"THE END"

"THE END"
http://www.romafaschifo.com

sabato 4 febbraio 2012

Alterazioni cerebrali, simili a quelli visti nei pazienti che soffrono del morbo di Alzheimer, rilevate nei cervelli di persone giovani che hanno respirato aria inquinata


Forse la nostra totale apatia nei confronti del sistema marcio che ci riduce come avrete letto nel post precedente, se i senzatetto ed i disoccupati sono un esercito, perché non riescono a cambiare niente ma subiscono isolati la loro disperazione?

Forse questo disinteresse nei confronti dei fatti quotidiani si può spiegare leggendo l'articolo che segue, trovato grazie al blog di Doriano54
ALTERAZIONI CEREBRALI...

Ecco la flessibilità di Monti dove porterà

A vivere in strada, o peggio come l'articolo sotto descrive, abbandonare i figli. Siamo ritornati al medioevo in poco più di vent'anni.


          Il famoso discorso, fatto da uno che è senatore a vita, non è un posto fisso il senatore a "VITA"? Più fisso di questo. Caro monti, mettiti in gioco e dai le dimissioni, e magari vai in strada a vedere il mondo reale. 


 ATENE - Boom di bambini abbandonati– Articolo letto qui 
 È allarme abbandono nella Grecia del post-crac finanziario. L’emittente televisiva BBC racconta il dramma della nuova ondata degli abbandonati: i bambini che madri anonime e disperate lasciano davanti ai portoni delle chiese o salutano per sempre davanti all’ingresso delle scuole. Sono i trovatelli del Duemila questi piccoli che portano i nomi di Natasha, 2 anni, di Anastasia, 8 anni, o della piccola Anna, affidata alla fortuna davanti casa di una maestra d’asilo con la sola compagnia di un biglietto: “Oggi non verrò a prendere Anna. Non posso più prendermi cura di lei. Abbiatene cura voi. Sua madre”.

Il reportage della BBC propone l’intervista a un giovane sacerdote della chiesa Ortodossa, padre Antonios. Alle sue cure è stato affidato un centro di accoglienza giovanile ed è responsabile dell’associazione Kivotos. Padre Antonios racconta di avere trovato dietro la porta di casa quattro neonati negli ultimi 60 giorni. In più, una madre affamata gli ha lasciato in custodia due gemellini. Un’altra madre– la madre di Natasha – gli ha lasciato in braccio la figlia per poi dileguarsi.

I casi di genitori che hanno abbandonato i figli a una sorte migliore sono centinaia, secondo le dichiarazioni di padre Antonios. Le cause dell’abbandono sono i soldi e la mancanza di un riparo. Non ci sono più alle spalle «storie di droga, di alcool o di degrado; semplicemente non ci sono più i soldi per occuparsi dei figli», dice il religioso. Ci sono storie di madri che arrivano a perdere 25 kg e che, per ritrovare un impiego, trascorrono ore al giorno fuori casa alla ricerca di un datore di lavoro, senza poter accudire con continuità la figlia. Così l’affidano a un centro per l’infanzia. «Ogni notte piango da sola, il mio cuore sanguina, ma non ho scelta. Avrei potuto tenerla con me, ma perché farla soffrire?», protesta Maria, mamma della piccola Anastasia, che lavora in un bar ma ancora non può mantenerla.

Chiuso un negozio su 4 e disoccupazione in aumento dal 2009 del 25% (dati Klimaka/Centrimetri). Sono le cifre della crisi in Grecia. Saranno capaci di mobilitare la solidarietà e le iniziative del mondo dell’adozione? O resteranno chiusi nel cassetto dell’indifferenza?


Enzo Picco per nocensura.com

La crisi in Grecia ha colpito per prima la vasta e prospera classe media; sono colpiti numerosi quartieri, sorgono zone fantasma e migliaia di greci passano, di punto in bianco, alla categoria dei senzatetto, che la crisi del capitalismo ha cacciato nelle strade, nella disperazione, mentre i governi europei preferiscono salvare le banche.
In una strada polverosa di una ex zona industriale nel centro di Atene, convertita recentemente in un quartiere alla moda per la classe media, Lambros ci indica con vergogna la vecchia automobile che è la sua casa da vari mesi.
Lambros, che non vuole apparire col suo nome completo, credeva che il peggio lo avesse vissuto con la morte di sua moglie per il cancro. Ma poi è arrivata la crisi economica e il progettista di interni perse nel 2010 il suo lavoro con il collasso del settore edilizio.
Quindi dovette lasciare il suo appartamento, perché non riusciva a pagarlo, e si vide costretto a girovagare per un periodo nelle strade prima di trovare posto in un rifugio per i senza tetto della capitale greca.
“È difficile immaginarsi che una vita facevo una vita completamente differente da questa”, dice il greco cinquantacinquenne. “Prima avevo un lavoro, potevo pagare il mio affitto, e da un giorno all’altro ho iniziato a vivere mia automobile”. La sua storia è simile a quella del numero sempre maggiore dei senza tetto in tutta la Grecia.
L'aumento della disoccupazione causato dalla recessione negli ultimi tre anni e la pressione delle riforme fiscali per il riscatto greco fanno strage nella vita di molti, specialmente nella "classe media", che un tempo era ampia e benestante.
Numerosi quartieri sembrano oggi paesi fantasma. Un negozio su quattro ha chiuso, e sta diventando una cosa sempre più "normale" vedere i pensionati senza risorse che raccolgono i resti dei mercati ambulanti dove si vende frutta e verdura. Ci sono famiglie intere che frugano anche nei cumuli di spazzatura durante la notte.
Il problema dell'abitazione non è nuovo. Anche venti anni fa, quando la Grecia viveva un'epoca di relativa prosperità, non era infrequente vedere gente senza tetto nelle principali città e porti. Ma oggi il numero non solo è esploso, ma il profilo di questa popolazione è cambiato in modo sostanziale.
Mentre prima il problema della casa colpiva ceti sociali bassi, spesso con problemi di alcool e droga, oggi i senza tetto provengono spesso dalla classe media e dalla popolazione più giovane.
I rappresentanti di Klimaka, un’organizzazione non governativa che offre sostegno a queste persone, dicono che in Grecia il numero dei senza lavoro è cresciuto del 25 per cento negli ultimi due anni, un dato dal forte impatto su un paese con una marcata tradizione familiare.
Antae Alamanou, coordinatore del programma di Klimaka, riporta che ogni settimana circa duecento persone arrivano da loro per lavarsi e ricevere cibo, un primo aiuto e vestiti puliti. In una vicina sala da pranzo, circa trecento persone fanno la fila tutti i giorni per ricevere un piatto di cibo caldo. All’inaugurazione, circa dieci anni fa, aveva circa 75 visitatori giornalieri.
“Il numero di persone senza casa è cresciuto a causa della crisi economica dell'anno scorso, ma anche il profilo è cambiato. Si tratta di persone che avevano una vita normale ma, siccome la crisi che ha colpito tutti i professionisti, ora si trovano in questa situazione”, spiega Alamanou.
Con un tasso di disoccupazione pari a quasi il 17 per cento, i nuovi senza tetto provengono da tutti gli strati della società, anche da quelli che lavorano in occupazioni stagionali vincolate al turismo.
“Di solito sono uomini di mezza età ancora efficienti, ma anche di quelli che stanno per andare in pensione tra i 60 e i 70 anni”, dettaglia Alamanou.
Le persone in difficoltà di solito ricevevano appoggio dalle proprie famiglie, ma la situazione economica è diventata talmente dura che genitori, figli, fratelli o cugini hanno sempre di più difficoltà per aiutare i parenti disoccupati. E in paragone ad altri paesi europei, la Grecia non ha alloggi per persone senza tetto e non ha sostegno dallo Stato, né una politica ufficiale per contribuire al reinserimento sociale dei disoccupati.
Gli effetti della crisi si vedono oggi soprattutto per strada.
Leónidas, poco più di 50 anni, due anni fa si è trovato per strada, senza denaro, famiglia né un soffitto per ripararsi dopo aver perso il suo lavoro di imbianchino. Ha dormito per un periodo sui cartoni assieme ad altri senza tetto e mangiava nelle mense, prima di aver trovato un alloggio.
“Ogni politico in questo paese si è preoccupato solo di riempire le sue tasche”, dice, “e lasciano soli i disoccupati che vivono nelle strade”.
fonte 

