Friedrich Nietzsche: La volontà di potenza, pensieri e frammenti postumi ordinati da
Elisabeth Forster-Nietzsche
Conosce bene la religione sin da ragazzo essendo figlio di un pastore protestante ed allevato secondo i principi del padre:
Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, villaggio della Prussia meridionale nei pressi di Lipsia, il 15 ottobre 1844. Appartiene a una stirpe di pastori protestanti, è primogenito di Karl Ludwig, reazionario monarchico, già precettore alla corte di Altenburg, e di Franziska Oehler, figlia anche lei di un pastore. Nel 1846 e nel 1848 nascono altri due figli, Elisabeth e Joseph (quest'ultimo morto nel 1850, di un'improvvisa febbre non meglio specificata). Fonte, non a tutti riescono a lavare il cervello... Why???
Oggi scrivo tre semplici frammenti da questo libro, di solito gli
scritti postumi sono tra i più significativi, così per Nietzsche come per
Schopenhauer, di un artista. Nei prossimi giorni ne scriverò degli altri tratti
da “L’Anticristo”, altro libro che
trovo eccezionale nella critica dei valori cosiddetti “Divini e assolutamente , o più realmente, imposti col sangue come reali”.
Voglio
precisare che non intendo offendere nessun cristiano, ognuno è libero di
credere in ciò che vuole, desidero solo applicare la libertà di pensiero,
ovvero la legge di “Orwell”: "Se la libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alla gente cose che non vogliono sentire" , e spesso questo coincide con la verità purtroppo!. E poi scrivo questo oggi in particolare
perché stamani mi sono riletto dei frammenti in conseguenza all’articolo che
troverete alla fine delle tre citazioni:
” I
Gesuiti che in Italia allevano la classe dirigente compreso Mario Draghi”,
tratto
da: Fonte
Leggetelo per bene, e poi contrastate la mia opinione se
riuscite una volta lette simili nefandezze che vengono compiute nel nome di
Dio! Io ribadisco che sono un agnostico, e ricordo un pensiero di base:”Solo il giorno in cui spariranno le
religioni si smetterà di ammazzare gli esseri viventi, tutti, nel nome di Dio”
Capitolo “la critica
dei valori supremi”
N° 162
Il ladrone in croce: quando il delinquente, che patisce, che
patisce una morte dolorosa, “Giudica il soffrire e morire come questo Gesù, senza odio, con
bontà, con rassegnazione, questo solo è giusto” ha affermato il
Vangelo: e quindi è in paradiso…
N°159
L’intera dottrina cristiana di ciò che deve essere creduto, “L’intera verità”
cristiana è vana menzogna e impostura: è esattamente l’opposto di ciò che diede
l’avvio al movimento cristiano. Precisamente
ciò che nel senso della chiesa è cristiano, è in linea di principio
anticristiano; semplici cose e persone invece di simboli, semplice storia
invece degli eterni fatti, formule, riti
e dogmi invece di una prassi di vita. Cristiana è la completa indifferenza verso dogmi, culto,
preti, chiesa e teologia.
N°154
Buddha contro il “Crocifisso”.
In senso alle religione nichiliste si può distinguere nettamente la cristiana dalla
buddhista. La buddhista esprime una
buona sera, una dolcezza e mitezza perfetta, è riconoscenza verso tutto il
passato, tutto quanto: mancano la
delusione, l’amarezza, il rancore e da ultimo ha alle spalle l’alto amore
spirituale. E’ originario delle caste superiori.[…]
Il movimento cristiano è un movimento di degenerazione derivato da ogni
sorta di elementi di scarto e di esclusi; non esprime il tramonto di una razza, è fin dall’origine, un aggregazione di
elementi morbosi che si ammassano e si attraggono; al suo fondo c’è rancore verso tutto ciò che è
ben riuscito: E’ anche un contrasto con ogni movimento spirituale, con ogni
filosofia: parteggia per gli idioti e pronuncia una bestemmia contro lo
spirito. Rancore contro chi
ha dei talenti, contro i dotti, contro la conoscenza, contro gli spiriti
indipendenti; indovina in loro ciò che è ben riuscito? Dominare gli idioti, i
deboli e gli ignoranti.
