Scrivo oggi alcuni estratti delle “Lettere a Lucillio”, un
libro che ho letto diverse volte e che ogni tanto ne vado a rileggere qualche
pagina. Un libro che nonostante i suoi duemila anni è più attuale dei romanzi
che troviamo oggi nelle nostre librerie, bello osservare l’estratto dalla
lettera 7 “La folla e gli spettacoli immorali” e rendersi conto che in tutti
questi secoli non è cambiato proprio niente, anzi siamo peggiorati, una volta c’erano
le arene e assisteva chi voleva, oggi, milioni e milioni di persone sono attaccati
a una televisione che inonda il cervello di messaggi subliminali, cattivi
esempi, continue e ripetute violenze, omicidi, spingere le persone all’uso di
alcolici, a rincorrere il denaro, ad essere belli fuori e sporchi dentro, e
quante altre cattive espressioni potrei elencare di questo monitor nato per
intrattenere gli adolescenti ma diventato poi l’arma di dominio delle masse? Articolo da leggere bene e molte volte, poi fate voi delle ricerche in rete su come viene influenzato il comportamento delle masse dai monitor, ecco due link per esempio 1 e 2, ma se ricercate per conto vostro ve ne renderete conto per bene, non credete mai a quello che dico, ricercate invece se è vero. Se le masse si staccassero domani dai monitor in generale, il pianeta subirebbe un cambiamento inimmaginabile. Mia personalissima opinione naturalmente...
In fondo troverete un post su Kirghisia, tratto dal sito http://eccocosavedo.blogspot.com sulla vita e quanto potrebbe essere bella, invece in molti vivono in inferno quotidiano grazie a poche famiglie che nei secoli sono diventate ricchissime grazie ad atti delinquenziali, predatori e fuorilegge, com'è possibile tutto questo?
In fondo troverete un post su Kirghisia, tratto dal sito http://eccocosavedo.blogspot.com sulla vita e quanto potrebbe essere bella, invece in molti vivono in inferno quotidiano grazie a poche famiglie che nei secoli sono diventate ricchissime grazie ad atti delinquenziali, predatori e fuorilegge, com'è possibile tutto questo?
Estratto dalla
lettera 7 “La folla e gli spettacoli immorali”
Mi chiedi cosa tu debba specialmente evitare. Rispondo: la
folla. Io
aggiungo, quanti saggi hanno sempre detto che nella folla si trova la follia?
Scusate il gioco di parole, ma lo trovo appropriato. Da Nice, a Socrate, a
Platone, a Voltaire, nessuno di questi ha mai considerato la folla una cosa
buona, perché gli uomini diventano tanto inetti e pazzi quando si raggruppano?
La risposta descritta nella lettera mi sembra ottima, fa sempre riferimento
agli esempi che noi osserviamo, e spesso come scimmie imitiamo.
La compagnia della moltitudine è dannosa, c’è sempre qualcuno
che ci rende gradevole un vizio o senza che ce ne accorgiamo, ce lo trasmette
in tutto o in parte. Più sono le persone
con cui viviamo, maggiore è il pericolo. Nulla è tanto nocivo ai buoni costumi
quanto assistere a oziosi spettacoli. Per questo il livello morale e di inciviltà è tanto
elevato nel nostro paese e nel NWO?
Mediante le attrattive del piacere i
vizi si insinuano più facilmente. Capisci cosa voglio dire? Ritorno più avaro,
più ambizioso, più lascivo, addirittura più crudele, proprio perché sono stato
in mezzo agli uomini.
