Le Bestie di Satana sono innocenti
articolo tratto da Notte criminale.
http://www.nottecriminale.it/esclusiva-le-bestie-di-satana-sono-innocenti-a-settembre-la-revisione-del-processo.html
L'avvocato Paolo Franceschetti, legale degli ergastolani Paolo Leoni e Nicola Sapone, spiega perché non regge il racconto del reo confesso che ha trascinato tutti in carcere, e al quale i giudici hanno creduto in tutti e tre i gradi di giudizio.
Appena trentenni e un futuro da ergastolani. Per la legge italiana hanno ucciso barbaramente, hanno istigato all’omicidio e perfino al suicidio. Sono colpevoli senza redenzione, per loro non c’è perdono. Ma c’è una speranza, che vale tutto. Il processo alle “Bestie di Satana” potrebbe essere riaperto, la richiesta di revisione sarà avanzata a settembre dall'avvocato Paolo Franceschetti, che è intenzionato a combattere una dura battaglia per far tornare in libertà Paolo Leoni e Nicola Sapone, i due giovani considerati a capo della setta satanica che negli anni tra il 1998 e il 2004 ha terrorizzato la provincia di Varese.
Ma è mai esistita una setta satanica? Non sulle carte giudiziarie. Il tribunale ha infatti escluso l’associazione a delinquere e nessuno dei ragazzi è stato condannato in base all’articolo 416 del codice penale. "Per far venire alla luce la verità delle Bestie di Satana" il legale, (che si intende di esoterismo) ha creato anche un blog e ha messo in rete tutte le sentenze e i verbali di interrogatorio. Far ripartire un processo simile, che ha messo l'Italia sotto la lente d'ingrandimento del mondo intero, non sarà facile. L'opinione pubblica non si è nemmeno mai divisa su colpevolisti o innocentisti. Ai ragazzi non è mai stata data alcuna possibilità di riscatto.
Fino ad oggi.
Avvocato, perché ha preso così tanto a cuore la vicenda di questi ragazzi?
"I motivi sono tanti. Abbiamo 9 ragazzi, di cui 6 completamente innocenti, in carcere a scontare pene gravissime o in manicomio criminale.
http://www.nottecriminale.it/esclusiva-le-bestie-di-satana-sono-innocenti-a-settembre-la-revisione-del-processo.html
L'avvocato Paolo Franceschetti, legale degli ergastolani Paolo Leoni e Nicola Sapone, spiega perché non regge il racconto del reo confesso che ha trascinato tutti in carcere, e al quale i giudici hanno creduto in tutti e tre i gradi di giudizio.
Appena trentenni e un futuro da ergastolani. Per la legge italiana hanno ucciso barbaramente, hanno istigato all’omicidio e perfino al suicidio. Sono colpevoli senza redenzione, per loro non c’è perdono. Ma c’è una speranza, che vale tutto. Il processo alle “Bestie di Satana” potrebbe essere riaperto, la richiesta di revisione sarà avanzata a settembre dall'avvocato Paolo Franceschetti, che è intenzionato a combattere una dura battaglia per far tornare in libertà Paolo Leoni e Nicola Sapone, i due giovani considerati a capo della setta satanica che negli anni tra il 1998 e il 2004 ha terrorizzato la provincia di Varese.
Ma è mai esistita una setta satanica? Non sulle carte giudiziarie. Il tribunale ha infatti escluso l’associazione a delinquere e nessuno dei ragazzi è stato condannato in base all’articolo 416 del codice penale. "Per far venire alla luce la verità delle Bestie di Satana" il legale, (che si intende di esoterismo) ha creato anche un blog e ha messo in rete tutte le sentenze e i verbali di interrogatorio. Far ripartire un processo simile, che ha messo l'Italia sotto la lente d'ingrandimento del mondo intero, non sarà facile. L'opinione pubblica non si è nemmeno mai divisa su colpevolisti o innocentisti. Ai ragazzi non è mai stata data alcuna possibilità di riscatto.