Qualche rimedio: lettera a Monti

Questa lettera che segue l’ho inviata al presidente Monti sul suo spazio facebook
ora giace tra i 2.200 commenti.
Giorni addietro si è sollevato un vespaio su una sua frase sul posto fisso. Poi lei ha voluto meglio precisare che parlava della forzata condizione di flessibilità a cui i giovani debbono abituarsi. Intanto il suo ministro del lavoro insieme ai sindacati e alla Confindustria continua a consultarsi e a studiare.
Eppure la soluzione esiste:
se la flessibilità è un bene, allora in quanto bene va pagata.

FACEBOOK. FATTI TUOI S.P.A.




E' naturale che un individuo tenda ad enfatizzare i suoi lati positivi, cercando al contempo di nascondere ciò che di sè ritiene negativo.

Il rapporto concreto con le persone che ci circondano è fondamentale per il nostro equilibrio, perché è proprio l'altro da sè che deve rimettere le cose a posto, evidenziando gli aspetti negativi - del nostro carattere, ad esempio - che, diversamente, nessuno di noi sarebbe portato a prendere in considerazione.

E' questo il motivo principale per cui non ho mai preso in considerazione l'idea di iscrivermi ad un social network come Facebook. Proprio perché la condizione di partenza è viziata dalla mancanza di un rapporto concreto con l'interlocutore, tutto ciò che ne deriva - amicizia, condivisione - sarà sempre non del tutto vero nella migliore delle ipotesi; totalmente fasullo, nella peggiore.

Allo stesso tempo, però, considero un genio il suo fondatore. E' riuscito a guadagnare una montagna di dollari, solamente dando la possibilità a milioni di persone di poter mettere in rete i fatti propri e di condividerli con altri milioni di persone: un gossip all'ennesima potenza. E, esattamente come il gossip, tutto si basa non sul vero, ma sul verosimile: non esiste, cioè, alcun filtro, indispensabile per ricondurre le cose nel loro contesto reale.

Adesso, sto assistendo in parte con divertimento, in parte con sconcerto, al passo successivo: la quotazione di Facebook in borsa. Cioè la conversione in azioni di parte dell'esistenza dei propri utenti.

Se fossi iscritto a Facebook, io un po' di azioni le comprerei. Non tanto per guadagnarci, dato che adesso probabilmente è il turno del cosiddetto "parco buoi". Quanto piuttosto per potermi riappropriare di una parte almeno dei fatti miei.

Quello Zuckerberg è proprio un genio...
Pubblicato da Bastian Contrario 

Ultime da Attilio Folliero

Invito a leggere miei ultimi articoli. Se interessati poteti liberamente riprodurli e diffonderli, con preghiera di indicare autore e fonte (link)

Il caso Megaupload. Cosa si nasconde veramente dietro la chiusura di questo sito? E' stato chiuso perchè violava il diritto d'autore o c'è qualcosa dietro?
http://es.scribd.com/doc/79366922/2012-01-24-caso-megaupload

Andamento delle borse mondiali. Tutte le borse dei paesi occidentali crollano, qualcuna del 90% ed oltre. Ma ci sono borse che guadagnano enormemente. In assoluto la borsa del Venezuela è quella che cresce di più, non solo nell'ultimo anno, ma da quattro anni, dall'inizio della crisi economica (2007).
http://es.scribd.com/doc/78587285/2012-01-16-borse-mondiali-2011

Venezuela: Il resoconto annuale presentato dal presidente Chavez
http://es.scribd.com/doc/78278884/2012-01-14-Venezuela-resoconto-annuale-del-presidente-chavez

Ottimistiche previsioni per il 2012
http://es.scribd.com/doc/78218307/2012-01-13-ottimistiche-previsioni-2012

Infine invito a leggere l'intervista rilasciata all'AVN (Agenzia Venezolana de Noticias) sulla crisi europea (in spagnolo)
http://www.avn.info.ve/contenido/rescates-financieros-europa-permiten-privatizaciones-bienes-y-riquezas-estatales

Prossimamente:
Miagliai di teatri chiusi negli USA per mancanza di pubblico, in Venezuela aprono dozzine di teatri e si arriva apagare 1.000 dollari per uno spettacolo di Laura Pausini, o Elton John, o Andrea Bocelli

In Venezuela l'evento musicale dell'anno: L'orchesta filarmonica di Los Angeles, diretta da Dudamel, a Caracas. Uno spettacolo colossale, con 1500 musicisti; immense code ai botteghini esauriscono in poche ore i biglietti di una dozzina di repliche. Negli ultimi tempi, mentre chiudono migliaia di teatri in USA ed in occidente (Negli Usa, in alcuni stati sono stati chiusi il 92% di sale teatrali e cinematografiche; alcuni teatri in vendia da mesi, senza acquirenti vengono continuamente ribassati, arrivando a casi clamorosi di teatri venduti al prezzo di 20/25.000 dollari!), in Venezuela si riaprono dozzine di teatri e gli spettacoli sono sempre esauriti. Tutti i piu grandi artisti iniziano a passare da Caracas, unica città al mondo (credo) dove la gente paga fino a mille dollari per assistere a concerti di Laura Pausini (prossimo due febbraio), di Andrea Bocelli (scorso anno), Elton John (a marzo).