Un giorno assistetti allo spettacolo del mezzogiorno, (Il mattino iniziavano i
giochi del circo con le lotte fra uomini e belve, privi di corazza e di scudo,
nelle ore pomeridiane si scontravano in duello nell’arena coppie di criminali,
chi si opponeva veniva flagellato o con ferri roventi lo si spingeva),
aspettandomi di vedere qualche scenetta comica che mi distraesse la mente
evitando la vista del sangue. E’ avvenuto proprio il contrario, le lotte precedenti erano state atti di
bontà a confronto,, ora non più combattimenti ma veri e propri omicidi, non
hanno armi di difesa e i colpi non vengono mai dati invano. E la maggior parte
degli spettatori preferisce queste scene alle coppie ordinarie di
gladiatori. Al mattino gli uomini sono dati in pasto a leoni, orsi e altre
belve feroci, dopo il mezzogiorno coloro che hanno ucciso affronteranno altri
che li uccideranno e il vincitore viene serbato per essere ucciso a sua volta. “Ma” si dirà, costui è un criminale, un
assassino, e tu o sciagurato, quale pena hai commesso per assistere ad uno
simile spettacolo? Quando lo spettacolo viene sospeso, nel frattempo si
trovi qualcuno da sgozzare immediatamente. Ma non capite che i cattivi esempi
ricadono su coloro che li danno? Un solo
esempio di dissolutezza e di avarizia può provocare un gran male; un amico
dedito ai piaceri a poco a poco ci snerva e ci rende fiacchi; la vicinanza di
un ricco suscita la brama di ricchezza; un compagno cattivo attacca la sua
ruggine anche all’uomo più candido e schietto. E che accadrà a colui che è
circondato da una moltitudine corrotta? Questo le vediamo tutto intorno a noi, e lo
possiamo concepire molto bene se leggiamo il libro “Metastasi”, come una
metastasi appunto la corruzione si è diffusa in ogni ambito della nostra vita
quotidiana.
Raccogliti in
te stesso per quanto puoi, vivi con quelli che possono renderti migliore, c’è
un vantaggio reciproco perché gli uomini mentre insegnano imparano. E ricordati
che fra la moltitudine nessuno ti comprenderebbe. Te ne capiterà forse
qualcuno, uno o due, e tu dovrai prima formarlo ed educarlo perché possa
comprenderti. Ma allora tu mi dirai “Per chi ho appreso tutte queste cose?”.
Nessun timore di aver faticato invano se le hai apprese per te.
PS: La nostra
cosiddetta civiltà, non possiamo soltanto e sempre parlare di soldi. Il denaro, vera ossessione contemporanea,
sta diventando la misura di tutti e di ciascuno. Per decenni ci siamo detti,
riconosciuti, identificati nel motto: consumo, dunque esisto. Tutti,
giovani e vecchi: comprare per vivere, ad ogni costo, con rate e leasing,
strozzini e mutui.. E “LORO” con i nostri soldi “Uccidono”, e a
questo punto gli assassini siamo anche noi, questo è disciplinato dall'art. 40
ultimo comma, del Codice penale italiano tale norma e precisa che: "non impedire un evento che si ha l'obbligo giuridico di impedire
equivale a cagionarlo, causarlo". E tutti abbiamo partecipato, nessuno
escluso. Perché non ci sbattono tutti in prigione? Ah, è vero, perché la legge
è uguale per tutti. Sia chiaro, voleva essere la battuta più bella di tutto l’articolo!
Estratti della
lettera 1 “L’uso del tempo”
Fai così caro
Lucillio, renditi veramente padrone di te e custodisci con cura quel tempo che
sino ad ora ti veniva portato via, o ti sfuggiva: alcune ore ci vengono
sottratte da vane occupazioni, altre ci scappano quasi di mano, ma la perdita
per noi più vergognosa è quella che proviene dalla nostra negligenza. Se guardi bene nella vita la maggior parte
del tempo ci sfugge nel fare il male, la maggior parte nel fare nulla, tutta
quanta nel fare altro da quello che vorremo. Indica a qualcuno come vive il
suo tempo e come stia morendo giorno per giorno. In questo ci inganniamo, nel
vedere la morte avanti a noi, come un avvenimento futuro, mentre gran parte di
essa è già alle nostre spalle. Ogni ora
del nostro tempo passato appartiene già alla morte. Tutto, o Lucillio,
dipende dagli altri, solo il tempo è
nostro. Abbiamo avuto dalla natura
il possesso di questo solo bene sommamente fuggevole, ma ce lo lasciamo
togliere dal primo venuto! E l’uomo è
tanto stolto che, quando acquista beni, accetta che gli vengano messi in conto,
ma nessuno che abbia cagionato perdita di tempo agli altri pensa di essere
debitore di qualcosa, mentre è questo l’unico bene che l’uomo no potrà mai
restituire, nemmeno con tutta la sua buona volontà. […] Per me è povero del tutto colui che, per quanto
poco gli resti, non se lo fa bastare. […] è troppo tardi risparmiare il
vino quando si è giunti alla feccia, nel fondo del vaso non resta solo la parte
più scarsa, ma anche la peggiore.
