... potremmo quindi dire a certi esperti.
"E nel nome del Progresso / il dibattito sia aperto / parleranno tutti quanti / dotti, medici e sapienti"
Ora, premesso che non va fatta di ogni erba un fascio, il quid anche in questo caso va individuato nell' egemonia del "profitto" che si innesta e travalica ogni altro più puro valore, riducendo il tutto a mero sfruttamento delle necessità altrui. E finendo per storpiare come abbiamo visto anche la stessa forma-pensiero, che da deduttiva quale dovrebbe essere si fa subdolamente induttiva.
La questione generale che si pone non è quindi di poco conto: come distinguere il vero dal falso ? Quale il "centro di gravità permanente" che dovrebbe servire ad orientarci sempre e comunque ?
Paradossalmente, la verità e moralità che oggi tanto fatichiamo a trovare nelle sagge analisi degli esperti, è resa ben più accessibile proprio da quella cultura minore e popolare composta da fiabe, miti, romanzi, stornelli, ecc. Il perchè è presto detto: perchè trattano tutti della vera sostanza, del vero nucleo dell' uomo, di quel comune denominatore che la cultura accademica erroneamente poi svilupperà in una miriade di discipline sempre più separate ed indipendenti, perdendo di vista il tutto e la "sofia" da cui esse stesse generano. Per nostra fortuna le fiabe, soprattutto, parlano con un linguaggio semplice e diretto, teso a far scoprire in modo intuitivo quella verità che è già contenuta dentro di noi.
Ossia parlano, come abbiamo visto a proposito dello spot pubblicitario, direttamente al nostro bambino interno, ma in questo caso con intento opposto e benevolo: risvegliare proprio quelle capacità di giudizio e scelta consapevole, quella moralità, quel libero arbitrio che ogni propaganda tende ad evitare come la peste.
Pinocchio e l' attualità: ecco che vediamo immediatamente come l' epiteto di "Pinocchio" possa rivolgersi non solo a chi ci sta deliberatamente mentendo, ma a noi stessi, in quanto la fiaba descrive alla perfezione la nostra situazione attuale di "marionette" guidate da fili invisibili, manovrate dai vari Mangiafuoco, Lucignolo, Gatto e Volpe.
Non solo, ma la fiaba, con la trasformazione di Pinocchio da marionetta eterodiretta a bambino in carne ed ossa, è la metafora sia di uno sviluppo individuale che, oggi in particolar modo, di quello collettivo e sociale: da uomini "di legno" ( leggasi in senso multiplo, anche mentale ed affettivo ) del tutto eterodiretti, a uomini in carne ed ossa senza più fili.
La bugia, soprattutto quella che insistiamo a raccontare a noi stessi, è l' elemento che maggiormente ci allontana dalla conquista di questa trasformazione, riconfermandoci nello stato "legnoso e burattinesco" con quel grottesco accrescersi del naso indice dell' allontanamento dalla forma più propriamente umana cui idealmente e naturalmente si tende in ogni contesto di ottimale sviluppo.
L' accrescersi ed accorciarsi del naso altro non è che l' indice di spostamento verso l' una o l' altra direzione: quella di un' idea di Bene e di Male che sono già dentro di noi, e che possiamo perfettamente conoscere e scegliere momento per momento, se liberi e capaci di farlo. Come ci dice il nucleo di ogni pensiero religioso, e come oggi confermato scientificamente dalle discipline psicologiche.
( E come storicamente storpiato nell' esatto contrario da "accademici" quali Kant e Hobbes, peraltro resisi funzionali proprio all' idea mercantile seicentesca a farsi valore sociale ).
Ancora una volta si tratta quindi di un fondamentale processo a togliere, a liberare prima la nostra capacità di pensiero e di azione da ogni falsa sovrastruttura indotta, e poi ad indirizzare verso il bene la ritrovata libertà e purezza di pensiero. Pinocchio non è che l' ennesima parabola di questo processo mentale, non è che l' ennesima Odissea, l' ennesimo viaggio tra i molti ostacoli, che vediamo favorito ancora una volta da due componenti: una conoscitiva mentale, ed una che conosce attraverso l' amore.
Il che altro non è che quel processo di "pulitura e reindirizzamemento" di uno schema mentale attuale che si sta cercando di delucidare; processo naturale di crescita individuale nel bambino se non ostacolato, processo collettivo su cui oggi dobbiamo invece intervenire "analiticamente" in quanto socialmente e storicamente ostacolato proprio dal tipo di sviluppo fin qui adottato.
Personaggi: ecco che anche i vari personaggi della fiaba possono essere letti in chiave attualissima, e troviamo in essi la stessa esternalizzazione di quella dicotomia buono/cattivo che descrive sia la lotta intima tra i due poli, sia effettive figure esterne che Pinocchio incontra, divise tra amiche, nemiche, ed infide e doppie. Queste ultime sono quelle che si mostrano con un aspetto amichevole e piacevole, ma si riveleranno poi traditrici e foriere di disgrazie: e se è relativamente facile per Pinocchio individuare il male in Mangiafuoco o nel Pescecane, meno facile è individuarlo in Lucignolo, o nel Gatto e la Volpe.