___________________________________________________________
Metto all'inizio l'intervista a Mario Draghi, modificando l'ordine dell'originale, perché voglio fare una riflessione: Se gli mettessimo una tonaca nera da prete, non sarebbe la stessa cosa? Hanno tutti quell'espressione arcigna, priva di sentimento, i loro 74 muscoli facciali sembrano ingessati, tra loro e un robot senza sentimenti secondo me non cambia molto...
A voi la lettura, ve la consiglio vivamente, questi Gesuiti, gli innominati, mai si sente parlare di loro, ed è logico se riflettiamo una volta letto l’articolo. Fonte
I Gesuiti che in Italia allevano la classe dirigente, compreso Mario Draghi
"Frequentare il Massimo vuol dire entrare in contatto con le scuole dei Gesuiti presenti in Italia (a Milano, Torino, Napoli, Palermo e Messina), in Europa e in tutto il mondo, con le quali i nostri ragazzi ogni anno vivono esperienze di confronto didattico, di scambio culturale, di competizione sportiva e di iniziative umanitarie in comune."
Dal sito dell'Istituto Massimiliano Massimo
Dal sito dell'Istituto Massimiliano Massimo
Mario Draghi fu un allievo dei Gesuiti, e con lui molta della classe dirigente italiana, come Luca Cordero di Montezemolo, Luigi Abete, Gianni de Gennaro, Francesco Rutelli, compreso anche direttori di giornali "alternativi" come Piero Sansonetti, direttore di Liberazione. Non sono le solite idee "complottiste", è la pura realtà dei fatti, guardate voi stessi l'intervista allo stesso Draghi e leggete l'articolo del Corriere della Sera "Quelli del Massimo: si trova all’ Eur la scuola dei campioni È l’ istituto che ha allevato la futura classe dirigente". L’Istituto Massimiliano Massimo è una scuola privata cattolica della Compagnia di Gesù, sita a Roma, che si ispira ai principi pedagogici di Ignazio di Loyola. E' da qui che sono nati molti dei nomi di spicco che oggi detengono le leve del potere in Italia e non solo, compreso lo stesso Draghi, che ricordiamo essere "Governatore della Banca d'Italia. Il 24 giugno 2011 è stata formalizzata la sua investitura alla Presidenza della Banca Centrale Europea a partire dal 1º novembre 2011". Noi di questo blog abbiamo da tempo portato avanti un'analisi del potere dei Gesuiti, analisi che riscontriamo in ben pochi altri siti e blog che denunciano i mali del Nuovo Ordine Mondiale. Questa carenza di analisi ci appare molto sospetta, tanto più che viviamo in un paese, l'Italia, che appare essere il centro mondiale del potere Vaticano-Gesuiti. Le notizie sull'istituto di formazione dei gesuiti che trovate sotto, prese da un giornale di rilievo nazionale come il corriere della sera, quando vengono divulgate da codesti organi di propaganda, sono inquadrate nel contesto che è caro a chi detiene le leve del potere; cioè, si dice che i Gesuiti hanno formato la classe dirigente italiana ma, attenti, nessun complotto, solo un metodo di lavoro che è caratteristico delle scuole dei Gesuiti, che sarebbe:
«La persona che esce da questa scuola dovrebbe essere non solo competente, ma anche una persona che ama, che si prende cura di sé, degli altri, del mondo, che si impegna per la giustizia, che ha fede...Un uomo o una donna per gli altri e con gli altri»
La perfetta ipocrisia, non vi sembra?Leggiamo la missione dell'Istituto Massimo dal loro stesso sito:
"Aspiriamo all’eccellenza accademica e umana per formare donne e uomini non solo competenti, ma anche coscienziosi, compassionevoli e testimoni della propria fede vissuta nella giustizia, nel servizio e nel rispetto del creato.E noi dovremmo credere a queste panzane!
Ricercare il rigore negli studi, valorizzare le ricchezze della tradizione pedagogica di Sant’Ignazio di Loyola, innovare nei metodi e nei linguaggi, aprire il cuore alle nuove frontiere, basare l’educazione sulla centralità della persone e delle relazioni, promuovere la creatività; tutto ciò costituisce il Nostro Modo di Procedere per imparare a saper essere per gli altri e con gli altri."