I papi atei
Una inchiesta sui sacerdoti cattolici che non credono a Cristo. Sono ormai tanti i sacerdoti cattolici che pensano che cristo sia un personaggio di fantasia al pari di pinocchio o superman. Numerosi sono stati i papi del passato che non credevano a Cristo. Nostra inchiesta.

Cordiali saluti.
Attilio Folliero
Come sempre, invito le persone che non desiderano ricevere mie email a comunicarlo; le loro email saranno prontamente eliminate.

venerdì 3 febbraio 2012

Donne, ringraziate la chiesa ed il patriarcato per questo! Patriarcato e proprietà privata create da chi? Li conoscete i 10 comandamenti ebraici?

(AGI) - Frosinone, 2 Feb - La custodia cautelare in carcere, per i reati a sfondo sessuale, non e' piu' obbligatoria da parte del giudice che puo' anche riservare all'imputato, una pena alternativa. A stabilirlo e' stata, nei giorni scorsi, una sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la decisione del Tribunale del Riesame di Roma che aveva stabilito la detenzione in carcere per due ragazzi ciociari ed accusati di aver stuprato, in gruppo, una sedicenne di Sora. A chiedere l'intervento della Cassazione erano stati, in un dettagliato ricorso, i legali di fiducia degli imputati, gli avvocati Nicola Ottaviani e Edoardo Rotondi. Letto qui http://www.nocensura.com/2012/02/cassazione-shock-carcere-non-piu.html

PS: Quando vedo le donne che vanno in chiesa o baciano la madonnina in starda penso sempre:"Che ignoranti che siete, non lo conoscete il Il Malleus Maleficarum, vero?"
Allora ben vi sta forse . . . 
Eppure le donne sono sempre le più religiose, lavoro ben fatto da parte della chiesa, i vostri carnefici, non credete? E poi non cito nemmeno gli Ebrei, guardatevi questo: Mauro Biglino _Oh cielo_ gli Dèi erano Cosmonauti...!_ 1 di 4, cercate su google!


Noi nel cristianesimo abbiamo creato un comandamento nuovo cancellandone un altro, gli ebrei dissero che non si doveva adorare nessuna immagine, poi che non si doveva desiderare cosa d'altri, cosa era anche la donna, (le nostre madonne, padre pio, santini e santoni vari dipinti su cartoncini, proprio come l'album Panini, hehhe, per gli ebrei sono peccato!!!). La nostra chiesa, maledetta, ha cancellato il non adorare immagini e creato non desiderare cosa e donna d'altri, fate un po' voi . . .


PPS: Non offendetevi, ma amo la verità, che fa male, lo so . . .

CENTINAIA DI CIVILI MASSACRATI NON SONO UN “NUMERO ENORME” PAROLA diOBAMA

FONTE:Russia Today
Letto sul blog 
http://www.comedonchisciotte.org

Prima, diffondete questo video per favore

Lunedì pomeriggio, Barack Obama è diventato il primo presidente a partecipare a una riunione virtuale on line su Internet.

Anche se potrebbe trattarsi di un atto degno di apparire sui libri dei primati, il Presidente Obama ha fatto anche qualcos’altro durante il suo discorso a cui l'America si è oramai abituata: ha mentito al mondo intero.

Parlando lunedì in una web-chat ospitata da Google, il presidente si è pronunciato su una serie di domande poste dalla gente americana. Nel giro di quarantacinque 45 minuti, il Presidente Obama ha giustificato lo Stop Online Piracy Act rifiutandosi di parlare della questione a 360° gradi, ha ammesso al mondo che non è poi un gran ballerino e che ha preso lezioni da un mimo professionale. Nel frattempo, ignorando i veri problemi o mancando di proporre una qualsiasi soluzione solida ai gravi problemi della nazione, ha detto un qualcosa di abbastanza importante che tutti dovrebbero ben ponderare: le missioni in corso dei droni statunitensi non sono tutto quest’inferno.

Se fate la stessa domanda a una persona che sia al di fuori dello Studio Ovale – soprattutto fuori dagli Stati Uniti -, è probabile vi dia una risposta diversa.

Cercando di contrastare una domanda sui bombardamenti dei droni, lunedì il Presidente Obama ha difeso le missioni attuali, dicendo che sono necessarie per individuare i terroristi in un modo più efficace. "Se li dovessimo rintracciare con un altro sistema, questo potrebbe comportare un’azione militare molto più intrusiva rispetto a quelle che stiamo intraprendendo”, ha asserito il presidente parlando dei droni. Mentre un argomento potrebbe essere fatto facilmente che conduzione parli in modo confuso missioni al posto di mettendo stivali sulla terra è migliore per le Forze Armate Stati Uniti, il presidente porsi molto la linea lunedì quando lui sottovalutò il risultato degli scioperi.

Gli attacchi dei droni, realizzati da velivoli privi di personale, controllati a distanza di migliaia di chilometri, non fanno grandi danni. Secondo Obama, i droni non “hanno causato un numero enorme di vittime civili" e ha aggiunto che è "importante sapere che questa cosa viene tenuta con un guinzaglio molto stretto".

Quanto è piccolo questo numero non così enorme? Se chiedete a qualcuno al di fuori della comunità di intelligence americana, vi dirà che è nell’ordine delle centinaia.

Ma cosa sono alcune centinaia di vittime civili, allora?

Obama ha suggerito che continuare il programma dei droni non sarebbe stato dannoso per la sicurezza dei cittadini stranieri, ma le ricerche condotte al fuori degli Stati Uniti dicono altrimenti. L'estate scorsa, il Bureau of Investigative Journalism britannico ha asserito che, dall’inizio dei bombardamenti dei droni statunitensi, almeno 385 civili stati stati uccisi negli attacchi guidati dagli Stati Uniti. Di questi, il Bureau considera che circa la metà siano bambini al si dotto dei 18 anni.

Se non credete alle parole dei giornalisti stranieri, persino l'intelligenceamericana può confermare che il dato di “un numero non enorme" potrebbe essere un'affermazione un po’ esagerata. Un esperto funzionario statunitense, che ha parlato sotto anonimato, ha comunicato l’anno scorso alla CNN che i bombardamenti dei droni avevano tolto la vita a 50 civili in tutto. Siccome le missioni dei droni non vengono riportate e le morti non vengono contate, il numero effettivo, sfortunatamente, potrebbe essere molto più alto di quanto possano dirci la CIA o il Bureau of Investigative Journalism. In un solo bombardamento del marzo scorso, ventisei pakistani sono stati uccisi nel corso di una missione statunitense su Islamabad. Una volta contate le vittime, fu rivelato che più di una dozzina delle morti di quella sola incursione riguardavano civili innocenti.

