articolo di Lorenzo Acerra, con integrazioni a cura di Corrado Penna
Morozov, Fomenko (e tanti altri prima e dopo di loro che ora vedremo) affermano che la cronistoria della civiltà, soprattutto di quel periodo che va dal terzo al dodicesimo secolo dopo Cristo (e che include quindi la gran parte del cosiddetto Medioevo) si compone solo di stracci fantasmi, del tutto inventati e mistificati, messi a copertura di chissà cosa. I racconti secondo tali illustri studiosi non corrispondono ad episodi avvenuti a quei tempi. Ricordiamo che quando parliamo di illustri studiosi parliamo di professori universitari di Matematica come Nosovskij e Fomenko nonché di uno dei più grandi geni degli ultimi secoli, il fisico e matematico Isaac Newton, scopritore del calcolo differenziale (derivate) e delle leggi della gravità.
Nell'ipotesi di Fomenko, pezzetti di cronistoria presi qua e là alla meno peggio furono attribuiti dai teologi gesuiti Scaligero e Petavio ad un periodo fantasma, inventato sulla carta, che è quello che separa il nocciolo della storia di Roma dal periodo finale del medioevo. Per essere più chiari possibili, in questa ipotesi gli anni 1100-1200 d.C. sono preceduti solo da quello che accadeva a ridosso dell'Annus Domini (l’anno in cui, durante l’occupazione e dominazione dell’impero romano su Giudea e Galilea, sarebbe nato Gesù Cristo).
L'elaborazione di calcoli matematici e astronomici effettuata da Fomenko e Nosovskij confermerebbe questa idea, che comunque apparteneva già ad altri autori.
Equazioni differenziali che solo oggi, grazie ai computer, riescono a dare informazioni chiare ci permettono di valutare se le date delle eclissi lunari di cui abbiamo notizie dalle antiche cronache corrispondono alle reali date in cui in passato tali eventi si verificarono. Le eclissi riportate sugli antichi libri nel periodo tra il 300 a.C. e il 1100 d.C. non erano compatibili col regolare e costante moto della Luna intorno alla Terra (e della Terra intorno al Sole) che le avrebbe dovuto generare. Come già mostrato nel precedente articolo, quei dati desunti dalle antiche cronache avrebbero significato un accelerazione ed in seguito una decelerazione del moto lunare;
Morozov, Fomenko (e tanti altri prima e dopo di loro che ora vedremo) affermano che la cronistoria della civiltà, soprattutto di quel periodo che va dal terzo al dodicesimo secolo dopo Cristo (e che include quindi la gran parte del cosiddetto Medioevo) si compone solo di stracci fantasmi, del tutto inventati e mistificati, messi a copertura di chissà cosa. I racconti secondo tali illustri studiosi non corrispondono ad episodi avvenuti a quei tempi. Ricordiamo che quando parliamo di illustri studiosi parliamo di professori universitari di Matematica come Nosovskij e Fomenko nonché di uno dei più grandi geni degli ultimi secoli, il fisico e matematico Isaac Newton, scopritore del calcolo differenziale (derivate) e delle leggi della gravità.
Nell'ipotesi di Fomenko, pezzetti di cronistoria presi qua e là alla meno peggio furono attribuiti dai teologi gesuiti Scaligero e Petavio ad un periodo fantasma, inventato sulla carta, che è quello che separa il nocciolo della storia di Roma dal periodo finale del medioevo. Per essere più chiari possibili, in questa ipotesi gli anni 1100-1200 d.C. sono preceduti solo da quello che accadeva a ridosso dell'Annus Domini (l’anno in cui, durante l’occupazione e dominazione dell’impero romano su Giudea e Galilea, sarebbe nato Gesù Cristo).
L'elaborazione di calcoli matematici e astronomici effettuata da Fomenko e Nosovskij confermerebbe questa idea, che comunque apparteneva già ad altri autori.
