Una buona parte
di noi si sarà certamente chiesta in molte occasioni quale fosse il senso
dell'esistenza. Intimamente lo sappiamo bene, anche se riconosciamo in noi
questa esigenza, questo compito, generalmente solo quando la pressione
interiore si fa insopportabile.
A qualcuno potrà sembrare una visione ardita, ma in realtà siamo tutti angeli "travestiti" da uomini che, privati della memoria, abitano un mondo 3D scandito da un tempo lineare, con l'unico scopo di evolvere.
Abbiamo dimenticato la nostra vera natura, l'eternità e l'amore in cui eravamo immersi prima di nascere su questo pianeta e tutti gli incredibili poteri che derivano da una tale condizione. Lo abbiamo fatto di proposito, seguendo un preciso accordo affinché potessimo vivere e interagire in un sistema tridimensionale, caratterizzato dalla dualità e dal libero arbitrio. Lo abbiamo fatto per sperimentare un'importante "lezione", per sviluppare delle potenzialità su questo piano fisico in sintonia con le leggi divine, per esprimere i nostri talenti all'interno di un determinato spazio-tempo e "annullare" il bagaglio karmico acquisito probabilmente in centinaia di esperienze pregresse. La nostra vera essenza appartiene all'altro lato del Velo, dove tutto è Uno, dove non governano leggi fisiche.
Riunirci un giorno alla sorgente originaria, tornare a Casa con una coscienza arricchita, raffinata, è il nostro vero intento. Non siamo qui solo per consumare beni di qualità variabile o subire i limiti imposti da qualcun'altro, ma per essere opportunamente sollecitati dagli stimoli che ci offre l'ambiente, la vita che ci siamo programmati per adempiere al nostro impegno. Similmente a degli enzimi, trasformiamo e vivifichiamo noi stessi e questo spazio aderendo all'impulso fondamentale dell'Universo: il perfezionamento!
Evolvere non è cosa facile e indolore, soprattutto in un epoca come quella attuale, ma se oggi siamo qui è perché lo abbiamo meticolosamente scelto, è perché sappiamo di esserne capaci. Elevare il nostro spirito, la nostra frequenza, comporta l'abbandono di tutte quelle inutili "zavorre", dogmi e abitudini impartite fin dall'infanzia, che ci ancorano alle vibrazioni inferiori. Come un umido cappotto, logoro e ammuffito, questo tipo di vibrazioni appesantiscono il nostro essere. Dobbiamo necessariamente cambiare abito, alleggerire il vestiario, mutare pelle, prima che giunga la tanto attesa "estate dell'anima", la fine di questa era, che ci proietterà verso un nuovo paradigma. E' il compito di tutti. L'evoluzione è una co-creazione.
La consapevolezza è il principale strumento per evolvere, la via maestra da seguire, il presupposto essenziale. Essere consapevoli nell' "adesso", nel "qui e ora", ci consente di creare intenzionalmente il nostro futuro e di lasciare andare il passato, permettendoci di riesaminare le nostre credenze. Credenze che si riplasmeranno per effetto della nuova prospettiva acquisita. L'intenzione consapevole unita all'immaginazione creativa e al giusto approccio emotivo possono produrre effetti incredibili nella vita di chiunque. Sono i precetti della Legge dell'Attrazione, i passi fondamentali per conseguire l'evoluzione personale. Riconoscere e saper utilizzare questa sottile magia, ci gratifica, ci da la forza per superare ogni problema, poiché non ci sentiamo più in balia degli eventi, ma padroni della nostra vita, coscienti di una parte del nostro potere.
