Grigi o Entita' Biologiche Extraterrestri
CARATTERISTICHE
Questa è la tipologia di entità aliene, della quale si ha il maggior numero di testimonianze, che ne affermano la presenza sul nostro pianeta. Il termine “ grigio” è ovviamente dovuto al colore della pelle. L’aspetto estetico manifesta in generale, tratti delicati. Il loro corpo è alto circa un metro e venti ma, alcuni sono più piccoli e altri più grandi. La testa è grande rispetto al corpo se, rapportata alle proporzioni umane e, con mento piccolo e a punta. Così come lunghe sono le loro braccia, dotate di mani e dita snelle e lunghe, ma senza il pollice tipico umano. Sono descritti generalmente come dotati di quattro dita, ma non tutti. Occhi grandi e neri senza iride. Pupille, oblique a salire esternamente e senza ciglia o sopraciglia. Alcuni ipotizzano che si tratti di particolari occhiali aderenti, senza montatura. Naso minuto e assenza di orecchie. Mancano completamente di peluria e capelli. Quasi senza labbra. Gambe generalmente esili, con piedi piccoli e stretti e alcuni con piedi con accenno palmare. Non hanno apparati sessuali e pertanto, non procreano ma, vengono generati mediante clonazione.
Apparato digerente
S'ipotizza che hanno un DNA che si fonda sul silicio, ma anche su idrogeno, azoto, ossigeno e carbonio, dove l'essere umano ha il fosforo al posto del silicio.
I Grigi comunicano telepaticamente e hanno un'intelligenza notevolmente superiore a quella che esprime il genere umano. La loro civiltà e il loro livello tecnologico sono elevatissimi rispetto al nostro, potendo anche distorcere lo spazio e il tempo a proprio piacimento e fare cose del tipo passare attraverso oggetti solidi. La loro struttura a base silicea gli permette di collegarsi direttamente con i loro strumenti sia di volo che di studio e questo, fa si che le loro manovre come piloti dei loro mezzi volanti, raggiungano velocità di reazione non paragonabili a quelle di un uomo anche ben addestrato ma, praticamente entrino in simbiosi col mezzo. Fin qui, le caratteristiche dei grigi, sono state espresse in ordine generale e in conformità a come venivano considerati i grigi fino a non molto tempo fa. Da un po’ di tempo, ci si è però indirizzati verso una suddivisione in tipologie diverse.
E.B.E. tipo A/B/C
CARATTERISTICHE
Questa è la tipologia di entità aliene, della quale si ha il maggior numero di testimonianze, che ne affermano la presenza sul nostro pianeta. Il termine “ grigio” è ovviamente dovuto al colore della pelle. L’aspetto estetico manifesta in generale, tratti delicati. Il loro corpo è alto circa un metro e venti ma, alcuni sono più piccoli e altri più grandi. La testa è grande rispetto al corpo se, rapportata alle proporzioni umane e, con mento piccolo e a punta. Così come lunghe sono le loro braccia, dotate di mani e dita snelle e lunghe, ma senza il pollice tipico umano. Sono descritti generalmente come dotati di quattro dita, ma non tutti. Occhi grandi e neri senza iride. Pupille, oblique a salire esternamente e senza ciglia o sopraciglia. Alcuni ipotizzano che si tratti di particolari occhiali aderenti, senza montatura. Naso minuto e assenza di orecchie. Mancano completamente di peluria e capelli. Quasi senza labbra. Gambe generalmente esili, con piedi piccoli e stretti e alcuni con piedi con accenno palmare. Non hanno apparati sessuali e pertanto, non procreano ma, vengono generati mediante clonazione.
Apparato digerente
S'ipotizza che hanno un DNA che si fonda sul silicio, ma anche su idrogeno, azoto, ossigeno e carbonio, dove l'essere umano ha il fosforo al posto del silicio.
I Grigi comunicano telepaticamente e hanno un'intelligenza notevolmente superiore a quella che esprime il genere umano. La loro civiltà e il loro livello tecnologico sono elevatissimi rispetto al nostro, potendo anche distorcere lo spazio e il tempo a proprio piacimento e fare cose del tipo passare attraverso oggetti solidi. La loro struttura a base silicea gli permette di collegarsi direttamente con i loro strumenti sia di volo che di studio e questo, fa si che le loro manovre come piloti dei loro mezzi volanti, raggiungano velocità di reazione non paragonabili a quelle di un uomo anche ben addestrato ma, praticamente entrino in simbiosi col mezzo. Fin qui, le caratteristiche dei grigi, sono state espresse in ordine generale e in conformità a come venivano considerati i grigi fino a non molto tempo fa. Da un po’ di tempo, ci si è però indirizzati verso una suddivisione in tipologie diverse.
E.B.E. tipo A/B/C
Le tipologie riscontrate, sarebbero molteplici. Secondo dati non ancora sufficientemente confermati, parrebbe che determinate tipologie di culture aliene, dispongono della propria tipologia di Ebe. Tra queste, tre tipologie avrebbero la prevalenza numerica in base alle testimonianze, sia visive sia dei rapiti. Ricordiamo che i rapimenti sono eseguiti prevalentemente dai Grigi. Testimonianze affermano, la presenza di Ebe con cranio manifestante principio bicefalo; ovvero con principio d'incavo centrale. Ricordo che la bicefalia è stata una caratteristica umana del passato, ormai dispersa nella genetica comune. L’immagine sottostante, prova quanto affermato. Diversamente, ci troveremmo a dover affermare che tali crani erano alieni.
Tipologia A: La più numerosa, ma anche la più grezza. Ha la facoltà telepatica; ma pare non disporre dell’aspetto emozionale. Sembrano pertanto insensibili agli stati d’animo, sia propri sia umani. Pare che agiscano in base alla mentalità collettiva e all’interesse del proprio gruppo.
Tipologia B: Sarebbero meno numerosi del gruppo A e, sarebbero quelli che s'ipotizzano lavorare in basi militari, a contatto con nostri apparati. Questa razza dei grigi è descritta più alta del tipo A (mt.1,50 circa). Ha grandi occhi ovali, talvolta muniti di membrane protettive. Sono descritti dai testimoni a volte pacifici a volte associati a casi di rapimento.
