"THE END"

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domenica 24 giugno 2012

L'UMANITA' E' OK, MA IL 99% DELLE PERSONE E' IDIOTA E NOIOSA


DI DECCA AITKENHEAD
guardian.co.uk

Un genio con le risposte alla crisi finanziaria? O il Borat della filosofia? Il teoreta culturale ci parla di amore, sesso e perché niente è mai come sembra. Un colloquio con Slavoj Žižek

Slavoj Žižek non conosce il numero del proprio appartamento a Lubiana. “Non importa,” dice al fotografo che vuole fare un salto da lui. “Torna verso la porta principale e poi pensa semplicemente in termini di politica di destra radicale. Giri da sinistra a destra, poi, in fondo, ancora a destra.” Ma qual è il numero in caso si perda? “Credo sia il 20,” suggerisce Žižek. “Ma chi lo sa? Ricontrollo.” Così, cammina con passo felpato lungo il vestibolo, apre la porta e da un’occhiata.

Mentre saluta il fotografo, indica in lontananza verso la capitale slovena. “Laggiù, quello è un tipo di establishment controcultura: loro odiano me, io odio loro. È il tipo di gente di sinistra che non sopporto. I radicali di sinistra con padri tutti molto ricchi.” La maggior parte degli altri edifici, aggiunge, sono ministeri del governo. “Lo detesto.” Adesso è tornato in salotto, una fetta di spazio funzionale clinicamente piccola e ordinata, spoglia di qualsiasi estetica discernibile. Le uniche concessioni sono un poster del videogioco Call of Duty: Black Ops, e una stampa di Iosif Stalin. Žižek versa della Coca Cola Zero in tazze di plastica di McDonald’s decorate con immagini promozionali della Disney, ma quando apre un’anta della dispensa della cucina mi accorgo che è piena di vestiti.

“Vivo come un matto!” esclama, e mi fa fare un giro dell’appartamento per dimostrarmi come mai la dispensa della cucina non contiene altro che vestiti. “Vedi, non ci sono altre camere!” In effetti, le altre camere sono piene di DVD e libri allineati dal pavimento fino al soffitto. I volumi delle sue 75 opere, tradotte in un innumerevoli lingue, occupano una stanza intera.

Se avete letto tutti i libri di Žižek, siete stati più bravi di me. Nato nel 1949, il filosofo sloveno, nonché critico culturale, è cresciuto sotto Tito nell’ex Iugoslavia, luogo in cui i sospetti di dissidenza lo confinarono nel mortorio del mondo accademico. Attirò l’attenzione dell’Occidente nel 1989 col primo libro che scrisse in inglese, Il Sublime Oggetto dell'Ideologia, una rilettura di Hegel, il grande eroe di Žižek, attraverso la prospettiva di un altro eroe, lo psicanalista Jacques Lacan. Da allora sono sbocciati titoli quali Vivere alla fine dei tempi, insieme a film come Guida al cinema per pervertiti e molti altri articoli, più di quanti ne possa elencare.



Dal punto di vista della teoria culturale, Žižek è quanto di più accessibile all'interno dell'universo dei teoreti, ma per farvi capire più esattamente, ecco una tipica citazione tratta da un libro intitolato Žižek: A Guide for the Perplexed ("Žižek: Una Guida per i Perplessi", NdT), destinato a renderlo più comprensibile: “Žižek trova posto per Lacan in Hegel osservando il Reale come la correlazione dell’auto divisione e dell’auto raddoppiamento all’interno dei fenomeni.”

Col rischio di sconvolgere tutti i seguaci di Žižek, devo dire che molti dei suoi scritti sono incomprensibili. Tuttavia, questi sono ambiziosi e stimolanti. Inoltre, perfino i suoi critici dovrebbero riconoscere che la sua tesi centrale invita alla riflessione. Sostanzialmente, egli sostiene che niente è mai come sembra, e la contraddizione è codificata in quasi ogni cosa. La maggior parte di ciò che riteniamo radicale o sovversivo, o anche semplicemente etico, non fa alcuna differenza.

“È come quando compri una mela biologica, è un’azione che compi per ragioni ideologiche, ti fa sentire bene: ≪Sto facendo qualcosa per la Madre Terra≫, eccetera. Ma in che senso ci impegniamo? È un falso impegno. Paradossalmente, compiamo queste azioni per evitare di compierle realmente. Ti fa sentire bene. Fai la raccolta differenziata, mandi sei euro al mese a un orfano somalo qualsiasi, e hai fatto il tuo dovere.” Ma in realtà, siamo stati indotti con l’inganno ad azionare dei meccanismi di sfogo che fanno sì che lo status quo non sia oggetto di contestazione? “Sì, esattamente.” La mania dei liberali occidentali per le identità politiche è solo una distrazione dalla lotta di classe, e mentre Žižek non difende nessuna versione del comunismo mai messo in pratica, resta quello che egli stesso definisce come “un marxista complicato” con ideali rivoluzionari.