Così come esiste un'evoluzione personale, ne esiste una collettiva, un insieme compatto di energie consapevoli attivate da uno scopo comune. Un numero sufficiente di esseri concentrati sul medesimo obiettivo, sull'apprendimento della stessa capacità, genera un'influenza che si diffonde istantaneamente in tutta la dimensione di appartenenza. Raggiunto il quorum, lo scatto evolutivo della specie non è altro che un'inevitabile conseguenza energetica. Esiste una storia che spiega tutto ciò in maniera meno complessa di quanto possa fare la fisica quantistica con il principio della "non località" e il rapporto tra energia e materia, una metafora appropriata a questi tempi conclusivi:
La storia delle 100 scimmie
La scimmia giapponese Macaca fuscata (o macaco dalla faccia rossa), è stata osservata allo stato selvaggio per un periodo di oltre 30 anni. Nel 1952, sull'isola di Koshima, alcuni scienziati davano da mangiare alle scimmie delle patate dolci sepolte nella sabbia. Alle scimmie piaceva il gusto delle patate dolci, ma trovavano la sabbia assai sgradevole. Un giorno una femmina di 18 mesi chiamata Imo scoprì che era in grado di risolvere il problema lavando le patate in un ruscello vicino. In seguito insegnò questo trucco a sua madre. Anche i suoi compagni di gioco impararono a lavare le patate e lo insegnarono anche alle loro madri. Questa innovazione culturale fu gradualmente accolta dalle varie scimmie mentre gli scienziati le tenevano sotto osservazione.
Tra il 1952 e il 1958 tutte le scimmie giovani impararono a lavare le patate dolci per renderle più appetitose. Solamente gli adulti che imitarono i loro figli appresero questo miglioramento sociale, gli altri continuarono a mangiare le patate sporche di sabbia. Poi accadde qualcosa di veramente notevole. Possiamo dire che nell'autunno del 1958 vi era un certo numero di scimmie sull'isola di Koshima che aveva imparato a lavare le patate, non si conosce il numero esatto. Supponiamo che un dato giorno, quando il sole sorse all'orizzonte, le scimmie che avevano imparato a lavare le loro patate fossero 99. Supponiamo inoltre che proprio quella mattina, la centesima scimmia imparò a lavare patate.
A quel punto accadde una cosa molto interessante! Alla sera di quel giorno praticamente tutte le scimmie sull'isola avevano preso l'abitudine di lavare le patate dolci prima di mangiarle. L'energia aggiunta di questa centesima scimmia aprì in qualche modo un varco ideologico! La cosa più sorprendente, osservata da questi scienziati, fu il fatto che l'abitudine di lavare le patate dolci attraversò, in seguito, il mare. Infatti colonie intere di scimmie sulle altre isole ed anche gruppi di scimmie a Takasakiyama cominciarono a lavare le loro patate dolci!
E’ come se arrivare al punto di massa critica (idealmente 100 in questo caso) avesse instillato in tutte le scimmie una nuova coscienza comune.
Sembra perciò che, quando viene superato, un certo numero critico di elementi raggiunge una nuova consapevolezza e la medesima viene passata da una mente all'altra. Sebbene il numero critico possa variare, il Fenomeno delle Cento Scimmie indica che quando vi sono poche persone che conoscono qualcosa di nuovo, questo nuovo concetto rimane di loro esclusiva proprietà. Ma se a loro si aggiunge anche una persona in più, raggiungendo il numero critico, si crea una idea così potente da poter entrare nella consapevolezza di quasi tutti i membri di quel gruppo!
Forse adesso è più facile intuire perché siamo sottoposti a certi bombardamenti mediatici, perché siamo indotti a pensieri separatisti, perché la nostra opinione è un'energia così preziosa per qualcuno che ha interesse a fuorviare gli animi e custodire "delicati" segreti.
Sapere è potere ma anche libertà! Attributi che appartengono a tutti gli uomini, non solo ad una minoranza "eletta". Per evolvere e compiere con la giusta preparazione il grande salto che comunque ci attende, dobbiamo necessariamente sgretolare tutto ciò che non porta alla verità e apprendere chi realmente siamo, ritrovare il nostro centro.
