"THE END"

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lunedì 23 dicembre 2013

De (poco) Profundis

Un post personale e colloquiale, rivolto ai miei pochi ma lucidi lettori.

Mi riesce ormai assai difficile occuparmi con continuità di informazione alternativa. Da una parte non saprei che effetto aspettarmi dall’inerzia sorda delle persone delle quali invochiamo spesso, ed invano, l’attenzione; dall’altra il gioco degli specchi, ben alimentato in tutti i settori della conoscenza, sta logorando lentamente le mie capacità intuitive di selezione. Proverò qui di seguito a spiegarmi meglio.

Scrivere su temi censurati dai media di regime e diffondere informazioni proibite è una lodevole occupazione che necessità (in chi la promuove) di coraggio, intelligenza e capacità non comuni di tenacia. Opporsi alla censura inquisitoria del potere temporale è infatti impresa davvero ardua. La selezione delle informazioni non è mai cessata nella storia dell’uomo ed il vertice al potere ha sempre tenuto saldamente in mano le redini di tutta la cultura cosiddetta popolare, notizie ovviamente comprese. Pensare è sempre stata una colpa, parlarne pure.

In questo quadro temo di aver perduto un qual slancio iniziale, quando l’impellenza mi premeva a lanciarmi nella mischia, pur conscio delle mie modestissime capacità combattive ed intellettuali. La perdurante azione di condivisione si è arenata presto in logori e brevi dialoghi con persone spesso in altre faccende affaccendate, magari esasperate dalla crisi economica indotta e nevrotizzate dai conti che, artatamente, non tornano mai.

La patente di ‘complottista’ non mi ha mai pesato più di tanto. Mi sono anche divertito a sondare gli animi altrui e valutarne spessore e capacità autocritica. Sono andato nelle piazze a ‘volantinare’, in alcune sale a parlare, non tirandomi mai indietro di fronte alle solite sciocche domande di chi non avvertiva (e non avverte ancora) l’incommensurabile rischio che stiamo correndo.

In questo contesto comune sono stato sempre grato nei confronti di chi si adopera senza posa nelle attività di ricerca e divulgazione in questi delicatissimi settori, persone che ammiravo ed ammiro ancor più oggi, avendone comprovato la loro tenacia e generosità davvero non consuete. Se continuerò a scrivere infatti, lo farò per loro. Un altro aspetto dei meandri della cospirazione globale però mi preme sottolineare, ed è quello che maggiormente mi inquieta: l’inganno.

Che esista una trama mondiale per impedire ed arrestare lo sviluppo di questa particolare definizione di natura che stavamo vivendo è cosa certa. Cosa invece ardua è individuare i dettagli impetuosi che si muovono come serpenti impazziti ogni volta che tentiamo di focalizzare lo sguardo su di un aspetto preciso di questa tetra cospirazione. Lo ‘sfarfallio delle informazioni' è al massimo della potenza. Realtà e finzione si intrecciano in un crescendo di convulsioni, alimentate ad arte dagli abili maestri dell’ombra. Discosofie posticce si frappongono ad informazioni utili. Occultismi arguti si impongono di fronte alla magari semplice e banale verità. Difficile è verificare, spesso impossibile, dove termina la menzogna e dove comincia la verità. Tutto è confuso e galleggia in un’indescrivibile congerie di materiale diffuso, ciarpami e detriti depositati spesso ad arte in modo da confondere ed impedire l’emergere di verità.

Sopra tutto, una tensione di tipo messianico incombe. Il timore fondato di una catastrofe epocale invocata a gran voce dai globalisti e non solo da essi. L’osservare l’ambiente vilipeso e la comunità degli uomini ingannata senza posa incupisce ed intristisce fuori modo. La natura è sottoposta alla trasmutazione capovolta irreversibile. Questa consapevolezza colma la mia (blandissima) sopportazione. Un pianeta senza speme è un pianeta sterile. Una società senza serene ambizioni ispirate è un alveare meccanico. Uomini senza poesia sono automi senza speranza.

L’automazione è l’ordine del giorno di questo giorno senza luce. Contro questa deriva oscura nulla può ovviamente la mia modestissima opera. Arginare lo tsunami del deflusso negativo non è possibile se si dispone solo di un cucchiaino, per di più sdentellato, ed anche se i cucchiaini diventassero cento o mille, l’onda di piena li disperderebbe in men che non si dica.

La mia potrebbe sembrare una specie di resa ma non lo è. E’ la testimonianza personale di una fase di stallo indotto, di stanchezza e confusione che voglio condividere con chi mi legge ancora. Non so cosa continuerò a fare e se e cosa pubblicare. Potrei limitarmi a tradurre articoli illuminati di coraggiosi ricercatori stranieri oppure ristare ad osservare in un quieto silenzio. Forse il tempo di lottare si è già esaurito oppure il mio ‘spirto guerrier’ non ruggisce più. Mi abbandono alle letture e alle elucubrazioni, tenendo aperta questa finestra digitale in attesa di un rinnovato vigore. Resta per ora valido il mio invito a costruire su se stessi, guardandosi dentro, riscoprendo così le nostre leve più profonde ed originali, assieme all’invito di appoggiare con il pensiero (e con il necessario contributo finanziario) chi si occupa di informazione alternativa con grandi capacità e notevoli virtù che evidentemente io, in questo momento, non possiedo. Grazie per l’attenzione.  fonte

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