Quindi, se non si conosce la storia dei Gesuiti, le loro Istruzioni Segrete, il loro controllo delle istituzioni globaliste, la loro immensa ricchezza, il loro controllo dell'opposizione al nuovo ordine mondiale ecc. non si potranno mai inquadrare nella giusta angolazione ne gli articoli ne il video sotto riportati. Il nostro suggerimento è quello invece di connettere i puntini e trarne le giuste conclusioni, individuando il vero obiettivo degli istituti di formazione dei gesuiti, come il Massimiliano Massimo, cioè l'aspirazione al potere mondiale. Sotto vi riporto un passo tratto dalle Istruzioni Segrete della Compagnia di Gesù tanto per rinfrescarvi la memoria:
"Tuttavia la setta dei Gesuiti venne collocata da Loyola sotto un governo dispotico e rigorosamente militare. In effetti, il vecchio soldato ferito prese le sue leggi e la disciplina dalla sua esperienza militare. Come un capo militare, il loro generale veniva scelto per la vita. Ad ogni suo membro veniva fatto prestare giuramento sulla croce, per ottenere la sua implicita obbedienza. Come soldato, il Gesuita concedeva il suo corpo, la sua anima, i suoi desideri e le sue volontà al suo generale. Egli non aveva alcun diritto di consultare un amico o di esercitare addirittura il proprio giudizio. La volontà del generale era la sua volontà; egli doveva andare ovunque il suo capo, residente a Roma, avrebbe ordinato - Asia o Africa, o qualsiasi parte del globo. Egli non faceva nessuna domanda; non chiedeva nessuna ragione. Il generale era il suo dio sovrano. Egli navigava con ordini sigillati. Egli doveva insegnare, ma non quello che credeva essere giusto. Egli non aveva nessuna scelta nella sua fede, doveva credere nel suo cuore, nella sua anima e nella sua coscienza, quello che il suo generale ordinava. Egli doveva compiere qualsiasi atto a lui ingiunto, senza fare domande. Egli non doveva rifuggire da qualsiasi atto di sangue. Se il generale lo ingiungeva, egli doveva inviare la Armada Spagnola a rovesciare l'Inghilterra; doveva far saltare in aria il Parlamento Inglese con la polvere da sparo; doveva assassinare il Re Enrico di Francia, o sparare al Principe d'Orange; o avvelenare il Papa Ganganelli; o ingiungere a Carlo IX di perpetrare il massacro di San Bartolomeo; o a Luigi XIV di revocare l'editto di Nantes, e coprire l'onesta Francia di sangue e caos, e riempire le nazioni con i lamenti del loro miserabile esilio! Se essi fallivano, ritentavano più e più volte."
Da Mario Draghi a Montezemolo, da Franco Coppi a De Rita
Quelli del Massimo: si trova all'Eur la scuola dei campioni
È L' ISTITUTO CHE HA ALLEVATO LA FUTURA CLASSE DIRIGENTE
«Negli anni Sessanta c' era un gruppo di ragazzi che andavano tutti a scuola insieme, avevano la stessa età e facevano la stessa classe. Prima le medie, poi il ginnasio e il liceo...». Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, ha raccontato ieri nel suo editoriale questa storia: «Uno si chiamava Luca (Cordero di cognome), un altro si chiamava Mario (Draghi di cognome), un altro ancora Gianni (di cognome faceva De Gennaro)...Poi Luca da grande fece il presidente della Fiat, Gianni il capo della polizia e Mario, forse, il governatore centrale». Sembra una favola: Montezemolo, De Gennaro, Draghi. La scuola - lo ricorda Sansonetti, anche lui ex alunno - era una delle più prestigiose di Roma: l' istituto Massimiliano Massimo, retto dai padri gesuiti. Stava all' Eur. È ancora lì. Ma la storia, volendo, potrebbe continuare: perchè tra gli ex alunni del Massimo sono molti quelli che nella vita hanno avuto fortuna. Banchieri e industriali, da Luigi Abete (Bnl) a Rudy Peroni (dell' omonima birra), principi del foro (Franco Coppi), diplomatici e ambasciatori (Staffan de Mistura, Giovanni Dominedò, Silvio Fagiolo). E poi il presidente del Censis Giuseppe De Rita, l' ex presidente della Corte Costituzionale Riccardo Chieppa, il vicepresidente della Federcalcio Giancarlo Abete. Potere politico e potere economico. Una classe dirigente quasi al completo. «Non pensate a una lobby, però, vi