"THE END"

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venerdì 1 marzo 2013

Il “Basta così!” degli elettori italiani

DI LE MONDE – 1 MARZO 2013 - PUBBLICATO IN: FRANCIA
TRADUZIONE DI ITALIADALLESTERO.INFO




Molti lo temevano: è il peggiore degli scenari [possibili] quello che si è verificato in Italia al termine delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. È inquietante per la Penisola. È allarmante per l’Europa.

Tre scelte si offrivano agli elettori italiani. Il proseguimento della cura di rigore messa in atto da quindici mesi da Mario Monti, o sotto la guida del “Professore” o sotto quella del candidato della coalizione di centrosinistra, Pierluigi Bersani.
Il ritorno al passato, con Silvio Berlusconi, andatosene tra i fischi nel novembre 2011 ma infaticabile demagogo, pronto a qualsiasi promessa per ritornare sulla scena.
Infine, il salto nel buio, con Beppe Grillo, l’ex-comico divenuto portavoce di un rifiuto proveniente da più parti [dell’elettorato] verso tutte le élite, politiche, mediatiche ed europee.

Nessuno si è imposto, e l’Italia si ritrova ingovernabile. Se Monti è stato seccamente sconfessato, ci sono invece tre forze divergenti che si neutralizzano e si paralizzano a vicenda. Il centrosinistra avrà, ipso facto, una maggioranza molto risicata alla Camera. Ma è nettamente superato dalla destra di Berlusconi al Senato, dove nessuna coalizione sembra in grado di formare una maggioranza. E a fargli seriamente concorrenza nel Paese c’è il Movimento 5 Stelle di Grillo, i cui eletti sono dei novizi assoluti in politica e di cui è difficile prevedere l’orientamento.

La crisi politica è quindi evidente. Al di là di improbabili accordicchi immediati, sul lungo termine non può che portare a nuove elezioni. Sullo sfondo di scandali a ripetizione e di una corruzione lancinante, esprime un “Basta così!” [in italiano nel testo, N.d.T.] generalizzato nei confronti dei responsabili pubblici. Esprime anche – e minaccia di amplificare – una grave crisi economica e sociale: la recessione è inarrestabile, il debito pubblico abissale, la disoccupazione in aumento, la povertà e la precarietà ogni giorno più destabilizzanti. Se ieri Monti ha rassicurato i mercati, oggi paga questa frattura sociale.
Infine, l’impasse italiana è anche un severo avvertimento all’Europa. In questo Paese, firmatario del Trattato di Roma nel 1957 – di cui proprio l’impegno europeo dell’Italia era stato il fondamento – più della metà degli elettori ha sostenuto candidati che hanno basato tutta la loro campagna su un “no” all’”Europa tedesca” (Berlusconi) o su un “no” all’Europa in generale, all’euro e alle sue costrizioni (Grilllo).
È a Bruxelles, Berlino o Parigi che va ormai posta la domanda: fino a quando sarà possibile imporre delle politiche di rigore a opinioni pubbliche che le rifiutano sempre di più, in Italia ma anche in Spagna, in Grecia, in Portogallo? Fino a quando sarà possibile farlo senza rendere più profonda questa inquietante frattura democratica? Fino a quando si potrà sostenere questa contraddizione senza minacciare, un domani, l’unità stessa dell’Unione Europea? I responsabili europei non possono più evitare questi interrogativi.

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