Nella pubblicazione delle proprie scoperte avvenuta lo scorso anno, il "Bureau of Investigative Journalism ha asserito che il numero dei civili uccisi nei bombardamenti dei droni degli USA probabilmente era del 40 per cento superiore a quanto riportato sempre dagli Stati Uniti. Tra il 2004 e il 2011, hanno ponderato una stima di circa 385 vittime civili, ma hanno aggiunto nella ricerca che il conteggio poteva raggiungere i 775 feriti.

Che, se chiederete al Presidente Obama, non è un numero enorme.

Se 775 non è un numero enorme, allora 56 sarà sicuramente una frazione. Si tratta del numero di bambini uccisi dai droni statunitensi nei primi venti mesi dell'amministrazione di Obama.

"Che sia una morte causata dai missili dei droni o da un attentato suicida, è sempre una morte di un bambino di troppo", Unicef ha così replicato alla notizia.

Solo nel 2009 quasi 600 civili sono stati uccisi in Afghanistan, e le Nazioni Unite considerano che il 60 per cento sia il risultato diretto di bombardamenti, effettuato con i droni o con un altro sistema. In Pakistan, i civili dicono di essere terrorizzati degli aerei automatizzati e dai danni che già hanno fatto. “Non c'era un solo talebano militante in Pakistan prima dell’11 settembre, ma da quando noi ci siamo uniti a questa guerra, dobbiamo subire atti di terrorismo, bombardamenti e le missioni dei droni”, ha detto alla stampa nel 2011 il leader del Movimento per la Giustizia Imran Khan.

In Libia, dove gli Stati Uniti non hanno mai preso parte ufficialmente al conflitto, secondo Obama le truppe americane hanno lanciato 145 bombardamenti con i droni nel tentativo di cacciare il regime di Muammar Gheddafi nel giro di qualche mese. Come per la gran parte delle missioni dei droni, il Dipartimento della Difesa non ha rilasciato alcuna statistica ufficiale sulle vittime provocate dai bombardamenti.

Indipendentemente dal danno che un bombardamento dei droni può infliggere agli insorti nemici, gli esperti dicono che prezzo pagato dai civili è molte volte superiore a quello patito dai militanti. In un rapporto del 2009 del Brookings Institute, Daniel L. Byman scrisse che "per ogni militante ucciso, sono morti dieci o più civili".

In Pakistan, dove i bombardamenti dei droni sono diventati una pratica quotidiana, i borghesi sono terrorizzati dal poter diventare il prossimo obiettivo fortuito di un aereo americano. Saadullah, un adolescente che l’anno scorso parlò con un reporter della BBC, ha perso le due gambe nel corso di una missione. Tre dei suoi parenti, tutti civili, sono stati uccisi dai bombardamenti americani. Asghar Khan, un anziano di Islamabad che parlò anche lui con la BBC, ha riferito che anche tre suoi parenti sono stati colpiti dai bombardamenti.

"Mio fratello, mio nipote e un altro parente sono stati uccisi da un drone nel 2008", ha detto Khan: "Erano seduti assieme a questo uomo ammalato quando ci fu l'attacco. Non c'erano talebani in giro".

Un decennio dopo che gli Stati Uniti hanno avviato la cosiddetta cooperazione con l’intelligence pakistana, i sentimenti antiamericani continuano a crescere visto il numero degli incidenti. "Quando interveniamo in questi paesi per inseguire le piccole celle di nemici, finiamo per alienarci il paese intero, che si schiera contro di noi", sono le parole dette da David Kilcullen, esperto di controterrorismo, al Brookings Institute.

Ora che gli Stati Uniti lanciano i droni di sorveglianza sul cielo dell'Iraq anche se la guerra è terminata ufficialmente, c’è un altro paese che si sta preoccupando del fatto che i droni possano sganciare bombe sui civili. "Sentiamo a volte che i droni hanno sterminato metà di un villaggio in Pakistan e in Afghanistan col pretesto di combattere i terroristi", ha detto il trentasettenne proprietario di un caffè, Hisham Mohammed Salah, al New York Times solo questa settimana: “La nostra paura è che tutto questo accadrà in Iraq con un pretesto differente".

In base al nuovo budget del Pentagono, gli Stati Uniti elimineranno gradualmente circa 100.000 membri del personale militare, mentre aggiungeranno stormi di droni al suo arsenale già dotato di aerei robotici. I droni diventeranno presto l'arma non-tanto-segreta degli Stati Uniti e faranno fuori per intero gli elementi delle Forze Armate? Non è da escludersi. Dopo tutto, un bombardamento di un drone autorizzato lo scorso anno da Obama ha portato alla morte di due cittadini americani che, a quanto pare, indossavano gli abiti dei terroristi.

Non preoccupatevi, comunque. Obama ci ha detto che queste cose sono tenute a guinzaglio stretto. Chi è che lo tiene così stretto è una cosa ancora non troppo chiara. A novembre il Wall Street Journal ha scritto che le “firme”per autorizzare i bombardamenti che riguardano la gran parte delle missioni dei droni della CIA finiscono sulla scrivania del presidente solo dopo che sono stati portati a termine. Gli Stati Uniti devono dare notizia al Pakistan di questi bombardamenti, a proposito, solo se ritengono che possano superare le venti vittime.

Che, poi, non è comunque un gran numero.

giovedì 2 febbraio 2012

Il paradosso della felicità



COS'E' LA FELICITA'?

Bernard Shaw (scrittore e drammaturgo irlandese) sosteneva che "il segreto per essere infelici è di avere il tempo di chiedersi continuamente se si è felici o no...".
Sarà vero?
Ad ogni modo, chi di noi non si è mai posto almeno una volta nella vita l'interrogativo "ma io sono felice?".

Se ponessimo a chiunque ci sta vicino questa semplice domanda -"sei felice?"-, stiate certi che riceveremmo pressoché sempre la stessa risposta: "forse, o meglio qualche volta...".
Ma se a questo interrogativo aggiungessimo anche la domanda "ma cos'è per te la felicità?" ci accorgeremmo presto di ricevere non una ma tante diverse risposte quante le persone a cui ci saremmo rivolte.
Per quale ragione?
Perché la felicità è un sentimento universalmente conosciuto e perseguito ma non facile da descrivere.
Forse non c'è nulla nelle nostre vite di più soggettivo ed opinabile, vago e relativo, discutibile e surreale come il concetto stesso di "felicità", indeterminato a tal punto che -sosteneva Immanuel Kant, che non ha certo bisogno di presentazioni...- “nonostante il desiderio di ogni uomo di raggiungerla, nessuno è in grado di determinare e dire coerentemente che cosa davvero desideri e voglia"!