Fino ad oggi.
Avvocato, perché ha preso così tanto a cuore la vicenda di questi ragazzi?
"I motivi sono tanti. Abbiamo 9 ragazzi, di cui 6 completamente innocenti, in carcere a scontare pene gravissime o in manicomio criminale.
Dal punto di vista professionale è la causa per satanismo più importante al mondo, e dunque si tratta di un’esperienza di vita e professionale irripetibile. Dal punto di vista dell’informazione, poi, far venire fuori la verità su questo caso potrebbe aprire le mente a molte persone; è una vicenda strategica, perché se la gente si renderà conto che è stata presa in giro su casi come questo, di rilevanza mondiale, potrà farsi molte domande.
Conoscendo i ragazzi e le loro famiglie, poi, mi sono affezionato a loro, al loro modo di essere, alla madre di Paolo Leoni che francamente mi pare più una parente che una cliente, per il rapporto che abbiamo instaurato. Lo stesso Paolo Leoni in questi mesi è diventato più un amico e compagno di avventure che un assistito. La domanda giusta quindi sarebbe un'altra: perché fino ad oggi nessuno ha preso a cuore questa vicenda?".
Le "Bestie di Satana" sono state giudicate colpevoli in tutti e tre i gradi giudizio, con pene pesantissime: ergastolo per Nicola Sapone e Paolo Leoni. Quali sono gli elementi che sta raccogliendo per far riaprire il caso?
"Gli elementi sono tanti. In primo luogo, la buca dove furono sepolti Chiara Marino e Fabio Tollis non poteva essere scavata se non con un escavatore meccanico, perché le radici in quel bosco a Somma lombarda sono troppo fitte e robuste. Basta recarsi lì anche adesso, dove la buca è rimasta intatta, per constatarlo. Impossibile che sia stata scavata in poche ore, come dicono Volpe e Guerrieri, solo con delle vanghe. Già questo elemento, da solo, può invalidare tutto il processo. Inoltre, parliamo di una buca scavata in un bosco che è accanto a un centro abitato molto popoloso. Dal punto di accesso del sentiero alla buca bisogna percorrere un chilometro e mezzo di strada dove ogni giorno le famiglie vanno a passeggio, la gente a correre o a raccogliere funghi e la polizia provinciale passa frequentemente.
Era quindi impossibile scavare una buca senza essere visti da cumulo, che non poteva passare inosservato".
Nel racconto di Andrea Volpe e Mario Maccione, i due rei confessi parlano del massacro di Fabio Tollis e Chiara Marino a colpi di martello e coltellate. Cosa non quadra secondo lei in questa ricostruzione?
"La notte del 17 gennaio del 1998, Fabio e Chiara furono barbaramente uccisi con coltello e badile. Non risulta però dai loro racconti che dopo l’omicidio si siano lavati e cambiati. Dopo aver seppellito i cadaveri, sarebbero rientrati in auto e tornati a casa, e i loro familiari non si sarebbero accorti di nulla. Mario Maccione, sotto interrogatorio, dirà che si era solamente macchiato i pantaloni, ma siccome ne indossava due paia, uno sopra l'altro, si limitò a levarsi quello sporco, senza ricordare se lo avesse buttato o portato con sé. La versione viene confermata sempre da Maccione nel suo ultimo libro, L’inferno tra le mani, in cui il ragazzo specifica che l’indomani si era svegliato al mattino con gli abiti puliti e il giubbotto di pelle intatto. Ora, uccidere due persone in quel modo, significa imbrattarsi di sangue dalla testa ai piedi, macchiando inevitabilmente sedili, volante e portiere, con la quasi certezza di essere notati da qualcuno. E anche questo basterebbe per invalidare tutta la ricostruzione di Volpe e Maccione. Il padre di Nicola Sapone ha ancora il giubbotto che il figlio indossava all'epoca: è immacolato e nessuno ha fatto una prova del luminol".