Abbandonare le false convinzioni, perdonare a noi stessi e agli altri, essere ispirati, guardare con occhi limpidi la vita e scorgere il disegno nel quale ci stiamo muovendo, sono tutte cose che derivano da una grande consapevolezza. Uno stato consapevole si raggiunge con costanza e fiducia, amando prima di tutto se stessi, calmando la mente con pratiche meditative e coltivando un sano distacco da tutto ciò che può importunare la crescita interiore. Maggiore è la consapevolezza, maggiore sarà la sicurezza e la capacità di discernimento nella nostra esperienza. Potremo così finalmente accedere a noi stessi, connettendoci fino a sentire la necessità di salire un altro gradino ancora, contribuendo così a raggiungere quella massa critica che farà la differenza.
(articolo trattato da http://coscienzaevoluta.blogspot.com)
A qualcuno potrà sembrare una visione ardita, ma in realtà siamo tutti angeli "travestiti" da uomini che, privati della memoria, abitano un mondo 3D scandito da un tempo lineare, con l'unico scopo di evolvere.
Abbiamo dimenticato la nostra vera natura, l'eternità e l'amore in cui eravamo immersi prima di nascere su questo pianeta e tutti gli incredibili poteri che derivano da una tale condizione. Lo abbiamo fatto di proposito, seguendo un preciso accordo affinché potessimo vivere e interagire in un sistema tridimensionale, caratterizzato dalla dualità e dal libero arbitrio. Lo abbiamo fatto per sperimentare un'importante "lezione", per sviluppare delle potenzialità su questo piano fisico in sintonia con le leggi divine, per esprimere i nostri talenti all'interno di un determinato spazio-tempo e "annullare" il bagaglio karmico acquisito probabilmente in centinaia di esperienze pregresse. La nostra vera essenza appartiene all'altro lato del Velo, dove tutto è Uno, dove non governano leggi fisiche.
Riunirci un giorno alla sorgente originaria, tornare a Casa con una coscienza arricchita, raffinata, è il nostro vero intento. Non siamo qui solo per consumare beni di qualità variabile o subire i limiti imposti da qualcun'altro, ma per essere opportunamente sollecitati dagli stimoli che ci offre l'ambiente, la vita che ci siamo programmati per adempiere al nostro impegno. Similmente a degli enzimi, trasformiamo e vivifichiamo noi stessi e questo spazio aderendo all'impulso fondamentale dell'Universo: il perfezionamento!
Evolvere non è cosa facile e indolore, soprattutto in un epoca come quella attuale, ma se oggi siamo qui è perché lo abbiamo meticolosamente scelto, è perché sappiamo di esserne capaci. Elevare il nostro spirito, la nostra frequenza, comporta l'abbandono di tutte quelle inutili "zavorre", dogmi e abitudini impartite fin dall'infanzia, che ci ancorano alle vibrazioni inferiori. Come un umido cappotto, logoro e ammuffito, questo tipo di vibrazioni appesantiscono il nostro essere. Dobbiamo necessariamente cambiare abito, alleggerire il vestiario, mutare pelle, prima che giunga la tanto attesa "estate dell'anima", la fine di questa era, che ci proietterà verso un nuovo paradigma. E' il compito di tutti. L'evoluzione è una co-creazione.
La consapevolezza è il principale strumento per evolvere, la via maestra da seguire, il presupposto essenziale. Essere consapevoli nell' "adesso", nel "qui e ora", ci consente di creare intenzionalmente il nostro futuro e di lasciare andare il passato, permettendoci di riesaminare le nostre credenze. Credenze che si riplasmeranno per effetto della nuova prospettiva acquisita. L'intenzione consapevole unita all'immaginazione creativa e al giusto approccio emotivo possono produrre effetti incredibili nella vita di chiunque. Sono i precetti della Legge dell'Attrazione, i passi fondamentali per conseguire l'evoluzione personale. Riconoscere e saper utilizzare questa sottile magia, ci gratifica, ci da la forza per superare ogni problema, poiché non ci sentiamo più in balia degli eventi, ma padroni della nostra vita, coscienti di una parte del nostro potere.