Tipologia C: Possiedono il principio dell’emotività, sono poco numerosi e sarebbero i più vicini all’uomo in quanto a caratteristiche mentali; poiché esprimono la propria individualità a differenza della tipologia A. Questi esseri sono descritti più alti, grandi occhi ovali, quattro dita, collaborativi e curiosi. In alcuni casi sono descritti grigi del 3° e del 1° tipo collaborare insieme. I Grigi del 3° tipo in questo caso assumono il ruolo di "capi".
FILMATI e PROVE A SOSTEGNO
Le immagini sopra esposte sono ricostruzioni. Ora vediamo alcuni frame di filmati ipoteticamente ritenuti genuini, la cui genuinità però non è in mio possesso. Riprenderli è difficile poiché loro sono telepatici e pertanto percepiscono quando sono pensati o mentre vengono filmati o fotografati. Ciononostante, in alcune situazioni ciò è stato possibile.
Ora, quattro eccezionali fotografie che, manifestano un grado di chiarezza e di affidabilità sicuramente superiore alla media. Vogliono al momento mantenere l’anonimato, i testimoni che le anno prodotte. La prima è stata eseguita il 12/7/2012 e il 9/8/2012 la seconda. Si tratta di due tipologie diverse di grigi. Nella prima immagine, parrebbe un'Ebe di tipo B. Nella seconda si tratta del tipo A. Nella terza immagine, le due tipologie assieme. Nella quarta si potrebbe trattare di Ebe tipo C ma, con riserva poiché pare avere questa, una specie di tuta. Un particolare grazie da parte di tutti quelli che ne sapranno beneficiare e dal blog http://presenze-aliene.blogspot.com/; a chi ha reso possibili tali immagini. Queste due ultime fotografie sono state inviate anche al C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale). Mi auspico di avere in seguito, maggiori informazioni disponibili da pubblicare.
Come ben si vede in tutte quattro le immagini, le Ebe stanno osservando l’obiettivo della macchina fotografica. Nessuna azione aggressiva o mirante a non farsi riprendere. Ciò manifesta un atteggiamento pacifico e, tale deve essere l’atteggiamento di chi le riprende. Queste entità sono molto telepatiche, pertanto occorre inviare pensieri positivi e amichevoli al loro indirizzo e attenersi al massimo rispetto. Queste foto sono la manifestazione della loro disponibilità. Ovviamente occorre molta accortezza, in particolare se si dovessero incontrare dell'Ebe di culture aliene negative. Ora però, una domanda sorge spontanea: “Perché così tante Ebe nella stessa zona, nello stesso periodo?” Il territorio interessato è quella della Valtellina.
Interazione Ebe-ufo secondo il col. Corso (Fonte: "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 38 del Novembre 2002 di Massimo Staccioli)
Il Col. Corso riteneva che vi fosse una'interazione fra le EBE pilotanti l'UFO ed il mezzo spaziale cioè, una interfaccia simbiotica di tipo bio-meccanico ed elettronico fra chi pilota ed il velivolo da lui controllato. Egli vide ciò come una forma di ergonomia digitale comprendente un flusso di elettromagnetismo che legava dal punto di vista neurologico l'EBE alla propria navicella. Era come se il pilota e il mezzo diventassero una sola entità, in cui il cervello della EBE si integrava con l'onda elettromagnetica che si propagava attorno all'UFO. Utilizzando una banda frontale atta a trasmettere i propri impulsi psichici, l'EBE era in grado di manipolare diversi campi elettromagnetici mediante le proprie onde telepatiche come pure mediante le punte delle dita attraverso dei cambiamenti sequenziali (come se suonasse un pianoforte) atti ad aumentare o diminuire la velocità della navetta, nonché di controllarne le varie manovre nell'atmosfera.
Il Col. Corso riteneva che le EBE fossero il prodotto di una ingegneria genetica aliena specificamente rivolta alla creazione di piloti atti ad affrontare il volo spaziale. Gli esseri umani, come i programmi USA e dell'URSS prima e russo poi hanno provato, non possono viaggiare su lunghe distanze senza registrare una serie di controindicazioni avverse. Anche in missioni spaziali di corta durata astronauti e cosmonauti hanno sperimentato perdita di massa corporea e di stabilità, danni al sistema immunitario, criticità digestive e spossatezza generale. I nostri stessi esperimenti di clonazione hanno dimostrato che sarebbe teoricamente possibile costruire geneticamente un "perfetto" viaggiatore spaziale. Le creature che viaggiano da un mondo all'altro su mandato dei loro creatori alieni sono allora state progettate a livello genetico specificamente per affrontare i viaggi spaziali? Cosa accadrebbe allora, si chiedeva Corso, se potessimo raggiungere il pianeta delle EBE di Roswell? Vi troveremmo forse una razza ben diversa dalle creature schiantatesi nel New Mexico nel 1947? Si trattava di entità bio-geneticamente prodotte in serie (clonate) per affrontare i rischi dei viaggi spaziali e non per operare nel mondo dei lori creatori? Non certo a torto, Corso conclude che per viaggiare nello spazio su lunghe distanze dovremmo essere "più" che umani. Seguendo i criteri della presunta progettazione genetica delle EBE, i viaggi spaziali sarebbero grandemente agevolati da un corpo atto a proteggere l'organismo dalle radiazioni: Dovremmo dipendere da un elettromagnetismo autoprodotto piuttosto che da ossigeno e cibo. E un incredibile accorciamento nei tempi di viaggio sarebbe prodotto dall'uso di una propulsione elettromagnetica, una energia attivata in funzione delle nostre necessità, come l'elettricità. Sulla base delle relazione autoptiche del Walter Reed Hospital dell'Esercito, il Col. Corso riteneva che le EBE fossero esseri o clonati o comunque realizzati specificamente per il volo spaziale, dal momento che i loro sistemi bio-organici sembravano non solo adattarsi perfettamente ai rigori della esposizione per lunghi periodi alla gravità zero e alle radiazioni cosmiche, ma anche interfacciarsi perfettamente con il mezzo pilotato. Secondo Corso, il cervello delle EBE aveva quattro parti, due per così dire "computerizzate" e due normali. Era quest'organo che presiedeva alla loro "missione"? Per esempio, il cervello era elettromagneticamente interconnesso con il sistema della navicella mediante impianti in silicio nei lobi cerebrali. Questi ultimi erano caratterizzati da quello che gli analisti medici dell'Esercito descrivevano come un insieme di "avvolgimenti esterni", sul tipo di quelli posti interfacciati ad una massa magnetica utilizzata per aumentare le emissioni elettromagnetiche. I patologi dell'Esercito non furono mai in grado di misurare alcuna di tali emissioni, in quanto le EBE erano morte e la loro attività cerebrale era cessata. Ma, ritenendo che ciò che i patologi avevano riscontrato indicasse quanto il cervello si supponeva fosse effettivamente in grado di fare, nulla esclude che tali "avvolgimenti esterni" attorno alle teste delle EBE fossero deputati a quanto sopra detto.
