Giustamente ci ricorda la vecchia "Cronaca Nera", giornale dedicato a chi non ha una minima cultura e naturalmente leggere dei fatti cruenti, o meglio guardare le foto visto il tasso di analfabetismo del nostro paese, è la sola cosa su cui sa impegnare la mente. Le morti sul lavoro che sono 3 fisse al giorno passano forse 10 secondi a settimana.
Ricordate questo articolo "La morte di un soldato e la morte di mille operai?".
Lo sciopero di ieri ne è stato un esempio di disinformazione, Io la chiamerei comunque infinita ignoranza. A cosa serve fermarsi un giorno, ascoltare la Camusso e Bersani che protestano, pensate che i due quello che guadagnano in un mese il lavoratore medio non lo vede nemmeno in un anno. Ho trovato questi link dove si chiede alle persone "Quanto guadagnano", link 1, link 2. E tutto questo per un articolo che senza ombra di dubbio verrà applicato e la precarietà estrema, come l'avere un la lavoro, che loro chiamano mobilità e competitività, (parole che mi danno il vomito) verrà ad essere un sogno. Vogliono la libertà di licenziamento, contratti che nessuno di loro accetterebbe, lavoro gratis e considerare chi mantiene in piedi tutto, chi lavora, come mera merce di scambio dal basso valore.
numeri da vergogna!
Fonte
http://www.ilfattoquotidiano.it
Basta leggere questi due articoli che incollo qui sotto, (LA FINE DELLA PROPRIETÀ DI SÉ e Giovani che lavorano gratis), per rendersi conto che il nostro sviluppo è fondato sul volere, da parte delle aziende che a sua volta sono proprietà delle banche, schiavi gratis. Siamo arrivati al punto che chiedere la paga per gli straordinari, o semplicemente per uno stage è proibito. Oggi tutto continuerà come al solito , sono sveglio dalle 4 e piano piano sento il "mondo" che si mette in moto, il traffico che aumenta gradualmente, poi alle 7\7.30 il picco massimo, precari che lavorano anche per 200 euro al mese, le chiamano borse lavoro, persone che si alzano alle 5 di mattina per affrontare giornate estenuanti fisicamente e psicologicamente per sopravvivere, male pure, robot che operano sulle catene di montaggio per mille euro al mese, forse, e lo sciopero di ieri non esisterà più se non nell'immaginario collettivo, i nostri scioperi o manifestazioni non hanno mai la durata che vada oltre le poche ore, e poi via, tutti al loro posto di lavoro per mantenere i ricchi. Uno sciopero ad oltranza sino a che le condizioni dei lavoratori vengano davvero considerate, ecco cosa si dovrebbe fare. Il potere della disinformazione è anche questo però. A proposito, l'IVA passa al 21%, sapete soldi che entreranno nelle casse dello stato in un solo mese?
La solita minestra, che mi ha stancato già da anni e perciò sono uscito dalla finestra, rubano ai molti perché i pochi vivano nel lesso più sfrenato e naturalmente non pagano le tasse. Perché non fanno pagare l'ICI al Vaticano? Vorrei sentir parlare di questo nei Tg, non di crimini, di Vasco che canta, non canta, delle nuove mode da seguire, ecc. A parte che i Tg li detesto, appena ne sento uno scappo il prima possibile, però chi li segue ogni tre\quattro ore viene bombardato, tum, tum, tum, da continue idiozie, e poi diciamo che gli italiani sono imbecilli? Ma nemmeno in Bolivia esiste un capo di stato che possiede praticamente tutti i media del paese,e ricordiamoci il voto del caro D'Alema che "Dovrebbe" rappresentare l'opposizione...e ancora c'è gente che crede esista una destra e una sinistra, non si sono letti il piano della P2 , ed i suoi affiliati, evidentemente, messo in atto senza alcun problema. E poi parlano di riforme e ridurre i costi, ridurre MAI però le spese militari, stiamo diventando, anzi in molti già lo sono, per uccidere e depredare i nostri simili, quanto spende il nostro paese in guerre? La situazione Americana è questa
Deficit e disoccupazione, le due maggiori piaghe degli Stati Uniti, sono il prezzo delle guerre in Afghanistan e in Iraq. Parole di premio Nobel per l’economia. I conti sui reali costi della reazione all’ 11 settembre sono infatti contenuti in un articolo scritto da Joseph E. Stiglitz per Project Syndicate, insieme a un’aspra critica alla politica di George W. Bush.