Così come esiste un'evoluzione personale, ne esiste una collettiva, un insieme compatto di energie consapevoli attivate da uno scopo comune. Un numero sufficiente di esseri concentrati sul medesimo obiettivo, sull'apprendimento della stessa capacità, genera un'influenza che si diffonde istantaneamente in tutta la dimensione di appartenenza. Raggiunto il quorum, lo scatto evolutivo della specie non è altro che un'inevitabile conseguenza energetica. Esiste una storia che spiega tutto ciò in maniera meno complessa di quanto possa fare la fisica quantistica con il principio della "non località" e il rapporto tra energia e materia, una metafora appropriata a questi tempi conclusivi:
La storia delle 100 scimmie
La scimmia giapponese Macaca fuscata (o macaco dalla faccia rossa), è stata osservata allo stato selvaggio per un periodo di oltre 30 anni. Nel 1952, sull'isola di Koshima, alcuni scienziati davano da mangiare alle scimmie delle patate dolci sepolte nella sabbia. Alle scimmie piaceva il gusto delle patate dolci, ma trovavano la sabbia assai sgradevole. Un giorno una femmina di 18 mesi chiamata Imo scoprì che era in grado di risolvere il problema lavando le patate in un ruscello vicino. In seguito insegnò questo trucco a sua madre. Anche i suoi compagni di gioco impararono a lavare le patate e lo insegnarono anche alle loro madri. Questa innovazione culturale fu gradualmente accolta dalle varie scimmie mentre gli scienziati le tenevano sotto osservazione.
Tra il 1952 e il 1958 tutte le scimmie giovani impararono a lavare le patate dolci per renderle più appetitose. Solamente gli adulti che imitarono i loro figli appresero questo miglioramento sociale, gli altri continuarono a mangiare le patate sporche di sabbia. Poi accadde qualcosa di veramente notevole. Possiamo dire che nell'autunno del 1958 vi era un certo numero di scimmie sull'isola di Koshima che aveva imparato a lavare le patate, non si conosce il numero esatto. Supponiamo che un dato giorno, quando il sole sorse all'orizzonte, le scimmie che avevano imparato a lavare le loro patate fossero 99. Supponiamo inoltre che proprio quella mattina, la centesima scimmia imparò a lavare patate.
A quel punto accadde una cosa molto interessante! Alla sera di quel giorno praticamente tutte le scimmie sull'isola avevano preso l'abitudine di lavare le patate dolci prima di mangiarle. L'energia aggiunta di questa centesima scimmia aprì in qualche modo un varco ideologico! La cosa più sorprendente, osservata da questi scienziati, fu il fatto che l'abitudine di lavare le patate dolci attraversò, in seguito, il mare. Infatti colonie intere di scimmie sulle altre isole ed anche gruppi di scimmie a Takasakiyama cominciarono a lavare le loro patate dolci!
E’ come se arrivare al punto di massa critica (idealmente 100 in questo caso) avesse instillato in tutte le scimmie una nuova coscienza comune.
Sembra perciò che, quando viene superato, un certo numero critico di elementi raggiunge una nuova consapevolezza e la medesima viene passata da una mente all'altra. Sebbene il numero critico possa variare, il Fenomeno delle Cento Scimmie indica che quando vi sono poche persone che conoscono qualcosa di nuovo, questo nuovo concetto rimane di loro esclusiva proprietà. Ma se a loro si aggiunge anche una persona in più, raggiungendo il numero critico, si crea una idea così potente da poter entrare nella consapevolezza di quasi tutti i membri di quel gruppo!
Forse adesso è più facile intuire perché siamo sottoposti a certi bombardamenti mediatici, perché siamo indotti a pensieri separatisti, perché la nostra opinione è un'energia così preziosa per qualcuno che ha interesse a fuorviare gli animi e custodire "delicati" segreti.
Sapere è potere ma anche libertà! Attributi che appartengono a tutti gli uomini, non solo ad una minoranza "eletta". Per evolvere e compiere con la giusta preparazione il grande salto che comunque ci attende, dobbiamo necessariamente sgretolare tutto ciò che non porta alla verità e apprendere chi realmente siamo, ritrovare il nostro centro.