Tra mille relativismi, un piccolo punto fermo è possibile apporlo alla descrizione della felicità: con tale parola non intendiamo di certo una condizione materiale, uno stato oggettivo, bensì una condizione sentimentale, uno stato d'animo positivo, di pieno benessere psico-fisico.
Se volessimo, poi, ricorrere ad altre parole per descrivere ancor meglio questo concetto, suggerirei le seguenti: la felicità è una straripante sensazione di soddisfazione totale, di "pienezza" che ci pervade l'animo e ci pone per un attimo sulla cima più elevato di un Olimpo!
La felicità -ove sperimentata- è un pò come un Kharma, forse l'unica forma di Illuminazione per davvero alla portata di tutti: uno stato -evidentemente temporaneo- nel quale l'uomo diviene imperturabile di fronte ad ogni avversità, non chiendeno più nulla alla vita nella vana convinzione di non aver bisogno più di nulla per appagare i propri desideri!
Chi è felice è una persona fieramente libera, pienamente autonoma, compiutamente realizzata!


QUANTO PUO' DURARE LA FELICITA'?

"Davanti ad una prospettiva di felicità permanente e invariata non indietreggerebbero forse tutti, per il terrore di morire di noia?", si chiedeva lo scrittore britannico Aldous Huxley.
Di certo nessuno potrà mai scoprirlo, poiché non esiste in alcuna forma una felicità “stabile e perpetua”.
Anzi -sosteneva Pier Paolo Pasolini- "la felicità ha sempre vita breve": "la felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto col cuore" (Samuel Taylor Coleridge).
Se la felicità esiste per davvero -e se agli uomini è data la possibilità di viverla-, stiate certi che poc'altro nelle nostre vite appare più sfuggente di quest'effimero stato febbrile chiamato "felicità"!
Arde più di tutti esser felice soprattutto chi ha provato almeno una volta cosa voglia dire esserlo... Ma è proprio chi è stato felice ad esser consapevole più di ogni altro di come la felicità non lo accompagnerà mai abbastanza nella propria vita per appagarlo pienamente!
Se esser felici è impresa alquanto ardua, dunque, praticamente impossibile è restarci a lungo!

La verità cui sono giunto è che non esiste al mondo felicità senza il suo contrario, ovvero senza che l'uomo provi almeno una volta nella vita -purtroppo l'esperienza ci insegna assai più frequentemente...- l'infelicità!

Lo stesso pianto disperato di ogni bimbo che nasce, ad esempio, non manifesta già il suo primo stato di malesse e insoddisfazione provato in vita (dovuto al trapasso da una condizione ritenuta più accogliente ad un'altra ben più turbolenta e piena d'incognite)???

Se non provassimo nella vita anche stati di noia, tristezza, malinconia, sconforto come potremmo distinguere da questi quelli di gioia, euforia, esaltazione... in poche parole, di "felicità"?!

Come potrebbe mai esistere persino un Dio onnipotente e misericordioso -ammetendo che esista...- se non esistesse anche il suo opposto, ovvero il male, il "suo" diavolo?!

Senza l'infelicità, la felicità diverrebbe qualcosa di profondamente diverso: uno stato d'animo vissuto "senza nemmeno accorgersene", un inutile scorrere del tempo...

Per questo ritengo la felicità solo una "sublime parentesi" che spezza la monotonia del nostro tempo, regalandoci attimi profondissimi e desiderati di vita...
La felicità è uno splendido dono -o, per alcuni, una "sudata conquista"!- da apprezzare ma che non potrà mai durare per sempre...
PERCHE' E' COSI' ARDUO RAGGIUNGERE LA FELICITA'?

La ragione di tutto forse è più semplice di quanto appaia: la felicità non fa per l'uomo!
E la causa di ciò potrebbe risiedere nell'innata "contraddizione esistenziale" umana, ben descritta da Socrate nella notoria definizione di "animale sociale".
Secondo una mia personalissima interpretazione del pensiero socratico, difatti, la natura umana è contraddistinta da due forze "uguali e contrapposte":
1- l'"animalità", qualità che si ricollega alla natura istintiva, primordiale, emotiva, irrazionale dell'uomo (alla tendenza innata a seguire ciecamente i propri istinti e desideri...);
2- e la "socialità", qualità che si ricollega alla sua natura razionale, ragionevole, "cogitante" (alla spinta ad uniformarsi ai propri doveri sociali, dettati dalle ragioni di una necessaria convivenza con i propri simili...).
Proprio nella perenne contrapposizione tra queste due "spinte interiori" dell'uomo si può rintracciare il principale ostacolo incontrato nella via verso la felicità!

Cosa concretamente ci impedisce, quindi, d'esser felici?
A farlo sono i "condizionamenti esterni" (legati al mondo delle persone "giudicanti" che ci circonda), i quali ci rendono impossibile essere pienamente "noi stessi", realizzare compiutamente i nostri più naturali istinti (così finendo col mortificare o spegnere sul nascere i nostri più primordiali desideri).
Ciò spinge gli uomini, piuttosto che a realizzare se stessi, a realizzare i desideri che "gli altri" esprimono su di loro, regolando le proprie scelte sulla base delle aspettative altrui.
Tutti ricerchiamo la felicità, ma il più delle volte finiamo con l'inseguire "target di felicità" a noi inculcati, a cui siamo stati ben allenati, educati, esortati con sapiente maestria fin dai primi anni dell'infanzia.
L'ideale di felicità, così, finisce con l'assomigliare più ad un "pacchetto pubblicitario" preconfezionati dalla società a perfetto uso e consumo di ogni consumatore!

L'affermazione universale di una cultura "consumista ed iper-capitalista", poi, ha finito col creare una "religione laica interclassista" fondata su un unico dogma: quello per cui l'aumento della ricchezza sia sufficiente a garantire un proporzionale aumento della felicità (o quantomeno a non provocarne la diminuzione).
Una religione il cui straordinario successo è pari solo alla propria assiomatica "velleità": quella di credere l'uomo un perfetto consumatore e non anche un essere dotato di sentimenti e capace di emozionarsi!
Fondare la felicità sulla ricchezza equivale a costruire un enorme castello di sabbia: come credere che la misura della felicità di un uomo possa dipendere dalla capienza del suo portafoglio?
Come immaginare che la felicità possa essere un bene misurabile con unità di misura economiche quali il Pil, il reddito pro-capite o le rendite di capitale?!
La vera natura umana -diversamente da un comune bancomat!- si nutre non solo di bisogni materiali ma anche di bisogni squisitamente emozionali!
La ricchezza, dunque, può apportare certamente benessere all'uomo modermo ma non offre alcuna "garanzia di felicità".
"La felicità interna lorda è molto più importante del prodotto interno lordo”, ha recentemente sostenuto sul Financial Times il re del piccolo stato del Bhutan, Jigme Singye Wangchuck.
Come dargli torto?...

