"THE END"

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venerdì 16 dicembre 2011

Black out globale e una "vera" guerra a livello planetario, non "bazzecole" come la seconda guerra mondiale!

Come ho detto nella conferenze e in alcuni articoli, pare si prepari un black out globale, di proporzioni mondiali, che toglierà la luce elettrica per settimane in tutto il globo.
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2011/10/cosa-serve-la-crisi-finanziaria-parte-3.html
I segnali erano diversi e inquietanti.
Attualmente poi ne iniziano a parlare quotidiani come Repubblica e il Sole 24 ore. E già nel 2003 era comparso questo inquietante articolo di Umberto Eco, su L'espresso, segnalatoci da un lettore. Ve lo propongo perché, casualmente, dice le stesse cose che diciamo noi su questo blog da tempo, prospettando scenari possibili, ma anche le soluzioni:

Umberto Eco. Si deve aggiungere altro? Per chi lo conosce, e da sempre l'ha letto, i suoi libri ci dicono che quest'uomo è una fonte di sapere non molto comune. "Il Pendolo di Foucault" l'opera che amo più di ogni altra, "Il Cimitero di Praga" l'altra. Il complotto? No, per niente, non c'è complotto, c'è la proprietà del mondo e delle persone che lo abitano in mano a pochissime famiglie che giocano a fare dio. Di che complotto dell'accidenti parliamo?!? Prepariamoci invece, e non voglio fare allarmismo, ma lo sappiamo tutti che siamo in troppi per vivere come ogni giorno facciamo, noi, occidentali, noi "civilizzati", evangelizzati grazie alla parola del signore, hahaha. Si, proprio noi che parliamo d'amore mentre pratichiamo l'odio, il non rispetto nei confronti della vita, è ora che qualcuno faccia a noi quello che noi abbiamo fatto agli altri . . . 
Una frase dal film Wall Street:"L'amore è una balla inventata perché la gente non si butti dalla finestra". Io non so cosa intendiate per amore, ma conosco il vostro odio, voi la chiamate con molti nomi, magari "competizione" è il più adatto a rendere l'idea . . . 
Buona lettura
Dioniso777

Sogno che dopo un Black Out mondiale si scateni una guerra planetaria.


Ho sognato l'Apocalisse.


Quando qualcuno dice "io sogno che..." oppure "ho fatto un sogno", s'intende di solito che in quel sogno si siano materializzati, o svelati, i suoi desideri. Ma un sogno può anche essere un incubo, in cui si annuncia ciò che non si desidera affatto, oppure un sogno divinatore, che richiede l'intervento dell'interprete autorizzato, il quale ci dica che cosa esso annunciava, prometteva o minacciava. Di questa terza natura è il mio sogno, e lo racconto così come lo sogno, senza chiedermi in anticipo se corrisponda ai miei desideri o alle mie paure.


Sogno dunque che dopo un 'black out' globale, che immobilizza l'intero mondo civile, nella ricerca folle delle responsabilità, e nel tentativo di reagire a una minaccia, si scateni una bella guerra planetaria. Ma di quelle coi fiocchi, non un incidente marginale come la seconda guerra mondiale, che ha fatto solo cinquanta milioni di morti. Una guerra vera, di quelle che la tecnica ci consente oggi di fare, con intere aree del pianeta desertificate dalle radiazioni, con almeno la metà della popolazione mondiale che scompare, per fuoco amico, fame, pestilenze, insomma una cosa per bene, fatta da generali competenti e responsabili, all'altezza dei tempi.Naturalmente (si è egoisti anche nei sogni) sogno che io, i miei cari, i miei amici, viviamo in una zona del pianeta (possibilmente la nostra) in cui le cose non siano andate del tutto in modo disperato.


Naturalmente, non avremo più comunicazioni televisive, per non parlare d'Internet, visto che anche le linee telefoniche saranno ormai andate in tilt. Sopravviverà qualche comunicazione radio, usando vecchi apparecchi a galena. Non ci saranno più le linee elettriche, ma rabberciando alla buona alcuni pannelli solari, specie nelle case di campagna, si potrà avere qualche ora di luce, e per il resto si andrà a borsa nera per alimentare dei lumi a petrolio, tanto nessuno starà ancora a raffinare benzina per macchine che, se ancora esistono, non hanno più strade dove correre. Al massimo qualche camioncino, e per il resto carretti e calessi trainati da cavalli.A questa luce scarsa, e possibilmente accanto a un caminetto alimentato con parsimonia disboscando di qua e di là, di sera, ai miei nipoti, ormai privi della televisione, potrò leggere vecchi libri di fiabe ritrovati in solaio, o raccontare di come fosse il mondo prima della guerra.