“ L’aumento della spesa per la difesa è la ragione principale per cui l’America è passata da un surplus del 2% del Pil, all’epoca dell’elezione di Bush, alla pericolosa situazione attuale di deficit e debito pubblico. La spesa diretta per quelle guerre ammonta a circa 2mila miliardi di dollari – 17mila dollari sulle spalle di ogni famiglia americana – senza considerare i conti ancora da presentare, che fanno crescere questa cifra di oltre il 50%”.
http://ladridimarmellate.blogspot.com/2011/09/deficit-e-disoccupazione-le-due.html
Deficit e disoccupazione, le due maggiori piaghe degli Stati Uniti, sono il prezzo delle guerre in Afghanistan e in Iraq. Parole di premio Nobel per l’economia. I conti sui reali costi della reazione all’ 11 settembre sono infatti contenuti in un articolo scritto da Joseph E. Stiglitz per Project Syndicate, insieme a un’aspra critica alla politica di George W. Bush.
“ L’aumento della spesa per la difesa è la ragione principale per cui l’America è passata da un surplus del 2% del Pil, all’epoca dell’elezione di Bush, alla pericolosa situazione attuale di deficit e debito pubblico. La spesa diretta per quelle guerre ammonta a circa 2mila miliardi di dollari – 17mila dollari sulle spalle di ogni famiglia americana – senza considerare i conti ancora da presentare, che fanno crescere questa cifra di oltre il 50%”.
http://ladridimarmellate.blogspot.com/2011/09/deficit-e-disoccupazione-le-due.html
Dioniso777
Buona lettura,
I giovani che lavorano gratis e LA FINE DELLA PROPRIETA' DI SE'
I giovani che lavorano gratis
Creato il 06 settembre 2011 da Madyur
Secondo un sondaggio Desmopolis il 65% dei giovani con meno di 35 anni ha lavorato senza essere retribuito. Tutti lavoratori e lavoratrici, in gran parte giovani, ben qualificati, spesso alle prese con lavori interessanti , creativi, belli.. Ma non pagati. Non per scelta, ma per ricatto o necessità. Un mondo sommerso.
In prima fila nell’universo del lavoro gratis ci sono gli stagisti , un problema cronico diciamo causa crisi. “Si può passare anche da uno stage all’altro senza migliorare niente o addirittura tornare indietro, da un lavoro ben retribuito a uno stage” racconta la fondatrice del sitolarepubblicadeglistagisti.it Eleonora Voltolina. Nel mercato del lavoro lo stage è una condizione esistenziale, non retribuita nei maggiori casi.
Secondo dati Unioncamere , nel settore privato gli stagisti sono 322 mila. Il ministro Brunetta, diciamo il responsabile del pubblico, non vuole dare le cifre. La stima , non ufficiale, è di 200 mila , ma potrebbero essere più di mezzo milione. Al quale vanno aggiunti 200 mila aspiranti professionisti costretti a fare pratica per poi accadere con un esame di Stato ai mitici ordini professionali. Anche laddove i codici deontologici prescrivono che il praticante vada pagato , dopo un po’ di mesi di addestramento. Una regola inapplicata dalla ,maggior parte degli studi italiani , e ignorata persino dallo Stato.
Lo stagismo dilaga nei Comuni come nei ministeri , in tutto lo Stato e il parastato. E anche nelle ambasciate. Sono stati 1800 l’anno scorso e 580 quest’anno i neolaureati che hanno vinto i posti messi in palio al Ministero degli Esteri per fare stage presso le ambasciate. Una bella opportunità ma a caro prezzo : nessun rimborso spese, anche se ti mandano in paesi lontani.
