La love story tra gli americani e la margarina pare sia alle battute finali. Il glorioso e vecchio burro sta lentamente recuperando il favore degli yankee e le vendite della margarina vanno a picco.
Finalmente, dopo oltre 50 anni la bufala della margarina viene smascherata! La margarina è solo una truffa, un ignobile surrogato, un'illusione per il folto esercito dei allocchi consumatori del “light”, un'offesa a migliaia di anni di tradizione alimentare e frutto della mentalità grassofobica fraudolenta di molte istituzioni e industrie mediche e alimentari.
La margarina non la vogliono neanche le formiche...preferiscono il burro!!
A partire dal 2000 negli USA le vendite di burro sono aumentate del 65% e il consumo pro capite sta volando a 2,2Kg all'anno. Le vendite di margarina al contrario si sono ridotte de 30% e sono in continua caduta, nonostante le allucinanti raccomandazioni delle autorità ufficiali di preferire la margarina ai grassi di origine animale. Tuttavia, gli studi più recenti smentiscono i timori per i grassi saturi e colesterolo e puntano piuttosto il dito contro tutti i cibi processati dall'industria e la margarina rientra certamente tra questi.
La margarina è un grasso industriale, costituito principalmente da grassi polinsaturi, facilmente ossidabili, e da grassi idrogenati. Un prodotto tutt'altro che salutare, come molti credono, condizionati come sono dalla faziosa propaganda contro i grassi animali. Si pensi che negli ultimi 20 anni la multinazionale britannica Unilever (maggiore produttore mondiale di margarina) ha investito milioni di dollari in studi scientifici al fine di dimostrare che la margarina fosse migliore del burro. La stessa azienda oggi ammette l'errore e nei suoi prodotti spalmabili inserisce sempre di più il burro.
In Europa si consumano ogni anno circa 1,85 milioni di tonnellate di margarina. A livello di consumo pro capite, il primo posto spetta al Belgio (10,2kg), seguito da Danimarca (9,3kg), Paesi Bassi (8,9Kg). L'Italia occupa l'ultima posizione con i suoi 1,4kg consumati annualmente da ogni abitante (comunque troppi!). La media europea è di 4,3Kg. Purtroppo, nel nostro Paese molta della margarina viene consumata in modo inconsapevole, perché largamente utilizzata in moltissimi prodotti commerciali (merendine, biscotti, waffer, snack, ecc) e nei prodotti da pasticceria (torte, pasticcini, brioche, ecc.).
Secondo le ultime normative, la margarina in Italia non dovrebbe contenere grassi idrogenati, ma pare che non sia sempre così. Difficile sapere se il pasticcere sotto casa utilizza margarina di qualità (termine improprio per questo genere di non-alimento!) o qualche schifezza a basso costo.
Le aziende che commercializzano la margarina in Italia negli ultimi tempi propongono la margarina come “prodotto evoluto”, fabbricato (sì, questo è il termine da usare) con componenti “naturali” e aggiunta di fitosteroli, omega 3, minerali e altro, come se fosse un multivitaminico, un a sorta di benefico integratore. Per quanti sforzi questi signori possano fare, la margarina rimane un alimento pesantemente artificiale e, a mio modesto avviso, insano. Un altro aspetto negativo della margarina è la presenza di olio di palma, la cui produzione è assolutamente antiecologica.
Le vaste piantagioni di palma da olio stanno sostituendo a ritmo allarmante le foreste vergini soprattuto dei due produttori principali di quest'olio, l'Indonesia e la Malesia. Per esempio, in Malesia, si è passati dai 642.000 ettari di piantagioni del 1975 ai 4 milioni di ettari del 2004, ottenuti bruciando foresta vergine. In questo modo si contribuisce anche all'estinzione fisica o culturale dei popoli indigeni, come i Penan. La situazione attuale sta peggiorando sempre più, considerato che la domanda di olio di palma triplicherà nei prossimi 20 anni e il nostro Paese ha il disonore di essere il terzo Paese importatore europeo di quest'olio.