Il cervello delle EBE aveva quattro lobi dei quali il Lobo 1 era il più grande. Corso riteneva dalle sue dimensioni che esso non solo funzionasse quale "cervello principale", ma fosse altresì quello dello stesso velivolo, quale parte integrante dello stesso schema progettuale dell'UFO.
Il Lobo 2 sembrava agire come in funzione ausiliaria rispetto al Lobo 1, forse in quanto contenente varie istruzioni di programmazione, dati di navigazione, nonché istruzioni in caso di guasti o danni al mezzo o di decisioni critiche. Era come se tale lobo fosse simile ad un cervello umano primitivo caratterizzato da "reazioni di fuga", e cioè dalla capacità di reagire propriamente per salvare il mezzo e i suoi occupanti. Il Lobo 3 era simile al cervello umano, controllante funzioni di supporto vitale come il cuore, il polmone e i muscoli. Esso era altresì in grado di ridurre i requisiti energetici di tali funzioni vitali nel caso di lunghi viaggi nello spazio.
Il Lobo 4 controllava la maggior parte del sistema dei muscoli volontari e consentiva alle EBE azioni indipendenti, forse nel caso di missioni ricognitive su pianeti lontani, in modo abbastanza simile alla programmazione che verrà usata dalle nostre sonde robotizzate lunari o marziane per consentire di condurre una esplorazione sulla base della situazione locale del momento.
Le EBE indossavano delle fasce frontali che intensificavano le onde celebrali per la comunicazione telepatica, di grande aiuto nel funzionamento "biologico" dell'UFO. Questa fascia frontale fu uno degli oggetti che Corso rinvenne fra i reperti allegati agli Archivi del Pentagono su Roswell, e che consegnò per le possibili applicazioni tecnologiche conseguenti alle industrie aerospaziali legate da contratto al Ministero della Difesa USA. Oggi, tale fascia frontale è utilizzata per aiutare individui fisicamente disabili a muovere un cursore sullo schermo di un computer e piloti collaudatori a tenere sotto controllo certune funzioni di volo del velivolo in volo.
Le EBE potevano altresì controllare l'UFO attraverso relays amplificatori di corrente a forma di coppa collegati alle estremità delle dita delle mani? Il Col. Corso notò che in tutte le punte delle dita delle EBE si riscontravano circa 80.000 punti di emissione. È dunque estremamente probabile che attraverso questi relays le EBE trasmettessero istruzioni di guida al sistema di navigazione del velivolo direttamente dalle loro menti mediante le dita delle mani.
Corso affermò: "... a bordo di quel tipo di navicelle non c'è cibo, né acqua o altro, il che porta ad una fondamentale conclusione: un alieno EBE vive attraverso pulsazioni elettromagnetiche. Così come nel nostro mondo le piante, gli insetti, i pesci, tutti gli animali e persino gli esseri umani interagiscono con l'ambiente, così l'extraterrestre vive in uno stato di totale integrazione con la sua astronave. E' questo il segreto della sua sopravvivenza. Se a un corpo umano viene sottratto il nutrimento, si spegne velocemente, si deteriora e muore. La stessa identica cosa avviene ad un extraterrestre: egli si spegne se lo si sottrae al suo ambiente e al suo campo elettromagnetico. Il nostro sostentamento ci è fornito dal cibo e dall'aria, il suo dall'energia elettromagnetica". Così, con grande chiarezza, Philip Corso descriveva l'interfaccia esistente tra EBE e astronave.
CUORE E POLMONE-L'unico polmone e il cuore surdimensionato (rispetto al nostro) delle EBE funzionavano quasi come un unico organo. Gli scienziati credevano che il polmone immagazzinasse altresì grandi quantità dell'energia elettromagnetica (EM) dell'UFO per lunghi viaggi, che veniva periodicamente rinnovata dalla genesi e dalla trasmissione di energia EM. Il cuore, che non si dilatava nello spazio come un cuore umano, potrebbe non solo avere pompato energia EM alle strutture cellulari del corpo delle EBE, ma essere anche servito come un mezzo teso ad immagazzinare energia per lunghi viaggi, un po' come una batteria.
ORECCHIE-Le EBE avevano delle orecchie piccole, quasi indistinguibili. Probabilmente non avevano bisogno di percepire onde sonore in quanto non parlavano, ma comunicavano telepaticamente.
NASO-Analogamente, il naso era estremamente piccolo in quanto evidentemente l'atmosfera all'interno dell'UFO doveva essere molto concentrata. Inoltre, gli analisti medici del Walter Reed Hospital non riuscirono a determinare come funzionava il sistema olfattivo delle EBE. Pare che l'olfatto non fosse però un senso importante e fosse utilizzato solo per estreme necessità di allarme. Le atmosfere planetarie contenenti i necessari elementi non richiedevano alcuna protuberanza nasale alle EBE, per cui le narici erano alquanto piatte e molto piccole.