Leggendo tali figure in chiave sistemica attuale, ecco che il Gatto e la Volpe possono essere visti come il banchiere ed il politico, entrambi tesi a far credere a Pinocchio che i suoi soldi possano magicamente moltiplicarsi crescendo sull' albero, ma solo per poterlo derubare. Non è la perfetta metafora dell' attuale sistema economico, delle sue false promesse e della fregatura finale che riserva a tutti ? Non è ancora la riproposizione del gioco di Hal, che vede Bowman sempre perdente ? Non è l' infatuazione nefasta prodotta dall' Overlook Hotel su Jack ?
Lucignolo a questo punto potrebbe benissimo essere l' intellettuale asservito, il Milton Friedman di oggi, quello che promette un eterno "Paese dei Balocchi" che però vedrà ahimè trasformarsi tutti in asini resi prigionieri; e se Mangiafuoco è la chiara icona di Hal, dell' Overlook, del gioco che trasforma tutti in suoi burattini, il Pescecane potrebbe anche rappresentare l' antro oscuro in cui oggi siamo tutti rinchiusi ... un antro che però ha l' asma, e dorme con la bocca socchiusa: anche qui si prospetta per Pinocchio una possibile via di fuga, come già per Danny dal labirinto, per Bowman da Hal: tutto sta ad individuarla, ad individuare il momento propizio, a cogliere l' opportunità offerta.
Opportunità "esteriore" di fuga concreta, ed opportunità "interiore" che per Pinocchio sarà quella di divenire finalmente l' agognato bambino in carne ed ossa.
Come in ogni fiaba, è infine sempre una Fata, una "donna", l' elemento complementare femminile a venire in aiuto del nostro protagonista nei momenti più difficili.
La Fata è la fiducia, l' amore disinteressato, la figura prima materna e poi della compagna nella vita reale, la spinta al superamento, all'uscita dalla vita di bimbo per la vita adulta.
E' "la forza dell' Amore" tout-court, quella che è sempre presente al fianco del protagonista a dargli forza e stimolo nonostante sia spesso proprio la figura da lui più maltrattata dell' intero scenario.
E se il grillo parlante è la voce della coscienza di Pinocchio, la Fata Turchina è l' amore disinteressato, è il cuore, è l' anima, è la parte più preziosa e quindi sacra dell' essere umano. E' la parte che "conosce" attraverso l' amore.
E' quella "Campanellino" che ama intensamente seppur inutilmente Peter Pan, che insensibile al suo richiamo preferisce a lei la compagnia dei bambini perduti nell' isola che non c'è; la Campanellino che si strugge della sua noncuranza ma che fino alla fine si adopererà per farsi ascoltare. E' il Principe Azzurro che con un bacio risveglia Biancaneve dal suo sonno mortale; è il Principe del ballo che cerca e trova la sua Cenerentola.
In una parola è l' anima stessa, quella che ci spinge all' azione per puro amore, quel noi stessi che troviamo amando veramente la nostra compagna. Non solo il complementare sessuale, non solo la sacralità del femminile che genera e tramanda la vita, ma l' assunto più spirituale, l' "eterno femminino" dei poeti, la Beatrice di Dante, quel sè stesso che ognuno può trovare solo amando qualcun altro, o attraverso il partner, quando non c'è bisogno di parole per capirsi, quando capire davvero l' altro significa capire davvero anche sè. E' la comprensione dell' artista verso la sua arte, che gli impone di farsi "penetrare" da essa, di farsi femmina. E' la comprensione della mamma per il suo piccolo, che le impone di penetrarlo e farsene penetrare, per poterlo capire senza bisogno di parole. E' l' atteggiamento che usiamo per "capire" un animale come per capire un' opera d' arte, come per percepire il divino.
In senso lato è la parte più "intima e sacra" dell' uomo, quella che è dentro ognuno di noi, la Wendy premurosa, sensibile ed empatica che Jack, oggi nella realtà come già nella finzione cinematografica, stupidamente tende a sopprimere sotto l' ordine ipnotico del sistema produttivo.
Un sistema economico-produttivo che prima ha mascolinizzato il ruolo della donna ed oggi la sopprime in vario modo, in quanto emblema della nostra parte più autentica che tale sistema teme come la peste, esattamente come abbiamo visto accadere per lo spot pubblicitario.
Come lo spot pubblicitario DEVE scavalcare e uccidere la nostra anima per penetrare di soppiatto le naturali difese della mente, così questo sistema socio-economico deve scavalcare e uccidere non tanto la singola donna, quanto l' idea di donna in sè, la femminilità stessa, nella sua accezione di parte più alta, spirituale e sacra dell' uomo.
Un sistema che deve uccidere ogni incarnazione di dolcezza, di affetto muliebre e materno, la disposizione al perdono, la potenzialità creativa e artistica dell' essere umano, la parte premurosa e amorevole custode della fantasia e della vita stessa. Ma paradossalmente, proprio colei che nella società ha più bisogno di amore e di protezione è sempre quella che paga di più; l'amore naturale e spontaneo che lei riserva al prossimo è perciò ricambiato vuoi col falso amore di facciata di una società opportunista e frettolosa, vuoi con il vero e proprio odio verso un riflesso speculare che disturba, e che tale sistema non vorrebbe vedere, vorrebbe totalmente annientare e cancellare.
Perchè il solo davvero in grado di indurci ad un suo potenziale superamento.
Posted by MONDART
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