Abbandonare le false convinzioni, perdonare a noi stessi e agli altri, essere ispirati, guardare con occhi limpidi la vita e scorgere il disegno nel quale ci stiamo muovendo, sono tutte cose che derivano da una grande consapevolezza. Uno stato consapevole si raggiunge con costanza e fiducia, amando prima di tutto se stessi, calmando la mente con pratiche meditative e coltivando un sano distacco da tutto ciò che può importunare la crescita interiore. Maggiore è la consapevolezza, maggiore sarà la sicurezza e la capacità di discernimento nella nostra esperienza. Potremo così finalmente accedere a noi stessi, connettendoci fino a sentire la necessità di salire un altro gradino ancora, contribuendo così a raggiungere quella massa critica che farà la differenza.
(articolo trattato da http://coscienzaevoluta.blogspot.com)
Sino a quando noi saremo intrappolati in
questa macchina che logora coscienza e cervello, la storia che ne segue è un
esempio perfetto, quando impareremo a lavare le patate, metaforicamente parlando?
di Bruno Giorgini - democraziakmzero.org
Giancarlo mi ferma sotto il portico: tu che hai studiato, perché l’infamia del
debito e della caduta dell’euro, come ha detto Monti, dipende dalla mia
pensione? Che colpa ne ho? Giancarlo ha lavorato in Germania e Francia,
operaio migrante per una vita, poi è tornato in Italia e si è comperato un
piccolo appartamento in una stabile di questa strada dentro mura, due stanze e
un bugigattolo, come lo chiama, per i nipoti quando vengono a trovarlo.
Non ha la macchina, lui e sua moglie non
vanno mai in vacanza e nemmeno al ristorante, ogni tanto il lusso di un trancio
di pizza a taglio comperato dal pizzaiolo egiziano sotto casa. E poi dice anche che la mia pensione impedisce
di dare lavoro ai giovani, che con la mia pensione rubo il loro pane, che
rovino il futuro dei miei nipoti.
A me un paere ad dvintè matt, a me pare di diventare matto, Giancarlo
parla in dialetto, come tutti sotto questi portici compresi gli studenti
calabresi e il pizzaiolo egiziano.
Allora
cominciamo con l’aritmetica. Il debito italiano è di circa 1900
(millenovecento) miliardi di euro, gli interessi che lo stato italiano
dovrà pagare l’anno prossimo saranno circa di 75-80 miliardi
di euro, con la manovra sulle pensioni, blocco dell’indicizzazione oltre
i 700 euro netti, aumento dell’età già dal prossimo anno per
uomini e donne eccetera, al massimo il governo potrà tirar su 5
(cinque) miliardi, ovvero meno di un decimo, dal punto di vista del
debito è un’unghia. Poi c’è il bilancio dell’Inps, che, meraviglia
delle meraviglie, è in attivo tra contributi versati dai
lavoratori e pensioni erogate. Il discorso si fa un po’ tecnico, però il
risultato, conti alla mano, è inequivocabile: per il 2009 il saldo tra le
entrate contributive, le trattenute, e le prestazioni pensionistiche (gli
assegni effettivamente erogati al netto) risulta dare un avanzo di,
udite udite, 27,6 (ventisette virgola sei) miliardi di euro. Cioè i
lavoratori versano di più di quanto ricevono i pensionati. Poi lo stato mette
le mani nelle tasche dell’Inps, e degli altri enti previdenziali, usandoli come
una cassaforte, cioè spendendone i soldi per scopi diversi da quelli
previdenziali (Luciano Gallino un po’ ovunque, Francesco Piccioni sul
manifesto, ma si può anche chiedere a un qualunque funzionario onesto
dell’Inps).