Silvia Bencivelli (silviabencivelli.it) grida nel suo blog basta al volontariato. Basta alle telefonate di chi ti chiede di contribuire a un libro, moderare una tavola rotonda , scrivere, intervenire a un convegno, dimenticandosi sempre la questione soldi. Oppure massimo rimborsano un rimborso del biglietto del treno. Per alcuni il pensiero è : fai un bel lavoro , puoi anche farlo gratis. E questo rovina il mercato..
Il ricatto del lavoro bello ne soffre sia professionisti affermati sia giovani che vogliono emergere. Ragazzi pagati 3 euro per un articolo su un giornale blasonato. Peggio nel mondo dorato della Tv e cinema. Esiste il lavoro bianco : ti pagano i contributi ma non lo stipendio. Il problema è che ci sono molti attori che pur di sentirsi vivi accettano di lavorare gratis. Poi c’è il lavoro gratis venduto con grande opportunità , il privilegio di recitare per cinque minuti accanto a un grande della scena.
Ma il fenomeno è mondiale. In America un bando del dipartimento agli interni ha fatto arrabbiare i graphic designer. Si è deciso di cambiare il logo del bisonte e il ministero si è rivolto alla Rete: mandateci una proposta e pagheremo la più bella. Sul mercato professionale quel lavoro è valutato dai 20 mila ai 50 mila dollari. Chi vince il concorso vinceva 1000 dollari , gli altri lavoravano gratis.
Anche in Italia sono fiorenti le agenzie che fanno brokeraggio tra i clienti e i creativi , cercando sulla Rete le idee migliori a prezzi ridicoli. Premio mille euro a chi vince , zero compensi per gli altri. Negli Stati Uniti , dove i free lance si sono coalizzati, comincia una reazione forte contro queste pratiche. Così come i giornalisti-blogger che hanno scritto per il famoso Huffington Post e adesso hanno avviato una class action per avere una parte del ricavato avuto da Huffington dalla vendita.
In molte imprese non c’è voglia di riconoscere un lavoro professionale, ma la voglia di pagare poco, e risparmiare. A volte l'idea è non voglio spendere, Quindi non pago. http://it.paperblog.com/i-giovani-che-lavorano-gratis-563195/
LA FINE DELLA PROPRIETÀ DI SÉ
DI
JEAN-CLAUDE PAYE
Reseau Voltaire
Reseau Voltaire
Ne "I Tempi moderni" (1936), Charlie Chaplin non ha denunciato solamente l’organizzazione taylorista del lavoro. Ha anticipato l’affidamento del corpo dell’operaio al servizio della produzione e la fine della propria vita privata. Il suo personaggio va a rifugiarsi in prigione per ritrovare paradossalmente una forma di intimità e di libertà interiore.
L’ultima legge psichiatrica francese, il rapporto dell’assemblea nazionale sulla prostituzione e anche la sequela di suicidi nelle imprese svelano l’esistenza di un potere materno con il quale gli individui intrattengono una relazione totalizzante. Non siamo più in una società di sorveglianza. Non si tratta più di controllare e di plasmare i corpi per renderli adatti alla macchina economica, ma di sferrare un attacco fissando anche le modalità di godimento dei singoli individui.
Quale rapporto può esistere tra una legge psichiatrica, che stabilisce un obbligo di cure domiciliari, con un rapporto parlamentare che mira a penalizzare i clienti delle prostitute [1]? I due testi attuano una dissociazione del diritto. La proprietà di sé viene scissa. Il godimento del corpo resta alle mani dell’individuo, ma purché ne faccia un buono uso. L’utilizzazione deve essere conforme all’immagine della dignità umana di cui le autorità sono il depositario legale.
