di Gianni Lannes
Ci sarà una guerra: lo attesta la direttiva per il 2013 del ministro della Difesa italiana. Una guerra totale in vecchio continente a controllo totalitario dall’ex alleato, ormai padrone assoluto. Forse, la guerra è già iniziata, almeno a livello ambientale, con la geo-ingegneria segreta che altera la qualità della vita per centinaia di milioni di persone.
Te n’avvedi dal clima bellico che si respira nelle città europee, dal vento autoritario che soffia in ogni angolo, dalla restrizione sulle nostre libertà e sui nostri defunti diritti (alle voci: inflazione, proliferazione, moltiplicazione che li elide vicendevolmente ). La crisi dei diritti sociali solca tutto l’occidente mentre muore l’etica della responsabilità in una società venata di cinismo e indifferenza verso l’altro. La libertà è un proclama formale se non è sostanziata dall’effettivo esercizio e godimento. Tale è soprattutto il Trattato internazionale di Lisbona che svelando le ipocrisie dei governati per conto terzi, di fatto abrogato le costituzioni europee, lasciandole formalmente in vigore, ma solo sulla carta, ossia svuotate dal di dentro. E questo la dice lunga sull’ignoranza generale degli europei, offuscati da un imponente edificio normativo che consente ad oscuri burocrati di dettare legge perfino al nostro respiro.
Al copioso elenco di diritti cartacei - promessi dalle normative - fa da contrappeso il catalogo dei diritti negati con il trionfo dell’ingiustizia. Pensate all’Italia: culla del diritto e tomba della giustizia. La democrazia è in declino, forse è già morta e sepolta. Addirittura il confronto dialettico si è ormai ridotto a slogan patetici (la finta opposizione grullesca dai toni spregiudicatamente padronali), a spot televisivi. Non abbiamo più anticorpi per combattere le pulsioni autoritarie della presunta modernità.
Ogni luogo in cui si consuma la nostra vita collettiva tende a trasformarsi in una gabbia a cielo aperto, ma pur sempre prigione.
Sempre più poveri e pochissimi ricchi che succhiano linfa vitale a tutti gli altri. Nonostante la potenziale ricchezza e varietà dell’Europa, aumentano le vecchie e nuove povertà (materiali), le diseguaglianze sociali ed economiche. Cresce a dismisura l’incertezza del futuro per i giovani, i non garantiti per antonomasia, a cui è negata anche la possibilità di sognare. Non abbiamo più radici. Sotto la spinta di standardizzazione del nuovo ordine mondiale (NWO) le comunità si stanno disintegrando: abbiamo perso l’appartenenza ad una famiglia, ad un gruppo sociale, ad un paese, ad un territorio, ad un destino. E’ in atto una regressione antropologica del modo di vivere e sentire, prontamente avvertita dal poeta Pier Pasolini negli anni ’60. Capacità d’ascolto e solidarietà sociale sono parole prive di senso nella realtà: una deserto di ideali e valori collettivi dove ognuno cerca individualmente - a scapito dell’altro, di evitare il peggio.
Prevale il pensiero unico, preconfezionato dal sistema di potere che non ricorre – se non in estrema istanza – a strumenti brutalmente repressivi. Il processo di selezione dei fatti sbattuti in faccia all’opinione pubblica delimitano l’angusto perimetro della realtà artificiale. E’ proprio questa la lente deformante dei mass media.
In fondo i sistemi di dominio della contemporaneità viaggiano attraverso le modalità di percezione della realtà (falsa e deformata) che plasmano costantemente le nostre convinzioni e producono in noi aggressività, violenza e nevrosi.
Dietro tutto c’è un élite di lobbies e di tecnocrati, invisibile ma ben salda al comando delle nostre vite “prive di valore” in quanto considerati e trattati come passivi telespettatori e consumatori.
Non dimenticatelo mai: la formazione dell’uomo totalitario anticipa e precede la formazione e l’instaurazione del regime totalitario.
Pubblicato da Gianni Lannes
sulatestagiannilannes.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento