Credo che oggi abbiate tutti letto: Banche: associazione a delinquere di stampo mafioso, bene, ecco una bella ricerca firmata Gianni
Lannes sulla nuove perla di Monti, la Tarantola in RAI, e poi dovrebbero pagare
il canone? Hahahaha, se è per me … comunque bella l’azione di questi
personaggi, derubano cittadini in buona fede facendo loro firmare contratti
assicurativi ad alto rischio che poi matematicamente si rivelano truffe
legalizzate, tutti destinati a luminosa
carriera questi personaggi raccomandati a spintarelle e naturalmente tutti
in buona età avanzata … così dopo aver fregato i risparmi degli altri ora
puntano alla disinformazione “statale” e stipendio da 500 mila euro assicurato
a vita.
Forse il “varesotto” con decenni di raccomandazioni e spintarelle si è montato la testa dopo aver preso ordini a quattr’occhi dal superiore Obama. Il capetto pro tempore - che in realtà non ha completato la specializzazione a Yale e non ha studiato effettivamente con il premio Nobel, Tobin, così come propagandato - ha la zucca vuota piena di banche. Solo in Italia può accadere una cosa simile: la casta parlamentare sotto ricatto non fiata, a parte il senatore Lannutti. Insomma, un’indagata sospinta dal sistema di potere al vertice della Rai: Anna Maria Tarantola, dal primo ministro Monti Mario appena designata alla presidenza della tv di Stato, è sotto inchiesta giudiziaria per non aver impedito, nella sua qualità di vicedirettore di Bankitalia, l’immissione sul mercato bancario dei titoli tossici che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori e imprenditori. Accuse pesanti e documentate, che provengono dai magistrati della Procura della Repubblica di Trani, titolari oltretutto, dell’indagine su Moody’s nella quale è coinvolto il Presidente del Consiglio dei Ministri in carica. Il premier ha mentito spudoratamente sul suo ruolo attivo di consulente nell’agenzia Usa di speculazione finanziaria. Ma questa è una altra storia.
Bancari miracolati - Aracnofilia? Di più, di più. E' lei, secondo
Monti, la figura adatta per gestire l’azienda di viale Mazzini. Il manager di
Bank of America Luigi Gubitosi sarà il nuovo direttore
generale. A rappresentare il Tesoro nel consiglio di amministrazione della Rai
sarà Marco Pinto. Le motivazioni adottate dal Governo per scegliere
Tarantola e Gubitosi, ha spiegato Monti, sono stati «criteri di competenza, sia
per le Autorità che per la Rai, di neutralità politica, e per quanto riguarda
la Rai, non abbiamo pensato come in passato è avvenuto più volte, a un
presidente-figura del mondo della cultura o del giornalismo. Tarantola,
essendo personalità che ha dato molte prove di avere un senso di garanzia
istituzionale, di avere attenzione agli aspetti di governance, di essere
vigile, ha tutte caratteristiche per dare sicurezza e orientamento alla vita
dell'Azienda Rai». Sarà? Come presidente dell’Agcom il Governo - non
eletto democraticamente dal Popolo sovrano - ha indicato Angelo
Marcello Cardani, 63 anni, bocconiano, amico di Monti e già suo
collaboratore a Bruxelles. Mario Sebastiani è stato indicato
come presidente dell'Authority per i trasporti e Pasquale De Lise e Barbara
Marinali come membri della stessa autorità.
-
Beh, questo lo penso io, viene la voglia di on pagare
il canone … ah, già, non l’ho mai pagato perché odio la Tv e non ne sento il
bisogno, va bene solo se lanciata dal balcone dopo aver guardato che non passi
nessuno!
Biografie illuminate - Anna Maria Tarantola nasce a
Casalpusterlengo (Lodi) il 3 febbraio 1945, è sposata e ha due figlie. Nel
corso della sua carriera ha espletato numerosi incarichi sia in Italia sia
all’estero, rappresentando la Banca in diversi comitati internazionali. Nel 1969 si laurea in Economia e Commercio
all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Prosegue gli studi come
ricercatore presso la London School of Economics e consegue il
Master of Philosophy in Economics. Nel 1971, a 26 anni, entra in Banca d’Italia
sotto l’ala protettrice di Alfio Noto, dove gradino dopo gradino è
arrivata al vertice. In ambito accademico è stata docente a contratto di
Controlli pubblici nel settore creditizio presso l’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano. Ha ricevuto varie onorificenze tra cui quella di Grande
Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2009). Gubitosi proviene
da Bank of America-Merryll Linch il nuovo direttore generale
della Rai, ma ha trascorso venti anni nel gruppo Fiat e qualche anno a Wind.
Nato il 22
maggio 1961 a Napoli, (GIOVANISSIMO QUESTO!), dove si laurea in
Giurisprudenza, si perfeziona all'Insead di Fontainbleau e alla London
School of Economics: comincia la carriera nelle aziende
del Lingotto, ricoprendo vari incarichi tra il 1986 e il 2005, tra cui
direttore finanziario e responsabile Tesoreria. E' stato poi presidente del Cda
di Fiat Partecipazioni e membro del Cda di Fiat Auto, Ferrari, Cnh, Iveco,
Itedi, Comau e Magneti Marelli. Nel 2005 passa a Wind, dove dopo qualche anno
diventa il numero uno operativo. Resta alla guida di Wind fino all'aprile 2011,
quando comincia per la società l'era Vimpelcom, e passa così alla divisione
italiana della Bank of America.
Atti d’accusa - L’interrogazione parlamentare a risposta
scritta (numero 4-06606) indirizzata dal senatore Elio
Lannutti (Idv)il 18 gennaio scorso ai Ministri dell'economia e delle
finanze e della giustizia è un macigno in attesa di un responso che tarda ad
arrivare. Proprio alla stregua di un’altra trentina di atti simili incentrati
sulla medesima tarantolata con santini e santoni in paradiso. Infatti, scrive
Lannuti: «ci sarebbe una svolta nell'indagine della procura di Trani sui
derivati venduti dall'ex banco di Napoli e Monte dei Paschi di Siena (…) la
Procura ha incriminato l'inerte e contiguo ufficio di Vigilanza di Bankitalia a
cominciare dalla vice direttore generale Anna Maria Tarantola ed
altri 7 ispettori della Banca d'Italia, tra cui Simonetta Iannotti e il capo
Stefano Mieli, coinvolti nell'indagine che ha portato al sequestro dei prodotti
finanziari "tossici" messi sul mercato dal Banco di Napoli, oggi
Intesa San Paolo, e dal Monte dei Paschi di Siena, per aver appioppato derivati
avariati a decine di imprese, tipo "interest rate swap", tra i più
moderni strumenti fraudolenti artefici della crisi sistemica e di fallimenti a
catena di piccole e medie imprese e del dissesto finanziario di enti locali
(…) oltre alla signora Tarantola la Procura di Trani (...) deve
allargare il suo orizzonte alla Consob, che invece di vigilare sui derivati
avariati appioppati a piene mani dalle banche, sanzionava rappresentanti di
consumatori, come Adusbef, che denunciava proprio alla magistratura quei
comportamenti criminali, configurando un abuso di potere; si apprende inoltre
che il filone dell'inchiesta vede 61 funzionari indagati a vario titolo
per truffa aggravata ed estorsione, con gli ispettori di Bankitalia, i quali
nonostante sapessero dei rischi che derivavano dalla commercializzazione dei
derivati del tipo "swaps", avrebbero favorito la loro vendita anche
tramite ispezioni relative agli anni 2006 e 2008, con le quali la stessa
signora Tarantola, nella sua qualità di direttore centrale per la vigilanza
creditizia e finanziaria, scriveva: "Questo istituto non ha
ravvisato, per i profili di competenza, aspetti di rilievo sanzionatorio
amministrativo", senza impedire l'aggravarsi dei danni che tale attività
ha arrecato alla clientela (…) i militari della tenenza della Guardia di
finanza di Molfetta (Bari) hanno sottoposto a sequestro contratti finanziari
derivati di tipo "interest rate swaps" per un valore di oltre 220
milioni di euro e la somma complessiva di circa 10 milioni di euro, di cui 4
milioni di euro equivalenti all'ingiusto profitto sinora percepito dagli
istituti di credito e circa 6 milioni di euro relativi ai prevedibili futuri
flussi derivanti dai contratti in itinere (…) oltre 200 imprese operanti
nella provincia di Barletta, Andria e Trani, alle quali gli istituti di credito
avevano proposto ed in alcuni casi imposto la sottoscrizione di contratti
"interest rate swaps", descrivendoli come innocui prodotti di tipo
bancario/assicurativo idonei a proteggere la posizione debitoria dell'azienda
dal rischio di rialzo dei tassi di interesse, sottacendo agli ignari
sottoscrittori la vera natura speculativa delle operazioni. Il meccanismo
truffaldino ordito ha finito per aggravare le condizioni finanziarie delle
imprese sottoscrittrici, molte delle quali, giunte sull'orlo del fallimento,
hanno denunciato tale sistema fraudolento, innescando l'intervento della
Guardia di finanza e della Magistratura. Pertanto, oltre a sequestrare la somma
di 4 milioni di euro che rappresenta l'illecito profitto sinora conseguito
dalle banche in danno alle diverse aziende, la misura cautelare si è resa
necessaria anche per evitare l'ulteriore aggravio di interessi passivi a carico
delle imprese per ulteriori 6 milioni di euro, ovvero le rate che sarebbero
maturate fino alla scadenza dei contratti ancora in essere. Le condotte
illecite perpetrate hanno determinato a carico di direttori e funzionari delle
diverse filiali interessate - l'ipotesi di reato della truffa aggravata e, a
carico di alcuni di essi anche il reato di estorsione, in quanto la
sottoscrizione dei contratti derivati veniva posta quale vincolo per la
concessione di mutui o finanziamenti nel frattempo chiesti dall'impresa.
Inoltre è stato acclarato che taluni funzionari bancari hanno svolto di fatto
l'attività di promotore finanziario pur non essendo iscritti all'albo, in
violazione alle specifiche norme previste dal Testo Unico della Finanza. Le
indagini proseguono per individuare eventuali ulteriori aspetti sottostanti
alla commercializzazione di "strumenti derivati" ed al loro collocamento
da parte del Banco di Napoli che ha già avviato una consistente azione
transattiva con i clienti danneggiati»; l'Associazione dei consumatori,
Adusbef, si è costituita parte civile contro la signora Anna Maria Tarantola e
la Banca d'Italia e chiederà l'incriminazione della Consob; premesso che a
giudizio dell'interrogante: anche il caso descritto - in cui gli organi
ispettivi non avrebbero impedito l'aggravarsi dei danni che tale attività ha
arrecato alla clientela lasciando che a riceverne vantaggi, invece, fosse il
Banco di Napoli, del gruppo Intesa SanPaolo - è espressione della continua
omissione di controllo delle colluse autorità vigilanti; è inutile, indecente e
controproducente, che tali autorità continuino a respingere responsabilità rispetto
a truffe subite dai cittadini come evidenzia la sacrosanta azione penale del
pubblico ministero Savasta della Procura della Repubblica di Trani e del
