Nella società contemporanea l'industrializzazione e poi la globalizzazione ci ha imposto la dittatura dell'uguaglianza, le persone hanno molto poco di uguale, ma il sistema di potere generale e poi i sotto sistemi di fatto impongono un protocollo di comportamento, come nell'esercito, che distrugge la nostra unicità e la nostra creatività.
C'è una grossa confusione tra diritto alla dignità rispetto alla uguaglianza imposta.
Il sistema infatti oggi ti accetta solo se rispetti i protocolli e questi protocolli diventano sempre più stringenti. Le giornate se non sempre più uguali a se stesse. Le persone devono essere tutte una fotocopia dell'altra, nessuno deve avere un pensiero proprio ma solo il pensiero programmato dal sistema. I protocolli ce li troviamo ormai non solo come regole per la sicurezza e la convivenza, ma sono diventati un presupposto per l'accettazione nella società. Se non hai un conto corrente bancario non puoi fare parte del sistema, se non riconosci il 5% del tuo reddito al sistema sei un parassita e gli altri ti devono vedere come un parassita. La programmazione mentale è talmente evoluta che non si riesce nemmeno a vedere il ribaltamento della questione, ossia che è il sistema che è parassita dell'umanità, poiché non restituisce niente di utile, ma solo taglio ai servizi, taglio al "wellfare", privatizzazione (espropri), che poi si riflettono un una decadimento della qualità della vita.
La programmazione mentale della tortura dell'uguaglianza che se vogliamo è partita dalla rivoluzione francese con il suo motto "libertè egalitè fraternite". Sotto questa deformazione di carattere intellettuale, ci hanno imposto l'idea che siamo uguali, chissà perché non ci hanno imposto l'idea che abbiamo tutti dei diritti?
Non è possibile essere uguali per tutta una serie di motivi spirituali, fisici, e materiali, ma andiamo all'essenza il problema è che l'uguaglianza imposta non è riferita ai diritti, magari, ma al fatto che tutti si devono omologare al desiderio del sistema.
La natura umana ha dei caratteri di genialità ed unicità che vanno oltre la uguaglianza, che tra l'altro con la emulazione questa eguaglianza fa tendere al ribasso tutta la sfera umana dalla cultura ai comportamenti alle espressioni. L'uguaglianza ci fa fare le stesse cose, oppure il fatto che ci impongono di fare le stesse cose ci rende uguali? Stessi libri di testo, stessa religione, stesso modo di vivere, stesso modo di mangiare, stesso medicine, stessi telegiornali, stessi film, stessi figli, stesse scarpe, stesso modo di pensare, e l'elenco durerebbe pagine.
La riflessione sulla uguaglianza non è nuova, ma certamente questa accusa fu mossa dal capitalismo e neoliberismo verso il comunismo dove tutti (i proletari) erano uguali di fronte allo stato, quindi se tutti sono la stessa cosa (sono uguali) devono fare le stesse cose, avere le stesse cose, pensare le stesse cose. Per un periodo ha funzionato, ma certamente se si va a rivedere il comunismo nella sua attuazione si vedrà che tutta questa uguaglianza non c'era, era tutta una propaganda (programmazione mentale) del sistema per difendere la sua gestione del potere, e indurre il popolo ad essere uguale per il sistema e non uguale al sistema. Come ormai da molte parti si sta scoprendo, il capitalismo (finanziato dagli stessi padroni che finanziarono la rivoluzione bolscevica) sta attuando anch'esso e nella maniera peggiore una dittatura di omologazione, la costrizione a fare tutti le stesse cose al fine di rendere uguali.