Equazioni differenziali che solo oggi, grazie ai computer, riescono a dare informazioni chiare ci permettono di valutare se le date delle eclissi lunari di cui abbiamo notizie dalle antiche cronache corrispondono alle reali date in cui in passato tali eventi si verificarono. Le eclissi riportate sugli antichi libri nel periodo tra il 300 a.C. e il 1100 d.C. non erano compatibili col regolare e costante moto della Luna intorno alla Terra (e della Terra intorno al Sole) che le avrebbe dovuto generare. Come già mostrato nel precedente articolo, quei dati desunti dalle antiche cronache avrebbero significato un accelerazione ed in seguito una decelerazione del moto lunare;
moto che invece, per quanto ne sappiamo dalle osservazioni degli ultimi secoli, è sempre rimasto costante (d’altronde non vi è fenomeno alcuno che giustifichi una tale bizzarra accelerazione/decelerazione del moto lunare). Ecco perché dei matematici si affacciano con prepotenza sul mondo della storiografia. Lo studio della posizione reciproca degli astri, desunta dalle antiche descrizioni, si poteva presentare solo in alcune date storiche e non in altre.
È chiaro che gli storici che hanno costruito la cronologia adesso universalmente accettata erano unanimi, ma non gli altri! Nel sedicesimo secolo De Arcilla, professore dell'Università di Salamanca in Spagna, diceva che tutta la storia antica era una contraffazione imbastita prima a partire dagli scribi benedettini e poi dagli umanisti sponsorizzati da varie signorie.
Un altro famoso esponente di questa tesi fu Jean Hardouin (1646 -1729), direttore della French Royal Library. La maggior parte della letteratura classica, diceva lui, era stata fabbricata nei secoli tredicesimo e quattordicesimo. Come possiamo leggere su wikipedia anche Hardouin, che era un un gesuita, fu studioso degli antichi testi classici e delle antiche monete, e scrisse i testi Chronologiae ex nummis antiquis restitutae (1696) e Prolegomena ad censuram veterum scriptorum, e si convinse che, con l'eccezione di pochi testi, i classici testi dell'antichità greco-romana fossero dei falsi fabbricati da monaci del 13° secolo, e lo stesso egli affermava riguardo a molti capolavori artistici, monete, iscrizioni. Affermò anche che molti antichi avvenimenti fossero stati inventati di sana pianta, in particolare tutti i concili avvenuti prima di quello di Trento.
Di qui parte lo spunto di Fomenko. L'eclissi presentata nella Historia di Tito Livio deve essere avvenuta mille anni dopo. Questo significa che Tito Livio viveva 1000 anni dopo. Ovvero possiamo situare lui, assieme agli altri autori della storia romana ed alla la società che raccontano, nell'undicesimo secolo. Il periodo 59 a.C. – 17 d.C. descritto da Tito Livio è in realtà da collocarsi nell'undicesimo secolo. Lo stesso si può dire delle tre eclissi consecutive descritte durante la guerra del Peloponneso. Datandole bene e quindi portandole avanti di oltre mille anni, ci rimangono solo degli eventi fantasma, doppioni costruiti a partire da qualcos'altro, che Petavio e Scaligero avevano allineato nella loro cronologia preferita e che si rivelano quindi quali stracci di una cronistoria fantasma.
L'inquisizione (1200-1500) fu guidata dai Gesuiti, come ci conferma un articolo di giornale, (nel quale si ricorda non solo che furono inquisitori spietati, ma che si adoperarono anche per la “conversione forzata” degli indios americani). L’articolo in questione sarebbe da leggere integralmente, per comprendere come quasi tutte le nazioni d’Europa abbiano visto nei Gesuiti un grosso pericolo per la propria indipendenza, e non è un caso che il termine “gesuita” adesso sia utilizzato come sinonimo di persona intrigante. Se nel regno di Napoli il ministro Bernardo Tanucci li definì «un vero canchero del genere umano» e se essi venirono espulsi dal regno d’Inghilterra, Portogallo, Francia, Spagna, Parma, Napoli, forse un motivo c’era. In tempi più recenti molti studiosi delle trame cospirative moderne vedono nei Gesuiti una delle forze più potenti ai vertici della piramide del potere.
La storia è stata riscritta dai Gesuiti? Il già citato Petavio, che con Scaligero formulò la cronologia attualmente in uso, fu un Gesuita. Ma non dimentichiamo che anche Hardouin, che dissente radicalmente da Petavio e Scaligero, è un gesuita (niente al mondo è tutto bianco o tutto nero).
Ad ogni modo c'è da chiedersi se sia possibile che Scaligero e Petavio avessero fatto un lavoro certosino e precisissimo già al primo colpo (stiamo parlando del libro “Opus Novum de emendatione temporum” di Scaligero risalente al periodo 1583-1606 e del libro “De Doctrina Temporum” di Petavius del 1627)? Dal 1600 in poi non è mai più capitato che sui libri scolastici, nonostante l’avanzare del progresso, della tecnologia, della matematica, dell’astronomia, iniziassero a comparire date essenziali diverse da quelle da loro determinate.