BOCCA-Le EBE presentavano un orefizio boccale appena pronunciato, privo di condotti per ingurgitare acqua o cibo. Le EBE non avevano sistema digerente, e ciò spiega l'assenza di denti e di ogni apparato in quanto le EBE non parlavano ma comunicavano telepaticamente, forse mediante trasmissioni da cervello a cervello e senza bisogno di mezzi ausiliari.
OCCHI-Gli occhi delle EBE sembravano di tipo telescopico e avevano un cristallino mediano, che fungeva da collettore luminoso. Tale cristallino, o "terza palpebra", costituiva la base per quella che fu denominata "visione notturna". Ecco perché le grandi cornee esterne delle EBE apparivano nere. Secondo Corso, il Gen. Trudeau gli dette istruzioni di incoraggiare gli scienziati del Laboratorio per la Visione Notturna di Fort Belvoir perché utilizzassero la bio-tecnologia della "terza palpebra" come modello per gli occhiali da visione notturna. Nel relativo capitolo (intitolato "La Conquista della Notte") relativo alla storia pubblicata delle ricerche condotte a Fort Belvoir, i ricercatori citano il sostegno ricevuto dal Gen. Trudeau nei primi anni Sessanta per lo sviluppo di un sistema di "visione notturna" atto ad essere utilizzato dai soldati USA in Vietnam.
PELLE-Come descritto nel libro "Il giorno dopo Roswell", il Col. Corso sosteneva che la pelle delle EBE, al pari della struttura esterna dell'UFO, sembrava come "costruita" attorno alle entità e al mezzo quasi come una ragnatela stratificata. E come una ragnatela, la struttura molecolare era atomicamente allineata in senso longitudinale ed estremamente denso in modo da essere caratterizzata da una estrema resistenza alla tensione per quando fosse leggera come una rete di filamenti. Tale resistenza strutturale proteggeva le EBE dalle radiazioni cosmiche, elettromagnetiche e dalle escursioni termiche proprie dello spazio. Prima di morire, Corso disse in varie interviste che uno dei suoi maggiori crucci consisteva nel fatto che nessun laboratorio era stato in grado di duplicare la super-resistenza della struttura molecolare di fabbricazione aliena. Oggi, comunque, sono in attuazione esperimenti genetici facenti uso dei geni di ragni per duplicare la resistenza alla tensione delle tele di ragno. Con la eccezione della colonna vertebrale, che appariva particolarmente atta a resistere alle sollecitazioni dovute ai rigori di un viaggio spaziale, e di uno scheletro che era più tensile che rigido, le altre funzioni biologiche delle EBE sembravano del tutto secondarie, come se dovessero essere utilizzate solo per missioni di ricognizione della superficie terrestre. Le EBE erano creature principalmente legate al loro mezzo e quasi tutt'uno con la sua programmazione di pilotaggio. Corso riteneva che gli aspetti più complessi e sofisticati delle creature fossero da ricercare nella loro interfaccia con l'UFO e con la capacità di comunicare telepaticamente. Al di là di ciò, esse mal si adattavano ad altri ambienti e contesti. Il che convinse Corso che ci si trovava davanti a degli esseri clonati per il fine di pilotare, navigare ed effettuare esperimenti nel corso di missioni specifiche. Le EBE, quindi altro non sarebbero state che versioni biologiche dei nostre sonde spaziali robotizzate, programmate per eseguire esperimenti sulla superficie dei pianeti visitati.
La vera potenza della tecnologia aliena, credeva il colonnello, consisteva nella capacità degli extraterrestri di manipolare telepaticamente lo spazio e il tempo. Tale forma di "proiezione astrale" ET affascinava ed atterriva ad un tempo l'Esercito USA, e così pure quanti ne vennero a conoscenza in altre branche del Governo, e fu una delle principali ragioni che innescarono il "cover up" conseguente all'UFO-crash di Roswell. La comunicazione telepatica, la psicocinesi, l'ingegneria biologica, la capacità per un organismo di interfacciarsi con un computer: queste sono solo alcune delle esplorazioni di frontiera condotte oggi dalla specie umana. Che tutte queste discipline possano un giorno fondersi in una sola, come gli alieni di Roswell dimostrerebbero, è certo un concetto difficile da immaginare. La speranza sarebbe che lo studio delle implicazioni relative al loro uso e abuso non vada seriamente al di là degli sviluppi scientifici più prossimi a realizzarsi. Questo punto, in particolare, interessava Philip Corso e questo avrebbe voluto che si continuasse a seguire per il bene dell'umanità.
CONSIDERAZIONI FINALI
La presenza sulla Terra di entità aliene denominate Ebe o Grigi, è di fattura relativamente recente. Questo però non significa che prima non fossero presenti, se consideriamo il folclore, la mitologia, la clipeologia. Costantemente si parla di esseri quali gnomi, elfi, fate ecc. costantemente si parla della presenza del “piccolo popolo” che interagì con gli esseri umani. Si parla di rapimenti di esseri umani, in tutti i tempi. Ora sappiamo che i rapimenti alieni sono operati dai Grigi; pertanto cambia la considerazione nei confronti del folclore e il fenomeno dei rapimenti è spostato indietro nel tempo. Ricordo che dai casi di rapimenti alieni indagati, emerge che gli alieni sono in grado d'indurre nel rapito dei falsi ricordi di superficie, mentre dal profondo è possibile far emergere ricordi ben diversi.
Il colonnello Corso, trasse le sue importanti conclusioni, riguardo il materiale di Roswell che ebbe a disposizione; ma altre informazioni emergono in riferimento alle EBE, se si considerano le testimonianze visive e dei rapiti. Esse sarebbero la manovalanza che le culture aliene hanno adottato, per interagire sul piano fisico con gli umani. Ogni cultura aliena pertanto avrebbe le sue EBE. Da qui il disaccordo degli umani nel definirle buone o cattive, con queste o quelle caratteristiche. Esse sono, ciò che sono chiamate a essere, in base alla volontà dei loro padroni. Non possono quindi le EBE, essere considerate una cultura aliena, ma certamente una presenza aliena. Generalmente si dà per scontato che sono esseri extraterrestri; ma nessuna prova certa è che lo siano. Potrebbero anche essere creature generate sulla Terra da esseri extraterrestri non fisici, per poter agire nel mondo della materia. Ulteriori informazioni necessitano e ci attendono.
P.S.
A osservazione posta da lettori circa la genuinità o meno delle foto in generale e, in particolare delle Ebe pubblicate, così rispondo:
Come più volte affermato nel presente blog, di fronte ad un documento (in questo caso di tipo fotografico); le possibilità in gioco non sono due, ma quattro. Certo che vi sono le due possibilità ovvero foto vera o falsa; ma vi è la possibilità che la foto vera rappresenti il falso e la foto falsa rappresenti il vero. E’ palesemente falsa, una foto dove viene evidenziato un intervento su essa che ne altera il contenuto. In questo caso, quando non è evidente a prima vista, si evidenzia con la scansione. Una foto però, può non aver subito intervento su di essa, ciononostante essere falsa nel contenuto. Esempio: La foto presenta un treno a una certa distanza ed è presentata come foto di un treno vero ma, in realtà il treno è un giocattolo. Stesso discorso vale per gli ufo. In questo caso non si può parlare di foto falsificata; ma d'inganno fotografico intenzionale. Ci sono però anche le aberrazioni casuali e intenzionali.
Per quanto riguarda le foto dell’ondata ufologica in Valtellina del 2012; non posso certo fare di tutta l’erba un fascio. Non posso certo affermare o provare che non vi sono dei falsi in circolazione; posso però affermare che, per quanto riguarda una ventina di foto visionate (ma molte altre devono esserci in circolazione), la qualità è ottima. Nel caso si tratti di falsi, siamo di fronte ad un inganno gigantesco, mai visto in precedenza, del quale si dovrebbe spiegare poi la motivazione di base e da chi orchestrata. La grande quantità di foto e di persone coinvolte, e le caratteristiche delle foto, tendono ad escludere l’inganno in toto. Un eventuale falso tra di esse, non può cancellare il valore di quelle genuine né la realtà del fenomeno. Una domanda ora mi sorge spontanea: Possibile che tutte queste foto sono frutto della casualità? Non è che vi sono in circolazione cacciatori di immagini aliene e quindi si tratta di intenzionalità? Nulla di male ovviamente. Nel caso ciò fosse, gradirei conoscerli. Per quanto riguarda il rendere disponibile le foto originali; rispondo che io decido unicamente per le mie. Per quelle inviate e me, vale la volontà di chi le ha inviate. La consistenza dell’ondata valtellinese o del fenomeno ufo, non è deducibile da una singola foto.
http://interferenzealiene.blogspot.it/2013/02/grigi-o-entita-biologiche-extraterrestri.html
Tipologia B: Sarebbero meno numerosi del gruppo A e, sarebbero quelli che s'ipotizzano lavorare in basi militari, a contatto con nostri apparati. Questa razza dei grigi è descritta più alta del tipo A (mt.1,50 circa). Ha grandi occhi ovali, talvolta muniti di membrane protettive. Sono descritti dai testimoni a volte pacifici a volte associati a casi di rapimento.
Tipologia C: Possiedono il principio dell’emotività, sono poco numerosi e sarebbero i più vicini all’uomo in quanto a caratteristiche mentali; poiché esprimono la propria individualità a differenza della tipologia A. Questi esseri sono descritti più alti, grandi occhi ovali, quattro dita, collaborativi e curiosi. In alcuni casi sono descritti grigi del 3° e del 1° tipo collaborare insieme. I Grigi del 3° tipo in questo caso assumono il ruolo di "capi".
FILMATI e PROVE A SOSTEGNO
Le immagini sopra esposte sono ricostruzioni. Ora vediamo alcuni frame di filmati ipoteticamente ritenuti genuini, la cui genuinità però non è in mio possesso. Riprenderli è difficile poiché loro sono telepatici e pertanto percepiscono quando sono pensati o mentre vengono filmati o fotografati. Ciononostante, in alcune situazioni ciò è stato possibile.
Ora, quattro eccezionali fotografie che, manifestano un grado di chiarezza e di affidabilità sicuramente superiore alla media. Vogliono al momento mantenere l’anonimato, i testimoni che le anno prodotte. La prima è stata eseguita il 12/7/2012 e il 9/8/2012 la seconda. Si tratta di due tipologie diverse di grigi. Nella prima immagine, parrebbe un'Ebe di tipo B. Nella seconda si tratta del tipo A. Nella terza immagine, le due tipologie assieme. Nella quarta si potrebbe trattare di Ebe tipo C ma, con riserva poiché pare avere questa, una specie di tuta. Un particolare grazie da parte di tutti quelli che ne sapranno beneficiare e dal blog http://presenze-aliene.blogspot.com/; a chi ha reso possibili tali immagini. Queste due ultime fotografie sono state inviate anche al C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale). Mi auspico di avere in seguito, maggiori informazioni disponibili da pubblicare.
Come ben si vede in tutte quattro le immagini, le Ebe stanno osservando l’obiettivo della macchina fotografica. Nessuna azione aggressiva o mirante a non farsi riprendere. Ciò manifesta un atteggiamento pacifico e, tale deve essere l’atteggiamento di chi le riprende. Queste entità sono molto telepatiche, pertanto occorre inviare pensieri positivi e amichevoli al loro indirizzo e attenersi al massimo rispetto. Queste foto sono la manifestazione della loro disponibilità. Ovviamente occorre molta accortezza, in particolare se si dovessero incontrare dell'Ebe di culture aliene negative. Ora però, una domanda sorge spontanea: “Perché così tante Ebe nella stessa zona, nello stesso periodo?” Il territorio interessato è quella della Valtellina.
Interazione Ebe-ufo secondo il col. Corso (Fonte: "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 38 del Novembre 2002 di Massimo Staccioli)
Il Col. Corso riteneva che vi fosse una'interazione fra le EBE pilotanti l'UFO ed il mezzo spaziale cioè, una interfaccia simbiotica di tipo bio-meccanico ed elettronico fra chi pilota ed il velivolo da lui controllato. Egli vide ciò come una forma di ergonomia digitale comprendente un flusso di elettromagnetismo che legava dal punto di vista neurologico l'EBE alla propria navicella. Era come se il pilota e il mezzo diventassero una sola entità, in cui il cervello della EBE si integrava con l'onda elettromagnetica che si propagava attorno all'UFO. Utilizzando una banda frontale atta a trasmettere i propri impulsi psichici, l'EBE era in grado di manipolare diversi campi elettromagnetici mediante le proprie onde telepatiche come pure mediante le punte delle dita attraverso dei cambiamenti sequenziali (come se suonasse un pianoforte) atti ad aumentare o diminuire la velocità della navetta, nonché di controllarne le varie manovre nell'atmosfera.
Il Col. Corso riteneva che le EBE fossero il prodotto di una ingegneria genetica aliena specificamente rivolta alla creazione di piloti atti ad affrontare il volo spaziale. Gli esseri umani, come i programmi USA e dell'URSS prima e russo poi hanno provato, non possono viaggiare su lunghe distanze senza registrare una serie di controindicazioni avverse. Anche in missioni spaziali di corta durata astronauti e cosmonauti hanno sperimentato perdita di massa corporea e di stabilità, danni al sistema immunitario, criticità digestive e spossatezza generale. I nostri stessi esperimenti di clonazione hanno dimostrato che sarebbe teoricamente possibile costruire geneticamente un "perfetto" viaggiatore spaziale. Le creature che viaggiano da un mondo all'altro su mandato dei loro creatori alieni sono allora state progettate a livello genetico specificamente per affrontare i viaggi spaziali? Cosa accadrebbe allora, si chiedeva Corso, se potessimo raggiungere il pianeta delle EBE di Roswell? Vi troveremmo forse una razza ben diversa dalle creature schiantatesi nel New Mexico nel 1947? Si trattava di entità bio-geneticamente prodotte in serie (clonate) per affrontare i rischi dei viaggi spaziali e non per operare nel mondo dei lori creatori? Non certo a torto, Corso conclude che per viaggiare nello spazio su lunghe distanze dovremmo essere "più" che umani. Seguendo i criteri della presunta progettazione genetica delle EBE, i viaggi spaziali sarebbero grandemente agevolati da un corpo atto a proteggere l'organismo dalle radiazioni: Dovremmo dipendere da un elettromagnetismo autoprodotto piuttosto che da ossigeno e cibo. E un incredibile accorciamento nei tempi di viaggio sarebbe prodotto dall'uso di una propulsione elettromagnetica, una energia attivata in funzione delle nostre necessità, come l'elettricità. Sulla base delle relazione autoptiche del Walter Reed Hospital dell'Esercito, il Col. Corso riteneva che le EBE fossero esseri o clonati o comunque realizzati specificamente per il volo spaziale, dal momento che i loro sistemi bio-organici sembravano non solo adattarsi perfettamente ai rigori della esposizione per lunghi periodi alla gravità zero e alle radiazioni cosmiche, ma anche interfacciarsi perfettamente con il mezzo pilotato. Secondo Corso, il cervello delle EBE aveva quattro parti, due per così dire "computerizzate" e due normali. Era quest'organo che presiedeva alla loro "missione"? Per esempio, il cervello era elettromagneticamente interconnesso con il sistema della navicella mediante impianti in silicio nei lobi cerebrali. Questi ultimi erano caratterizzati da quello che gli analisti medici dell'Esercito descrivevano come un insieme di "avvolgimenti esterni", sul tipo di quelli posti interfacciati ad una massa magnetica utilizzata per aumentare le emissioni elettromagnetiche. I patologi dell'Esercito non furono mai in grado di misurare alcuna di tali emissioni, in quanto le EBE erano morte e la loro attività cerebrale era cessata. Ma, ritenendo che ciò che i patologi avevano riscontrato indicasse quanto il cervello si supponeva fosse effettivamente in grado di fare, nulla esclude che tali "avvolgimenti esterni" attorno alle teste delle EBE fossero deputati a quanto sopra detto.
Il cervello delle EBE aveva quattro lobi dei quali il Lobo 1 era il più grande. Corso riteneva dalle sue dimensioni che esso non solo funzionasse quale "cervello principale", ma fosse altresì quello dello stesso velivolo, quale parte integrante dello stesso schema progettuale dell'UFO.
Il Lobo 2 sembrava agire come in funzione ausiliaria rispetto al Lobo 1, forse in quanto contenente varie istruzioni di programmazione, dati di navigazione, nonché istruzioni in caso di guasti o danni al mezzo o di decisioni critiche. Era come se tale lobo fosse simile ad un cervello umano primitivo caratterizzato da "reazioni di fuga", e cioè dalla capacità di reagire propriamente per salvare il mezzo e i suoi occupanti. Il Lobo 3 era simile al cervello umano, controllante funzioni di supporto vitale come il cuore, il polmone e i muscoli. Esso era altresì in grado di ridurre i requisiti energetici di tali funzioni vitali nel caso di lunghi viaggi nello spazio.
Il Lobo 4 controllava la maggior parte del sistema dei muscoli volontari e consentiva alle EBE azioni indipendenti, forse nel caso di missioni ricognitive su pianeti lontani, in modo abbastanza simile alla programmazione che verrà usata dalle nostre sonde robotizzate lunari o marziane per consentire di condurre una esplorazione sulla base della situazione locale del momento.