Ma allora io non rubo niente, mastica amaro Giancarlo, Non solo non rubi, ma mantieni lo stato, non
so se si possa dire che lui si appropria in modo illecito dei tuoi soldi
versati, certo non è molto etico, lo dico con altre parole, più crude,
ma il senso è questo. Ecco perché ieri sera la signora piangeva in
televisione, si vergognava, lacrime di vergogna erano. Aggiunge
Giancarlo. E’ lei che deve
vergognarsi, non io, chaio lavurè tot una veta, che ho lavorato tutta una vita. Lacrime e sangue. Lei ci mette due lacrime,
io il sangue.
Perché alla
oscenità dei tagli sulle pensioni, si aggiunge una oscenità ancora peggiore:
instillare, tramite un martellamento mediatico che ormai dura da un ventennio
almeno, un senso di colpa nei pensionati per il debito pubblico, per la
disoccupazione giovanile nonché per il precariato. Quindi Giancarlo fa due
domande, ma allora i giornali
e la tv dicono le bugie e fin qui la domanda è retorica, sì,
dicono le bugie e/o mascherano la verità, poi viene quella vera per lui, perché il Partito- per Giancarlo
ancora con la maiuscola tutto insieme Pci Pds Ds Pd – non dice queste cose, perché non si oppone,
perché non fa una campagna per spiegare che noi pensionati non rubiamo niente
anzi… perché lascia che sembri che abbiano ragione loro e che noi pensionati
saremmo dei mangiapane a tradimento. E questo lo fa
disperare ancora di più.
Già perché…
ma intanto è arrivata la signora Maria a raccontare le sua storia. Due
anni fa, a 58 (cinquantotto) anni d’età, accettò di essere licenziata
dall’azienda dove lavorava, una azienda che faceva parte di una multinazionale
tedesca. Cioè decise di accettare la proposta di prepensionamento anticipato
con il cosiddetto scivolo, due anni di mobilità a 800 euro al mese (cassa
integrazione, insomma) che l’avrebbe portata fino alla pensione. Un accordo non privato, ci tiene a sottolineare la signora Maria, ma sottoscritto dalle parti, io,
l’amministratore delegato come rappresentante dell’azienda e il sindacato come
garante. Insomma un impegno, un patto pubblico, che adesso viene
violato. Già col meccanismo delle
finestre ero finita un anno dopo, cioè sarei andata in pensione nel luglio
2012, quando io i 60 (sessanta) anni li ho compiuti nel luglio 2011, insomma
con dodici mesi di ritardo. Adesso devo arrivare nel 2013, ma intanto che fine
fa l’indennità di mobilità? La signora Maria è furibonda, impotente e
depressa, né pare che il sindacato voglia e possa far nulla però sono stati loro, i sindacalisti, a
convincermi, c’è la crisi, favoriamo la ristrutturazione soft, intanto così si
liberano posti per i giovani, e adesso? Mi aumentano l’età lavorativa,
quando sono disoccupata! e un lavoro alla mia età dove lo trovo.
Intanto
nell’azienda giovani non ne hanno assunti, aumentando invece i carichi di
lavoro su quelli rimasti. Qui
c’è un’altra gigantesca menzogna, anzi una montagna di balle. Nel resto
d’Europa i lavoratori andrebbero in pensione con le barbe bianche e i corpi
cadenti, da noi tutti giovanotti che fanno jogging. Ebbene in Italia l’età
media di pensionamento per gli uomini è di 61,1 (sessanta
uno virgola uno) anni, in Francia di 59,1 (cinquantanove
virgola uno) anni, in Germania, la mitica dura severa Germania ueber
alles, siamo a quota 61, 8 (sessantuno virgola otto): se
non è zuppa è pan bagnato. Per non dire delle famose aspettative di vita, un
parametro che più insulso e antiscientifico non si può, cioè non è un parametro
di niente se non la propaganda ideologica, stile i famosi piani quinquennali
nella fu Urss. O dell’evidente discrasia, sciocchezza diciamo, tra
l’aumento dell’età pensionabile e la dichiarata volontà di incrementare
l’occupazione giovanile.
