Visto che gli avvoltoi sono anche in Italia, meglio rileggersi le grandi parole di un uomo svanito dalla rete, come aveva promesso, visto che le informazioni fornite da lui non sono servite a nulla.
La Res Publica deve morire, e non è una famiglia.
Dovevano innanzi tutto paralizzare gli Stati moderni
con moneta sovrana nella loro unica funzione legittima, che era e
ancora sarebbe quella di spendere a deficit per creare benessere fra i
cittadini, cioè piena occupazione e pieno Stato Sociale. Dovevano farlo
perché se no gli Stati e i cittadini sarebbero diventati troppo potenti, nel
Nord del mondo come nel Sud, e questo le oligarchie finanziarie private non
potevano permetterlo. Avete già letto ne Il Più Grande Crimine e Aggiornamenti
cosa hanno ordito per ottenere ciò, ovvero come hanno annientato la sovranità
sia legislativa che monetaria degli Stati e marginalizzato i cittadini,ponendo
fine alla democrazia e conquistando il controllo economico del
pianeta a nostro discapito. Ma la cosa che continua a mesmerizzarmi è la
semplicità geniale dei due pilastri fondanti di quell’epocale piano sciagurato.
Vale la pena illustrarli nei dettagli poiché il vederli da vicino vi renderà
ancora più immediata la comprensione di tutto ciò che ho finora scritto su
questo tema. E non ultimo vi renderà molto più facile spiegarne i contenuti più
controversi al pubblico.
Hanno preso due concetti in apparenza puliti,
lampanti, cristallini, cioè che:
La Repubblica è Res Publica, cioè la cosa di tutti,
ovvero lo Stato è dei cittadini ed è i cittadini, e questi sono lo
Stato.
Il buon bilancio familiare è quello dove prima di
spendere si risparmia, dove si guadagna più di quanto si spende, e dove è
considerato disastroso il contrario, cioè spendere più di quanto si guadagna,
cioè indebitarsi. Uno Stato è esattamente come una famiglia, è
virtuoso se guadagna più di quanto spende, ed è indegno se si indebita.
Chi mai può dubitare di quanto scritto sopra? Res
Publica: sono 2000 anni che questo concetto è la base stessa del convivere
civile. Lo Stato deve guadagnare di più di quanto spende: ma lo capirebbe anche
un tordo che è la via economica per eccellenza. No?
No, sbagliato, tutto sbagliato. Anzi,
catastroficamente sbagliato. Anzi, costruito apposta per ingannarci, e per
arrivare proprio alla distruzione degli Stati moderni nella loro unica funzione
legittima, che è, ripeto, di spendere una moneta sovrana a deficit per creare
piena occupazione e pieno Stato Sociale.
Il concetto di Res Publica sarebbe dovuto morire
nell’istante in cui Nixon nel 1971 sancì la creazione definitiva del denaro
moderno, quello libero da vincoli con le riserve d’oro e quindi in
grado di essere creato dal nulla dagli Stati e senza limiti. Prima di ciò
infatti gli Stati non potevano spendere liberamente, perché in teoria per ogni
lira o dollaro o marco ecc. che mettevano in circolazione, ci doveva essere una
pari quantità di oro nei forzieri nazionali. Perché? Perché la legge stabiliva
che i cittadini avevano diritto in qualsiasi momento di portare i soldi in
banca ed esigere in cambio pezzetti d’oro, letteralmente. Quindi l’oro
equivalente ai soldi circolanti doveva sempre esserci, ma non era facile procurarselo,
per cui gli Stati non potevano decidere spese improvvise a piacimento. Nixon
disse basta, e sganciò il dollaro dall’oro, per cui l’America poteva a quel
punto emettere denaro senza limiti, proprio inventandoselo di sana pianta. Le
altre nazioni ricche fecero altrettanto (è più complessa la cosa, ma di fatto
fu così). Nacque la moneta moderna. I grandi capitali privati tremarono,
panico.
