"THE END"

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mercoledì 4 gennaio 2012

La contrapposizione tra "Io" ed "Essere", il nostro tormento



Quante volte ci saremo chiesti un idea da dove nasce. Pongo oggi una piccola parte di un libro eccellente.

Gli a priori dell’io sono a posteriori, nel senso che se l’Io è autore dei suoi pensieri lo è solo perché subisce delle immagini da cui i suoi pensieri provengono. Ogni idea ha una storia che l’ha generata. Probabilmente pochissimi uomini hanno capito che ammettere l’esistenza di processi psichici inconsci significa compiere un passo denso di conseguenza per la vita e per la scienza, ma affrettiamoci a dire che un tale passo la psicanalisi non l’ha compiuto, molti filosofi possono essere citati come precursori di tale concetto, e sopra tutti Schopenhauer la cui volontà inconscia può essere benissimo equiparata alle pulsioni psichiche di cui parla la psicanalisi di Freud.
La lacerazione dell’Io dall’Essere sembra una condanna a cui difficilmente si scappa, l’Io conosce per differenza, discriminazioni e disgiunzioni, quasi che ogni atto dell’Io fosse ribadita la lacerazione dall’Essere, la differenziazione dall’Essere che obbliga l’Io a conoscere per differenze. Grazie all’uomo l’Essere si conosce e l’uomo paga questa conoscenza che l’essere fa di se col dolore della lacerazione.

Nelle pagine che Schelling dedica al cristianesimo, vede il mito di Cristo come l’autocoscienza, che nel riconoscere la sua origine divina riconosce la propria essenza estrovertita dall’essere ciecamente esistente, e siamo di nuovo alla cieca volontà di Schopenhauer che “vuole” solo vivere ad ogni costo. L’Io interpreta come sua azione tutti quegli impulsi che riceve dall’essere senza nemmeno rendersene conto.

Per questo i miti delle origini, non respirano la gioia della creazione, ma l’angoscia della causalità dell’esistenza.

Umberto Galimberti: “Idee, il catalogo è questo” 

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