La dissociazione della proprietà di sé diventa un paradigma della post-modernità. Non solo risulta dall’azione dello stato che afferma la sua nuda proprietà sulle nostre esistenze, ma può prendere anche la forma del contratto, come, ad esempio, quello imposto dall’azienda cinese Foxconn che vieta ai propri dipendenti di suicidarsi, raccomando loro di "amare la propria vita". Il suicidio dei lavoratori, come protesta contro il deterioramento delle loro condizioni di lavoro, è un sintomo di questa mutazione della proprietà di sé che abroga il corpo individuale e sociale a vantaggio della sua immagine. È il fenomeno della nascita di una nuova forma di soggettività che fonde l’esistenza del lavoratore coi benefici del datore di lavoro.
La nozione di trattamento obbligatorioLa legge del 5 luglio 2011 relativa "ai diritti e alla protezione delle persone che sono oggetto di cure psichiatriche e alle modalità della loro presa in carico" [2] attiva una nuova deroga al principio generale del consenso necessario del malato. La nozione esistente di ospedalizzazione obbligata viene estesa a quella delle cure sotto costrizione. Rende possibile una sorveglianza del malato al proprio domicilio, sopprimendo così ogni separazione tra spazio pubblico e ambito privato. La possibilità per ogni paziente di spostarsi liberamente sarà delimitata da un "programma di cure" che determinerà i luoghi, il contenuto e la periodicità degli appuntamenti medici, con la minaccia di vedersi ricoverati d’ufficio se un elemento del protocollo non verrà strettamente rispettato.
Obbligo di cura e segregazione sono legati strettamente. La segregazione fisica e chimica fatta tacere. Nega il sintomo che fa parlare il corpo. Riduce questo ultimo a una cosa muta. Il corpo diventa così il semplice supporto dell’invisibile, dello sguardo caduto sull’individuo. Questa doppia segregazione è la condizione di trasformazione del corpo in immagine. Questo progetto istituisce un tipo di controllo a vista sanitario, l’istituzione del termine delle 72 ore, durante il quale si potrà mantenere l’ospedalizzazione di ufficio di un paziente, senza deliberare sul suo stato e sulla necessità dell’internamento. L’ospedalizzazione di ufficio si inserisce in una tendenza pesante di ritorno alla segregazione psichiatrica. Da alcuni anni rifioriscono i muri degli ospedali. Sono state create delle nuove unità chiuse e le celle di isolamento. È anche sempre più difficile uscire da un’istituzione psichiatrica chiusa e i prefetti non convalidano più sistematicamente le uscite dei malati ospedalizzati d’ufficio, anche se sono consigliate dagli psichiatri. Questa politica securitaria si estende ai ricoverati volontari che, anche loro, possono essere private della loro libertà di uscire e di rientrare.
La cattura del corpo, nell’ospedalizzazione forzata o nel controllo a vista sanitario, si completa con una camicia di forza chimica. Attraverso questa sospensione del corpo, si cerca di farlo tacere, affinché la sofferenza non si possa pronunciare rendendo il malato vittima di sé stesso.
L’obbligo di cura, all’ospedale o a domicilio, intima al paziente che deve fare buon uso del proprio corpo, che non può lasciare che si degradi, che se ne esaurisca la sostanza. Non ha il diritto di recare offesa alla sua immagine umana. Così, il corpo diventa trasparenza. Ci si riduce a essere un’immagine, la visibilità dell’invisibile. Posto nella trascendenza dello sguardo del potere, non è più mediazione tra interno ed esterno. La sua funzione non è più di quella di dividere e di articolare il dentro e il fuori, ma di essere nella fisicità dello sguardo dell’altro.
Questa procedura psicotica che fa esistere l’immagine della dignità umana fuori dagli individui reali opera una dissociazione dell’argomento del diritto. La proprietà di sé è smembrata, il godimento si separa dalla nuda proprietà.
Come nuda proprietà, l’immagine umana è il patrimonio delle autorità costituite. Il malato non ha più che l’uso, l’usufrutto del proprio corpo e sempre che sia la solo trasparenza della proprietà esercitata dal potere. La possibilità di ridurre il corpo a una carne senza parole consente questo smembramento.