Una delle argomentazioni più forti di Fomenko è quella matematica. Oggi è possibile il calcolo delle posizioni astronomiche grazie ai tanti software facilmente reperibili. E di descrizioni di posizioni astronomiche le cronache antiche sono piene. Ovviamente l'Inquisizione riuscì a stroncare una tradizione di conoscenze astronomiche di grande spessore (che fu passata ai piani alti delle massonerie). Ma Fomenko riesce lo stesso a mettere in difficoltà la storiografia ufficiale perché le sue valutazioni delle date desunte dagli eventi astronomici e dalle posizioni degli atri citate negli antichi testi greci, antichi romani e persino antichi egizi, le avvicinano di un millennio alla nostra data attuale.
Sui geroglifici egizi compaiono date astronomiche. All'inizio gli studiosi avevano cercato di calcolarle, ma evidentemente i calcoli erano troppo lunghi e complicati da fare a mano. Anche perché spesso per proseguire bisognava fare tutta una serie di assunzioni. Man mano che ci si rese conto che le valutazioni di quelle date astronomiche non potevano essere fatte ricadere nell'intervallo compatibile con la storiografia organizzata, s'iniziò a dire che la descrizione di certi fattori astronomici fosse piuttosto un qualcosa di decorativo che non voleva indicare una data.
Ma allora perché eventi astronomici e posizioni degli astri che corrispondono al picco culturale e monumentale degli egizi, una volta valutati con metodi matematici moderni, si scopre che cadono nell'intervello 1100- 1600 d.C.? E come mai, se certe descrizioni e certi riferimenti astronomici erano opera di fantasia, rispettavano gli angoli relativi delle posizioni dei pianeti viste dalla Terra? Certamente un artista che inventa a bella posta certi riferimenti astronomici non solo indovinerà molto raramente una data veramente esistita, ma violerà molte delle regole relative ai moti celesti (anche magari volendovi rimanere vicino perché in possesso di una qualche conoscenza di astronomia).
E anche quando viene fuori qualcosa di coerente, che corrisponde ad una data reale, è statisticamente possibile che la data corrispondente sia sempre da situarsi nel tardo medioevo? Perché non si trova mai una data da situare nel lontano futuro o nel lontano passato? (Fomenko, Nosovski, “Mysteries of Egyptian Zodiacs and Other Riddles of Ancient History“ 2003).
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Alcune integrazioni agli articoli sulla Nuova Cronologia
PUBBLICATO DA CORRADO A 23:59
È chiaro che gli storici che hanno costruito la cronologia adesso universalmente accettata erano unanimi, ma non gli altri! Nel sedicesimo secolo De Arcilla, professore dell'Università di Salamanca in Spagna, diceva che tutta la storia antica era una contraffazione imbastita prima a partire dagli scribi benedettini e poi dagli umanisti sponsorizzati da varie signorie.
Un altro famoso esponente di questa tesi fu Jean Hardouin (1646 -1729), direttore della French Royal Library. La maggior parte della letteratura classica, diceva lui, era stata fabbricata nei secoli tredicesimo e quattordicesimo. Come possiamo leggere su wikipedia anche Hardouin, che era un un gesuita, fu studioso degli antichi testi classici e delle antiche monete, e scrisse i testi Chronologiae ex nummis antiquis restitutae (1696) e Prolegomena ad censuram veterum scriptorum, e si convinse che, con l'eccezione di pochi testi, i classici testi dell'antichità greco-romana fossero dei falsi fabbricati da monaci del 13° secolo, e lo stesso egli affermava riguardo a molti capolavori artistici, monete, iscrizioni. Affermò anche che molti antichi avvenimenti fossero stati inventati di sana pianta, in particolare tutti i concili avvenuti prima di quello di Trento.
Di qui parte lo spunto di Fomenko. L'eclissi presentata nella Historia di Tito Livio deve essere avvenuta mille anni dopo. Questo significa che Tito Livio viveva 1000 anni dopo. Ovvero possiamo situare lui, assieme agli altri autori della storia romana ed alla la società che raccontano, nell'undicesimo secolo. Il periodo 59 a.C. – 17 d.C. descritto da Tito Livio è in realtà da collocarsi nell'undicesimo secolo. Lo stesso si può dire delle tre eclissi consecutive descritte durante la guerra del Peloponneso. Datandole bene e quindi portandole avanti di oltre mille anni, ci rimangono solo degli eventi fantasma, doppioni costruiti a partire da qualcos'altro, che Petavio e Scaligero avevano allineato nella loro cronologia preferita e che si rivelano quindi quali stracci di una cronistoria fantasma.