Estratti della
lettera 6 “Il valore dei buoni esempi nel perfezionamento spirituale”
Voglio scrivere una cosa prima di passare alla lettera.
Che esempi hanno i giovani dei nostri giorni e che bassezza culturale e morale
imparano quotidianamente da quel monitor maledetto?
Mi accorgo caro
Lucillio, che non solo mi vengo correggendo, ma mi sto anche trasformando.
Non che Io creda o voglia far credere che in me non resti nulla da mutare.
Perché non dovrei avere molti impulsi e sentimenti che debbono essere dominati,
frenati o stimolati? Ma anche vedere i difetti prima ignorati è un indizio di
un animo che ha fatto progressi. Ci si
rallegra di certi malati che sono divenuti coscienti della loro malattia. Gli
animi sono uniti da un concorde desiderio di bene, e questo non è forse
possibile? Sanno infatti di avere tutto in comune e soprattutto le sventure. In verità desidero trasmettere tutto me
stesso in te, e godo d’imparare qualcosa appunto per insegnarla. Aggiungo IO : “Il sapere è un atto di esperienza, Io so e
quindi sono, esprimendo il mio sapere vorrei alla fine condividere.”
Se mi fosse stata data la saggezza a patto di tenerla tutta
per me l’avrei rifiutata. I progressi ottenuti per ammaestramento sono lenti,
quelli invece che si ottengono con gli esempi sono più immediati ed efficaci.
Ecco il mondo che vorrei:
La Strana Sensazione di Vivere
DI SILVANO AGOSTI
Cari amici, non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o
per trascorrere le ferie, ma per caso. Improvvisamente ho assistito al miracolo
di una società nascente, a misura d’uomo, dove ognuno
sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è utopia, ma un bene reale e comune. Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere. Arrivando in Kirghisia ho avuto la sensazione di “tornare” in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché da sempre sognavo che esistesse.
sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è utopia, ma un bene reale e comune. Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere. Arrivando in Kirghisia ho avuto la sensazione di “tornare” in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché da sempre sognavo che esistesse.
Il mio strano “ritorno” in questo meraviglioso Paese, è
accaduto dunque casualmente. Per ragioni tecniche, l’aereo sul quale viaggiavo
ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale. Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato non si
lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di
un’eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della
giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all’amore, alla
vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili. La produttività si è così
triplicata, dato che una persona felice sembra essere in grado di
produrre, in un giorno, più di quanto un essere sottomesso e frustrato riesce a
produrre in una settimana. In questo contesto, il concetto di “ferie”
appare goffo e perfino insensato, qui dove tutto sembra organizzato per
festeggiare ogni giorno la vita. L’attuale concetto occidentale di ferie,
invece, risulta feroce, quanto la concezione stessa del lavoro, non soltanto perché interferisce in modo profondo con
il senso della libertà, ma perché ne trasforma e deforma il significato. Nel
periodo di ferie, milioni di persone sono obbligate a divertirsi, così come nel resto dell’anno sono
obbligate a lavorare senza tregua, a sognare di trovare un lavoro o a
guarire dai guasti e dalle malattie, causate da un’attività lavorativa coatta e
quotidiana. Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno,produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni,
malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre
l’occasione della vita.
La proposta risanatrice di questi invisibili orrori, si è
risolta nello Stato della Kirghisia, dove sono state realizzate una serie di
riforme che in pochi anni hanno modificato le abitudini e i comportamenti dei
suoi cittadini. La corruzione politica si è azzerata perché in questo Paese,
chi appartiene all’apparato governativo, esercita il proprio ruolo in forma di
“volontariato”, semplicemente continuando a mantenere per tutta la
durata del mandato politico lo stesso stipendio che percepiva nella sua
precedente attività. Quando ho saputo che ogni realtà politica nasce da una
forma di volontariato, ho finalmente capito perché, ogni volta che vedo un
rappresentante del parlamento italiano parlare alla televisione, c’è qualcosa
sul suo volto che rivela un’incolmabile lontananza da ciò che sta dicendo.