La criminalizzazione della prostituzione
La dissociazione della proprietà di sé si legge anche in un rapporto parlamentare, intitolato “Porre fine al più vecchio mestiere del mondo” [3]. Propone di creare un nuovo reato di ricorso alla prostituzione. Il cliente diventerebbe passibile di una pena di sei mesi di prigione, assieme a una multa di 3.000 euro. Questo rapporto dovrebbe servire come base di una proposta di legge che verrà depositato dopo le presidenziali del 2012. La "lotta contro la prostituzione" e il suo elemento più radicale, la criminalizzazione del cliente, negando alla prostituta il diritto di disporre del proprio corpo, ha per obiettivo dichiarato la difesa della dignità della donna e della persona umana. È proprio l’immagine della Donna che si cerca di preservare [4] a spese delle donne concrete che saranno, in seguito all’applicazione delle tali misure, messe in pericolo dallo sviluppo della clandestinità. L’immagine della dignità della donna, che si trova nel rapporto dell’Assemblea Nazionale, si integra in una concezione del diritto che fa della dignità della persona umana un elemento superiore di organizzazione del sistema giuridico. Una tale concezione consacra questo principio come diritto assoluto, di natura superiore rispetto ad altri diritti fondamentali tra cui il principio di libertà o il diritto di disporre del suo proprio corpo.
Questa concezione si inserisce nella giurisprudenza del Consiglio Costituzionale e del Consiglio di Stato. Quest’ultimo, in una sentenza del 27 ottobre 1995 relativa alla questione del "lancio del nano" [5], aveva decretato che nessuno poteva consentire la degradazione della propria qualità di uomo, limitando così il diritto di disporre del proprio corpo.
Quanto al Consiglio Costituzionale, all’epoca della sua decisione del 27 luglio 1994, si parla del "principio di salvaguardia della dignità della persona contro ogni forma di asservimento e di degradazione". Consacra la dignità della persona umana come un elemento di organizzazione del sistema giuridico.
La legge psichiatrica del 5 luglio e il rapporto parlamentare, criminalizzando i clienti delle prostitute nell’azione penale, opera una dissociazione della proprietà di sé. Gli individui conservano solamente un diritto di godimento del loro corpo che deve essere conforme all’immagine della dignità umana di cui il potere pubblico ha la proprietà.
Contratto e abbandono della proprietà di sé
La dissociazione della proprietà di sé è un buon paradigma della post-modernità. Non solo è il risultato dell’azione dello stato, ma può prendere anche la forma del contratto in cui un dipendente abbandona la nuda proprietà della sua vita al proprio datore di lavoro. Foxconn, sub-appaltatrice cinese di Apple, HP, Dell e Nokia, è stata accusata di far firmare ai propri dipendenti un contratto in cui si impegnano a non suicidarsi e a "amare la propria vita" [6].
Il documento vuole affermare che Foxconn non potrà, in nessun caso, essere considerata responsabile del suicidio di un impiegato e non dovrà pagare alcun danno o risarcimento alle famiglie. Quest’ultima clausola ha provocato l’ira dei media cinesi, perché Foxconn versava circa 13.000 euro a ogni famiglia degli operai che si erano suicidati, o dieci anni del salario minimo in una fabbrica dell’azienda [7].
L’iniziativa di Foxconn è da ricollocare nella cornice di una società in cui rimangono ancora elementi residuali di un ordine simbolico anteriore allo sviluppo del capitalismo. Questa sopravvivenza implica che la società riconosca una responsabilità per il suicidio dei propri dipendenti e che debba indennizzare le famiglie coinvolte. Le parole utilizzate "amare la propria vita" – utili per sdoganarsi e per "responsabilizzare" i lavoratori – tradiscono questo scollamento dell’espressione verbale tra le esigenze della redditività capitalista e il linguaggio, legato a un ordine simbolico anteriore.