Non solo non esiste alcuna equazione matematica del tipo "+ricchezza = +felicità" ma, almeno stando a Richard Easterlin (professore di economia all'Università della California e membro dell'Accademia Nazionale delle Scienze), vi sarebbe tra tali due termini una relazione inversa.
Secondo il cd. "Paradosso della felicità" (elaborato proprio da Easterlin nel 1974) la felicità delle persone dipende molto poco dalle variazioni di reddito e ricchezza che si riscontrano nel corso delle loro esistenze.
Anzi alcune ricerche avrebbero dimostrato come, quando aumenta il reddito (e quindi il benessere economico), la felicità umana aumenta fino ad un certo punto, per poi cominciare a diminuire, seguendo una curva ad U rovesciata!
Può la scienza matematica porsi come oggetto di studio quanto di meno oggettivo e concreto vi sia, quale uno stato d'animo?
A parte ogni legittima perplessità in merito, un dato empirico è comunque facilmente verificabile: inseguire i soldi, il benessere, la fama, il successo o il potere ritenendo che "solo" il loro raggiungimento sbarri le porte della felicità vuol dire condannarsi ad essere infelici: le ansie, le paure di fallire e il senso di inadeguatezza che inevitabilmente seguiranno non faranno che allontanarci sempre di più dal nostro desiderato traguardo!
"Non è quanto si possiede, ma quanto si assapora a fare la felicità" (Chareles Spurgeon, predicatore battista britannico).

Se la "socialità", quindi, è il primo ostacolo alla nostra felicità, allo stesso tempo non è dato all'uomo altra via che ricercare la felicità in comunione con i propri simili: la felicità, infatti, è l'unico bene che si moltiplica-piuttosto che ridursi- condividendolo con gli altri!
Il paradosso conclusivo cui giungiamo, allora, è che:
- se, da un lato, l'unico uomo in grado di raggiungere una piena e perpetua felicità sarebbe l'uomo "unico" (nel senso di solo sulla faccia della Terra);
- dall'altro lato, un uomo solo, anche se felice, sarebbe condannato all'infelicità!

Per questo non possiamo che riporporre il nostro interrogativo iniziale: ma la felicità è davvero alla portata degli uomini?
La risposta la lascio ad ognuno di voi, ricordando qui chi una risposta se l'è di certo data: "c'è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per esser felici..." (Arthur Schopenhauer).


COME TENTARE DI ESSER FELICI?

"Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada!" (Buddha)
Certamente non esiste "una" via per la felicità -o, quantomeno, se estiste la sconosco!-.
Piuttosto credo che di vie ne esistano almeno 7 miliardi, una per ogni abitanti di questo nostro Pianeta!
Dipende da ognuno di noi trovare la propria strada verso la felicità -e, una volta individuata, percorrerla fino in fondo!-.

Quale consiglio offrire, allora, ai lettori?

1- Siate il più possibile voi stessi!
"La felicità non è sempre e tutta opera del caso", scriveva Baltasar Gracián (filosofo spagnolo).
Allora ingegnatevi per esser felici!
Rompete le "dighe sociali" costruiteci intorno fin da bambini per frenare i nostri impulsi!
Smettetela di recitare come burattini su di un palco su cui ci è ritrovati senza aver nemmeno partecipato ad alcun provino!
Divenite protagonisti -non più figuranti...- della vostra esistenza!
Riappropriatevi di voi stessi e della vostra autostima!
Cominciate a costruire la vita con le vostre mani!
Fate vostro l'appello di Friedrich Nietzsche (altro grande pensatore che non abbisogna di presentazioni...): "diventa ciò che sei!".

2- Circondatevi di persone meritevoli del vostro affetto!
La felicità si gusta meglio se condivisa e dipende, più che da ciò che ci sta attorno, da ciò che abbiamo dentro!
Del resto -diceva il filosofo americano Elbert Hubbard- "si può sopportare il dolore da soli, ma ci vogliono due persone per provare gioia"...

3- Prima ancora di essere felici, sentitevi felici!
"Ad alcuni per essere felici manca soltanto la felicità" (Stanislaw Jerzy Lec, scrittore polacco).
La felicità è un modo di vedere, dunque per cominciare ad esser felice occorre guardare nella giusta prospettiva!
Felicità non è inseguire sogni ed aspettative ma, al contrario, godere pienamente dell'oggi!
La felicità non è uno stato a cui arrivare ma un modo di viaggiare: non un traguardo ma un cammino, la cui ricerca è il miglior modo di onorare la nostra esistenza...


                 ◆◇              
"IPSE DIXIT"...

"Per esser felici ci vuole coraggio" (K. Blixen)

"La Felicità è il fine ultimo dell’Uomo" (Aristotele)

"Chiediti se sei felice e cesserai di esserlo" (J.S. Mill)

"La felicità si può raggiungere solo come ideale" (I. Kant)

"Non c’è niente di più stupido che l’infelicità..." (B. Brecht)

"La felicità esiste, ne ho sentito parlare" (Gesualdo Bufalino)

"Chiunque è felice renderà felici anche gli altri" (Anna Frank)

"Un giorno senza un sorriso è un giorno perso" (Charlie Chaplin)

"Un giorno senza un sorriso è un giorno perso" (Charlie Chaplin)

"La vera felicità è l'illusione di raggiungerla..." (Roberto Gervaso)

"Felicità sta nel conoscere i propri limiti ed amarli" (Romain Rolland)

"Ama ciò che ti rende felice, ma non amare la tua felicità!" (Gustave Thibon)

"Felicità, ti ho riconosciuta dal passo con cui ti allontanavi..." (V. Cardarelli)

"L'immaginazione è la prima fonte della felicità umana" (Giacomo Leopardi)

"Le rughe dovrebbero indicare soltanto dove sono stati i sorrisi" (Mark Twain)

"Non si è mai tanto felici né tanto infelici quanto si crede..." (La Rochefoucauld)

"La felicità della tua vita dipende dalla qualità dei tuoi pensieri..." (Marco Aurelio)

"La felicità è un delicato equilibrio fra quello che si è e quello che si ha" (Anonimo)

"La vera felicità costa poco; se è cara non è di buona qualità!" (Renè Chateaubriand)

"La felicità è sapere che non si ha bisogno di essere felici a tutti i costi" (W. Saroyan)