Le EBE indossavano delle fasce frontali che intensificavano le onde celebrali per la comunicazione telepatica, di grande aiuto nel funzionamento "biologico" dell'UFO. Questa fascia frontale fu uno degli oggetti che Corso rinvenne fra i reperti allegati agli Archivi del Pentagono su Roswell, e che consegnò per le possibili applicazioni tecnologiche conseguenti alle industrie aerospaziali legate da contratto al Ministero della Difesa USA. Oggi, tale fascia frontale è utilizzata per aiutare individui fisicamente disabili a muovere un cursore sullo schermo di un computer e piloti collaudatori a tenere sotto controllo certune funzioni di volo del velivolo in volo.
Le EBE potevano altresì controllare l'UFO attraverso relays amplificatori di corrente a forma di coppa collegati alle estremità delle dita delle mani? Il Col. Corso notò che in tutte le punte delle dita delle EBE si riscontravano circa 80.000 punti di emissione. È dunque estremamente probabile che attraverso questi relays le EBE trasmettessero istruzioni di guida al sistema di navigazione del velivolo direttamente dalle loro menti mediante le dita delle mani.
Corso affermò: "... a bordo di quel tipo di navicelle non c'è cibo, né acqua o altro, il che porta ad una fondamentale conclusione: un alieno EBE vive attraverso pulsazioni elettromagnetiche. Così come nel nostro mondo le piante, gli insetti, i pesci, tutti gli animali e persino gli esseri umani interagiscono con l'ambiente, così l'extraterrestre vive in uno stato di totale integrazione con la sua astronave. E' questo il segreto della sua sopravvivenza. Se a un corpo umano viene sottratto il nutrimento, si spegne velocemente, si deteriora e muore. La stessa identica cosa avviene ad un extraterrestre: egli si spegne se lo si sottrae al suo ambiente e al suo campo elettromagnetico. Il nostro sostentamento ci è fornito dal cibo e dall'aria, il suo dall'energia elettromagnetica". Così, con grande chiarezza, Philip Corso descriveva l'interfaccia esistente tra EBE e astronave.
CUORE E POLMONE-L'unico polmone e il cuore surdimensionato (rispetto al nostro) delle EBE funzionavano quasi come un unico organo. Gli scienziati credevano che il polmone immagazzinasse altresì grandi quantità dell'energia elettromagnetica (EM) dell'UFO per lunghi viaggi, che veniva periodicamente rinnovata dalla genesi e dalla trasmissione di energia EM. Il cuore, che non si dilatava nello spazio come un cuore umano, potrebbe non solo avere pompato energia EM alle strutture cellulari del corpo delle EBE, ma essere anche servito come un mezzo teso ad immagazzinare energia per lunghi viaggi, un po' come una batteria.
ORECCHIE-Le EBE avevano delle orecchie piccole, quasi indistinguibili. Probabilmente non avevano bisogno di percepire onde sonore in quanto non parlavano, ma comunicavano telepaticamente.
NASO-Analogamente, il naso era estremamente piccolo in quanto evidentemente l'atmosfera all'interno dell'UFO doveva essere molto concentrata. Inoltre, gli analisti medici del Walter Reed Hospital non riuscirono a determinare come funzionava il sistema olfattivo delle EBE. Pare che l'olfatto non fosse però un senso importante e fosse utilizzato solo per estreme necessità di allarme. Le atmosfere planetarie contenenti i necessari elementi non richiedevano alcuna protuberanza nasale alle EBE, per cui le narici erano alquanto piatte e molto piccole.
BOCCA-Le EBE presentavano un orefizio boccale appena pronunciato, privo di condotti per ingurgitare acqua o cibo. Le EBE non avevano sistema digerente, e ciò spiega l'assenza di denti e di ogni apparato in quanto le EBE non parlavano ma comunicavano telepaticamente, forse mediante trasmissioni da cervello a cervello e senza bisogno di mezzi ausiliari.
OCCHI-Gli occhi delle EBE sembravano di tipo telescopico e avevano un cristallino mediano, che fungeva da collettore luminoso. Tale cristallino, o "terza palpebra", costituiva la base per quella che fu denominata "visione notturna". Ecco perché le grandi cornee esterne delle EBE apparivano nere. Secondo Corso, il Gen. Trudeau gli dette istruzioni di incoraggiare gli scienziati del Laboratorio per la Visione Notturna di Fort Belvoir perché utilizzassero la bio-tecnologia della "terza palpebra" come modello per gli occhiali da visione notturna. Nel relativo capitolo (intitolato "La Conquista della Notte") relativo alla storia pubblicata delle ricerche condotte a Fort Belvoir, i ricercatori citano il sostegno ricevuto dal Gen. Trudeau nei primi anni Sessanta per lo sviluppo di un sistema di "visione notturna" atto ad essere utilizzato dai soldati USA in Vietnam.
PELLE-Come descritto nel libro "Il giorno dopo Roswell", il Col. Corso sosteneva che la pelle delle EBE, al pari della struttura esterna dell'UFO, sembrava come "costruita" attorno alle entità e al mezzo quasi come una ragnatela stratificata. E come una ragnatela, la struttura molecolare era atomicamente allineata in senso longitudinale ed estremamente denso in modo da essere caratterizzata da una estrema resistenza alla tensione per quando fosse leggera come una rete di filamenti. Tale resistenza strutturale proteggeva le EBE dalle radiazioni cosmiche, elettromagnetiche e dalle escursioni termiche proprie dello spazio. Prima di morire, Corso disse in varie interviste che uno dei suoi maggiori crucci consisteva nel fatto che nessun laboratorio era stato in grado di duplicare la super-resistenza della struttura molecolare di fabbricazione aliena. Oggi, comunque, sono in attuazione esperimenti genetici facenti uso dei geni di ragni per duplicare la resistenza alla tensione delle tele di ragno. Con la eccezione della colonna vertebrale, che appariva particolarmente atta a resistere alle sollecitazioni dovute ai rigori di un viaggio spaziale, e di uno scheletro che era più tensile che rigido, le altre funzioni biologiche delle EBE sembravano del tutto secondarie, come se dovessero essere utilizzate solo per missioni di ricognizione della superficie terrestre. Le EBE erano creature principalmente legate al loro mezzo e quasi tutt'uno con la sua programmazione di pilotaggio. Corso riteneva che gli aspetti più complessi e sofisticati delle creature fossero da ricercare nella loro interfaccia con l'UFO e con la capacità di comunicare telepaticamente. Al di là di ciò, esse mal si adattavano ad altri ambienti e contesti. Il che convinse Corso che ci si trovava davanti a degli esseri clonati per il fine di pilotare, navigare ed effettuare esperimenti nel corso di missioni specifiche. Le EBE, quindi altro non sarebbero state che versioni biologiche dei nostre sonde spaziali robotizzate, programmate per eseguire esperimenti sulla superficie dei pianeti visitati.