Secondo la critica, come qualcuno lo ha già memorabilmente definito, egli è il Borat della filosofia e sforna tesi sempre più stravaganti per suscitare scandalo. Come ad esempio “Il problema di Hitler è che non è stato abbastanza violento,” o “Non sono un umano. Sono un mostro.”Alcuni lo liquidano giudicandolo uno stupido polemista. Altri lo temono poiché lo reputano un istigatore a un totalitarismo di stampo neo-marxista. Ma dall’avvento della crisi finanziaria, è stato elevato al rango di celebrità della recessione mondiale, attirando folle di seguaci pieni d’adorazione che lo venerano come fosse un genio intellettuale. La sua popolarità è semplicemente il tipo di paradosso da cui Žižek trae piacere perché se fosse per lui, dice, preferirebbe non parlare con nessuno.

Non si direbbe dall’energetico turbinio di buone maniere con le quali ci accoglie, ma chiarifica immediatamente che la sua premura è semplicemente un travisamento della misantropia. “La mia idea dell’inferno sono i partiti americani. Oppure quando mi chiedono di tenere un discorso, e dicono qualcosa come ≪Dopo il discorso ci sarà un piccolo rinfresco≫. Ecco, quello è l’inferno. Questo significa che tutti quegli imbecilli frustrati incapaci di porre una domanda alla fine del discorso, vengono da te e, spesso, cominciano dicendoti: ≪Professor Žižek, sicuramente sarà stanco, ma…≫ Beh, vaffanculo. Se sai che sono stanco, perché me lo vieni a chiedere? Sto diventando sempre più stalinista. Quando i liberali parlano dei totalitari, dicono che amano l’umanità in quanto tale, ma non hanno empatia per le persone concrete, no? Bene, mi calza a pennello. L’umanità? Sì, va bene, dei grandi discorsi, delle grandi opere. Persone concrete? No, il 99% delle persone è idiota e noiosa.”

Non sopporta soprattutto gli studenti. “Assolutamente. Una volta, per esempio, sono rimasto scioccato. Quando ancora insegnavo Stati Uniti, cosa che non farò mai più, uno studente mi si avvicinò e mi chiese: ≪Sa, professore, quel che ha detto ieri mi interessava moltissimo, e ho pensato che non so su cosa verterà il mio saggio. Non è che potrebbe darmi altri spunti? Magari mi viene in mente qualche altra idea.≫ Ma vaffanculo! Chi sono io per fare questo?”

Žižek ha dovuto lasciare molte cattedre in Europa e in America per liberarsi di questi studenti intollerabili. “Detesto particolarmente quando vengono a parlarmi dei loro problemi personali. La mia risposta tipo è ≪Guardami, guarda i miei tic, non vedi che sono matto? Come puoi solo pensare di chiedere ad un pazzo come me di aiutarti a risolvere i tuoi problemi personali?≫”. Si capisce cosa intende, la fisicità di Žižek non passa inosservata perché si comporta in un modo davvero sorprendente: sembra un orso grizzly, si tira delle zampate sul volto, tira su col naso e gesticola ad ogni sillaba. “Ma non funziona! Continuano a fidarsi di me. E lo detesto perché non mi piace la loro confidenza, è proprio quello che non condivido della società americana. Come quando incontri un ragazzo per la prima volta e questo comincia a raccontarti della sua vita sessuale. Detesto tutto ciò, detesto tutto ciò!”

Mi trovo costretto a ridere di questo, perché Žižek parla della sua vita sessuale dopo qualche minuto durante il nostro primo incontro. Mentre eravamo in ascensore ha detto spontaneamente che una sua ex gli chiedeva ciò che lei chiamava uno “stupro consenziente”. Ho immaginato volesse discutere del suo nuovo libro su Hegel, ma sembra sia più entusiasta di parlare proprio di sesso.

