Esodato.
Un termine tutto italiano, un termine che potenzialmente riguarda migliaia e migliaia di persone.
Si parla di lavoratori e lavoratici che a causa dell'innalzamento dell'età pensionabile e le contestuali modifiche per accedere al relativo trattamento previdenziale avevano firmato un accordo volontario con il datore di lavoro di messa in mobilità ma con la garanzia della tempestiva maturazione del diritto alla pensione, oppure di lavoratori che con età superiore ai 53 anni non hanno più trovato lavoro e non riescono ad accedere al trattamento pensionistico oppure coloro che hanno continuato a versare contributi volontari previdenziali con la speranza di accedere il prima possibile al trattamento pensionistico, ciò in base ai calcoli che erano maturati prima dell'entrata in vigore della disastrosa riforma delle pensione dell'attuale governo.
In molti casi si potrebbe eccepire la nullità o l'inefficacia sopravvenuta dell'accordo originario, poiché venendo meno la condizione giuridica e sostanziale che ha determinato l'uscita dal mondo del lavoro, l'accordo medesimo non ha più modo di essere visto e rilevato che non sussistono più le condizioni sostanziali che hanno indotto il lavoratore a conciliare la propria uscita dal mondo del lavoro, detto in poche parole dovrebbero ritornare al lavoro o chiedere la ripetizione dei contributi previdenziali .
Questo è solo un piccolo esempio di come i Professori che vorrebbero insegnare al Popolo come si norma, in realtà siano i primi ad errare proprio sulla pelle dei contraenti socialmente più deboli, i lavoratori e le lavoratrici.
Ma la mia riflessione però case nel merito di una questione sociale.
I lavoratori interessati dovrebbero essere consapevoli della condizione in cui vertono od in cui dovrebbero a breve incorrere, dovrebbero sapere di essere esodati.
Quelli che già sono stati espulsi dal mondo del lavoro, senza stipendio e pensione, quelli che a breve si troveranno senza reddito alcuno, e quelli che già sono senza reddito alcuno, dove sono?
A parte una manifestazione di piazza passata, di loro non vi è più traccia.
Dovrebbero invadere le strade delle città, dovrebbero farsi vedere, dovrebbero dire eccoci ci vedete? Siamo gli esodati.
Ora non solo sono esodati, ma sono anche invisibili.
Si parla di numeri e cifre, numeri e cifre che ricadono sulla vita di persone, di condizioni sociali incredibili eppure gli esodati sono esodati anche dalla piazza, perchè?
Perchè si aspetta che il sindacato concertativo o la politica concertativa faccia il compitino della persona?
Delega?
La situazione di oggi non è figlia proprio di quella delega che ha determinato la condizione dell'esodato?
Io penso che oggi abbiamo esodato ogni dignità e voglia di lottare.
Un popolo in balia del vento funesto della demagogia del potere, opprimente ogni diritto, ogni speranza.
L'Italia è esodata nella prigione della schiavitù.
Marco Barone
Nessun commento:
Posta un commento