Ovviamente, avvocato, ogni richiesta di revisione deve basarsi soprattutto su elementi nuovi e sconosciuti all'epoca dei processi. Ha qualche asso nella manica?
"Ho ordinato una perizia a un medico legale per sapere di più riguardo lo stato di decomposizione dei cadaveri di Fabio e Chiara, i cui risultati dovrebbero arrivare a giorni. Da quello che sappiamo il corpo di Fabio è stato ritrovato in stato di decomposizione e in fondo alla buca c'erano i liquami. Chiara, invece, è stata trovata scarnificata senza liquami. Perché questa differenza? Inoltre, se si seppellisce un cadavere in un bosco, viene portato in superficie dagli animali, cani dei cacciatori compresi. Per evitare che si sentano odori occorre mettere sulla tomba della calce viva. Volpe ha detto agli inquirenti che il giorno dopo l'omicidio versò dell'ammoniaca sulla tomba. Nessuno gli ha domandato quanti litri, ma c'è da riflettere sul commento del medico legale di allora che ha dichiarato che l'ammoniaca penetra solo negli strati superficiali del terreno e non arriva ai cadaveri, e per giunta la pioggia lava la sostanza".
Sembra che la buca in cui furono ritrovati Fabio e Chiara, nel 2004, sia fondamentale per la sua tesi. Cosa non la convince?
"Bisogna cominciare col dire che i ricordi di Andrea Volpe, reo confesso, sono alquanto confusi. Volpe ricordava solo genericamente i boschi di Somma lombarda e non riuscì a indicare agli inquirenti il punto di accesso del sentiero che portava alla buca. Fu il procuratore a circoscrivere le ricerche alla zona dei castagni, dato che nel suo racconto Volpe parlava di un riccio messo in bocca a Fabio Tollis. Eppure, il punto di accesso al sentiero è proprio a fianco al santuario di Madonna della ghianda, a poche centinaia di metri da casa sua.
Cosa venne ritrovato quel giorno nei boschi e nella buca, oltre i corpi di Fabio e Chiara?
"Nella perizia del Pm si legge che Volpe, mentre accompagnava le forze dell'ordine sul luogo del delitto, riconosce le bottiglie di plastica (due da un litro e mezzo) che aveva utilizzato per versare l'ammoniaca. E' impossibile che in sei anni nessuno le abbia rimosse, che nessun animale le abbia portate via, che le intemperie non le abbiano spostate o coperte. Volpe, poi, indica agli inquirenti il piccone e la pala che avevano lasciato lì sei anni prima usate per scavare la buca. Difficile credere che per tutto quel tempo nessuno li aveva toccati. Nella buca profonda due metri in cui sono stati gettati i corpi di Chiara Marino e Fabio Tollis, gli inquirenti hanno inoltre trovato i mozziconi di sigaretta fumate da Nicola Sapone. Dopo sei anni è impensabile che i mozziconi rimangano intatti. Al massimo si potrebbe trovare il filtro. Questo elemento mi fa pensare che i corpi dei ragazzi siano stati messi lì soltanto pochi giorni prima del ritrovamento, nel 2004".
Che rapporto ha con Nicola Sapone e Paolo Leoni? Di cosa parlate durante i colloqui in carcere, oltre che del processo?
"Con Leoni e Sapone ho instaurato un rapporto umano, più che professionale. Con Paolo c’è un fitto scambio epistolare e durante i nostri incontri parliamo non solo della causa, ma anche di come affrontare psicologicamente questa vicenda. Ci siamo scambiati anche libri, opinioni, consigli su meditazione, spiritualità, karma. Basti pensare che in carcere recita un mantra tipico del buddismo cui aderisco anche io. Talvolta parliamo di motociclette, essendo entrambi appassionati di Custom. Altre volte del concetto di felicità: pur essendo in carcere è sereno e ascolta gli altri. Parliamo spesso di come trasformare la sua esperienza in qualcosa di positivo per aiutare chi si trova in condizioni simili. Con Nicola, invece, il dialogo va raramente oltre le Bestie di Satana. Si è stupito che qualcuno lo credesse innocente e al nostro primo colloquio mi ha domandato: 'Ma non hai paura di me? Hanno tutti paura... per tutti sono il serial killer che ha pisciato sui cadaveri di Fabio e Chiara'. Gli ho risposto: 'No, non ho paura di te perché so che quella notte tu non sei mai stato in quel bosco. Ne sono convinto molto più di te che non ricordi nulla'".