L'inquisizione (1200-1500) fu guidata dai Gesuiti, come ci conferma un articolo di giornale, (nel quale si ricorda non solo che furono inquisitori spietati, ma che si adoperarono anche per la “conversione forzata” degli indios americani). L’articolo in questione sarebbe da leggere integralmente, per comprendere come quasi tutte le nazioni d’Europa abbiano visto nei Gesuiti un grosso pericolo per la propria indipendenza, e non è un caso che il termine “gesuita” adesso sia utilizzato come sinonimo di persona intrigante. Se nel regno di Napoli il ministro Bernardo Tanucci li definì «un vero canchero del genere umano» e se essi venirono espulsi dal regno d’Inghilterra, Portogallo, Francia, Spagna, Parma, Napoli, forse un motivo c’era. In tempi più recenti molti studiosi delle trame cospirative moderne vedono nei Gesuiti una delle forze più potenti ai vertici della piramide del potere.
La storia è stata riscritta dai Gesuiti? Il già citato Petavio, che con Scaligero formulò la cronologia attualmente in uso, fu un Gesuita. Ma non dimentichiamo che anche Hardouin, che dissente radicalmente da Petavio e Scaligero, è un gesuita (niente al mondo è tutto bianco o tutto nero).
Ad ogni modo c'è da chiedersi se sia possibile che Scaligero e Petavio avessero fatto un lavoro certosino e precisissimo già al primo colpo (stiamo parlando del libro “Opus Novum de emendatione temporum” di Scaligero risalente al periodo 1583-1606 e del libro “De Doctrina Temporum” di Petavius del 1627)? Dal 1600 in poi non è mai più capitato che sui libri scolastici, nonostante l’avanzare del progresso, della tecnologia, della matematica, dell’astronomia, iniziassero a comparire date essenziali diverse da quelle da loro determinate.
Una delle argomentazioni più forti di Fomenko è quella matematica. Oggi è possibile il calcolo delle posizioni astronomiche grazie ai tanti software facilmente reperibili. E di descrizioni di posizioni astronomiche le cronache antiche sono piene. Ovviamente l'Inquisizione riuscì a stroncare una tradizione di conoscenze astronomiche di grande spessore (che fu passata ai piani alti delle massonerie). Ma Fomenko riesce lo stesso a mettere in difficoltà la storiografia ufficiale perché le sue valutazioni delle date desunte dagli eventi astronomici e dalle posizioni degli atri citate negli antichi testi greci, antichi romani e persino antichi egizi, le avvicinano di un millennio alla nostra data attuale.
Sui geroglifici egizi compaiono date astronomiche. All'inizio gli studiosi avevano cercato di calcolarle, ma evidentemente i calcoli erano troppo lunghi e complicati da fare a mano. Anche perché spesso per proseguire bisognava fare tutta una serie di assunzioni. Man mano che ci si rese conto che le valutazioni di quelle date astronomiche non potevano essere fatte ricadere nell'intervallo compatibile con la storiografia organizzata, s'iniziò a dire che la descrizione di certi fattori astronomici fosse piuttosto un qualcosa di decorativo che non voleva indicare una data.
Ma allora perché eventi astronomici e posizioni degli astri che corrispondono al picco culturale e monumentale degli egizi, una volta valutati con metodi matematici moderni, si scopre che cadono nell'intervello 1100- 1600 d.C.? E come mai, se certe descrizioni e certi riferimenti astronomici erano opera di fantasia, rispettavano gli angoli relativi delle posizioni dei pianeti viste dalla Terra? Certamente un artista che inventa a bella posta certi riferimenti astronomici non solo indovinerà molto raramente una data veramente esistita, ma violerà molte delle regole relative ai moti celesti (anche magari volendovi rimanere vicino perché in possesso di una qualche conoscenza di astronomia).
E anche quando viene fuori qualcosa di coerente, che corrisponde ad una data reale, è statisticamente possibile che la data corrispondente sia sempre da situarsi nel tardo medioevo? Perché non si trova mai una data da situare nel lontano futuro o nel lontano passato? (Fomenko, Nosovski, “Mysteries of Egyptian Zodiacs and Other Riddles of Ancient History“ 2003).
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