Ecco, ora mi è chiaro che chiunque abbia, come i nostri deputati occidentali,
uno stipendio minimo di quaranta milioni di lire ( circa 20.000 euro) al mese,
non può in alcun modo essere convincente, in ciò che dice, pensa o fa. Qui in
Kirghisia, la possibilità di dedicare quotidianamente alla vita almeno
mezza giornata ha consentito la realizzazione di rapporti completamente nuovi tra
padri e figli, tra colleghi di lavoro e vicini di casa. Finalmente i genitori
hanno il tempo di conoscersi veramente tra loro e di frequentare i propri
figli. I parchi sono ogni giorno ricolmi di persone e il traffico stradale è
oltre quattro volte inferiore, dato il variare degli orari di lavoro. Le
fabbriche sono in attività produttiva continua, ma chi fa i turni di notte
lavora solo due ore.
Già al terzo anno di questa singolare esperienza è stato
rilevato un fenomeno molto importante. Il consumo di droghe, sigarette,
alcolici è diminuito in modo quasi totale e i farmaci rimangono in gran parte
invenduti. Certo, tutto ciò può sembrare incredibile a chi, come voi cari amici,
è costretto a credere che l’attuale organizzazione dell’esistenza in occidente
sia la sola possibile. In Kirghisia, la gestione dello Stato, oltre a
essere una forma di volontariato, si esprime in due governi, uno si occupa
della gestione quotidiana della cosa pubblica, l’altro si dedica esclusivamente
al miglioramento delle strutture. Ho incontrato il Ministro per il
Miglioramento delle Attività lavorative che ha in progetto, nel prossimo
quinquennio, di ridurre ulteriormente per tutti il lavoro obbligatorio a due
ore al giorno invece delle attuali tre. Il Ministro è convinto che solo
una umanità liberata dal lavoro possa essere veramente produttiva. È
anche certo che si possa scoprire l’operosità del fare, solo realizzando, nel
tempo libero, ciò che si desidera. Ho fatto bene a decidere di
rimanere in Kirghisia, e non me ne andrò finché continuerò ad avere la strana
sensazione di vivere, qui, all’interno di un sogno comune. Un abbraccio a
tutti.
TRATTO DAL LIBRO: Lettere dalla Kirghisia
Un saluto a tutti, statemi bene e credete nei sogni, credeteci tanto intensamente da realizzarli, e lasciate quel lato materiale che vi impedisce di vivere bene, vi rende solo infelici, frustati e sottomessi.http://italianimbecilli.blogspot.com/2011/09/la-cultura-borghese-nel-sangue.html
Dioniso777
3 commenti:
Ciao Dioniso,
Passo con piacere a salutarti ed ad osservare che sei più agguerrito che mai.
Spero che in questo caso colpisca più la lingua che la spada.
Di sicuro non sei affatto privo di una ampia capacità filosofica e letterale.
Alla prossima.
Ciao Carlo, mi lusinghi...
Sai cos'è il problema? Che purtroppo a questo mondo, marcio, avere capacità intellettive e sopratutto chiedersi i perché non ti porterà mai ad essere sereno, ah, che bella la serenità degli imbecilli, non trovi? Non farei mai cambio, assolutamente, "La verità ti rende libero".
Anch'io passo sempre nel tuo blog ogni volta che pubblichi, mi ritrovo molto, se non completamente in quello che scrivi.
Un saluto allo spettacolare e attivissimo Dionisio...
Veramente faccio fatica a stari dietro SEI IRRAGGIUNGIBILE.
Ma, ti prego, continua.
Non sempre leggo ma appena posso lo faccio, e se non riesco a dire nulla di sicuro devo salutarti e ringraziarti di questo lavoro.
Posta un commento