Procuratore Capo dottor Carlo Maria Capristo, si chiede di sapere: se il
Governo sia a conoscenza di un'incriminazione della Consob per omessa
vigilanza, le cui responsabilità sul commercio dei derivati a giudizio
dell'interrogante appaiono evidenti; se risulti che siano state espletate da
parte degli organismi preposti alla vigilanza le attività necessarie a
garantire la trasparenza, la completezza e la correttezza dell'informazione
delle operazioni finanziarie fortemente speculative proposte dalle banche, così
permettendo di salvaguardare, nel caso di specie, gli interessi delle aziende
truffate, insieme a quelli di molti altri enti locali e società a controllo
pubblico fortemente danneggiati dalla gestione spregiudicata dei prodotti
derivati; se non ritenga fraudolenti le clausole capestro imposte dalle banche
con i suddetti strumenti di finanziamento delle imprese che offrono ai clienti
la possibilità di pagare un tasso fisso, ricevendo in cambio un tasso
variabile, pagando o incassando la differenza, mentre la ventilata copertura
dell'eventuale rischio del rialzo dei tassi di interesse si rivela un autentico
raggiro e il cliente paga molto di più rispetto a quanto non incassato dallo
scambio; quali iniziative urgenti vorrà intraprendere per evitare che aziende e
enti locali possano essere frodati da condizioni capestro imposte dagli
istituti bancari approfittando della buona fede dei clienti quando queste, come
nel caso in premessa, hanno gettato sul lastrico gli imprenditori del nord
barese convinti di aver sottoscritto contratti di assicurazioni non
speculativi; se non intenda attivarsi per quanto di competenza
presso gli istituti di credito italiani e le autorità indipendenti, come Consob
e Banca d'Italia, che peraltro a quanto risulta all'interrogante non hanno
attivato alcuna iniziativa per impedire una colossale truffa a danno di
centinaia di aziende, affinché si arrivi ad un annullamento di contratti
capestro, truffaldini ed illegali, proposti con l'unica finalità di guadagni
certi ai manager bancari e di perdite ancor più sicure per i contraenti; se
risulti che le banche italiane, che a giudizio dell'interrogante sembrano
godere di inusitati privilegi dalle autorità vigilanti, continuino a collocare
sul mercato i contratti sotto accusa, gli "interest rate swap».
Senza risposta - Interrogazioni a raffica prima a Berlusconi, in seguito a
Monti: ma il risultato pari a zero, non cambia. Nessuna spiegazione sulla
Tarantola. Si legge nell’interpellanza (numero 2-00385) inviata alla
Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché al Ministro delle finanze, che
parte dal sodalizio col furbetto Giampiero Fiorani: «La Bpl era di
casa e Gianpiero era il pupillo della Tarantola", riferisce
uno che con Fiorani ci ha lavorato per anni, fianco a fianco. Fiorani cerca di
comportarsi da gran signore. E a Natale di ogni anno non dimentica di mandare
gli auguri e un regalino. Un vassoio risottiera in argento nel 1985, una
ciotola ovale inglese in argento l'anno dopo, poi a seguire un vassoio in
argento con manici, un servizio da tè, fino all'orologio Cartier (1995), un
oggetto Pomellato (1996) e a una sveglia in argento, stando alla ricostruzione
pubblicata da Panorama il 29 dicembre 2005. Nel 1998, l'anno in cui entrò in
vigore la legge Draghi, è la volta di un portafrutta in argento. Seguono
confezioni di Rovida Special, un bracciale di Tiffany e poi di Pomellato, e di
nuovo, nel 2001, un orologio Cartier da donna a fondo nero. Tutti
scrupolosamente annotati - insieme con i doni per tanti altri funzionari della
banca centrale - in un'agendina poi scovata dalla Procura di Milano. Chissà che
fine hanno fatto. Erano altri tempi, allora. Oggi ci sono regole precise al
