Il Principe fuma, disteso sullo sconfinato letto.
Mandatemi una cortigiana, dice ad un servo che corre a dare la voce a mille altri.
Eccola accorrere, scostando labirinti di tende, passando lieve.
Il principe l'invita con cenni delle dita curate, riempiendosi gli occhi ed i polmoni della meraviglia di quella donna.
Non voglio bearmi del tuo corpo, né perdermi nel tuo respiro, le dice.
Ho più amanti che desideri!
Non mi resta nulla quindi da desiderare. Ma tu puoi salvarmi.
Uccidendo le tue compagne ad una ad una;
e in premio, la notte che ad ognuna che avrai uccisa appartiene, sarà tua.
La donna sorride lusingata, s'inchina ed esce.
Torna la notte dopo con la chioma lunga e nera della favorita,
che ora é solo vento, e vive nella voglia in fiamme che coltiva il principe al pensiero
d'averla perduta.
Torna la concubina la seconda notte con il cuore
della più giovane tra quante le sono compagne dell'harem, e brindano
spossandosi, ed é radiosa l'anima per il nuovo fuoco che li divora.
Torna la terza notte, e le altre, con sempre nuovi
trofei, e nutrendo con quelli l'affanno del suo signore,
e sognando d'essere in breve tempo l''unica. La Venerata.
C'é, tra le altre cortigiane, una per cui un languore
segreto di passione la turba, e lascia che sia
l'ultima tra tutte; d'autunno; perduta tra le sue labbra,
carezzandone il seno, le immerge una lama nel petto,
e piangendo ne beve l'ultimo fiato; ma sollecita
porta al suo signore, quale ultimo pegno, i bracciali
che lei stessa all'altra aveva donato, ed al suono
di quelli congiungono le carni con terribile arsura.
Al pensiero di quanti desideri splendidi ora possa dominare
il Principe sfiora finalmente
l'estasi della smania indicibile,
e mormora il nome ora di una, ora d'un'altra, sfinendosi di febbri impure;
e lei pure gode finalmente d'ogni passione, lei sola
e nessuna altra, del suo padrone.
Dimmi che ti sono sposa!, chiede in sussurri,
l'unica tua sposa! Lui sorride via via più ombroso,
di notte in notte. Le dice che é sua sposa, si, lei sola, ma ...
c'é ancora un desiderio.
Prega inginocchiata e in lacrime che lo riveli,
perché subito possa esaudirlo.
All'istante del massimo piacere, il Principe le chiede di togliersi la vita,
affinché nulla su questa terra più confini il suo celeste desiderio.
Il Principe, nel palazzo vuoto, palpita così in eterno per l'afa di ogni brama perduta.
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