"L'esercito della psichiatria si sta nuovamente mobilitando, e marcia come una legione imperiale dentro i territori non ancora conquistati dello spirito umano”.
La dimostrazione di quest'affermazione è tutta dentro la quinta edizione del cosiddetto Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, noto come DSM-5. Giunto ora allo stadio di bozza finale, sarà distribuito durante la riunione annuale dell'Associazione Psichiatrica Americana, che si terrà il prossimo maggio.
Gli autori delle varie edizioni del DSM sembrano ansiosi di dimostrare come ogni traccia di dispiacere emotivo meriti attenzione da parte di un professionista. La tristezza viene riclassificata come malattia. La medicalizzazione della vita quotidiana progredisce a velocità stupefacente.
Chi non vi è direttamente coinvolto potrebbe sottovalutare la cosa, considerandola come il più recente caso di confusione intellettuale creata da esperti presuntuosi e saccenti. Per i pazienti però la cosa è più grave. Un'etichetta medica, inventata da teorici ambiziosi, e applicata superficialmente da medici inesperti, può erodere la fiducia in sé stessi. Una diagnosi può rovinare una vita.
Le varie edizioni del DSM hanno via via condotto a eccessive diagnosi, e a un boom di prescrizioni. La tristezza, per esempio, riceve particolare attenzione nel DSM-5: i più la considerano parte della vita, ma per il DSM indica depressione. Con il DSM-5, una condizione di tristezza che duri oltre due settimane può essere diagnosticata come depressione, e richiedere la prescrizione di antidepressivi.
I critici del DSM-5 hanno un alleato che non si aspettavano: Allen J. Frances, ex primario di psichiatria alla Duke University. Frances è stato presidente del comitato editoriale che ha redatto la versione attuale - il DSM-4, e ora ammette che la cosa gli è sfuggita di mano: l'ingiustificata espansione del concetto di malattia è avvenuta proprio nel periodo in cui lui era in posizione di responsabilità. Adesso si adopera con tutti i mezzi per raddrizzare le cose. Il caso dell'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è quello che più lo preoccupa: le versioni precedenti del DSM hanno incoraggiato diagnosi eccessive, creando l'apparenza di un'epidemia internazionale di ADHD.
Adesso, dice Frances, il DSM-5 abbasserà ulteriormente la soglia per le diagnosi. Questo significa che il Ritalin verrà prescritto a un numero sempre maggiore di bambini, puntualmente descritti in un crescente numero di articoli come incontrollabili e mal cresciuti.
http://www.disinformazione.it
La dimostrazione di quest'affermazione è tutta dentro la quinta edizione del cosiddetto Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, noto come DSM-5. Giunto ora allo stadio di bozza finale, sarà distribuito durante la riunione annuale dell'Associazione Psichiatrica Americana, che si terrà il prossimo maggio.
Gli autori delle varie edizioni del DSM sembrano ansiosi di dimostrare come ogni traccia di dispiacere emotivo meriti attenzione da parte di un professionista. La tristezza viene riclassificata come malattia. La medicalizzazione della vita quotidiana progredisce a velocità stupefacente.
Chi non vi è direttamente coinvolto potrebbe sottovalutare la cosa, considerandola come il più recente caso di confusione intellettuale creata da esperti presuntuosi e saccenti. Per i pazienti però la cosa è più grave. Un'etichetta medica, inventata da teorici ambiziosi, e applicata superficialmente da medici inesperti, può erodere la fiducia in sé stessi. Una diagnosi può rovinare una vita.
Le varie edizioni del DSM hanno via via condotto a eccessive diagnosi, e a un boom di prescrizioni. La tristezza, per esempio, riceve particolare attenzione nel DSM-5: i più la considerano parte della vita, ma per il DSM indica depressione. Con il DSM-5, una condizione di tristezza che duri oltre due settimane può essere diagnosticata come depressione, e richiedere la prescrizione di antidepressivi.
I critici del DSM-5 hanno un alleato che non si aspettavano: Allen J. Frances, ex primario di psichiatria alla Duke University. Frances è stato presidente del comitato editoriale che ha redatto la versione attuale - il DSM-4, e ora ammette che la cosa gli è sfuggita di mano: l'ingiustificata espansione del concetto di malattia è avvenuta proprio nel periodo in cui lui era in posizione di responsabilità. Adesso si adopera con tutti i mezzi per raddrizzare le cose. Il caso dell'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è quello che più lo preoccupa: le versioni precedenti del DSM hanno incoraggiato diagnosi eccessive, creando l'apparenza di un'epidemia internazionale di ADHD.
Adesso, dice Frances, il DSM-5 abbasserà ulteriormente la soglia per le diagnosi. Questo significa che il Ritalin verrà prescritto a un numero sempre maggiore di bambini, puntualmente descritti in un crescente numero di articoli come incontrollabili e mal cresciuti.
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