Nei paesi occidentali le imprese toccate dal suicidio dei propri dipendenti negano ogni responsabilità. L’esempio di France Télécom è emblematico [8]. Il Presidente Didier Lombart ha rievocato semplicemente una "moda del suicidio" dopo il decesso di tredici salariati nel 2008, e poi di diciannove nel 2009. I sindacati hanno evidenziato anche ventisette suicidi e sedici tentativi di suicidio nel 2010.
In realtà, i suicidi dei lavoratori, per protestare contro le condizioni di lavoro, sono più numerosi nelle imprese come France Télécom rispetto alle aziende cinesi [9]. Lo slittamento più importante dei rapporti sociali, il carattere monadico della società, fa sì che ci sia meno di resistenza a questo passaggio.
Suicidio e nuda proprietà di sé
Quando vende la sua forza di lavoro, il salariato, il proprietario della merce lavoro, ne cede il valore di uso al principale, di modo da assicurarne lo sfruttamento durante la giornata di lavoro.
Il salariato vende così al padrone il godimento della sua forza lavoro e mantiene formalmente la nuda proprietà. Questa proprietà non è più data, ma è un risultato. La sua realtà dipende dalla capacità del salariato a limitare il godimento del padronato, dal trattenere le condizioni di sfruttamento in modo che non deteriorino il proprio essere. Storicamente, la capacità operaia di porre un dispositivo d’arresto allo sfruttamento è di natura collettiva. Queste iniziative hanno i suoi effetti sulla durata del lavoro e sulle condizioni di lavoro.
I suicidi dei dipendenti di France Télécom ci mostrano che la capacità operaia di mettere un freno all’uso della forza di lavoro per il padronato è al momento smantellata. I lavoratori non sono più in grado di opporsi al deterioramento della loro forza lavoro, così che la loro nuda proprietà è, nei fatti, messa in discussione.
La possibilità per il padronato di minacciare l’integrità del lavoratore risulta dall’intensificazione delle energie nervose spese e soprattutto della creazione di un lavoro invisibile che oltrepassa la cornice della giornata di lavoro. Il lavoro visibile viene raddoppiato da un lavoro invisibile, quello che è necessario per interiorizzare le nuove costrizioni imposte dall’impresa [10].
France Télécom ha intrapreso una "politica di ammodernamento" a marce forzate che si è manifestata nella soppressione di 16.000 impieghi tra il 2006 e il 2008, una politica che in particolare ha costretto i lavoratori a una forte mobilità. Ha aumentato non solo il lavoro visibile, ma ha fatto esplodere soprattutto il lavoro invisibile, così che il lavoratore non dispone più di alcuno spazio privato che gli permetta di garantire la propria riproduzione.
Per Chaplin il capitalismo finirà per privare l’operaio di ogni forma di godimento,
ivi compreso il piacere di mangiare, per affidare in toto il suo corpo
al compito della produzione
ivi compreso il piacere di mangiare, per affidare in toto il suo corpo
al compito della produzione
L’azienda come Grande Madre
Lo sviluppo notevole del lavoro invisibile arriva oramai ad accaparrarsi della totalità della vita del lavoratore. Non solo non esiste più una separazione netta tra le imprese e la vita privata dell’individuo, ma non c’è più neanche una cesura tra il tempo in cui il lavoratore è per contratto al servizio del beneficio del datore di lavoro e lo svolgimento della vita privata, quella di un godimento [11] che esiste al di fuori della macchina produttiva. L’assenza di separazione tra privato e pubblico e tra il tempo di lavoro e il tempo della vita quotidiana pone l’individuo in trasparenza, in una fusione tra il suo essere e quello del datore di lavoro. Si tratta di una struttura psicotica che sovrappone l’identità della vita del lavoratore a quella dell’impresa.
In quanto agire collettivo, la lotta operaia dà particolare importanza al valore di uso della forza lavoro. Si tratta di preservare quest’ultima da un eccesso di beneficio del padrone che andrebbe a produrre la perdita della nuda proprietà dell’operaio. Questa leva collettiva permette ai lavoratori di essere riprodotta attraverso la pianificazione di un spazio privato che è luogo di godimento della propria esistenza. Attraverso la riorganizzazione del processo di lavoro dell’impresa, il lavoratore perde non solo la nuda proprietà della sua forza di lavoro, essendo questa totalmente alterata, ma anche l’interezza della propria esistenza. La crescita del lavoro invisibile è quella che sopprime ogni spazio privato, tutti i luoghi della riproduzione della forza lavoro e tutti i luoghi di espressione della proprietà di sé.
