“È bensí vero che l’uomo, contrariamente agli animali, dimostra una quasi infinita capacità di adattamento; difatti, come può mangiare quasi ogni cosa e vivere praticamente sotto qualsiasi clima, cosí non esiste condizione psichica che egli non possa sopportare e nella quale non riesca a tirare avanti. Egli può vivere libero o in schiavitú, nella ricchezza e nel lusso o mezzo morto di fame e di f…reddo. Può vivere da soldato o da uomo pacifico; può essere sfruttatore e ladro oppure membro di una fraterna comunità. Sono poche le condizioni psichiche in cui l’uomo non possa vivere, e non c’è quasi nulla che non si possa fare di lui o per cui non possa essere adoperato. Tutte queste considerazioni sembrano giustificare la tesi secondo cui una natura comune a tutti gli uomini non esiste; il che significa praticamente che non esiste una “specie uomo” tranne che nel senso anatomico e fisiologico.
Tuttavia, a dispetto di ogni evidenza, la storia dell’uomo mostra che abbiamo trascurato un fatto. Despoti e cricche dirigenti possono riuscire a dominare e sfruttare i loro consimili, ma non possono prevenire le reazioni a questo trattamento inumano. I loro sudditi si spaventeranno, diverranno sospettosi, si isoleranno; se non per cause esterne, il loro sistema ad un certo momento crollerà perché paure, sospetti ed isolamenti renderanno la maggioranza inadatta ad esercitare le sue funzioni in maniera effettiva ed intelligente. Intere nazioni o gruppi entro di esse possono esser messe in servitú o sfruttate per molto tempo, ma reagiranno. Reagiranno con l’apatia o con una tal diminuita partecipazione dell’intelligenza, dell’iniziativa e delle capacità, che essi gradualmente non saranno piú in grado di svolgere quelle funzioni che servirebbero ai loro capi. Oppure reagiranno con una tale carica di odio e di volontà di distruzione da provocare la fine di se stessi, dei capi e del sistema. Inoltre la loro reazione può suscitare uno spirito di indipendenza e un desiderio di libertà tali da porre col loro impulso creativo le premesse per una società migliore. Dipende da molti fattori, sia relativi alla situazione economica e politica sia al clima spirituale in cui la gente vive, che la reazione avvenga in un modo o in un altro. Ma quale essa sia, l’affermazione che l’uomo può vivere in quasi tutte le condizioni è vera soltanto a metà; occorre completarla con l’altra: se egli vive in condizioni contrarie alla sua natura e ai requisiti essenziali allo sviluppo e alla salute umana, non può fare a meno di reagire; dovrà decadere e perire oppure creare condizioni piú conformi ai suoi bisogni.”
E. Fromm, Psicoanalisi della società contemporanea
3 commenti:
Ottima riflessione, meglio reagire senza dubbio ma nella maniera giusta e al momento giusto. L'Italia è in sonno profondo e con la pancia ancora piena, solo quando cominceranno a brontolare gli stomaci si sveglieranno e come troveranno la forza di reagire sarà un tabù!
Sai la mia paura qual'è? Che non li lasceranno mai con gli stomaci vuoti, così procederanno nel loro "progetto" con il consenso di tutti ... i quali poi diranno ma quando mai ... come oggi, esattamente! Le persone non sanno ragionare o riflettere, non lo insegnano a loro questo, devi scoprirlo da solo e poi non è una fortuna che hanno tutti.
PS: Che versione hai di word? Io la 2007 enterprise, forse è quello perché su due pc ho provato con questa e sempre lo stesso, proverò con il 2010 ...
Meglio tagliare la testa al toro in ogni caso o così non ne usciamo più, le classiche rane nella pentola a fuoco lento!
Ho due versioni word, una del 2000 che mi dà quella frase ripetuta, poi una del 2010 che ho provato solo ora ma non succede niente!
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