esiste.
Allo stesso modo, i fisici teorici sostengono che ci sia un numero infinito di universi, che coesistono contemporaneamente, con diverse varianti relative a persone e situazioni. Lanza ha aggiunto, che tutto ciò che può accadere e accade in questi diversi universi, ha a che fare col fatto che la morte non può esistere in “alcun senso reale”. Lanza, ha anche affermato che quando moriamo la nostra vita diventa un “fiore perenne che torna a fiorire nel multiverso”, e che “la vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di pensare”.
Lanza ha citato il famoso “esperimento della doppia fenditura” per spiegare le sue affermazioni: quando gli scienziati guardano un passaggio di particelle attraverso due feritoie, la particella passa attraverso una fenditura o l’altra. Se invece nessuno osserva, la particella si comporta come un’onda, che può passare attraverso entrambe le fenditure contemporaneamente. Questo significa che i cambiamenti di comportamento della particella, sono determinati dalla percezione delle persone presenti, e dal fatto che queste stiano osservando o meno. Questo dimostra che la materia e l’energia hanno un comportamento che è connesso alla percezione e alla coscienza delle persone.
Robert Lanza, è attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology e professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine. Ha pubblicato centinaia di articoli scientifici e realizzato numerose invenzioni. Ha scritto, fino ad ora, più di 30 libri, tra i quali “Principles of Tissue Engineering” (Principi di ingegneria dei tessuti) e “Essentials of Stem Cell Biology” (Fondamenti di biologia delle cellule staminali), due pubblicazioni riconosciute come riferimenti definitivi in campo scientifico.
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