“Sì, perché io sono estremamente romantico. Sai qual è la mia paura? Quest’etichetta postmoderna, permissiva e pragmatica nei confronti del sesso. È orribile. Sostengono che il sesso sia salutare, che faccia bene al cuore, alla circolazione, che rilassi. Spiegano anche quanto faccia bene baciare perché si sviluppano questi muscoli. Mio Dio, è terribile!” È anche sgomento per via della promessa fatta dalle agenzie di appuntamenti di “esternalizzare” il rischio di romanticismo. “Non è più quella passione assoluta. Mi piace quest’idea del sesso come facente parte dell’amore, sai: ≪Sono pronto a vendere mia madre relegandola alla schiavitù solo per scoparti per sempre.≫ C’è qualcosa di piacevole ed eccezionale in questo. Io, però, resto un inguaribile romantico.”

Continuo a pensare che dovrei intervenire con una domanda, ma ecco che ricomincia. “Ho degli strani limiti. Sono molto… Ecco, un altro dettaglio, vaffanculo. Anche se una donna me lo chiedesse, non sono mai stato capace di fare sesso annale.” Sesso annale? “Ah già, sesso anale. Sai perché non ne sono capace? Perché non riesco a convincermi che a una donna piaccia veramente. Ho sempre avuto questo sospetto. E se finge solo per apparire più attraente nei miei confronti? La stessa cosa vale per la fellatio. Non sono mai stato capace di venire nella bocca della donna, perché, di nuovo, la mia idea è che non è proprio il liquido più raffinato. E se sta solo fingendo?”

Le donne con cui è stato a letto può contarle sulle dita della mano, perché crede che la faccenda sia molto esasperante. “Non riesco ad avere rapporti occasionali. Invidio coloro che riescono ad averne. Sarebbe bellissimo. Mi sento carico, andiamo, bang-bang… Sì! Ma per me è così ridicolo dal punto di vista intimo. Ad esempio, mio Dio, è orribile essere nudi di fronte ad un’altra persona, capisci? Se l’altro fa un’osservazione sgradevole, del tipo ≪Ah, ah, che pancia!≫ o sui generis, può rovinare tutto! Capisci?” Per di più, non può andare a letto con nessuno se non è convinto che la storia durerà per sempre. “Ho avuto pochissime relazioni perché sono state tutte dannate dalla prospettiva dell’eternità. Quello che voglio dire con questo termine grossolano è che forse dureranno.”

Ma Žižek ha divorziato tre volte. E come lo ha sopportato? “Ah, ora te lo dico. Conosci il giovane Marx, non lo idealizzo perché personalmente era un tipo antipatico, ma ha una logica stupenda. Lui dice: ≪Il matrimonio non si può semplicemente dissolvere. Divorziare significa stabilire retroattivamente che quell’amore non era vero amore.≫ Quando l’amore svanisce, stabilisci retroattivamente che quello non era nemmeno vero amore.” È quello che lei ha fatto? “Sì! L’ho cancellato completamente. Non solo so di non essere più innamorato. Ma so di non esserlo mai stato.”

Come per spiegare questo concetto, da un’occhiata all’orologio. Suo figlio dodicenne, che abita nelle vicinanze, arriverà tra poco. Come funzionerà quando arriverà qui? Non preoccuparti, dice Žižek, senza dubbio è in ritardo. È dovuto alla lentezza della madre: “La stronza che dice di essere mia moglie.” Ma non eravate sposati? “Sfortunatamente sì.”

Žižek ha due figli, l’altro è sulla trentina, ma non ha mai voluto essere un genitore. “Adesso ti spiego la formula per la quale amo i miei due figli. Questo è il mio lato più liberale e compassionevole, un lato al quale non posso resistere quando vedo qualcuno che è ferito, vulnerabile e via dicendo. Quindi, più precisamente, il fatto che il figlio non fosse del tutto voluto ha fatto sì che io lo amassi ancora di più.” 

Ormai, credo che non parleremo affatto del nuovo libro di Žižek su Hegel, Less Than Nothing: Hegel and the Shadow of Dialectical Materialism (n.d.t.: Meno di Niente: Hegel e l’Ombra del Materialismo Dialettico). Invece, mi parla delle vacanze che fa col figlio minore. L’ultima è stata a Dubai, all’hotel di Burj Al Arab, un tempio grottesco e sfoggio del cattivo gusto. “Perché no? Perché no? Mi piace fare pazzie. Ma ho fatto il mio dovere da marxista. Mi sono fatto amico il tassista pakistano, che ha mostrato la realtà a me e a mio figlio. Ci ha illustrato l’intera struttura di come vivono i lavoratori del posto, di come è controllata. Mio figlio era inorridito.” Quest’estate andranno a Singapore, in un’isola artificiale con piscine costruite in cima a grattacieli di 50 piani. “Così possiamo nuotare e dare un’occhiata alla città dall’alto: ≪Ah, ah, vaffanculo.≫ A me piace fare queste cose, fare vere e proprie pazzie.” Non era molto divertente quando suo figlio era più piccolo. “Ma ora abbiamo stabilito un certo ritmo. Dormiamo fino all’una, poi facciamo colazione, usciamo in città, niente cultura, solo consumismo o cose stupide di questo tipo, torniamo per cena, poi andiamo al cinema e poi giochiamo ai videogiochi fino alle tre del mattino.”

Mi chiedo cosa penseranno i fervidi e giovani seguaci di Žižek, temo siano adirati perché non gli tiro fuori niente di più serio. Ma, secondo Žižek, Dubai fa luce sul mondo più di quanto potrebbe mai farne un dibattito sul deficit. Quando arriva il figlio minore, dall’aspetto dolce e dalle gentili maniere, cerco di indirizzare Žižek sulla crisi finanziaria e sul ruolo che i suoi ammiratori sperano che rivestirà attraverso una risposta radicale.

“Sottolineo sempre: non aspettatevi questo da parte mia. Non credo che il compito di un tipo come me sia di suggerire soluzioni perfette. Quando mi chiedono cosa fare con l’economia, ma che diavolo ne so? Credo che il compito delle persone come me non sia di fornire risposte, ma di porre le giuste domande.” Non è contro la democrazia in sé, crede soltanto che le nostre istituzioni democratiche non siano più in grado di controllare il capitalismo a livello mondiale. Delle buone riforme consensuali e progressive potrebbero funzionare, forse, a livello locale.” Tuttavia, il campanilismo appartiene alla stessa categoria a cui appartengono le mele biologiche e la raccolta differenziata. “È fatto per farti stare bene. Ma oggi, la questione più importante è come organizzare un’azione globale, ad uno smisurato livello internazionale, senza regredire ad un qualsiasi governo autoritario.”

Come può succedere? “Sono un pessimista nel senso che ci stiamo avvicinando ad un periodo pericoloso. Ma sono ottimista per la medesima ragione. Il pessimismo indica che le cose si stanno ingarbugliando. L’ottimismo sta ad indicare che questo è esattamente il periodo in cui un cambiamento diventa possibile.” Quante sono le possibilità che le cose non cambino? “Beh, se ciò accade, significa che ci stiamo avvicinando ad una nuova società autoritaria e di apartheid. Devo sottolineare che non sarà il solito stupido autoritarismo, ma un nuovo tipo, sempre consumistico.” Il mondo assomiglierà a Dubai? “Sì, e come sai, a Dubai, dall’altra parte sono letteralmente schiavi.”

C’è qualcosa di inspiegabilmente commovente nella vivace ampollosità di Žižek. Non mi aspettavo che fosse così simpatico, ma è davvero esilarante e di buona compagnia. Avevo sperato di scoprire se fosse un genio o un lunatico, ma temo che me ne andrò sapendone quanto prima. Gli chiedo quanto seriamente ci consiglia di prenderlo. Risponde che preferirebbe essere temuto piuttosto che essere preso come un clown. “La maggior parte delle persone crede che io scherzi, che esageri, ma io non scherzo affatto. Non è come credono. Prima scherzo, poi sono serio. No, l’arte è quella di trasmettere un messaggio serio tra una battuta e l’altra.”

Due anni fa, gli caddero gli incisivi. “Mio figlio sa che ho un buon amico. Nessuno di noi è omosessuale, siamo solo buoni amici. Quindi quando mio figlio mi ha visto senza incisivi, mi ha detto ≪Io lo so perché.≫ Mio figlio! A dieci anni! Sai cosa mi ha detto? Pensa, collega, nella maniera più sporca.” Credo di poter indovinare. “Sì! Succhiandolo! Ha detto che il mio amico si è lamentato perché i denti erano di troppo.” Žižek scoppia in una risata fragorosa, uno scroscio di risa d’orgoglio paterno.

“E sai cos’è tragicomico? Dopo avermi detto così, mi fa: ≪Papà, l’ho raccontata bene la barzelletta?≫”

Decca Aitkenhead
Fonte: www.guardian.co.uk
Link: 
http://www.comedonchisciotte.org
10.06.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org acura di ELISA BERTELLI

2 commenti:

laridream ha detto...

MI piacerebbe conoscerlo ,sono certa che su certi punti mi irriterebbe ma da un lato avrebbe qualcosa da insegnarmi.

*Dioniso*777* ha detto...

Si, un essere umano direi ... a tutti gli effetti! Solo è sincero, tutto qui. Essere sinceri oggi significa dire quello che non vogliono sentire ... è brutto, dicono

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