"THE END"

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domenica 25 novembre 2012

Il Caso «Squillo»: Pimp My Medioevo

Inglese Italiano
pimp fare il protettore
pimp magnaccia




Nell’anno del Signore 2012, l’esistenza in Italia si svolge ancora su più livelli storici. Da una parte c’è una risibile frangia che, spingendosi oltre le colonne d’Ercole del succhiarsi il pollice opponibile, è addirittura arrivata a comprendere a fondo il concetto di “Satira Sociale”. Dall’altra c’è una trascurabile maggioranza che galleggia tra zone temporali bloccate da qualche parte nel Medioevo, troppo impegnata a rigirare il mestolo nel pentolone in mezzo al villaggio, bruciare streghe e piegarsi 25 volte al giorno verso San Pietro per avere una vaga idea dell’epoca in cui vive.
Nella prima categoria rientrano Immanuel Casto – il Principe del Porn Groove meglio conosciuto come il Casto Divo – e Martina Poli, ossia i creatori diSquillo, il «primo gioco di carte dedicato allo sfruttamento della prostituzione». Il sito di “Squillo” spiega piuttosto bene di cosa si tratta:
Come nei più classici role-playing, ogni giocatore ricopre un ruolo, quello di sfruttatore di prostitute, gestendo colpo su colpo le sue ragazze, divise tra escort, puttane di strade e giovani promesse, ognuna con una propria particolarità, parcella e ricavato finale in caso di k.o. e successiva vendita degli organi. [...] Lo scopo del gioco è quello di sconfiggere il “pappone” avversario [...].
C’è anche un (cliccatissimo) video promozionale, con un Immanuel suadente in un’atmosfera deliziosamente depravata:

Insomma: difficile prendere sul serio un gioco che è strutturato come la colonna sinistra di LobsterTube, no?

Sì, invece.

Se si appartiene alla seconda categoria, prenderlo sul serio è facilissimo. L’edizione italiana di Vanity Fair, ad esempio, si è sentita violata nell’animo da “Squillo”. Questa è l’angosciante cronaca della giornata in cui è arrivato il comunicato stampa:
Una redattrice arriva nel suo ufficio, si apposta alla scrivania, avvia il computer e inizia a scorrere con lo sguardo il profluvio di mail degli uffici stampa. Una in particolare cattura la sua attenzione: «Squillo, il “primo gioco di carte dedicato allo sfruttamento della prostituzione”». Che razza di comunicato è? si domanda. E pensa (spera?) si tratti di uno scherzo.
Purtroppo non è uno scherzo. E non appena la redattrice scopre (Che Giornalismo D’Inchiesta!) chi c’è dietro al gioco, la Patologia dell’Indignazione Glam-Virtuosa e la Sindrome della Virgolettite Sarcastica entrano nella fase terminale:
Si scopre allora che «la mente che si cela dietro a Squillo» è tale Immanuel Casto(nome-programma), personaggio di culto soprattutto in rete, dove si è fatto conoscere come autore di «successi musicali» quali Anal Beat, Escort 25 e Zero Carboidrati [...] Un «comune provocatore», dunque. Che, «naturalmente», si dice non adatto a moralisti e ipocriti benpensanti. Uno che, è chiaro, ha realizzato un’opera volutamente eccessiva e politically scorrect (soprattutto nello stile, non pervenuto): con l’obiettivo, dice l’autore, di far parlare di prostituzione. O più realisticamente di sé. Con buona pace delle puttane di strada. E di un rassicurante, benpensante burraco.
continua a pagina 2 al link originale
posted by mentecritica

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