"THE END"

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mercoledì 4 aprile 2012

La morte



Per la maggior parte della gente la morte è solo un concetto astratto. Diventa astratto sopratutto perché  associato al termine "futuro" che è un termine del tutto appartenente all'astrazione, poiché il futuro non esiste.
La persona che vede le cose sotto questa luce, sbaglia,  perché la morte riguarda il presente, come quello che vedi adesso.

La mente che non è razionale, quella non astratta, ma concreta, appartenente alla parte destra del cervello,  non conosce futuro.

Immaginate che ora, in questo istante vi accada qualcosa e morite. La morte è così, un istante del presente in cui non la state aspettando. Ogni istante è fatto di vita ma anche di morte.

Nel momento in cui si nasce bisogna solo aspettarsi la morte, che avrà il volto del presente, come il presente che state vivendo adesso. Potrà avere il volto di un altro umano, di un animale, il vostro volto che soffre a causa di una malattia, il volto di un incidente, il volto di un annegamento, ma sarà sempre il volto del presente.

Si vive per morire, la visione giusta della vita è ad esempio quella degli Ebrei che hanno un dio che li ripaga in vita, quindi loro vedono solo il lasso di tempo fra vita e morte, non sono incentrati nell'aldilà, non se ne preoccupano, pensano alle cose terrene e infatti i nobel appartengono tutti a loro.
La morte non è dolce con nessuno, ma è sofferenza per tutti, ed è bene aspettarsela ad ogni istante,  in modo da poterli dire "ah eccoti, ti aspettavo"e morire con serenità come gli antichi stoici. I progetti vanno fatti con questa consapevolezza.
Questo  è un modo di pensare incentrato sul concreto, sulle cose ovvie, come la morte, non sto scrivendo "non abbiate paura di morire poiché dopo vi aspetta la vita eterna".

Le cose totalmente astratte, generalizzanti, concettualizzanti, categorizzanti, i ruoli, le etichette, la separazione, i concetti astratti come superiorità e inferiorità, tutte le illusioni astratte mai riflesse nella fisica riguardano la mente razionale della parte sinistra del cervello, in cui risiede anche l'io astratto che non è altro che la parte concettuale.

Prima vi è la concretezza e poi l'astrazione ossia la metafisica, altrimenti si finisce per distorcere i fatti per assecondare le proprie aspettative o idee, il tutto per favorire l'io metafisico che si vede separato da tutto il resto.

Bisognerebbe aprire una bella finestra nella parte razionale e portare luce fisica di riflessione.

Farsi consegnare le corna dalla bestia mentale in modo che sia al servizio della concretezza, della parte destra,  e non al servizio delle proprie aspettative, delle idee, dell'io che vuole governare la fisica. In modo che possa funzionare la mente intuitiva.

Esempio di mente intuitiva è quando l'astrazione viene usata per ampliare la percezione usando ad esempio l'empatia (ma attenzione alla falsa empatia, vedi post empatia) usando la visione esterna di sé stessi, oppure usando la concettualizzazione per amplificare i sensi "io sento questo" "io osservo questo" ecc.  Chi vuole manipolare by-passa la mente cosciente parlando solo in modo astratto generalizzante  e parlando di astrazioni, (come il caso di Malanga e i suoi alieni) ripudiando e addormentando la coscienza.

”La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.” Einstein 

Approfondirò questo tema nei prossimi post.

Restando nei limiti della concretezza, i fatti sono questi che ho descritto, nel momento in cui si nasce bisogna solo aspettarsi la morte.

Nasciamo per morire, inutile attaccarsi alla vita, inutile attaccarsi alle cose materiali ed ai progetti.
Inutile credersi immortali, sopratutto dopo la morte, la metafisica che non è subordinata alla fisica è una droga che porta alla depressione.

Siamo nati morti. Ovviamente questa non è un pretesto per buttarsi giù, per fumare, bere, drogarsi, poiché " tanto si morirà", si tratta semplicemente di consapevolezza, la consapevolezza è responsabilità e  liberazione.


Arriverò nel presente,
 e porterò dolore.

Fonte
http://ornitori8.blogspot.it/2012/03/quando-la-morte-da-concreta-diventa.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+HackerDellaMente+(hacker+della+mente)

5 commenti:

Salvatore ha detto...

Il poeta nasce morto e vive vivendo. Saluti da Salvatore.

Elia Menta ha detto...

Complimenti, bell'articolo. La paura della morte è alla base della nostra rovina. Cosa non facciamo per non pensarci, eppure e' l'unica certezza.
Buona giornata.
ELIA

*Dioniso*777* ha detto...

Esatto, l'unica certezza che facciamo di tutto per dimenticare...e così si vive, male!

*Dioniso*777* ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ivan Ortu ha detto...

Caspita mi si era incasinato il blog e avevo perso il post per fortuna l'ho ritrovato qua ;D

LKWTHIN

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