Un Papa italo-argentino che rinuncia ai paramenti d’oro e un principe inglese che vuole che i primi vagiti del figlio vengano emessi in una casa borghese: gesti che, amplificati opportunamente dai media, portano acqua alla stasi sociale. «L’imbonitore mediatico è all’opera nella sua funzione di servizio d’ordine mentale», ed è «più efficace di un corpo d’armata per tenere a bada le rivendicazioni di giustizia e eguaglianza sociale», accusa Maria Mantello. Buonismo di facciata, «per rimuovere finanche le legittime aspirazioni di promozione sociale». Così, «la vittoria del turbo-capitalismo sembra piena, e va a braccetto con la religione che dei poveri fa gli eletti per il regno dei cieli». E i ricchi sempre più ricchi? «Per il momento si accontentano di recitare la parte dei poveri».
L’editorialista di “Micromega” parla di «una sorta di rito carnascialesco ribaltato», perché adesso sono “loro”, i ricchi, a «mascherarsi da miseri». E lo fanno volentieri, «senza tralasciare le opere di beneficenza, che tanto non costano niente a chi è miliardario, ma che fanno scena». Aggiunge la Mantello: «Si pensi che proprio i super-ricchi, qualche mese fa, si sono inventati il “Live below the line”, cioè “Vivi sotto la soglia”, per 5 giorni con un solo dollaro e mezzo al giorno». Uno spettacolo che «fa scena», e che «anche i poveri, quelli veri, apprezzano», in un mondo occidentale nel quale è tecnicamente scomparsa la politica, dominata dai diktat delle élite planetarie.
Nelle istituzioni, nei partiti e nei palazzi è ormai impossibile coltivare qualsiasi genere di alternativa al mainstream, che si propone come “unico mondo possibile”, piegando alla religione del rigore di bilancio persino i sindacati, ridotti a poco più che ombre. «Ormai – conclude Maria Mantello – a parlare di lotta di classe si passa per terroristi». Sicché, «meglio assecondare la globalizzazione che avanza: pochi ricchi e sempre più poveri. Evviva la maggioranza globale. Eccola la nuova democrazia, bellezza! Meglio se accompagnata da un pater-ave-e-gloria… per il regno dei cieli. Ovviamente!».
L’editorialista di “Micromega” parla di «una sorta di rito carnascialesco ribaltato», perché adesso sono “loro”, i ricchi, a «mascherarsi da miseri». E lo fanno volentieri, «senza tralasciare le opere di beneficenza, che tanto non costano niente a chi è miliardario, ma che fanno scena». Aggiunge la Mantello: «Si pensi che proprio i super-ricchi, qualche mese fa, si sono inventati il “Live below the line”, cioè “Vivi sotto la soglia”, per 5 giorni con un solo dollaro e mezzo al giorno». Uno spettacolo che «fa scena», e che «anche i poveri, quelli veri, apprezzano», in un mondo occidentale nel quale è tecnicamente scomparsa la politica, dominata dai diktat delle élite planetarie.
Nelle istituzioni, nei partiti e nei palazzi è ormai impossibile coltivare qualsiasi genere di alternativa al mainstream, che si propone come “unico mondo possibile”, piegando alla religione del rigore di bilancio persino i sindacati, ridotti a poco più che ombre. «Ormai – conclude Maria Mantello – a parlare di lotta di classe si passa per terroristi». Sicché, «meglio assecondare la globalizzazione che avanza: pochi ricchi e sempre più poveri. Evviva la maggioranza globale. Eccola la nuova democrazia, bellezza! Meglio se accompagnata da un pater-ave-e-gloria… per il regno dei cieli. Ovviamente!».