Il suicidio del lavoratore è il sintomo di una condizione operaia che è in trasparenza, che è fusa con l’impresa. Il lavoratore non può più lottare perché è coinvolto con quest’ultima in un rapporto materno. Non ha altro godimento che quello che ne ricava la macchina produttiva.
Potere materno e regno dell’immagine
L’assenza di lotte a lungo termine, capaci di opporsi all’organizzazione del capitale, sopprime tutti gli ordini simbolici. Noi "non e-sistiamo" più all’esterno del mondo della macchina economica. Non abbiamo più spazio proprio e siamo posti al di fuori del linguaggio. Non abbiamo più le parole per opporre una critica. Oramai il capitalismo non può più essere designato negativamente. Intratteniamo con lui una relazione totalizzante. Il dominio si chiama partnership e lo sfruttamento si chiama gestione delle risorse umane [12]. Non dovendo più affrontare una negatività, un agire e una coscienza collettiva, l’organizzazione del potere consiste essenzialmente nel gestire le monadi, le tendenze di godimento degli individui.
La legge psichiatrica del 5 luglio, creando un obbligo di cura a domicilio, così come il rapporto parlamentare sulla prostituzione, limitano il godimento che gli individui hanno dei propri corpi, stabilendo che non devono alterare l’immagine della dignità umana di cui il potere si attribuisce la proprietà. Il godimento e la nuda proprietà si fondono nell’immagine della dignità umana. Non riguardano più il corpo che è stato annullato, ma la sua immagine.
In relazione al suo annullamento in quanto oggetto, in quanto frontiera tra interiore ed esteriore, il corpo non è più limitato al godimento del potere. La proprietà dell’immagine del corpo diventa un suo godimento senza limite e conduce al suo annientamento.
L’identità, nell’immagine, del godimento dei lavoratori con quello del padrone spiega perché i primi non possono più confrontarsi con quest’ultimo. Hanno stabilito con l’impresa un rapporto totalizzante di ordine materno.
Come attributi separati della proprietà, le norme giuridiche della nuda proprietà e del godimento hanno un origine pre-capitalista. Registrano un aut-aut della proprietà e del godimento, una limitazione di ogni attributo rispetto all’altro. Si opera, nella società capitalista, soprattutto in questa post-modernità, uno spostamento di quello che riguarda la proprietà di sé, dell’oggetto all’immagine che produce, dell’oggetto all’immagine che produce un capovolgimento degli attributi di questa. La proprietà che era sbarramento al godimento altrui diventa godimento dell’altro, illimitato, dello stato o dell’impresa. Così, nell’immagine, godimento e proprietà si confondono e il valore di uso della cosa si identifica col suo valore di scambio, con la sua misura.
Note:
[1] La prostitution et l’image de la femme, di Tülay Umay, Réseau Voltaire, 29 luglio 2011.
[2] Legge n° 2011-803 del 5 luglio 2011 relativa ai diritti e alla protezione delle persone faisant l’objet de soins psychiatriques e alle modalità della loro presa in carico.
[3] En finir avec le plus vieux métier du monde, Rapporto informativo 3334 presentato da Guy Geoffroy, registrato alla Presidenza dell’Assemblea nazionale il 13 aprile 2011.
[4] La prostitution et l’image de la femme, ibid.
[5] Prostitution : sale temps pour les michetons, di Georges Moréas, LeMonde.fr Blogs, 7 aprile 2011.
[6] Suicide interdit par voie de contrat chez Foxconn, di Anouch Seydtaghia, Le Temps, 7 maggio 2011.
