"THE END"

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venerdì 19 agosto 2011

Il nostro rapporto con il denaro


Ciao a tutti.
Amici miei, scusatemi se non vi ho risposto, ma sono in viaggio e mi trovo in una zona scoperta , ora mi sono spostato di un po di chilometri, nei prossimi giorni avrò dei problemi, ma a breve tutto ritornerà come prima, per ora buona lettura di questo post che molto mi piace.

In questo articolo troverete degli estratti dall’ultimo libro di Vittorino Andreoli, il denaro in testa, scritti in nero,( vi consiglio assolutamente di leggerlo), mescolati a mie riflessioni evidenziate in blu, buona lettura.

Il rapporto con il denaro lo si può osservare nei giocatori d’azzardo, c’è chi gioca pochi soldi alle macchinette ogni giorno, dilapidando miseri stipendi o pensioni,oppure c’è chi si rovina come spesso accade. Il tavolo verde è molto amato dai rapinatori per esempio, dato che la vincita viene paragonata ad un orgasmo molte volte. Ma dopo la vincita arriva sempre la rovina, perché lo sappiamo tutti che sia le macchinette, come i casinò, i gratta e vinci, il superenalotto come il lotto, sono nati perché il banco vinca, altrimenti non esisterebbero e nonostante i controlli che dovrebbe fare la guardia di finanza, sono tutti truccati e non sarà mai il giocatore a vincere, ma sempre il banco, lo stato.