Pochi comprendono l’importanza epocale di quella
mossa. Cambiò la storia dell’economia e il senso stesso di Stato dopo oltre due
millenni. Prima, Stato e cittadini erano veramente nella stessa barca: era vero
che se lo Stato pasticciava col denaro spendendo troppo, sia i cittadini che lo
Stato potevano fare bancarotta (correvano in banca a richiedere oro in cambio
dei soldi circolanti, ma se l’oro non era sufficiente… bang!); era vero che lo
Stato doveva tassare i cittadini per riprendersi il denaro al fine di
spenderlo, perché non poteva certo crearlo dal nulla a piacimento visto il
vincolo con l’oro; ed era vero che se i cittadini evadevano le tasse lo Stato
poteva trovarsi al verde, con il collasso delle sue funzioni. Dunque era vera
la Res Publica, ovvero la condotta fiscale dello Stato era legata direttamente
al destino dei cittadini, e viceversa. Ma dal momento in cui allo Stato fu
concesso di possedere una moneta sovrana svincolata da tutto, tutto cambiò.Da
quel momento lo Stato si separò dalla cittadinanza ed ebbe in mano
uno strumento inedito con cui governare: poteva emettere denaro inventandoselo,
poteva quindi spendere con pochi limiti. In parole semplici: lo Stato divenne
una cosa tutta sua con un suo portafoglio (cioè la moneta inventata dal nulla e
quasi senza limiti) libero da noi cittadini. Noi cittadini non fummo più lo
Stato. Quest’ultimo poteva perciò decidere di investire nelle infrastrutture
nazionali, nei posti di lavoro, nello Stato Sociale, nella produttività privata
tanto quanto voleva, arricchendoci. Oppure poteva decidere di fare l’opposto,
di tassarci sottraendoci denaro e quindi di impoverirci un poco o anche tanto.
Ricordo qui quanto spiegato nei dettagli ne Il Più Grande Crimine, e cioè che
quando questo tipo di Stato spende a debito, esso accredita conti correnti dei
cittadini aumentandoli, oppure gli offre titoli di Stato che non fanno altro
che spostare il denaro dei cittadini da un conto corrente dove guadagna l’1% a
uno dove guadagna il 4, il 5 o il 6%. Perciò, la spesa a debito dello Stato
arricchisce sempre i cittadini, che non la devono mai ripagare, perché il
debito dello Stato è contratto solo con se stesso e viene onorato dal medesimo
semplicemente emettendo di nuovo il suo denaro (Keynes, Commons, Robinson,
Samuelson, Minsky, Godley, Wray, et al.)
Chiaramente due entità separate, Stato e cittadini; il
primo con una funzione di ‘levatrice’ dei secondi, e questi ultimi con il
potere di legittimare la propria levatrice democraticamente. E cosa avrebbe
fatto la cittadinanza fossa mai stata informata di questa reale funzione dello
Stato? Ovvio, avrebbe decretato democraticamente che sì, lo Stato doveva
spendere il suo denaro a deficit per creare il benessere pubblico, di noi
tutti. Quasi senza limiti. Ma questo avrebbe decretato anche un’altra
cosa: la fine per sempre del potere dei grandi capitali privati di
dominare l’economia, cioè il mondo, poiché essi avrebbero da quel
momento dovuto sempre competere con un potere assai più forte e illimitato,
quello degli Stati come 'levatrici' nell'interesse dei cittadini. Marchionne
blatera il suo “investimento sì o investimento no”? E chissenefrega, in
uno Stato a moneta sovrana che svolgesse le sue funzioni legittime il signor
Marchionne sarebbe stato invitato a proseguire a passi lunghi e ben distesi
verso la frontiera, dove un solerte finanziere avrebbe magari aggiunto una
buona pedata nel suo didietro, e la forza lavoro licenziata dalla Fiat sarebbe
stata impiegata dal programma di Stato di Piena Occupazione dotato di un budget
confronto a cui l’investimento di Marchionne è una paghetta (Wray, 1998-2011).