A questa improvvisata mini assemblea
sotto i portici si unisce anche Massimo. La mia mamma è fortunata, prende 800 euro lordi, quindi gliela
aumentano col caro vita, a occhio e croce da 4 a 8 euro al mese, sai che
bazza... perché si parla veramente di portare via ai pensionati gli
spiccioli, quasi li si volesse umiliare più di quanto già non lo siano. Massimo
lavorava col babbo come idraulico, un mestiere d’oro, beh, non sempre e non per
tutti. Il babbo va in pensione e, a
dispetto delle statistiche sulle aspettative di vita, muore un anno dopo.
Aveva versato per la sua pensione 80.000 (ottantamila euro), e indietro non ha
avuto quasi niente, sua moglie che percepiva la minima con la reversibilità
arriva appunto a poco meno di 800 (ottocento) euro. Mentre la crisi incalza, il
lavoro manca, Massimo non riesce a pagare l’affitto della bottega, viene
sfrattato, mette gli attrezzi in una
cantina di un vicino amico e comincia, più o meno come un immigrato, lui
bolognese doc che mai se lo sarebbe neppure sognato, a darsi da fare come può e
quando può nei cantieri, sempre più rari del resto, e anche nelle case i
rubinetti si lasciano gocciolare perché soldi non ce ne sono, e deve anche
aiutare sua madre perché con 800 euro al mese si fa poca strada. Mi viene da sbattere la testa contro il muro,
poi ci pensa su, anzi sarebbe ora
di sbattere la loro testa contro il muro. Dice.
Adesso
arriva l’ultima domanda. E’ Giancarlo che parla: ma se non è questione di soldi per pagare il debito, perché se la
prendono tanto con noi pensionati, sultant parchè i son malegn, soltanto perché
sono maligni? Già, perché tanto accanimento contro i pensionati?
L’accanimento è contro le pensioni pubbliche, contro il diritto alla pensione.
E bisogna metter mano a un po’ di economia politica per capire. Detto in gergo
tecnico, il capitalismo soffre strutturalmente della cosiddetta caduta
tendenziale del saggio di profitto, che viene contenuta o rintuzzata
tramite la massimizzazione del profitto. Ma questi profitti non possono venire
oggi dalla produzione e vendita di merci, ormai per esempio il mercato
dell’auto è vicino alla saturazione, lo stesso per lavatrici e frigoriferi, per
non dire dell’energia eccetera. Allora ecco che due sono le idee, la prima:
invece di produrre merci a mezzo di merci, si produce denaro a mezzo di denaro,
è il trionfante capitalismo finanziario, un meccanismo di speculazione
aggressiva fino al gangsterismo; la seconda attiene alla previdenza, la sanità
e assistenza, e la formazione, scuola e università, tutti settori da rendere
privati. Terreno per l’azione finanziaria e speculativa di compagnie assicurative,
società di hedge founds, e altri mostri succhia sangue. Ma prima bisogna
eliminare, distruggere, fare tabula rasa del sistema pubblico nel campo della
previdenza, della formazione, della sanità. Per cui essere pensionati pubblici
deve diventare una tortura, un tormento, una umiliazione e immiserimento
continuo (negli ultimi 10 – dieci
– anni le pensioni italiane hanno perso il 25% del potere d’acquisto, fonte
Istat).
La
pensione, la scuola, la sanità non devono più essere dei diritti sociali, in
qualche modo e in parte sottratti al mercato, ma merci come tutte le altre, che
comperi e paghi salato. La cosa si
capisce ancor meglio se si considera che mentre il governo Monti bastona i
pensionati, dall’altro lato, quello dei padroni, introduce forti agevolazioni
fiscali per le aziende, con lo scandalo della mancanza di ogni tassa
patrimoniale, che c’è anche in Francia, pur governata dalla destra, il 3% per
patrimoni superiori a 300000 (trecentomila) euro e il 4% per quelli oltre i
400.000 (quattrocentomila). Ma
allora da noi bisogna fare la rivoluzione, fera an buttaso, fare un buttasu,
dice concludendo l’assemblea sotto i portici, Giancarlo e scuote la
testa. Almeno non fa freddo, chiosa
Massimo, ma neppure questa è una buona notizia, significa che il riscaldamento
del pianeta avanza più svelto del previsto, e saranno guai grossi, molto. Ma
non lo dico, per oggi di cattive notizie abbiamo fatto il pieno. Per la
rivoluzione, chissà.