Perché credere alla loro innocenza, avvocato? Cosa c'è dietro quei delitti?
"La vicenda delle Bestie di Satana, per chi la segue da vicino come è un’avventura spirituale infernale, in cui si capisce dove è il diavolo e chi è. Se anche i ragazzi coinvolti vorranno capire chi li ha incastrati e perché, faranno inevitabilmente un percorso spirituale. C’è tutto un mondo da scoprire in questa vicenda, per chi lo vuole andare a cercare. Il mistero non è se quei ragazzi sono colpevoli o innocenti. Il mistero è: chi li ha voluti in galera e perché. Pochi sanno, inoltre, che nell’ansia accusatoria, e a processo finito, Andrea Volpe accuserà Nicola Sapone e Paolo Leoni di un altro omicidio, quello di Andrea Ballarin, trovato impiccato nel 1998, autoaccusandosi dello stesso reato. Si scoprirà che Sapone il giorno del delitto era in vacanza a Cuba e Volpe verrà processato per calunnia, perché confesserà di essersi inventato tutto. Ma visto che sparisce la cassetta con la registrazione dell’interrogatorio, Volpe viene assolto. E né giornalisti né magistrati, si interrogano sul motivo per cui Volpe avrebbe mentito su un fatto così grave; a nessuno viene il dubbio che forse potrebbe aver mentito anche sul resto".
La richiesta di revisione del processo verrà presentata a settembre. Nel frattempo, Paolo Leoni e Nicola Sapone si preparano al massacro mediatico, ancora una volta. E dal carcere scrivono due lettere, per raccontare la loro vita dietro le sbarre in questi anni da spietati assassini. O da innocenti.
Pubblicato da Paolo Franceschetti
http://bestiedisatana.blogspot.it
Conoscendo i ragazzi e le loro famiglie, poi, mi sono affezionato a loro, al loro modo di essere, alla madre di Paolo Leoni che francamente mi pare più una parente che una cliente, per il rapporto che abbiamo instaurato. Lo stesso Paolo Leoni in questi mesi è diventato più un amico e compagno di avventure che un assistito. La domanda giusta quindi sarebbe un'altra: perché fino ad oggi nessuno ha preso a cuore questa vicenda?".
Le "Bestie di Satana" sono state giudicate colpevoli in tutti e tre i gradi giudizio, con pene pesantissime: ergastolo per Nicola Sapone e Paolo Leoni. Quali sono gli elementi che sta raccogliendo per far riaprire il caso?
"Gli elementi sono tanti. In primo luogo, la buca dove furono sepolti Chiara Marino e Fabio Tollis non poteva essere scavata se non con un escavatore meccanico, perché le radici in quel bosco a Somma lombarda sono troppo fitte e robuste. Basta recarsi lì anche adesso, dove la buca è rimasta intatta, per constatarlo. Impossibile che sia stata scavata in poche ore, come dicono Volpe e Guerrieri, solo con delle vanghe. Già questo elemento, da solo, può invalidare tutto il processo. Inoltre, parliamo di una buca scavata in un bosco che è accanto a un centro abitato molto popoloso. Dal punto di accesso del sentiero alla buca bisogna percorrere un chilometro e mezzo di strada dove ogni giorno le famiglie vanno a passeggio, la gente a correre o a raccogliere funghi e la polizia provinciale passa frequentemente.