sbagliereste - avverte il presidente degli ex alunni, Paolo Gaudenzi, 44 anni, professore ordinario alla Scuola di ingegneria aerospaziale dell' università La Sapienza - Se Mario Draghi arriverà a sedersi sulla poltrona di Governatore di Bankitalia, lo dovrà solo al suo valore eccezionale. Nessuna azione lobbistica lo porterà mai a palazzo Koch, nessuno di noi si sta muovendo in tal senso. Il segreto del Massimo è un altro: c' è dietro un metodo di lavoro...». Quale? Nel sito internet (www.istitutomassimo.it) viene spiegato chiaramente: «La persona che esce da questa scuola dovrebbe essere non solo competente, ma anche una persona che ama, che si prende cura di sé, degli altri, del mondo, che si impegna per la giustizia, che ha fede...Un uomo o una donna per gli altri e con gli altri». È il metodo ignaziano, la scuola dei gesuiti. Etica e studio, libri e morale. Dall' asilo al liceo. «Ma i valori cristiani qua si propongono, non si impongono mica», chiosa convinto l' ingegner Gaudenzi. Scuola cattolica, privata, esclusiva. «La numero uno di Roma», sentenzia orgoglioso Giulio Viola, 67 anni, ex Pirelli, Italcable, Telecom, oggi consulente economico internazionale, presidente uscente degli ex alunni. Professori mitici: «Nella classe di Draghi, De Gennaro e Montezemolo c' era Padre Chemeri - racconta Sansonetti - Un latinista fine e un personaggio molto carismatico coi giovani». Ma Franco Coppi, che vi studiò quando ancora la sede era quella di Palazzo Massimo alle Terme (Stazione Termini), ricorda sopra tutto la figura di Giovanni Faure, professore (laico) di Scienze. «Un fuoriclasse - dice Coppi - Arrivava alle 5 del mattino col suo sigaro in bocca e riempiva la lavagna di classificazioni: protozoi, metazoi... Ero affascinato. Sinceramente avrei voluto seguire i suoi passi. Ma poi, più per motivi contingenti che per vocazione, scelsi il diritto e quando andai a dirglielo s' infuriò. Mi schiaffeggiò in mezzo al corridoio e da quel giorno non mi rivolse più la parola». Quelli del Massimo non saranno una lobby, ma certo dopo la scuola rimangono molto amici. Giusto stasera il professor Coppi sarà a cena con gli ambasciatori Silvio Fagiolo e Giovanni Dominedò. Sono passati gli anni, ma non la voglia di raccontarseli. Fabrizio Caccia PROTAGONISTI
gli ex Allievi del «Massimo»
I compagni di classe, da Montezemolo a Magalli: «Snider il più bravo, ma Mario ci faceva copiare»
ROMA - Uno scherzo che già rivelava un destino da showman (aggiunto alla bocciatura in prima liceo) costò a Giancarlo Magalli l' espulsione dall' Istituto Massimiliano Massimo, severa scuola retta dai gesuiti, erede di quel Collegio Romano espropriato dal Regno d' Italia ai padri di sant' Ignazio nel 1870 e trasformato nel laico «Visconti». Racconta Magalli, allora compagno di classe di Mario Draghi (e non solo): «C' era non so che ingrato compito in classe. Passai la notte a comporre un cartello: "Comune di Roma-Aula chiusa per disinfestazione". Perfetto, avrebbe ingannato chiunque. Durante la messa del mattino, il corridoio era deserto. Sigillai la porta della classe col nastro adesivo, appesi la scritta. Successe il finimondo, qualche professore ci credette. Poi mi beccarono. E addio. Mario, che spesso ci passava i compiti in pullman, sicuramente se la ricorderà, quella mattinata...». Il Massimo di quegli anni produsse una manciata di sezioni piene di future personalità. Fino al V ginnasio Draghi studiò in classe con Luca Cordero di Montezemolo e Cristiano Rattazzi: «Poi Luca e Cristiano traslocarono al Morosini di Venezia. Luca non resistette moltissimo, sospetto per via della disciplina. Restammo sempre in contatto. Soprattutto dopo. Con Mario e Luca è sempre saldo un legame formidabile», racconta Paolo Vigevano, fondatore di Radio Radicale e ora capo delle relazioni istituzionali di Cos-Finsiel, licenza liceale classica nel 1966 (Draghi, invece, nel 1965). Ancora Vigevano: «Un altro collante era la squadra di pallacanestro dell' Istituto. Ci giocavamo Mario, io e Giovanni De Gennaro, oggi capo della polizia, che era in