Morale? Trovatela voi . . .
7 commenti:
CIAO DIONISIO questo è il mio vaneggiamento quotidiano.
il Parlamento di Oggi?
da Cittadino neutrale lo paragonerei al Mercato delle Vacche.
Da ragazzino (ricordo) andavo a scuola
alla Dante Alighieri di Firenze
il venerdi in piazza della Signoria Sensali e Contadini si incontravano
per discutere eventuali compra vendite.
I Contratti?
li sigillavano sputandosi sulla mano prima di stringersela.
Ciò che differenzia l'oggi dal Passato?
la Mancanza di serietà nel non rispettare la parola data e la Disonestà. VITTORIO
La mancanza di serietà è la prima regola per diventare burattini al servizio altrui. Eh si, che differenza dal passato, come si usa dire dalla padella alla brace!
Che vergogna che tutti stiano seduti davanti alla Tv per levarsi il mattino a lavorare per gli altri...
Ciao Vittorio
ciao Dionisio ,
come ho detto tempo fa , con Monti siamo passati nel forno crematorio .
il buffone ( il POTERE VERO ) ha gettato la maschera , i politici di legno e il popolo narcotizzato , sono out .
è ricomparso il vero potere , quello secolare clericale , a cui tutta la classe politica bacia le mani ( vedi la compiacenza di Bertone ).
aspettiamo il risveglio della centesima scimmia.
l'altra sera ho colto un frammento di una intervista Monti , non tutta perchè avrei vomitato .
hanno chiesto , in sintesi .
" Avete colpito la prima casa , i lavoratori , i pensionati , però non siete intervenuti sugli stipendi della politica ? "
Monti , sorridendo " Questo intervento non è previsto dalla costituzione , sono problemi da risolversi in ambito politico . "
povera Italia ....
Jo
Un bel risveglio globale e soprattutto pensare con la propria mente.
Sai che cosa mi dà fastidio? che ci prendano anche per il culo!
La mia simpatia a Giancarlo, ho qualche dubbio sulla sindrome della 100 scimmia nel senso funzionerà per noi?
Ciao Dioniso, mi sono accorta che non mi ero iscritta ancora, ora è fatta, e siamo pari con il numero! ;)
Belli articoli ... Ma tu sai come la penso: il famoso "risveglio globale" di cui parla cavaliere oscuro, risveglio tanto anelito quanto utopico, ci sarà (sarebbe?) soltanto se ci fosse prima una presa di coscienza individuale. Se ci salveremo sarà sempre per lo sforzo di pochi .. che, una volta vincitori (sigh), verranno poi seguiti da tutti gli altri che si affretteranno a dire: "c'ero anch'io c'ero anch'io!".
Ma sono ragionevolmente pessimista .. ;)
Ciao a tutti quanti.
Catherine, è vero ora siamo allo stesso numero :-)
Il risveglio globale di cui parla il Cavaliere oscuro sarebbe magnifico da vedere, prima però dovremo iniziare a vedere televisioni che imparano a volare...sino a quando la realtà le masse la apprendono da quel cubo stiamo freschi.
Jo esprimi veramente lo schifo a cui siamo arrivati, la costituzione non lo prevede, prevede invece che le persone vivano in strada, perché è questa la fine che in molti faranno con i nuovi tagli, già ora, basta andare a Roma, vediamo quanti sono i senzatetto, la stramaledetta chiesa con case ovunque su cui nemmeno l'ICI' paga, cosa fa? Approva Monti!
Ah, rimpiango i roghi, ma con le persone giuste sopra la legna...
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