"THE END"

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sabato 30 giugno 2012

Il caso Moro e l'America


Sul caso Moro credo siano significativi a) il libro dello storico americano contemporaneo Webster Tarpley, dove in sostanza si sostiene la tesi che lo statista venne rapito e assssinato per conto dell’MI6 (il servizio segreto militare inglese) e della CIA, e b) il film (bellissimo) “Piazza delle 5 lune“, dove vengono rivelati, all’interno di una trama affascinante, particolari probanti noti ma non sufficientemente fatti notare al grande pubblico; in particolare: la commistione e vicinanza fra servizi segreti e brigate rosse. A riprova, ancora una volta, casomai ce ne fosse bisogno, che i “false flag” (=attentati compiuti da una fazione allo scopo di far ricadere la colpa sull’altra) sono la normalità, fra i servizi segreti.
Oltretutto va ricordata la famosa testimonianza della vedova Moro che ricorda come un politico americano (Kinssinger) avesse minacciato pesantemente il marito per farlo desistere dal portare avanti la sua linea politica. E osservo, ironicamente, come il Falsario (e i suoi seguaci con lui) ami travestirsi proprio da nemico: qui, le brigate rosse, che dicevano di essere contro il sistema, contro l’imperialismo americano, erano in realtà pilotate proprio da quello che in teoria avrebbe dovuto essere il nemico numero uno.
E osservo come, consci di tutto ciò, si debbano tenere alcuni punti fermi in qualunque programma politico che si rispetti, che non sia di sola facciata:
sovranità nazionale: nessuna base militare straniera sul nostro territorio;
sovranità monetaria: nessuna delega a privati, italiani o meno, a produrre moneta e guadagnare dal debito degli altri;
diritto alla vita fin dal concepimento: perchè, come ha detto Madre Teresa, se una madre può uccidere il proprio figlio in grembo, allora tutto diventa ammissibile.
Ogni programma che non contempli questi tre punti sarà sempre, a mio avviso, pura “fuffa” e di facciata.

Un Pò di Storia Monetaria ”Am-Lire”.
“Am-Lire” è una moneta stampata degli occupanti Democratici, fu una vera e propria opera di falsari che imposero la loro moneta a suon di bombardamenti addebitandola per lo più a debito pubblico Italiano,una perdita di circa 300 miliardi di lire dell’epoca 1943-1952, “oltre a tutti i beni di cui si erano appropriati con questo denaro falso”. In totale furono stampate 917,7 milioni di Am-lire, per un peso di 758 tonnellate, che furono spedite in Italia in 23.698 casse. Il primo invio, 7 tonnellate di carta moneta, ebbe luogo il 19 luglio 1943 su due aerei da carico; l’ultimo invio fu effettuato il 17 aprile 1945. Nel Periodo Fascista La Moneta era priva di Debito, è veniva stampata all’occorrenza per finanziare le numerose opere pubbliche.
Anche Aldo Moro e Giuseppe Leone presero spunto dall’economia fascista,i quali anche se democristiani si erano formati sotto la scuola Fascista, immisero 500 miliardi di lire degli anni ‘60 e ‘70, attraverso l’emissione di cartamoneta da 500 lire “biglietto di stato a corso legale” (emissioni “Aretusa” e “Mercurio”). Questa moneta di stato tra l’altro aveva l’importante funzione di immettere denaro senza debito che rendeva solvibile – almeno in parte – il sistema usuraio poiché serviva per pagare gli interessi per i quali il sistema bancario NON emetteva moneta e strozzava il paese (come invece ora fa). Fu Giovanni Leone a firmare l’ultimo DPR con cui si emettevano le 500 lire. Sia Moro che Leone non ebbero gran fortuna e sappiamo come vennero ringraziati da Bankenstein..Comunque, in seguito all’assassinio di Moro e alle dimissioni anticipate di Leone, l’Italia smise di emettere cartamoneta di Stato. La bancocrazia ci aveva anche provato prima a ricattare lo Stato, emettendo i famosi miniassegni per erodere il signoraggio che lo stato guadagnava con la propria moneta, ma poi, non essendo la “misura” sufficiente, ricorsero ai mitra e bombe. Ricordatevi che il terrorismo in Italia inizia con due attentati dinamitardi negli anni ‘60 contro due banche di Stato (all’epoca): Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano e BNL a Roma… Oggi lo Stato guadagna decisamente spiccioli con il conio delle monetine, dove i margini e la quantità di signoraggio sono niente rispetto all’emissione di cartamoneta e denaro virtuale, proprio una mancia per salvare le apparenze. Se recuperassimo le logiche dell’economia fascista o l’idea di Aldo Moro di emettere biglietti di stato a corso legale senza bisogno di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce, potremmo assolvere i vari bisogni del popolo italiano.

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