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All'incontro "Una riflessione sul potere", che prendeva spunto da/e presentava l'ultimo libro di Cacciari "Il potere che frena" (Adelphi, 212 pp., 13 €), partecipavano anche Franco Pizzetti (ordinario di Diritto costituzionale a Torino), Vincenzo Scotti (presidente della Fondazione Link Campus Univ.) ed Anna Maria Cossiga (docente di Antropologia culturale), come moderatrice.
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In 2 Ts 2, 1-12 Paolo di Tarso o qualcuno del suo seguito parla di un potere denominato in grecokatechon, qualcuno o qualcosa che frenerebbe l'Anticristo prima che questi si riveli e sveli definitivamente, Anticristo che comunque verrebbe poi - nel suo ultimo assalto - superato e battuto dal Signore Gesù "con il soffio della sua bocca". Il katechon occupa dunque una posizione di mezzo (p. 60) e solo quando egli/esso si toglierà di mezzo, l'Anticristo potrà rivelarsi.
Sulla scia di Schmitt, Cacciari è del parere (pur con un debole cenno di dubbio, quasi fugacemente espresso a p. 34) che la figura del katechon di 2Ts 2 vada interpretata politicamente, ne ricorda l'identificazione storica da parte di vari autori a volte con l'Impero a volte con la Chiesa, ed afferma che - in questa ottica - il potere politico e civile non può non porsi anche in termini teologici e porgersi invece solo in modo tecnico-amministrativo. La politica, insomma, non potrebbe essere autentica se dimenticasse la propria origine spirituale. Ne derivano, secondo Cacciari, "una ridda di questioni teologico-politiche che continuano ad informare, senza che quasi mai ve ne sia consapevolezza, le nostre idee intorno al potere, alla sovranità, alla relazione tra autorità politica e religiosa, mondana e spirituale. Questioni che la 'secolarizzazione', in quanto dissoluzione di ogni idea di epoca, nasconde in sé, piuttosto che risolvere o superare." Questioni sulle quali poi Cacciari si diffonde nei vari capitoli del non-leggibilissimo libro.
Essendo la seconda volta che ascoltavo Cacciari sull'argomento (la prima era stata nella grande e piena sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma, il 16 marzo scorso) ed avendo nel frattempo autonomamente riflettuto sull' enigma del katechon, non ho potuto - al momento dei commenti e delle domande - esimermi dal dire chiaramente, apertis verbis, a Cacciari che la sua (e non solo sua) interpretazione politica di quel passo di 2Ts 2, 1-12 a me pare forzata e confuse e cavillose tutte le conseguenti considerazioni ed elaborazioni.
* * *Secondo me, ho detto venerdì 19 aprile, in quel passo di 2Ts Paolo di Tarso o chi per lui - scrivendo nel corso dell'anno 53 (nell'anno e nei mesi che precedono la congiunzione Giove-Saturno singola di fine marzo 54, nella costellazione dei Pesci) - sta precisando che la prossima congiunzione G-S sarà singola, ricordando in modo velato e criptico appunto la dinamica di questo tipo di congiunzioni. Chi ritarda il verificarsi di questo tipo di evento astroNomico - cioè che Giove si allinei con Saturno e poi lo superi - è la Terra che in questo tipo di congiunzione G-S non deve trovarsi in mezzo tra il Sole e la coppia Giove-Saturno (come sta facendo nel corso del 53), bensì dalla parte opposta dei due pianeti congiunti, rispetto al Sole (come farà a fine marzo 54).
Ne segue, concludendo, che è il nostro pianeta - la Terra - a doversi togliere di mezzo e non più rimandare il verificarsi (sei-sette mesi dopo) di quella particolare disposizione delGeviert planetario, identificata in 2Ts 2 con il nome di Anomos (o Iniquus o Anticristo). In altre parole, il katechon di 2Ts 2 è il pianeta Terra e Paolo (o chi per lui) sta facendo ermetiche considerazioni eliocentriste sulla dinamica delle congiunzioni tra Giove e Saturno.
fonte
http://giuseppedecesaris.blogspot.it/2013/04/lenigma-del-katechon-della-seconda.html
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