riguardo. Dalla fine del 2006 per il direttorio, e dall'ottobre 2010 per tutto
il personale, la Banca d'Italia ha adottato un codice etico che vieta di
accettare vantaggi o altre utilità di valore superiore a 200 euro. "Regali
di valore superiore - spiega l'articolo 4 – sono restituiti ovvero devoluti
alla Banca". A questo punto il banchiere lodigiano è abbastanza grande da
proseguire da solo, e cerca contatti più in alto. L'ottimo rapporto con la Tarantola
è un eccellente biglietto da visita in quel di Roma. Il passaggio di consegne
viene suggellato nel convegno Forex del 2002, con la famosa passeggiata per il
centro di Lodi a cui partecipa il governatore Fazio con Fiorani, Geronzi e il
finanziere Emilio Gnutti. Ma chi aveva tessuto la tela fra un oscuro banchiere
di provincia, che sembrava fatto apposta per risolvere i problemi della
Vigilanza, comprando banchette in difficoltà, e uno stimato governatore che si
rilassava con la teologia di san Tommaso d'Aquino? La stessa funzionaria che,
lasciata la sede di Milano, dal 2002 al 2005 è direttrice della filiale di
Brescia, chiamata a gestire la delicata partita di Bipop-Carire dopo
l'incorporazione in Capitalia. Nella ricca piazza bresciana la Tarantola stringe i rapporti con due banchieri che
più di altri forse si possono annoverare fra i suoi sostenitori: Alessandro
Azzi, presidente della Bcc del Garda, e Corrado Faissola, all'epoca
amministratore delegato della Banca Lombarda. Tutti e due destinati a luminosa carriera:
il primo è numero uno della Federcasse, l'associazione delle Banche di credito
cooperativo; l'altro è presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca ed
è stato presidente dell'Abi. Fra gli estimatori storici, peraltro, c'è
anche il banchiere Cesare Geronzi, e più di recente i vertici di Mediobanca. La
caduta di Fazio e Fiorani non provoca conseguenze sulla carriera della
Tarantola. Così, a settembre 2005, passa a Bologna, ma ci resta sei mesi.
Troppo poco per riuscire a disinnescare la bomba finanziaria che cova sotto le
torri degli Asinelli: il gruppo finanziario Delta che fa capo alla Cassa di
risparmio di San Marino, uno scandalo che scoppierà solo nel 2009. Non per
merito della Vigilanza di Bankitalia ma grazie alle indagini della Guardia di
Finanza coordinate dalla Procura di Forlì. A questo punto, l'ascesa al vertice
di Via Nazionale subisce un'accelerazione: Fazio non c'è più ma con Draghi va
anche meglio, fra lo stupore dei funzionari di Via Nazionale, a cui sfugge la
logica delle promozioni in corso. Nell'aprile 2006 la Tarantola è
nominata funzionario generale dell'area Bilancio e controllo, un anno dopo è a
capo della Vigilanza bancaria. Insomma, uno dei pilastri del governatorato
Draghi».
Collusioni - La folgorante ascesa diventa oggetto di
molteplici interrogazioni al ministro dell'Economia da parte del senatore Elio
Lanutti. Ma tutto ciò non ne ferma, fra il plauso generale, la consacrazione a
vicedirettore generale nel gennaio 2009, prima donna nella storia della Banca
d'Italia. Conclude Lannuti: «considerato che a giudizio dell'interpellante: l'inchiesta
sulla dottoressa Tarantola,
mette in luce un vero e proprio degrado nelle progressioni di carriera
all'interno della Banca d'Italia, al punto da minarne la credibilità; l'ascesa
di una banca di provincia come Bpl, dove la Tarantola era di casa e Gianpiero
Fiorani il suo pupillo, poteva essere evitata con l'ordinaria diligenza e la
prudente gestione delle normative di vigilanza, non effettuate probabilmente
per assecondare un faccendiere che ha poi messo le mani anche sui conti
correnti di morti, ha addebitato 1 milione di euro ai correntisti per costi e