classe con me. Mario aveva un bel tiro, il suo modello era Bill Bradley, gran campione e poi senatore Usa». Nella terza sezione B del classico, maturità 1965, c' era Giuseppe Petochi, raffinato orafo romano (lavoro di famiglia dal 1884): «Il primo della classe era Francesco Snider, ora professore di chirurgia vascolare alla Cattolica. Però anche Mario era molto bravo in latino e in matematica. Diciamo uno di quelli che, quando sei in difficoltà, ti aiuta». A passare i compiti? «Piuttosto a capire». Non un secchione, giura Francesco Lovatelli, ingegnere, manager di aziende informatiche: «Era molto preciso, anche nell' abbigliamento, ma non ossessionato dallo studio. Era sportivissimo, mi pare che la corsa fosse la sua specialità». Altri nomi dalle altre sezioni (ma alla fine fu tutto un gruppone, concordano gli amici). Nella A Staffan de Mistura, uomo-chiave dell' Onu in Iraq, e Giuseppe Sangiorgi, ex direttore del «Popolo» ed ex membro dell' Autorità delle Telecomunicazioni. Nella C Luigi Abete, presidente di Bnl, e Giovanni Lelli, direttore generale dell' Enea. E nella B di Draghi anche Ezio Bussoletti, consulente del ministero dell' Ambiente, e Alberto Francesconi, presidente dell' Agis. Invece con Vigevano e De Gennaro studiò fino al II liceo Pippo Pepe, capo ufficio stampa del ministero delle Comunicazioni. Nella maturità 1966, Vigevano-De Gennaro, appare anche il nome di Antonio Mennini, ora monsignore e rappresentante della Santa Sede a Mosca. E le donne? Domanda non da poco, in un liceo allora rigorosamente maschile. Magalli: «Le donne? Ovviamente non si parlava d' altro. Ma purtroppo ci si limitava a quello e non si passava, ahimè, all' atto pratico. Erano tempi durissimi, da quel punto di vista». Anche Paolo Vigevano ricorda la tipica ansia da festa del sabato sera: «Ce le cercavamo come tutti. Si finiva nel solito giro. Fatalmente si gravitava intorno ai Parioli». Chi era il più bravo a concludere? «Ma nessuno, allora. La verità era che eravamo una massa di imbranati. Chiunque avrebbe diffidato di un nugolo di maschietti in azione». Altre tipiche mete erano le uscite di due scuole femminili vicine all' Eur, dal 1960 sede del Massimo: ovvero le Suore di Nevers e l' Istituto Maria Adelaide, magari col pericolo di incappare in legioni di sorelle e cugine. Bisognava aspettare l' università per sottrarsi al corto-circuito e finalmente affrancarsi. In quanto al calcio, rammenta Petochi, il più bravo era sicuramente Piero Paoloni, poi diventato medico, scomparso tempo fa. Accanto alle donne (sognate) l' altro chiodo fisso era lo studio (una dura realtà). Le memorie collettive ricostruiscono un parco insegnanti composto quasi esclusivamente da gesuiti: Franco Rozzi, preside del liceo classico, ai tempi temutissimo custode della disciplina, ancora oggi attivo confessore nella chiesa del Gesù. Poi Paolo Taggi, formidabile grecista, allievo di quel Lorenzo Rocci (ovviamente gesuita) autore del dizionario italiano-greco. Giuseppe Giannella, italianista, storico dell' arte, appassionato musicista. Il rettore Sabino Maffeo, astrofisico, che dopo il Massimo diresse a lungo la specola vaticana di Castel Gandolfo dove tuttora vive. Interrogazioni serrate, compiti in classe a sorpresa, inclusi quelli di matematica «col botto» del professor Eraldo Tani che ossessionò generazioni di massimini (incluso quindi Draghi) con quel suo ritmare i cinque minuti residui per la consegna con una canna di legno sbattuta sulla cattedra. Ancora Francesco Lovatelli: «Allora era un autentico incubo. Ma ci allenò, a ben pensarci, a mantenere saldi i nervi nella vita». E adesso, con la nomina alla Banca d' Italia di Mario Draghi (già premiato nel 1995 con il riconoscimento annuale dell' istituto) ci sarà una rimpatriata di ex? Magalli sorride: «Non lo so. Io forse gli manderò un biglietto di auguri. Tanto non posso essere sospettato di piaggeria. Lui non è diventato direttore generale della Rai. E io non guido una banca né ho Ope da progettare. A proposito: si dice Ope? Chissà. Devo chiederlo a Mario.» Paolo Conti