A una cert'ora ci accucceremo davanti alla radio e capteremo alcune trasmissioni lontane, che ci informano su come stanno andando le cose, e ci avvertono se si addensano pericoli nella nostra area. Ma per comunicare si saranno anche riaddestrati colombi viaggiatori, e sarà bello staccare dalla loro zampetta l'ultimo messaggio in arrivo, che ci dice che la zia ha la sciatica ma tutto sommato continua a campare, o trovare il quotidiano di ieri in ciclostile. Può darsi che, se ci siamo rifugiati in campagna, nel paesino abbiano tenuto in piedi una scuola, e in tal caso darei il mio contributo, insegnando grammatica o storia - non geografia, perché i territori saranno nel frattempo così mutati che parlare di geografia sarebbe lo stesso che parlare di storia antica. Se poi la scuola non ci fosse, radunerei i nipoti e i loro amici e farei scuola in casa, prima le aste, per addestrargli il polso, e non solo alla scrittura, ma ai molti lavori manuali che dovranno fare, e poi via via, se ci fossero ragazzi più grandi potrei fare anche delle buone lezioni di filosofia. Può darsi che per i ragazzi rimanga il cortile della parrocchia, dove sarà sopravvissuto un campetto di calcio (e si potrà giocare anche con una palla di stracci), forse sarà stato ricuperato dalla cantina un vecchio calciobalilla e il parroco avrà fatto costruire dal falegname un ping pong, che i giovani scopriranno più appassionante e creativo dei videogiochi di un tempo.


Si mangerà molta verdura, se la zona non sarà ancora radioattivizzata, e saranno buone le ortiche cotte, che sembrano spinaci. Siccome si moltiplicano per vocazione, non mancheranno dei conigli, e forse ci sarà un pollo di domenica, alla più piccola il petto, al più grande la coscia, l'ala al papà, l'anca alla mamma, e per la nonna che è di bocca buona il collo, la testa e il portacoda, che nei polli ruspanti è il più saporito. Si riscoprirà il piacere delle passeggiate a piedi, il tepore dei vecchi giacconi fuori moda, e dei guanti di lana, con cui si può anche giocare a palle di neve. Non dovrebbe mancare il vecchio medico condotto, capace di mettere insieme qualche riserva di aspirina e di chinino. Si sa, senza più le camere iperbariche, le tac e le ecografie, la vita umana tornerà su una media di sessant'anni, ma non sarà male, calcolando la lunghezza della vita media in altre zone del globo. Rifioriranno sulle colline i mulini a vento. Davanti alle loro grandi braccia i vecchi racconteranno la storia di don Chisciotte, e i piccoli scopriranno che è bellissima. Si farà musica, e tutti impareranno a suonare qualche vecchio strumento ritrovato, per male che vada con un coltellino e una canna si possono fare intere orchestrine di flauti, alla domenica si danzerà sull'aia, e forse qualche fisarmonicista sopravvissuto suonerà la Migliavacca.


Nei bar e nelle osterie si giocherà a briscola, bevendo spuma e vino giovane. Circolerà di nuovo lo scemo del paese, costretto ad abbandonare la vita politica. I giovani demotivati si consoleranno aspirando vapori di camomilla con un asciugamano sulla testa, e diranno che è uno sballo.Riprenderanno fiato, a mezza montagna, molti animali, tassi, faine, volpi, e lepri a non finire, e anche gli animalisti accetteranno di andare talora a caccia per procurarsi cibo proteinico, con vecchie doppiette se ci sono, con archi e frecce in ogni caso, e vibratili cerbottane. Nella notte, a valle, si udranno abbaiare i cani, ben nutriti e tenuti in gran conto, perché si sarà scoperto che sostituiscono a poco prezzo sofisticati sistemi elettronici d'allarme. Nessuno li abbandonerà più sull'autostrada, sia perché avranno acquistato un valore commerciale, sia perché non ci sono più le autostrade, sia perché se anche ci fossero nessuno le prenderebbe più, perché arriverebbe troppo in fretta in zone che sarà meglio evitare, 'ubi sunt leones'.