spese di almeno 100 euro pro capite mai autorizzate e con effetto retroattivo,
è stato processato e condannato per le sua spericolata gestione del credito e
del risparmio sotto l'ala protettrice della Banca d'Italia; considerato altresì
che a quanto risulta all'interpellante: la dottoressa Tarantola è
stata la sponsor principale dell'ex capo della BPI, condannato in tribunale per
le sue malefatte a danno di azionisti e risparmiatori, la cui ascesa sarebbe
stata favorita propria dalla stessa; la dottoressa Tarantola favorì
le acquisizioni della banca lodigiana, i piani di apertura di nuovi sportelli;
con il placet della Vigilanza mandò in porto nel 2000 l'acquisizione della
Banca Popolare di Crema, che più tardi Fiorani dirà essere stata "coperta
e voluta da Bankitalia"; Fiorani, per sdebitarsi dei predetti favori,
incompatibili con le funzioni di vigilanza svolte dalla Banca d'Italia, a Natale
di ogni anno, oltre agli auguri, ha inviato vari regali alla dottoressa
Tarantola, quali un vassoio risottiera in argento nel 1985, una ciotola ovale
inglese in argento l'anno dopo, poi a seguire un vassoio in argento con manici,
un servizio da tè, fino all'orologio Cartier (1995), un oggetto Pomellato
(1996) e a una sveglia in argento, stando alla ricostruzione pubblicata da
"Panorama" il 29 dicembre 2005, mentre nel 1998, l'anno in cui entrò
in vigore la legge Draghi, è la volta di un portafrutta in argento, cui
seguirono confezioni di Rovida Special, un bracciale di Tiffany e poi di
Pomellato, e di nuovo, nel 2001, un orologio Cartier da donna, si chiede di
sapere quali misure urgenti il Governo intenda attivare per evitare di
perpetuare errori nella scelta del nuovo Governatore della Banca d'Italia, che
a giudizio dell'interpellante dovrebbe peraltro essere abolita per i rapporti
incestuosi con le banche azioniste e per l'evidente collusione, come quella
descritta, con alcuni banchieri, finalizzata a ledere diritti ed interessi dei
consumatori, risparmiatori utenti dei servizi bancari, vessati e saccheggiati
da un sistema bancario predatorio che a parere dell'interpellante può contare
sull'omessa vigilanza e sulla collusione dell'ufficio di Vigilanza».
Quesito libero - Per quale ragione il primo ministro Monti
non ha ancora fornito spiegazioni a numerosi atti parlamentari
(2-00245, 2-00096, 3-02842, 3-02683, 4-01695, 3-02447, 3-02203, 3-02100,
3-02043, 3-01929, 4-06111, 4-05844, 4-05406, 4-04822, 4-04798, 4-04397,
4-04155, 4-04128, 4-01884, 4-00989) incentrati sulla Tarantola? In
altri termini Monti è al corrente del marciume tarantolato , ma fa finta di
niente. Allora, Monti schnell! O se preferisce: Go Home! C’erano una
volta gli illuminati e il deus ex machina David Rockeller a
tessere la tela per il nuovo ordine mondiale sulla pelle degli esseri viventi.
Poi una moltitudine di umanità aprì gli occhi e scacciò l’incubo.
Svolta nell'indagine della
procura di Trani sui derivati venduti dall'ex banco di Napoli e Monte dei
Paschi di Siena
Ecco le frasi migliori del VARESOTTO, un provinciale,
raccomandato, pure professore, pensate che intelligenza … dalla padania con
grandi sacrifici e dedizione al lavoro, ecco le sue migliori battute, ma perché
nessuno lo prende a calci in culo sto pagliaccio raccomandato invece di
suicidarsi? Vediamo se poi ne spunta un altro a dire questo, magari ci pensano …
E quella di due giorni fa, lui, il professore, ha detto che prosegue e gli fanno freddo le opinioni contrarie, non
gli può che far freddo ... In fondo fino a quando trova i coglioni col
conto in banca che lavorano per lui che il sudore non conosce …
Nessun commento:
Posta un commento