Chissà perché a proposito di stato, le macchinette sino a prima che cadessero sotto le mani del governo, venivano sempre citate per le disgrazie che producevano, famiglie che perdevano anche la casa, hanno persino aperto delle comunità di recupero per salvare persone che in quelle maledette slot hanno versato vecchi milioni e milioni di lire, e poi mettono in prigione Wanna Marchi però, non mi sembra che la signora sopra citata abbia procurato meno danni dei giochi legalizzati, quelli che dopo la pubblicità ti dicono:”Gioca il giusto”. Avete capito? Il giusto, quale sia il giusto da giocare lo sanno loro naturalmente, se fosse per me non esisterebbero, non ha mai giocato. Bene, tornando al discorso che ora sono  state legalizzate dal nostro stato, che come rapinare i suoi sudditi le studia tutte, bene, ora immediatamente non vedi più un articolo che ne parli, tabù, immediatamente sono diventate innocue, eppure se inizi a girare in qualsiasi paese, in ogni locale ne vedi ovunque, e osservando un euro, oppure due euro durano poco più di un secondo, avete capito bene, le vecchie quattromila lire ogni secondo, ogni click sul tasto. Ho conosciuto una donna, 55 anni, che viene a passare le vacanze nel paese in cui abito, questa signora nonostante le continue liti con il marito gioca per ore a queste macchine e stà dilapidando i soldi pervenuti dalla vendita della casa del padre, non è quello che facevano le signore Marchi?
Parlavo sopra delle comunità di recupero, ebbene, quanto è simile  il rapporto che l’eroinomane ha con la sostanza e l’uomo con il denaro, o il gioco? Innanzitutto sono entrambi vizi compulsivi, come compulsivo è l’atto di acquistare, l’eroinomane maledice l’eroina ma continua ad assumerla, pensa sempre domani smetto ma lo sa benissimo che appena finito l’effetto farà di tutto per iniettarsi la prossima dose pur di avere un poco di sollievo. Chi è dipendente da denaro si comporta come l’eroinomane, disposto a tutto per far denaro, vediamo il nostro grande esempio italico, il mitico Silvio da Arcore, quello che ha fatto quell’uomo per arrivare a possedere tutto quello che ha credo che non lo possiamo nemmeno immaginare. Ricordiamoci che Mangano, un killer e spacciatore internazionale che ha vissuto qualche anno a casa sua, e che dopo la sua morte in carcere Silvio al popolino ha detto che “è un eroe”, come il suo braccio destro Dell’Utri, condannato a sette anni e mezzo per associazione mafiosa, sempre secondo Silvio è il più grande bibliofilo che conosca, e non dimentichiamo neppure che il caro Marcello è un membro dell’Opus Dei, chiesa insomma, d’altronde quando si parla di tanti soldi e di tanto sangue innocente versato la chiesa non può mai mancare. Link opus dei
Ecco cosa siamo disposti a fare per denaro, ecco cosa siamo diventati e che mondo lasciamo ai nostri figli, Io per fortuna questo errore, di mettere al mondo nuovi schiavi, non l’ho fatto, e lo farò solo se andassi a vivere in un eco villaggio, in collina, poiché la direzione in cui ci ha portato il denaro non mi piace affatto. Tra la nostra società e i tossicodipendenti degli anni 70\80 non vedo molta differenza, siamo disposti a prostituirci se serve per avere del denaro, non è una cosa assurda?
Si compie ogni azione illecita, ci si sottopone a ogni genere di umiliazione pur di avere denaro, per poi alla fine, proprio come facevano i tossicodipendenti, vivere in povertà.
Si vive e si muore per il denaro, ecco dove è finita la nostra grande evoluzione. Il denaro è certamente peggiore del Mefistofele del Faust di Goethe, pensate solo che i suicidi per la perdita di lavoro, e quindi denaro, sono aumentati a dismisura dal 2008, anno dell’inizio crisi. Ma vi rendete conto? Uccidersi perché perdi il lavoro? Io lo vedo come dire, bene da oggi tutto il tempo è tuo e puoi fare quello che vuoi, e l’altro si uccide. Noi andiamo in piazza per il lavoro, ma secondo me dovremo si scendere in piazza per una casa e un poco di cibo, invece vedo le persone che vanno per diventare schiavi. Ma d’altronde se l’uomo è denaro, togliere il denaro all’uomo significa togliere il senso, arriva inevitabilmente la depressione.
A questo punto mi vengono in mente i barboni oppure i giovani minimalisti. Il barbone è considerato un malato grave poiché non usa il denaro, è solo uno spettatore di questo mondo, seduto in prima fila osserva lo spettacolo, che ovviamente non gli piace. Con tutto il cibo che si butta ogni giorno ha l’imbarazzo della scelta di cosa mangiare, non si preoccupa del colesterolo, però hanno cercato di renderlo un fuorilegge, si rende colpevole del degrado estetico delle città in cui vive, è brutto, sporco, ma quando lo cacciano da qualche luogo con calma si alza e cambia piazza, in fondo il mondo è grande.  Un grande esempio di chi cercava l'uomo è Diogene, il cane, che viveva nudo in una botte con una lanterna, per cercare appunto l'uomo, che mai trovò. http://it.wikipedia.org/wiki/Diogene_di_Sinope

I minimalisti sono giovani raffinati, amano i libri, il teatro, la cultura e hanno tempo per far niente, cosa che magari gli permette di meditare o anche solo pensare, abitudine che è andata persa. Io sono stato per qualche anno “barbone”, ora sono un minimalista, purtroppo sono un quarantenne, pure invalido civile e perciò lavorare per me è praticamente impossibile, dopo i 29 anni ti devono assumere non più come apprendista, e perciò con la massa di giovani disoccupati che hanno generato, Marx lo previde nel 1800, è chiaro che assumono chi gli costa meno, lo farei anch’io se avessi un azienda, se la legge me lo permette, come permette gli stage non pagati, perché non devo compiere un azione che mi porta guadagno, giusto? E quindi aiuto qualche signora anziana e malata, sarà il lavoro del futuro come ho trovato scritto nel sito http://il-filo-conduttore.blogspot.com

E vivo con 100 euro al mese, mangio una volta al giorno, uso internet 100 ore al mese e leggo molte ore al giorno. E sapete cosa vi dico, se l’avessi saputo prima quanto è bello e come si vive bene liberi con il poco indispensabile, avrei lasciato tutto molto ma molto prima, visto che ora posso godermi il mio tempo, posso conoscere cosa significa essere un uomo.
Naturalmente quando parlo con le persone è chiaro che mi vedano come un pazzo, ma la follia, come dice Andreoli, credo proprio che sia la cura.

Chi vive senza follia non è poi così
saggio come crede. La Rochefoucauld

A pagina 192 del libro si legge, pensiamo all’utopia di una società senza denaro, certamente ne seguirebbe una serie di suicidi a catena, ma poi si assisterebbe a un mondo meraviglioso, senza denaro scompare anche la voglia di governare, per dare un idea sarebbe un ritorno al paradiso terrestre, all’età dell’oro descritta da Esiodo, dove gli uomini erano come gli dei, non gli mancava nulla, solo l’immortalità non avevano, si moriva senza sofferenze, arrivava il tranquillo sonno della morte.
Che tempi magnifici rispetto ai mala tempora attuali.

Dioniso777 

7 commenti:

Jas21 ha detto...

Il tuo post merita attenzione, mi piace molto.
Ciao e a presto

theyogi ha detto...

una chiave di lettura oggi più attuale che mai....

IvanoV ha detto...

credo che un mondo senza denaro sia un mondo migliore
un mondo dove ognuno da il meglio della sue capacita' non per il soldi ma per il bene comune..
ciao dioniso 777

Anonimo ha detto...

Occorre superare l'idea neoliberista che TUTTO SI COMPRA.
Tu dimostri che non è vero.
Sei sereno e hai voglia di comunicare con il prossimo per spiegare il tuo punto di vista.
Se stai bene hai fatto bene e mi pare che sia così.
Io e altri che devono lavorare possiamo cercare di rendere quell'idea meno forte.
Ad esempio rifiutandoci di seguire l'eroina del gioco o le balle dei media.
O anche come feci io anni fa, rinunciare alla carriera per evitare di essere triturata.
Nessun stipendio vale la salute o la vita.

Rosa Bruno ha detto...

Sapersi accontentare, che non è rassegnarsi, ma imparare quel che davvero conta, liberarsi dalla schiavitù...individuare il superfluo e accorgersi che molto, moltissimo lo è. Per contro la compulsione del gioco è "culturalmente" l'esatto contrario, cioè il dare importanza al denaro come se fosse tutto, come se ogni emozione, ogni possibilità di vita passasse attraverso di lui.
E' appena cominciata...il capitalismo sta crollando...il sistema sta crollando. Impariamo a vivere con il poco...perchè poco ci sarà.
Mi piace il tuo post e sono d'accordo. Il minimalismo è un'arte, una filosofia, un sistema di pensiero ed anche una visione del mondo...una premessa, un sistema di misura. Chiaramente il sistema tende a spremere, come il contadino sfrutta a morte l'animale, come il padrone sfrutta a morte l'operaio. Mors tua vita mea...siamo artisti in questo.
Come dici tu è importante stabilire per che cosa si viva...questa è cultura vera.

Un saluto e un abbraccio
Namastè

Carlo Spineda ha detto...

Gran bel post, Dioniso.
Gran bel post ...

*Dioniso*777* ha detto...

Ciao a tutti ragazzi, io sono della convinzione che tutto sta nell'individuare il superfluo, che oramai è divenuto indispensabile, vive di superfluo la nostra società se ci guardiamo bene attorno, in ogni modo questo è un sistema che imploderà su se stesso, non può avere altra fine che questa.
grazie a tutti per la lettura e per l'approvazione. Leggetevelo il libro vi Andreoli, è semplicemente sublime
PS: Ora sapeste, sono in mezzo a un campo....per avere campo :-)
sono davvero in una zona maledetta per la ricezione del segnale, appena posso vi dedicherò più tempo.

LKWTHIN

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