Rifiorirà la lettura, perché i libri, tranne casi di incendio, sopravvivono a molti disastri, saranno ritrovati in stanzoni abbandonati, sottratti alle grandi biblioteche cittadine andate in rovina, circoleranno per prestito, verranno regalati a Natale, ci terranno compagnia nei lunghi inverni e persino d'estate, quando faremo i nostri bisogni sotto un albero. Pur udendo dalla radio a galena voci inquietanti, sperando di farla franca, ringraziando il cielo ogni mattina perché siamo ancora vivi e il sole risplende, i più poetici tra di noi inizieranno a dire che, tutto sommato, sta rinascendo un'età dell'oro.Calcolando che questi rinnovati piaceri dovrebbero essere pagati con almeno tre miliardi di morti, la scomparsa delle piramidi e di San Pietro, del Louvre e del Big Ben (New York nemmeno a parlarne, sarà tutto Bronx), e che dovrò fumare paglia, se non sarò riuscito almeno a perdere il vizio, mi sveglio dal mio sogno con molta inquietudine e - dico la verità - spero che non si avveri.


Ma sono andato da uno che pratica la mantica e sa persino leggere le viscere degli animali e il volo degli uccelli, e costui mi ha detto che il mio sogno non annuncia soltanto qualcosa di orrendo: suggerisce anche come quell'orrore potrebbe essere evitato se riuscissimo a contenere i nostri consumi, astenerci dalla violenza, non eccitandosi neppure troppo a quella altrui, e riassaporare ogni tanto gli antichi riti e i desueti costumi - perché dopotutto anche oggi si può spegnere il computer e il televisore e - invece di partire in volo charter per le Maldive - raccontare qualcosa accanto al fuoco, basta averne la voglia.


Ma, ha aggiunto il mio oniromante, proprio questo è un sogno, che si abbia il coraggio di fermarci un momento per evitare che di sogni si avveri l'altro. E quindi, ha aggiunto l'oniromante, che è saggio ma stizzoso come tutti i profeti a cui nessuno dà retta, andate un poco a farvi fot...e tutti quanti, perché è anche colpa vostra.


Fonte http://paolofranceschetti.blogspot.com/2011/12/sul-black-out-globale-prossimo-venturo.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+PaoloFranceschetti+%28Paolo+Franceschetti%29

5 commenti:

Jas21 ha detto...

Si può già fare, è la decrescita felice e credimi non è così complicata anzi, scoprire la propria manualità ed il contatto con la Terra ci può far sentire felici

Anonimo ha detto...

CIAO DIONISIO BUONA SERA
questo è il mio vaneggiamento quotidiano

Ho chiesto a babbo natale (3 desideri)
L’Esilio x quel 20% di Parassiti + L’interdizione a vita +
L’esproprio di tutti i beni accumulati
Sottratti con le ruberie al Popolo Italiano.

Lasciando a loro per carità cristiana
solo i beni da loro trasferiti nei Paradisi Fiscali.

C’è un detto ( invecchiando si torna Bambini)
i desideri dei bambini spesso si avverano
fiducioso non mi resta che sperare. Vittorio

*Dioniso*777* ha detto...

Pregherò anch'io Babbo Natale perché esaudisca i tuoi desideri, che sono anche i miei alla fine!
Ciao Vittorio e stammi bene amico mio

Zak ha detto...

Magari un blckout globale è quello che ci vuole, durante quello del 2005, se non sbaglio, l'atmosfera per me era magica niente telefonini, un aeroporto silenziosissimo e finalmente rivedere le stelle, me ne andavo in giro con la mia torcia a manovella e vai.
ciao Dionisio

*Dioniso*777* ha detto...

Zak, la penserei come te a riguardo, anche senza torcia, la notte buia, tanto io di notte ci vedo, tutte le volte che mi sono mosso al buio agilmente...adoro il buoi, e poi, basta con questa luce, ci preclude la vista meravigliosa del cielo, pensa che a New York non si vede nemmeno la luna piena!

LKWTHIN

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