Conti Paolo
Pagina 4(30 dicembre 2005) - Corriere della Sera
link:
http://www.istitutomassimo.it/
http://en.wikipedia.org/wiki/Massimiliano_Massimo_Institute
http://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_Massimiliano_Massimo
http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/30/compagni_classe_Montezemolo_Magalli_Snider_co_9_051230016.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/22/Quelli_del_Massimo_trova_all_co_10_051222023.shtml
http://www.vaticanassassins.org/2011/04/jesuits-not-the-rothschilds-openly-display-complete-control-of-european-finance/
http://www.istitutomassimo.it/
http://en.wikipedia.org/wiki/Massimiliano_Massimo_Institute
http://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_Massimiliano_Massimo
http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/30/compagni_classe_Montezemolo_Magalli_Snider_co_9_051230016.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/22/Quelli_del_Massimo_trova_all_co_10_051222023.shtml
http://www.vaticanassassins.org/2011/04/jesuits-not-the-rothschilds-openly-display-complete-control-of-european-finance/
6 commenti:
Li conosco poco, ricordo un vecchio detto siciliano diceva: "gesuita farsu", la loro tradizione è abbastanza inquietante. Ma tra gli uomini c'è sempre da fare dei distinguo; recentemente ho letto quel bel libro sui Veda scritto da Panikkar (che viene dai gesuiti), e il cardinale Martini è bella figura. Certo le loro scuole sono state le scuole delle famiglie di potere, anche a Milano c'è una tradizione alla grande. Viva la scuola pubblica di tutti e per tutti. ciao
Non credo ci sia alcun dubbio sul reale scopo e potere del vaticano, dei gesuiti etc.
La religione e tutte le sue emanazioni sono il miglior modo per controllare, istruire, plasmare e dominare il mondo unitamente alla politica.
Le menti "migliori" hanno tutte la stessa faccia di Draghi, del papa, dei politici etc..
I 74 muscoli facciali che hai citato sono perfettamente coordinati e sincronizzati dall’ebetismo della cieca obbedienza di costoro agli ordini superiori.
La prova provata della comune “educazione” ricevuta da gesuiti e similari. Una tontità maestosa, una incapacità di discernimento tra bene e male macrospocipa, una totale assenza di emotività perseguita sin da piccoli, una plasmabilità che è tipica delle cose duttili e maneggevoli.
Hanno “costruito” veri e propri replicanti al servizio dei padroni del mondo il cui ordine è mantenere in catene gli schiavi con qualsiasi mezzo, con la fede, l’obbedienza, la fame, le promesse di un paradiso futuro ….. per la salvaguardia della casta dei banchieri.
Vere e proprie macchine da guerra!
Vado a rileggere. Ciao.
---Ciao Francesco, perdona la mia ignoranza ma che significa esattamente "farsu"? Comunque inizia a fare delle ricerche e vedrai di che cosa si sono macchiati costoro nel corso della storia. Ciao
---Ciao Gianni, dici proprio bene, hanno costruito dei replicanti con totale assenza di emotività, pronti ad eseguire azioni che costeranno o rovineranno la vita anche di molte persone nella loro totale indifferenza e ipocrisia, classica della chiesa e di tutti coloro che ne vengono plasmati.
farsu in siciliano significa falso
dice una cosa e ne fa un'altra
abbindola il prossimo con particolare capacità.
I siciliani sono uno strano popolo, sono religiosi ma molto diffidenti.
ciao
il gesuitismo mi ricorda molto il teorema orwelliano 2+2=5
leggiamo negli esercizi spirituali di Loyola
in Regole per conformare il sentimento alla Chiesa : 13ima regola
dobbiamo sempre ritenere , per andare dovunque a segno , che il bianco che vedo io credere che è nero , se la Chiesa gerarchica così lo determina , ecc. ecc.
Jo
--AH, Francesco, capisco. Saggezza antica, verissimo che predicano bene e razzolano male.Ciao Alla prossima
--Ciao Jo, I DOGMI, credere a tutto e non porsi domande, sin da bambini li debbono rovinare con queste balle, devi credere perché l'ha detto dio che viene rappresentato dal pretaccio di turno, o dalla suorina!
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