Numerosi prodotti che comprate, a volte anche biologici, utilizzano margarine o altri grassi (vegetali) che contengono olio di palma (alcuni nomi li trovate qui)
FONTE: http://www.dottorperuginibilli.it/alimentazione/646-burro-alla-riscossa-
Pubblicato da Cristina Bassi , http://saluteolistica.blogspot.it/
Finalmente, dopo oltre 50 anni la bufala della margarina viene smascherata! La margarina è solo una truffa, un ignobile surrogato, un'illusione per il folto esercito dei allocchi consumatori del “light”, un'offesa a migliaia di anni di tradizione alimentare e frutto della mentalità grassofobica fraudolenta di molte istituzioni e industrie mediche e alimentari.
La margarina non la vogliono neanche le formiche...preferiscono il burro!!
A partire dal 2000 negli USA le vendite di burro sono aumentate del 65% e il consumo pro capite sta volando a 2,2Kg all'anno. Le vendite di margarina al contrario si sono ridotte de 30% e sono in continua caduta, nonostante le allucinanti raccomandazioni delle autorità ufficiali di preferire la margarina ai grassi di origine animale. Tuttavia, gli studi più recenti smentiscono i timori per i grassi saturi e colesterolo e puntano piuttosto il dito contro tutti i cibi processati dall'industria e la margarina rientra certamente tra questi.
La margarina è un grasso industriale, costituito principalmente da grassi polinsaturi, facilmente ossidabili, e da grassi idrogenati. Un prodotto tutt'altro che salutare, come molti credono, condizionati come sono dalla faziosa propaganda contro i grassi animali. Si pensi che negli ultimi 20 anni la multinazionale britannica Unilever (maggiore produttore mondiale di margarina) ha investito milioni di dollari in studi scientifici al fine di dimostrare che la margarina fosse migliore del burro. La stessa azienda oggi ammette l'errore e nei suoi prodotti spalmabili inserisce sempre di più il burro.
In Europa si consumano ogni anno circa 1,85 milioni di tonnellate di margarina. A livello di consumo pro capite, il primo posto spetta al Belgio (10,2kg), seguito da Danimarca (9,3kg), Paesi Bassi (8,9Kg). L'Italia occupa l'ultima posizione con i suoi 1,4kg consumati annualmente da ogni abitante (comunque troppi!). La media europea è di 4,3Kg. Purtroppo, nel nostro Paese molta della margarina viene consumata in modo inconsapevole, perché largamente utilizzata in moltissimi prodotti commerciali (merendine, biscotti, waffer, snack, ecc) e nei prodotti da pasticceria (torte, pasticcini, brioche, ecc.).
Secondo le ultime normative, la margarina in Italia non dovrebbe contenere grassi idrogenati, ma pare che non sia sempre così. Difficile sapere se il pasticcere sotto casa utilizza margarina di qualità (termine improprio per questo genere di non-alimento!) o qualche schifezza a basso costo.
Le aziende che commercializzano la margarina in Italia negli ultimi tempi propongono la margarina come “prodotto evoluto”, fabbricato (sì, questo è il termine da usare) con componenti “naturali” e aggiunta di fitosteroli, omega 3, minerali e altro, come se fosse un multivitaminico, un a sorta di benefico integratore. Per quanti sforzi questi signori possano fare, la margarina rimane un alimento pesantemente artificiale e, a mio modesto avviso, insano. Un altro aspetto negativo della margarina è la presenza di olio di palma, la cui produzione è assolutamente antiecologica.
Le vaste piantagioni di palma da olio stanno sostituendo a ritmo allarmante le foreste vergini soprattuto dei due produttori principali di quest'olio, l'Indonesia e la Malesia. Per esempio, in Malesia, si è passati dai 642.000 ettari di piantagioni del 1975 ai 4 milioni di ettari del 2004, ottenuti bruciando foresta vergine. In questo modo si contribuisce anche all'estinzione fisica o culturale dei popoli indigeni, come i Penan. La situazione attuale sta peggiorando sempre più, considerato che la domanda di olio di palma triplicherà nei prossimi 20 anni e il nostro Paese ha il disonore di essere il terzo Paese importatore europeo di quest'olio.
Numerosi prodotti che comprate, a volte anche biologici, utilizzano margarine o altri grassi (vegetali) che contengono olio di palma (alcuni nomi li trovate qui)
FONTE: http://www.dottorperuginibilli.it/alimentazione/646-burro-alla-riscossa-
Pubblicato da Cristina Bassi , http://saluteolistica.blogspot.it/