[7] Les suicidés de l’iPad, di Farhad Manjoo, Slate.fr, 3 giugno 2010
[8] France Télécom : un salarié se suicide en s’immolant par le feu, LeMonde.fr con AFP, 26 aprile 2011.
[9] Si sono registrati una decina di suicidi della società Foxconn su un totale di 800.000 dipendenti e i sindacati hanno stimato una cinquantina di suicidi sui tre ultimi anni nelle sedi francesi di France Télécom su circa 80.000 lavoratori.
[10] La légende du travail, di Jean-Marie Vincent, Arbeit Macht Nicht Frei, 15 agosto 2010.
[11] Jacques Lacan ha introdotto, nel campo della psicanalisi, il termine di godimento in rapporto al suo uso giuridico, parlando del godimento di un bene che si distingue dalla nuda proprietà. Lacan porterà un riassetto di questa pulsione di morte freudiana come pulsazione di godimento, una pulsazione che è presente nella catena significante incosciente. Lacan ricolloca tutta la questione del godimento al centro del campo della funzione della parola e del linguaggio.
Giacomo Lacan, Il seminario, Libro VII, L’etica della psicanalisi, Parigi, La Seuil, 1986, p. 235.
[12] Inculture(s) ou le nouvel esprit du capitalisme. Petits contes politiques et autres récits non autorisés di Frank Lepage, TVbruits.org, 8 agosto 2008.
2 commenti:
Ciao amico mio.
Come al solito scrivi tanto e scrivi di argomenti scottanti su cui si dovrebbe parlare per mesi.
Io invece ho sempre meno tempo, perchè il lavoro (e lavoro per l'ambiente) è molto, moltissimo. Ce ne sarebbe per generazioni ma la P.A. oramai non assume più, tiene quello che ha e spesso quello che ha, è personale mal cresciuto e mal governato, che non si è arricchito di nulla dal punto di vista professionale e culturale, se non della furbizia dei deboli. Ed è quello che capita quando tratti male le persone e manchi di rispetto a chi lavora seriamente mantenendo al tuo interno parassiti (si quelli ci sono eccome). Così i pochi volenterosi devono sudare 7 camice 7 con stipendi ridicoli per ottenere qualche risultato.
Ah, è da quando ero giovane (fino a 25 per la statistica , poi dai 25 ai 65 uno è ADULTO) e poi adulta che mi sento chiedere LAVORO GRATIS.
Dare idee, consigli suggerimenti.
ECCERTO.
Quello è IL MIO LAVORO, non è gioco.
SAI COSA COMINCIAI A RISPONDERE ALLA "TENERA" ETA' DI 40 ANNI A CHI VOLEVA CONSIGLI GRATIS?
Beh se pensi così TI CONSIGLIO IO di fare la stessa proposta al salumiere, al fornaio e anche al farmacista (visto che è laureato).
Va da costoro e chiedi anche a loro una idea gratis sotto forma di pane, salumi e formaggi e farmaci.
Vedrai cosa ti rispondono.
Oh, ciao Daniela, mi preoccupavo, non ti sentivo più! Sei stata in ferie? Hai tanto da fare? A differenza mia che non ho nulla da fare :-)
Scherzo, vorrei le giornate da 48 ore, 24 non mi bastano. Non assumono più in nessun luogo, hai visto il link dove parlavano di quante centinaia di migliaia di ragazzi che lavorano a gratis, si chiama "stage", peccato che negli altri paesi ti pagano. Sai ho conosciuto una 42 enne che dopo un anno e mezzo di stage si è trovata a lavorare un mese per 250 euro, la chiamano borsa lavoro i truffaldini parassiti:"Il fatto è che trovano chi subisce queste ingiustizie come fosse normale!"
Questo è lo sbaglio, a gratis non si riceve nulla! E perché dovremo lavorare e pagare per farlo? Pagare perché la macchina, il cibo, i caffè, le sigarette mi costano e non guadagno nulla. Anche a me hanno proposto questo, beh devo dire che sono stato molto "Villano" nella risposta, insomma, fanc..o!
Ciao Dany, alla prossima
Posta un commento