Le banche giocano sporco e ci trascinano nel baratro finanziario? Bene, le si
nazionalizza, i manager si spediscono nelle nazionali galere, e con la vendita
degli asset bancari più una buona iniezione di denaro dello Stato si salvano i
correntisti, poi le aziende assetate di credito e i cittadini
creditori/debitori truffati (cioè si fa tutto quello che ha fatto il
governatore della Banca Centrale americana Ben Bernanke, cambiando però il
finale per i manager e i destinatari dei trilioni di dollari di Stato che Ben
ha prontamente emesso dal nulla senza che per questo
crollasse l’America).
State capendo quale era il problema? Perdonate al
giornalista un momento di gergo, per essere proprio chiaro, e ripeto: la
separazione fra Stato a moneta sovrana che spende a deficit per i
cittadini, e i cittadini che dall’altra parte lo
legittimano guadagnando in attivo da quella spesa, cioè la morte dell’idea di
Res Publica, avrebbe fottuto il potere finanziario speculativo (Vero Potere)
come mai prima nella Storia dell’umanità. E questo non doveva essere permesso,
mai e poi mai. Ma proprio mai. E fu così che il mantra che lo Stato siamo noi e
che se lo Stato s’indebita anche noi di conseguenza ci indebitiamo, fu
trapanato nel cranio di ogni singolo politico, economista, docente, tecnocrate,
dirigente, cittadino/a, da coloro che ho descritto ne Il Più Grande Crimine, ma
che qui specificherò meglio.
Lo stesso è accaduto con l’assurdo concetto secondo
cui uno Stato è esattamente come una famiglia, e deve spendere o risparmiare
come la famiglia. Sappiamo che questo, nel caso di Stato a moneta sovrana
moderna, è del tutto falso. Ne Il Più Grande Crimine trovate la piena
spiegazione tecnica del perché. Ma di nuovo badate all’insidia insita in questo
concetto:paralizzare le casse dello Stato nella loro funzione di spesa a
deficit pro cittadini attraverso una vera e propria PsyOp, che nel gergo dei
servizi segreti sta a significare Operazione Psicologica di manipolazione di
massa. Vengono comunemente impiegate dal dopoguerra, e i casi più noti
furono quelli associati al ‘pericolo rosso’ in Italia e in America Latina, alla
Guerra al Terrorismo, ma anche all’economia. Nessuna teoria del complotto, al
contrario, sono operazioni sofisticatissime citate in infiniti documenti
declassificati oggi consultabili nei National Security Archives di Washington.
Nel caso in questione si usò il concetto di cui sopra che è di micidiale
penetrazione, perché risuona assolutamente plausibile alle orecchie non solo
dei politici, ma anche di tutti i cittadini. Ripeto: lo Stato deve guadagnare di
più di quanto spende, e non deve spendere di più di quanto guadagna se no
s’indebita, e questo è un disastro, ci dissero. Logico, no?
Ma se una crisi colpisce il Paese e ci porta la
disoccupazione giovanile al 29%? Peccato. Lo Stato potrebbe inventarsi sia i
posti di lavoro che gli stipendi per quei poveri ragazzi… ma no! Perché la
‘famiglia’ non può dare tutta la paghetta che gli pare ai figli, c’è un limite.
Peccato davvero se un terremoto devasta l’Aquila trasformando un gioiello
italiano in uno spettro conficcato nel mezzo del Paese con la rovina
finanziaria di migliaia di persone. Lo Stato potrebbe inventarsi tutto il
denaro per una piena ricostruzione abitativa, lavorativa, artistica,
psicologica e senza Clooney o il G8… ma no! Perché la ‘famiglia’ ha limiti di
budget, anche quando si versano le lacrime. E così per gli ospedali, le scuole,
l’università, i parchi, i musei, le pensioni, ecc. ecc. Tutti noi abbiamo per
cinquant’anni rinunciato a tantissimo, ingoiato a volte tragedie immense,
perché convinti che in effetti questo nostro Stato è come noi, e come noi deve
tutte le sere fare i conti sul tavolo di cucina sperando di non dover dire ai
proprio figli “non ce n’è più, questo mese niente pizza fuori”, che però
nella realtà di una nazione significa rinunce che troncano destini per sempre.