La vera potenza della tecnologia aliena, credeva il colonnello, consisteva nella capacità degli extraterrestri di manipolare telepaticamente lo spazio e il tempo. Tale forma di "proiezione astrale" ET affascinava ed atterriva ad un tempo l'Esercito USA, e così pure quanti ne vennero a conoscenza in altre branche del Governo, e fu una delle principali ragioni che innescarono il "cover up" conseguente all'UFO-crash di Roswell. La comunicazione telepatica, la psicocinesi, l'ingegneria biologica, la capacità per un organismo di interfacciarsi con un computer: queste sono solo alcune delle esplorazioni di frontiera condotte oggi dalla specie umana. Che tutte queste discipline possano un giorno fondersi in una sola, come gli alieni di Roswell dimostrerebbero, è certo un concetto difficile da immaginare. La speranza sarebbe che lo studio delle implicazioni relative al loro uso e abuso non vada seriamente al di là degli sviluppi scientifici più prossimi a realizzarsi. Questo punto, in particolare, interessava Philip Corso e questo avrebbe voluto che si continuasse a seguire per il bene dell'umanità.
CONSIDERAZIONI FINALI
La presenza sulla Terra di entità aliene denominate Ebe o Grigi, è di fattura relativamente recente. Questo però non significa che prima non fossero presenti, se consideriamo il folclore, la mitologia, la clipeologia. Costantemente si parla di esseri quali gnomi, elfi, fate ecc. costantemente si parla della presenza del “piccolo popolo” che interagì con gli esseri umani. Si parla di rapimenti di esseri umani, in tutti i tempi. Ora sappiamo che i rapimenti alieni sono operati dai Grigi; pertanto cambia la considerazione nei confronti del folclore e il fenomeno dei rapimenti è spostato indietro nel tempo. Ricordo che dai casi di rapimenti alieni indagati, emerge che gli alieni sono in grado d'indurre nel rapito dei falsi ricordi di superficie, mentre dal profondo è possibile far emergere ricordi ben diversi.
Il colonnello Corso, trasse le sue importanti conclusioni, riguardo il materiale di Roswell che ebbe a disposizione; ma altre informazioni emergono in riferimento alle EBE, se si considerano le testimonianze visive e dei rapiti. Esse sarebbero la manovalanza che le culture aliene hanno adottato, per interagire sul piano fisico con gli umani. Ogni cultura aliena pertanto avrebbe le sue EBE. Da qui il disaccordo degli umani nel definirle buone o cattive, con queste o quelle caratteristiche. Esse sono, ciò che sono chiamate a essere, in base alla volontà dei loro padroni. Non possono quindi le EBE, essere considerate una cultura aliena, ma certamente una presenza aliena. Generalmente si dà per scontato che sono esseri extraterrestri; ma nessuna prova certa è che lo siano. Potrebbero anche essere creature generate sulla Terra da esseri extraterrestri non fisici, per poter agire nel mondo della materia. Ulteriori informazioni necessitano e ci attendono.
P.S.
A osservazione posta da lettori circa la genuinità o meno delle foto in generale e, in particolare delle Ebe pubblicate, così rispondo:
Come più volte affermato nel presente blog, di fronte ad un documento (in questo caso di tipo fotografico); le possibilità in gioco non sono due, ma quattro. Certo che vi sono le due possibilità ovvero foto vera o falsa; ma vi è la possibilità che la foto vera rappresenti il falso e la foto falsa rappresenti il vero. E’ palesemente falsa, una foto dove viene evidenziato un intervento su essa che ne altera il contenuto. In questo caso, quando non è evidente a prima vista, si evidenzia con la scansione. Una foto però, può non aver subito intervento su di essa, ciononostante essere falsa nel contenuto. Esempio: La foto presenta un treno a una certa distanza ed è presentata come foto di un treno vero ma, in realtà il treno è un giocattolo. Stesso discorso vale per gli ufo. In questo caso non si può parlare di foto falsificata; ma d'inganno fotografico intenzionale. Ci sono però anche le aberrazioni casuali e intenzionali.
Per quanto riguarda le foto dell’ondata ufologica in Valtellina del 2012; non posso certo fare di tutta l’erba un fascio. Non posso certo affermare o provare che non vi sono dei falsi in circolazione; posso però affermare che, per quanto riguarda una ventina di foto visionate (ma molte altre devono esserci in circolazione), la qualità è ottima. Nel caso si tratti di falsi, siamo di fronte ad un inganno gigantesco, mai visto in precedenza, del quale si dovrebbe spiegare poi la motivazione di base e da chi orchestrata. La grande quantità di foto e di persone coinvolte, e le caratteristiche delle foto, tendono ad escludere l’inganno in toto. Un eventuale falso tra di esse, non può cancellare il valore di quelle genuine né la realtà del fenomeno. Una domanda ora mi sorge spontanea: Possibile che tutte queste foto sono frutto della casualità? Non è che vi sono in circolazione cacciatori di immagini aliene e quindi si tratta di intenzionalità? Nulla di male ovviamente. Nel caso ciò fosse, gradirei conoscerli. Per quanto riguarda il rendere disponibile le foto originali; rispondo che io decido unicamente per le mie. Per quelle inviate e me, vale la volontà di chi le ha inviate. La consistenza dell’ondata valtellinese o del fenomeno ufo, non è deducibile da una singola foto.
http://interferenzealiene.blogspot.it/2013/02/grigi-o-entita-biologiche-extraterrestri.html
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