"Felicità è amore, nient’altro. Chi sa amare è felice!" (Tenzyn Giatso, XIV Dalai Lama)

"La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha" (O. Wilde)

"Infelici sono quelli che hanno tanto cervello da vedere la loro stupidità" (Fligende Blatter)

"I problemi sono la felicità dell'uomo e la felicità è il suo più grande problema" (Anonimo)

"Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l'esempio..." (Jacques Prévert)

"La felicità è fatta di un niente che al momento in cui lo viviamo ci sembra tutto..." (Jim Morrison)

"Il ricordo della felicità non è più felicità. Il ricordo del dolore è ancora dolore..." (George Gordon Byron)

"Il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa" (Lev Tolstoi)

"La felicità è dentro di noi. Se guardiamo nella direzione sbagliata non possiamo vederla!" (detto buddista)

"Siate felici! E se la felicità sembra scordarsi di voi... voi non vi dimenticate della felicità!" (Roberto Benigni)

"Com'è nobile colui che, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici..." (K. Gibran)

"Più lottiamo per la felicità, meno la raggiungiamo. La prospettiva di poterla perseguire è illusoria"(V.E. Frankl)

"La nostra felicità più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo ogni caduta"(Confucio)

"La felicità non consiste nell'acquistare e godere, ma nel non desiderare nulla, perché consiste nell'essere liberi" (Epitteto)

"La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, essere amati a dispetto di quello che si è" (Victor Hugo)

"Noi viviamo in un'epoca così disperata che qualsiasi felicità possediamo deve essere tenuta nascosta come una deformità" (Cyril Connolly)

"Per essere felici bisognerebbe vivere. Ma vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più..." (Oscar Wilde)

"La felicità sta nel gusto e non nelle cose; si è felici perché si ha ciò che ci piace, e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole" (F. de La Rochefoucauld)

"Gli uomini non ripongono mai la loro felicità in ciò che sono, ma in ciò che sperano di divenire"; e non so se sia per questa illusione che essi non possono mai raggiungere la felicità, o se, appunto perché sanno di non poterla mai raggiungere, la ripongono volentieri in questa illusione" (Iginio Ugo Tarchetti)

Le droghe di Omero. Legalizziamo la Cannabis? No, i governi ci perderebbero un sacco di denaro, poveretti, loro lavorano per noi :-)))

Il nostro sviluppo, a passo di gambero, dopo duemila anni stiamo peggio. 


E tutto grazie a questa minoranza di psicopatici? Che personaggi!

Follie dell’arroganza occidentale: una “comunità internazionale” in minoranza nel mondo!
Letto sul blog di Catherine  


Cosa sarà mai questa famosa “comunità internazionale” che pontifica, ordina e minaccia a tutto spiano? “Internazionale”, quand’ero piccolo, pensavo volesse dire “tra nazione e nazione”, quindi “tra (tutte) le nazioni”. Che bello, tutti i popoli che decidono insieme per il bene dell’umanità! E invece no, con gli anni mi sono reso conto che questa “comunità internazionale” fa solo disastri, spargendo dolore e morte: ha distrutto lentamente l’Iraq, poi ha bombardato all’uranio impoverito la ex Jugoslavia, poi ha invaso con futili pretesti (“catturare Osama”) l’Afghanistan e l’Iraq, e nel frattempo se n’è sempre fregata del massacro dei palestinesi.
Ma davvero dei palestinesi carne da macello se ne fregano “tutte le nazioni”? Se la “comunità internazionale” non batte ciglio, sembrerebbe proprio così. Non è che piuttosto fanno finta di nulla – per non dire che ci godono - solo alcune nazioni, o meglio solo alcuni individui senza scrupoli che si sono arraffati il diritto di “rappresentarle”? Un ingenuo potrebbe pensare che se la “comunità internazionale” s’è sempre rifiutata di far qualcosa per fermare Israele, e Israele – ce lo insegnano a scuola – è il “bene incarnato”, ciò è senz’altro giusto e sacrosanto. O che comunque un motivo convincente ci dev’essere. Se uno però è un tantino avveduto si accorge che la stessa “comunità internazionale” decide – con criteri incomprensibili razionalmente - se un programma nucleare, il medesimo programma nucleare, è “pacifico” o no, come se disponesse di un “mandato divino” per attribuire a questo o a quel governo la patente di “pericolo pubblico numero uno”. Stabilisce anche se si dev’essere messi sotto torchio dalle “politiche di austerità” del FMI, certamente per “il bene dell’economia”. Punta il dito, decreta sanzioni, minaccia e ringhia. Impone di rifare elezioni a destra e a manca, o meglio dove arrivano i suoi tentacoli. E questa piovra trova anche il tempo di devastare una nazione prospera come quella libica...


Ma allora, mi chiedo, davvero “tutte le nazioni” – convenzionalmente chiamate dai media lecchini “comunità internazionale” - sono diventate così folli e perverse? Possibile che siano sempre d’accordo per seminare distruzione e desolazione? O non sarà forse che dietro questa altisonante definizione si nascondono solo alcune nazioni “più internazionali” di altre? Prendiamo tutto il polverone che questa “comunità internazionale” sta facendo sull’embargo all’Iran, giustificato immancabilmente da nobili principi… oppure l’ordine perentorio dato al presidente siriano di “andarsene”. Eppure la Russia e la Cina, più gli altri Stati emergenti del sud America non sono affatto d’accordo, ma qua mica lo sa la maggior parte della gente, tanto i media riferiscono solo di quel che ha detto il presidente degli Usa, “l’uomo più potente del mondo” (altra favola), con la sua corte di valletti ad annuire scimmiescamente. Per i soliti bellimbusti che posano nella foto di rito del solito “vertice”, la “comunità internazionale” è la voce dell’intera umanità e soprattutto ha sempre ragione!






Eppure, calcolatrice alla mano, già solo Russia, Cina, India e Brasile fanno un bel po’ della superficie e della popolazione terrestre… Superiore a quella della “comunità internazionale” che s’è arrogata il monopolio della “rappresentanza dell’umanità”. E se questi qua si mettono a dire di “no” sull’embargo all’Iran e la guerra alla Siria? E se iniziano a commerciare in valute diverse dal dollaro? E se decidono che si fanno governare da chi cavolo pare a loro? E che succede se tirano nel pattume tutta la retorica perversa dei “diritti umani”? Se tanto mi dà tanto, questa famosa ed arrogante “comunità internazionale” sarà presto minoranza, se non lo è già diventata… Come faranno, poveracci, a raccontare che ci sono due “comunità internazionali”? Diranno che una è “buona” e l’altra “cattiva”, come ai bambini? Eh sì, perché il giochetto del “cattivo” di turno, del lebbroso che nessuno vuole toccare, funziona fintanto che tutti gli altri sono d’accordo nel mantenere in piedi la favola. Nelle favole, infatti, il “lupo cattivo” è sempre uno solo, ma se ti metti a dire che mezzo mondo o anche più è il “lupo cattivo” finisce che anche i sudditi-bambini non credono più alla favola! La favola della “comunità internazionale” ha fatto il suo tempo: non è né simpatica né divertente, ma suona sempre più come la voce della follia e dell’arroganza occidentali.