Era quindi impossibile scavare una buca senza essere visti da cumulo, che non poteva passare inosservato".
Nel racconto di Andrea Volpe e Mario Maccione, i due rei confessi parlano del massacro di Fabio Tollis e Chiara Marino a colpi di martello e coltellate. Cosa non quadra secondo lei in questa ricostruzione?
"La notte del 17 gennaio del 1998, Fabio e Chiara furono barbaramente uccisi con coltello e badile. Non risulta però dai loro racconti che dopo l’omicidio si siano lavati e cambiati. Dopo aver seppellito i cadaveri, sarebbero rientrati in auto e tornati a casa, e i loro familiari non si sarebbero accorti di nulla. Mario Maccione, sotto interrogatorio, dirà che si era solamente macchiato i pantaloni, ma siccome ne indossava due paia, uno sopra l'altro, si limitò a levarsi quello sporco, senza ricordare se lo avesse buttato o portato con sé. La versione viene confermata sempre da Maccione nel suo ultimo libro, L’inferno tra le mani, in cui il ragazzo specifica che l’indomani si era svegliato al mattino con gli abiti puliti e il giubbotto di pelle intatto. Ora, uccidere due persone in quel modo, significa imbrattarsi di sangue dalla testa ai piedi, macchiando inevitabilmente sedili, volante e portiere, con la quasi certezza di essere notati da qualcuno. E anche questo basterebbe per invalidare tutta la ricostruzione di Volpe e Maccione. Il padre di Nicola Sapone ha ancora il giubbotto che il figlio indossava all'epoca: è immacolato e nessuno ha fatto una prova del luminol".
Ovviamente, avvocato, ogni richiesta di revisione deve basarsi soprattutto su elementi nuovi e sconosciuti all'epoca dei processi. Ha qualche asso nella manica?
"Ho ordinato una perizia a un medico legale per sapere di più riguardo lo stato di decomposizione dei cadaveri di Fabio e Chiara, i cui risultati dovrebbero arrivare a giorni. Da quello che sappiamo il corpo di Fabio è stato ritrovato in stato di decomposizione e in fondo alla buca c'erano i liquami. Chiara, invece, è stata trovata scarnificata senza liquami. Perché questa differenza? Inoltre, se si seppellisce un cadavere in un bosco, viene portato in superficie dagli animali, cani dei cacciatori compresi. Per evitare che si sentano odori occorre mettere sulla tomba della calce viva. Volpe ha detto agli inquirenti che il giorno dopo l'omicidio versò dell'ammoniaca sulla tomba. Nessuno gli ha domandato quanti litri, ma c'è da riflettere sul commento del medico legale di allora che ha dichiarato che l'ammoniaca penetra solo negli strati superficiali del terreno e non arriva ai cadaveri, e per giunta la pioggia lava la sostanza".
Sembra che la buca in cui furono ritrovati Fabio e Chiara, nel 2004, sia fondamentale per la sua tesi. Cosa non la convince?
"Bisogna cominciare col dire che i ricordi di Andrea Volpe, reo confesso, sono alquanto confusi. Volpe ricordava solo genericamente i boschi di Somma lombarda e non riuscì a indicare agli inquirenti il punto di accesso del sentiero che portava alla buca. Fu il procuratore a circoscrivere le ricerche alla zona dei castagni, dato che nel suo racconto Volpe parlava di un riccio messo in bocca a Fabio Tollis. Eppure, il punto di accesso al sentiero è proprio a fianco al santuario di Madonna della ghianda, a poche centinaia di metri da casa sua.
Cosa venne ritrovato quel giorno nei boschi e nella buca, oltre i corpi di Fabio e Chiara?
