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giovedì 20 dicembre 2012

Crisi : in italia gli emigrati superano gli immigrati

Appena pubblicato l'articolo in questione mi è arrivata questa terribile testimonianza di emigrazione forzata che non posso non pubblicare :
Ieri, 42000 euro da Equitalia,nessun debito con altri enti ne privati,l' importo da versare sarebbe di 17500 euro, tutto il resto è lo stesso che la regione Lazio paga per pagare le prostitute di stato e galoppini del Berlusconi.
Chiuderò, però a testa alta, i miei tre operai li ho liquidati e ho sempre pagato tutto , per farlo ho tralasciato i miei contributi, ora la pago cara.
Me ne vado in Mexico da mio padre che già se ne andò nel 2000.Qui dovrò lasciare mia figlia di 6 anni.
su Artigiano suicida dopo cartella Equitalia da 30 000 euro e pignoramento casa


È accaduto in Portogallo, poi in Spagna, ora accade anche in Italia. Tre paesi coinvolti duramente dalla crisi economica che fino al 2010 comunque attraevano migranti in cerca di lavoro. Oggi, invece, la situazione si è ribaltata perché nel 2011 la nostra penisola da Paese di immigrazione è tornata ad essere Paese di emigrazione. Le cifre sono chiare: lo scorso anno sono arrivati appena 27mila stranieri mentre hanno fatto le valigie per l'estero 50mila italiani. Uno scenario impensabile anche solo in tempi recentissimi: dal 2002 al 2009 ha varcato la frontiera italiana una quota oscillante tra i 350mila e i 500mila migranti l'anno.
Le prime avvisaglie di questo fenomeno erano palesi già nel 2010, quando il saldo tra stranieri che entravano e stranieri che uscivano dall'Italia era sceso bruscamente a 69mila unità. Ma è quest'anno che si registra per la prima volta una crescita zero dell'immigrazione (+0,5%): al primo gennaio 2012 gli stranieri in Italia erano 5 milioni 430mila contro i 5 milioni e 403mila rispetto a un anno prima. Secondo l'Ismu questo non significa che poco a poco gli stranieri smetteranno di venire e abbandoneranno gradualmente il Belpaese: i residenti non italiani aumenteranno anzi di 6 milioni entro il 2041, passando a rappresentare dall'attuale 8% della popolazione al 18%. Con questi numeri, però, è possibile archiviare per sempre la crescita tumultuosa del numero di migranti, l'allarme immigrazione, l'epoca delle sanatorie e della paura dello straniero cavalcata anche da alcune forze politiche.
Ma è l'intera Europa ad essere diventata poco attraente per gli stranieri. Lo spiega Kurosh Danesh, responsabile del Comitato nazionale immigrati alla Cgil: «La mappa mondiale della migrazione sta cambiando radicalmente. Prima l'80% del flusso migratorio partiva dal Sud per raggiungere il Nord. Oggi un terzo si sposta all'interno dei Paesi più poveri, un terzo continua a voler raggiungere i Paesi più ricchi, e la novità è quel terzo che dai Paesi più ricchi si sposta nei paesi emergenti. Oggi molte nazioni sudamericane, ma anche la Turchia, hanno un tasso di crescita maggiore di molti Paesi europei e non esiste un indicatore più preciso del fenomeno migratorio per capire come si sta spostando l'economia mondiale. L'Italia come altri Paesi europei ha smesso di essere un luogo dove molti migranti vorrebbero dirigersi».

Fonte : Huffington Post


Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/VivereInBrasile/~3/scqTG0MUqjs/crisi-in-italia-gli-emigrati-superano.html

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