Una postilla: il “lupo cattivo” esiste davvero, e sta dentro di noi, che ci facciamo “rappresentare” da una “comunità internazionale” di psicopatici che si sono venduti l’anima al diavolo. Accettare una “comunità internazionale” di pochi pasciuti privilegiati che sono tali solo grazie alla nostra acquiescenza (e intima e/o involontaria condivisione del loro “paradigma dominante”), è segno di grave corruzione morale, soprattutto quando non è più possibile dire “non lo sapevo”. Anche di questo verremo chiamati a rendere conto…

mercoledì 1 febbraio 2012

Italia: I parlamentari più pagati al mondo, ed i senzatetto.


Scheda comparativa: il Parlamento italiano è il più costoso del mondo


Il costo per abitanti dei parlamenti di alcuni dei principali paesi del mondo. Dati che si commentano da soli:


Il ronzio dell'apocalisse?


"I suoni dell'apocalisse", secondo gli scienziati

Mr. Khalilov, qual è la natura insolita dei suoni acuti molto bassi segnalati da un gran numero di persone in diverse parti del pianeta a partire dall'estate del 2011?


Molti li chiamano "The Sound of the Apocalypse". Le notizie arrivano da tutto il mondo: USA, Regno Unito, Costa Rica, Russia, Repubblica Ceca, Australia, ecc
Abbiamo analizzato le registrazioni di queste sonorità e ha scoperto che la maggior parte del loro spettro si trova all'interno della gamma infrasuoni, ovvero non è udibile per l'uomo. Quello che la gente sente è solo una piccola frazione dell' effettiva potenza di questi suoni. Si tratta di emissioni acustiche a bassa frequenza nel range tra 20 e 100 Hz modulata da onde bassissime di infrasuoni 0,1-15 Hz. In geofisica, sono chiamati onde acustiche di gravità; si formano nell'alta atmosfera, in particolare al confine atmosfera-ionosfera.
Ci possono essere un bel po' di cause per cui si generano queste onde: terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste, maremoti, ecc.
Tuttavia, la scala del ronzio osservata, in termini sia di superficie coperta, sia la sua potenza, supera di gran lunga quello che può essere generato dal suddetto fenomeno.


In questo caso, che cosa potrebbe causare questo ronzio nel cielo?
A nostro parere, la fonte di tale manifestazione potente e immensa di onde acustiche di gravità deve essere legata a processi energetici di larga scala. Questi processi comprendono potenti eruzioni solari e flussi di energia enorme da loro generati, correndo verso la superficie terrestre e destabilizzando la magnetosfera, ionosfera e atmosfera superiore. Pertanto, gli effetti di potenti esplosioni solari: l'impatto delle onde d'urto nel vento solare, flussi di corpuscoli e di esplosioni di radiazioni elettromagnetiche sono le cause principali dellagenerazione di onde acustiche di gravità a seguito dell'aumento, dell'attività solare.




Dato l'aumento dell'attività solare, come si è manifestata nel maggior numero di volte e l'energia dei brillamenti solari dalla metà del 2011, si può supporre che ci sia un'alta probabilità di impatto del notevole aumento dell'attività solare sulla generazione insolita del ronzio proveniente da il cielo. Va sottolineato che l'attività solare ha cominciato a salire bruscamente dall'inizio del 2011, con la sua ampiezza nettamente superiore a tutte le previsioni date da una serie di autorevoli istituzioni scientifiche nel 2010 e nel 2011. Nel frattempo, l'aumento osservato dell'attività solare è pienamente coerente con le previsioni del comitato internazionale GEOCHANGE pubblicate nel Rapporto del Comitato nel nel giugno 2010.


Se questo tasso di crescita dell'attività solare continua, la sua ampiezza entro la fine del 2012 sarà superiore all'ampiezza del ventitreesimo ciclo solare, e nel 2013-2014 l'attività solare raggiungerà il suo picco. L'ampiezza che è stata prevista da noi sarà di 1,5 - 1,7 volte superiore all'ampiezza del ventitreesimo ciclo.


Ma avete detto che la causa del "ronzio del cielo" può trovarsi all'interno del nucleo della Terra, cosa significa?


C'è più di una possibile causa di questi suoni e può trovarsi al centro della Terra. Il fatto è che l'accelerazione della deriva del polo nord magnetico della Terra, (che è aumentato di oltre cinque volte tra il 1998 e il 2003), è allo stesso livello oggi dei punti d'intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra, dal momento che sono i processi nell'interno e nell'esterno del nucleo, a formare il campo geomagnetico della Terra. Nel frattempo, come abbiamo già riferito, il 15 Novembre 2011 tutte le stazioni geofisiche ATROPATENA che registrano le variazioni tridimensionali del campo gravitazionale della Terra quasi contemporaneamente hanno registrato un forte impulso gravitazionale.


Le stazioni sono dispiegate a Istanbul, Kiev, Baku, Islamabad e Yogyakarta, con la prima separata dall'ultima da una distanza di circa 10.000 km.
Tale fenomeno è possibile solo se la fonte di questa emanazione è al livello del nucleo della Terra. Il rilascio di un'enorme energia dal nucleo della Terra, alla fine dell 'anno scorso è stato una specie di segnale di avvio, indicante il passaggio dell'energia interna della Terra in una nuova fase attiva.


L'intensificazione dei processi energetici nel centro della Terra sono in grado di modulare il campo magnetico terrestre che, attraverso una catena di processi fisici presso la ionosfera - livello al confine con l'atmosfera, genera onde acustiche di gravità, la gamma udibile che è stata ascoltata dalle persone, sotto forma di suoni spaventosi a bassa frequenza in diverse parti del nostro pianeta. In entrambi i casi, anche se le cause delle onde acustiche di gravità, sono di natura geofisica abbastanza comprensibile, sono indicativi del previsto aumento significativo dell'attività solare e l'attività geodinamica del nostro pianeta.


Non c'è dubbio che i processi nel nucleo regolano l'energia interna del nostro pianeta, quindi, dovremmo aspettarci per la fine del 2012 un grande aumento di forti terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami e di eventi climatici estremi, con livelli di picco nel 2013 - 2014.
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