"Nella perizia del Pm si legge che Volpe, mentre accompagnava le forze dell'ordine sul luogo del delitto, riconosce le bottiglie di plastica (due da un litro e mezzo) che aveva utilizzato per versare l'ammoniaca. E' impossibile che in sei anni nessuno le abbia rimosse, che nessun animale le abbia portate via, che le intemperie non le abbiano spostate o coperte. Volpe, poi, indica agli inquirenti il piccone e la pala che avevano lasciato lì sei anni prima usate per scavare la buca. Difficile credere che per tutto quel tempo nessuno li aveva toccati. Nella buca profonda due metri in cui sono stati gettati i corpi di Chiara Marino e Fabio Tollis, gli inquirenti hanno inoltre trovato i mozziconi di sigaretta fumate da Nicola Sapone. Dopo sei anni è impensabile che i mozziconi rimangano intatti. Al massimo si potrebbe trovare il filtro. Questo elemento mi fa pensare che i corpi dei ragazzi siano stati messi lì soltanto pochi giorni prima del ritrovamento, nel 2004".
Che rapporto ha con Nicola Sapone e Paolo Leoni? Di cosa parlate durante i colloqui in carcere, oltre che del processo?
"Con Leoni e Sapone ho instaurato un rapporto umano, più che professionale. Con Paolo c’è un fitto scambio epistolare e durante i nostri incontri parliamo non solo della causa, ma anche di come affrontare psicologicamente questa vicenda. Ci siamo scambiati anche libri, opinioni, consigli su meditazione, spiritualità, karma. Basti pensare che in carcere recita un mantra tipico del buddismo cui aderisco anche io. Talvolta parliamo di motociclette, essendo entrambi appassionati di Custom. Altre volte del concetto di felicità: pur essendo in carcere è sereno e ascolta gli altri. Parliamo spesso di come trasformare la sua esperienza in qualcosa di positivo per aiutare chi si trova in condizioni simili. Con Nicola, invece, il dialogo va raramente oltre le Bestie di Satana. Si è stupito che qualcuno lo credesse innocente e al nostro primo colloquio mi ha domandato: 'Ma non hai paura di me? Hanno tutti paura... per tutti sono il serial killer che ha pisciato sui cadaveri di Fabio e Chiara'. Gli ho risposto: 'No, non ho paura di te perché so che quella notte tu non sei mai stato in quel bosco. Ne sono convinto molto più di te che non ricordi nulla'".
Perché credere alla loro innocenza, avvocato? Cosa c'è dietro quei delitti?
"La vicenda delle Bestie di Satana, per chi la segue da vicino come è un’avventura spirituale infernale, in cui si capisce dove è il diavolo e chi è. Se anche i ragazzi coinvolti vorranno capire chi li ha incastrati e perché, faranno inevitabilmente un percorso spirituale. C’è tutto un mondo da scoprire in questa vicenda, per chi lo vuole andare a cercare. Il mistero non è se quei ragazzi sono colpevoli o innocenti. Il mistero è: chi li ha voluti in galera e perché. Pochi sanno, inoltre, che nell’ansia accusatoria, e a processo finito, Andrea Volpe accuserà Nicola Sapone e Paolo Leoni di un altro omicidio, quello di Andrea Ballarin, trovato impiccato nel 1998, autoaccusandosi dello stesso reato. Si scoprirà che Sapone il giorno del delitto era in vacanza a Cuba e Volpe verrà processato per calunnia, perché confesserà di essersi inventato tutto. Ma visto che sparisce la cassetta con la registrazione dell’interrogatorio, Volpe viene assolto. E né giornalisti né magistrati, si interrogano sul motivo per cui Volpe avrebbe mentito su un fatto così grave; a nessuno viene il dubbio che forse potrebbe aver mentito anche sul resto".
La richiesta di revisione del processo verrà presentata a settembre. Nel frattempo, Paolo Leoni e Nicola Sapone si preparano al massacro mediatico, ancora una volta. E dal carcere scrivono due lettere, per raccontare la loro vita dietro le sbarre in questi anni da spietati assassini. O da innocenti.
Pubblicato da Paolo Franceschetti
http://bestiedisatana.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento