Quante volte ci
saremo chiesti un idea da dove nasce. Pongo oggi una piccola parte di un libro
eccellente.
Gli a priori dell’io
sono a posteriori, nel senso che se l’Io è autore dei suoi pensieri lo è solo
perché subisce delle immagini da cui i suoi pensieri provengono. Ogni idea ha
una storia che l’ha generata. Probabilmente pochissimi uomini hanno capito che
ammettere l’esistenza di processi psichici inconsci significa compiere un passo
denso di conseguenza per la vita e per la scienza, ma affrettiamoci a dire che
un tale passo la psicanalisi non l’ha compiuto, molti filosofi possono essere
citati come precursori di tale concetto, e sopra tutti Schopenhauer la cui
volontà inconscia può essere benissimo equiparata alle pulsioni psichiche di
cui parla la psicanalisi di Freud.
La lacerazione dell’Io
dall’Essere sembra una condanna a cui difficilmente si scappa, l’Io conosce per
differenza, discriminazioni e disgiunzioni, quasi che ogni atto dell’Io fosse
ribadita la lacerazione dall’Essere, la differenziazione dall’Essere che
obbliga l’Io a conoscere per differenze. Grazie all’uomo l’Essere si conosce e
l’uomo paga questa conoscenza che l’essere fa di se col dolore della
lacerazione.
Nelle pagine che
Schelling dedica al cristianesimo, vede il mito di Cristo come l’autocoscienza,
che nel riconoscere la sua origine divina riconosce la propria essenza
estrovertita dall’essere ciecamente esistente, e siamo di nuovo alla cieca
volontà di Schopenhauer che “vuole” solo vivere ad ogni costo. L’Io interpreta
come sua azione tutti quegli impulsi che riceve dall’essere senza nemmeno
rendersene conto.
Per questo i miti
delle origini, non respirano la gioia della creazione, ma l’angoscia della
causalità dell’esistenza.
Umberto Galimberti: “Idee,
il catalogo è questo”
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