Ora, dovete sapere chi sono gli uomini che hanno
saputo trapanare nel cervello di tutti quelle falsità micidiali, con lo scopo,
ripeto, di distruggere la prerogativa dello Stato di tutelare i propri
cittadini, a favore invece del potere dei capitali speculativi di sottomettere
i cittadini. Sono economisti, si chiamano Lucas, Sargent, Wallace della scuola
economica dei NEW CLASSICAL; sono Wanniski e Gilder dei SUPPLY SIDERS; è Mankiw
dell’ala conservatrice dei NEW KENSIAN; e c’è Greenspan, l’ex Deus ex Machina
della FED americana. Si tratta di microeconomisti che hanno invaso il reame
della macroeconomia, cioè, semplificando, gente che era esperta di bilanci
familiari o poco più e che ha imposto le proprie teorie ai macrosistemi degli
Stati. Ovviamente non per errore. Le loro idee, sponsorizzate dai miliardi del
grande capitale finanziario, hanno vinto dopo gli anni ’60 la battaglia per il
dominio dei ministeri delle finanze dei nostri Stati, delle cattedre di economia
che poi sfornano i dirigenti, hanno convinto anche noi, e ci hanno tolto
l’unico strumento che avevamo per tutelarci: lo Stato separato dai cittadini
che spende a deficit per il nostro benessere.
Potevamo avere un’altra vita, non l’abbiamo avuta, un
altro Stato, non l’abbiamo avuto. Chi di noi ha vissuto e sofferto
terribilmente per la continua incertezza, penuria di mezzi, insicurezza,
umiliazione nel lavoro, disoccupazione, esclusione sociale, abbandono
sanitario, lo deve all’inganno della “Res Publica che è come una famiglia”.
2 commenti:
DIONISIO, sei meraviglioso.
Hai fatto bene a far riemergere la chiarezza di Barnard, specco confusa con una specie di velato odio per la sinistra.
In realtà al SINISTRA DI PRODI, la attuale sinistra fighetta di Travaglio &C. è ancora più neoliberista del re.
Prodi è uomo della Goldmann Sachs.
Berlusconi è solo un minus habens che può giocare a fare il presidente del consiglio di questa ormai addivenuta repubblica delle banane (dopo oltre 30 anni di sforzi) e farsi comodomanìììente i cavoli suoi, tanto è ininfluente (oggi è al processo Mills e non all'ONU).
L'Italia serve ai potenti di cui sopra per tre ragioni:
1) ha una favolosa posizione strategica nel Mediterraneo ed è incastrata nell'Europa Centrale. Non a caso una holding cinese (credo che in Cina ci sia il peggio del peggio, il capitalismo di stato komunista) darà 3000 milioni di uero al primo tra Slovenia, Croazia e Italia che gli preparerà una base logistica portuale per le sue navi mercantili. E chi se ne frega dell'Ambinete, delle coste marine ecc.
2) ha la quarta riserva aurifera MONDIALE;
3) è piena zeppa di ricchezze artistiche, tutte da depredare (senza contare quelle che ci hanno già fregato).
Barnard si è ammutolito ma continuamo noi. Almeno ci si prova.
Le 3 motivazioni elencate sono fondamentali per chi in realtà ci governa, e dovremo saperlo che non sono i politici, questi ultimi fanno solo quello che fece il Criminale Prodi a suo tempo, svendono il paese a chi lo vuole acquistare e devono farlo e stare zitti, altrimenti vengono espulsi dal gioco, lo diceva il grande Ezra Pound già negli anni 30, i politici sono i camerieri dei banchieri, hanno influenza uguale a zero assoluto. Io, purtroppo, la penso come Barnard, e cioè che parlare e informare quando nessuno si muove, quando le informazioni acquisite non modificano il tuo stile di vita, diviene solo uno sfizio fine a se stesso, ho scritto, mi sono sfogato, ho detto quello che pensavo e stop. Ho lasciato stamani due commenti sul tuo blog dove dico quello che prevedo per il futuro, e non penso di sbagliarmi.
Ciao Daniela e stammi bene.
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